Che caldo insopportabile! una ragazza camminava sul ciglio di una strada deserta. Prese a sventolarsi in faccia uno dei quaderni di scuola. Quel posto era torrido, sembrava di stare in mezzo al deserto.

Una macchina stava passando ad alta velocità, lei prese il cellulare componendo il numero del suo amico non sapendo che cosa sarebbe successo di lì a poco.

Ryuuji-kun.. forse arriverò tardi, non ho preso in tempo l'autobus..

#Okay.. ti aspetto, allora.#

Bene. A dopo.

Sentì alle spalle il rumore dei pneumatici che raschiavano l'asfalto caldo per il sole cocente. Si girò, ma non fece in tempo a spostarsi, anche di un solo passo. Cadde a terra. Sotto il suo corpo si formò una pozza di quel liquido di colore rosso che noi chiamiamo sangue.

Rimase così per un tempo interminabile, forse giorni, mesi, o addirittura anni.

La sua vita era stata spezzata da una macchina color del carbone, luccicante ai raggi del sole.

L'ombra di un uomo si rifletteva dall'altra parte della strada: voleva salvarla, dare una nuova vita a lei come a se stesso, anche se questo significava doverle togliere i ricordi.

La portò fino al suo studio: poco più di una baracca costruita in ferro e acciaio.

Prese degli oggetti, sembravano quelli di un chirurgo.

La operò togliendole tutte le sofferenze che quell'incidente le aveva procurato.

Sostituì il cervello con dei cip microscopici ma il suo corpo era sempre lo stesso, carne, ossa e pelle le cui piaghe venivano sostituite con dei punti di sutura.

Si sarebbe ripresa, sì, ma non avrebbe riavuto niente indietro se non la vita.

 

 

Notuccia: