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Autore: remvsg    24/05/2011    7 recensioni
"Perché sei qui? Ieri non sembravi tanto incline a rivedermi più. Sei fuggito via dopo aver negato di amarmi."
"Dovevo riflettere."
"E su cosa, di grazia?" Dopo anni di forzati rapporti, anche lei aveva imparato ad usare lo stesso tono contro di lui.
Occhi bassi, mani congiunte sotto il mento. "Avevi ragione."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Un devoto grazie a Lynda  Weasley per il lavoro di betaggio/consulenza

A Jillien, al suo non complleanno e  alla vittoria di Sherlock e Martin che probabilmente senza di lei non avrei festeggiato.



Avviso! questa flash è da inserirsi nel post settimo libro ideato da Jillien, dove Severus è sopravvissuto al morso di Nagini, ed Hermione lavora presso l'infermeria della scuola (per ulteriori informazioni su questo epilogo parallelo -fa molto DW- leggete le sue Pitone http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=37823 )

 

 Unknowns 

 

Era riuscito ad entrare.
Per quanto furba, preparata ed intelligente, gli incantesimi di Hermione Granger potevano poco contro l'esperienza e l'arguzia di Severus Piton.
Quindi lui entrò. 
 
Non si sentiva in colpa e non camminava con passo furtivo. Lei lo aveva più volte invitato a raggiungere le sue stanze, senza nessun cenno all'orario di visita.
 
Dormiva, senza accorgersi di lui.
I suoi respiri lenti e ritmati accompagnarono tutta la notte dell'uomo, seduto su una vecchia poltrona vicina al suo letto. 
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Al grido della ragazza non si scompose.
Aveva già pensato ad insonorizzare la stanza con un incantesimo, e la sua reazione era del tutto prevedibile: anche una coraggiosa Grifondoro si potrebbe spaventare se, al suo risveglio ci fosse un uomo, seduto accanto al suo letto. Anche se questi non fosse proprio uno sconosciuto. 
Hermione avvicinò a sé il lenzuolo, nascondendo la camicia di seta color pesca che usava per la notte e si sedette con la schiena attaccata al capezzale; i capelli spettinati enfatizzavano la sua aria sorpresa e ridicolizzavano l'espressione contrariata che si atteggiava a darsi.
 
"Da quant'è che sei qui?"
"Non mi vuoi?" La ferita alla gola aveva reso la sua voce ancora più calda e profonda, ma il tono quasi sprezzante con il quale le si rivolgeva era rimasto quello di sempre.
"Ho solo chiesto da quanto tempo sei qui."
"Non ho mai guardato l'orologio."
La ragazza incrociò le braccia.
"Perché sei qui? Ieri non sembravi tanto incline a rivedermi più. Sei fuggito via dopo aver negato di amarmi."
"Dovevo riflettere."
"E su cosa, di grazia?" Dopo anni di forzati rapporti, anche lei aveva imparato ad usare lo stesso tono contro di lui.
Occhi bassi, mani congiunte sotto il mento. "Avevi ragione."
Poi uno sguardo, uno di quelli intensi che Hermione riconosceva con un senso di smarrimento. Nei suoi occhi neri era facile perdersi.
“Benché considerassi i desideri del mio cuore privi di alcun senso, ho dovuto ricredermi. Malgrado la follia di tutto ciò, togliendo tutte le cose impossibili, quel che rimane, per improbabile che sia, deve essere la verità.*
Ti amo.”
 
Lo disse in modo semplice, privo di alcuna artificiosità. 
Era la resa delle sue reticenze, delle convenzioni e dei pregiudizi davanti ai suoi sentimenti, ascoltati dopo molto tempo.
 
Malgrado la perdita di diversi battiti del cuore, Hermione Granger non era ragazza che si lasciasse cullare dalle parole.
Un respiro profondo. “Non hai ancora risposto alla mia domanda: perché sei venuto qui? Non potevi aspettare di rivedermi per dirmelo?”
Lo guardava dritto negli occhi, sforzandosi di non sbattere le palpebre per reggere il suo sguardo, che velocemente ritornava ad essere quello con il quale lo aveva conosciuto. Quello del professore di pozioni a capo della casa di Serpeverde.
“E' elementare signorina Granger*. Sono oltremodo convinto che quando capisci che vuoi passare il resto della tua vita con una persona, vuoi che il resto della tua vita incominci il più presto possibile.”
 
Gli fece spazio accanto al letto, per averlo più vicino. Sapevano che erano due variabili opposte. Un uomo ed una giovane donna che formavano un'equazione piena d'incognite. L’avrebbero risolta insieme.
 
Note
 
1* Citazione, leggermente modificata, tratta da Il segno dei quattro. A mio avviso il miglior romanzo di Sir Arthur Conan Doyle con protagonista l’immenso Sherlock Holmes
2* Quando ho scritto “elementare” non pensavo affatto al collegamento di cui sopra. Segno del destino.
3* Adattata citazione dal film Harry ti presento Sally, che con Severus non c’incastra davvero niente.

Unknowns, il titolo, è da tradurre come incognite
 
 
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Per creare questa pagina di word (o forse poco meno) ho dovuto penare per più di un mese. Doveva essere pronta per metà aprile, poi tra viaggi, occhi malsani, reticenze e tagli, è riuscita a vedere la luce solo adesso.
 
Sono un po’ titubante sull’IC dei personaggi, ma sicuramente quella OOC è la sottoscritta, che mai e poi mai avrebbe pensato di scrivere una Pitone (pairing bufalo e da me bistrattato per eccellenza). L’ho fatto ovviamente per una buona causa presa come sfida personale: augurare buon compleanno (in ritardo, ma chissene) alla cara Jillien -unica persona al mondo a saper scrivere pitone realmente degne di essere lette- che mi consente di intasarle la bacheca di faccialibro coi link di Sherlock. Yeeeeeeeeee

_________________________________rem#
   
 
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