Ottobre 2003, Kitee
È notte fonda, Tuomas ascolta il fischio del vento che fa suonare le campanelle attaccate alla veranda di casa, che tintinnano leggermente in modo ritmico e metallico.
Nonostante il sonno sia insopportabile, si gira e rigira nel letto, cercando una posizione abbastanza comoda per riuscire ad addormentarsi, ma niente, il turbinio di pensieri nella sua testa lo tiene sveglio, con gli occhi spalancati.
Pensa a quel giorno di tanti anni prima, che gli aveva cambiato la vita.
 
Quel giorno in cui, andando a lezione di pianoforte, incontrò un’allieva di sua madre: una ragazzina dagli occhi di smeraldo e dai capelli biondi e leggermente mossi, che incorniciavano un sorriso tenero come la pelle rosea delle sue guance. Il suo nome non si scollò mai più dalla sua mente… Tarja. Un nome come tanti altri, ma che suonava quasi come un nome di qualche libro fantasy, di un’elfa esile e fragile, ma allo stesso tempo forte, aggraziata e bellissima. Aveva subito provato simpatia per quella bambina sempre sorridente, ed era sempre stato certo che la simpatia fosse reciproca.
 
La pioggia comincia a battere sui vetri della finestra di fianco al letto.
“Dannazione” pensa Tuomas, capendo che non dormirà nemmeno stanotte: da varie notti non riesce a dormire, vuoi per i vari impegni, vuoi per lo stress, fatto sta che da una settimana Tuomas non chiude occhio. Ma lui sa che non è per quello.
Ha ancora impressi nella mente gli occhi di Tarja, verdi come le foglie delle betulle che crescono numerose in Finlandia, e i suoi capelli, neri e vellutati come la notte, che ad ogni minimo movimento della ragazza sembrano danzare intorno a lei.
Ne è perdutamente innamorato, lo sa bene, ma tenta di non ammetterlo nemmeno di fronte a se stesso, nemmeno dopo essere un suo collega da 7 anni e amico da molto più tempo.
Vuole lottare contro se stesso, sapendo che non ce la farà, e pensando che la sua amica di una vita si sia sposata con quello là. Ecco, quella è la batosta finale, il pensiero di Tarja in abito bianco gli dà i nervi.
“Quella ragazza mi farà morire, prima o poi” pensa, e mentre un sorrisetto amaro gli si dipinge sul volto, una lacrima di malinconia non fa in tempo a scivolargli lungo la guancia che viene subito eliminata da un rapido gesto della mano.
Tuomas si alza e va alla scrivania, quella dove un tempo scriveva i temi e faceva i compiti, e dove ora scrive i suoi appunti per i testi.
Prende una biro mezza mordicchiata – colpa dei frequenti blocchi dello scrittore delle ultime due settimane – e comincia a scrivere velocemente una frase: “in te c’è la bellezza del mondo, della quale la morte mi ha reso l’artista”…
Guarda la finestra, ormai totalmente bagnata dalla pioggia gelida, e poi rivolge il suo sguardo verso una foto vicino alla lampada della scrivania, in cui ci sono lui e Tarja a 15 e 16 anni. Un sorriso tenero e leggermente malinconico, ecco cos’è la sua reazione.
Il sonno comincia a farsi sentire, Tuomas guarda le ore. Sono le 2 e mezza del mattino.
Spegne la luce dando un’ultima occhiata agli occhi verdi immortalati in quello scatto e torna a letto.
 
Il respiro si fa sempre più lento e calmo, i pensieri smettono gradualmente di vorticargli nella mente. Solo una frase rimane fissa: “sinussa maailman kauneus, josta kuolema teki minusta taiteilijan”.


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Abbiate pietà di me, è la mia prima fan fiction xD