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Autore: sapphire     24/05/2011    5 recensioni
SPOILER 3x24 One shot sui sentimenti dei sopravvissuti quando la vita torna a scorrere dopo la tempesta e quando questa, nel bene o nel male, fa nascere nuovi sorrisi .
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ok One-shot senza pretese scritta durante l’ora di poesia …
So che dovrei aggiornare l’altra storia ma in questo periodo non ho ispirazione per quella e poi dopo la 3x24 e gli esami sara’ dura ritrovarla .
Buona lettura, spero vi piaccia e mi possiate perdonare .
Il cestino della frutta da lanciarmi addosso è alla vostra destra … T.T
 
 
 

DOVEVA ANDARE COSI’…
 
 
Castle si  era sempre sentito un Dio. A lui piaceva giocare a fare l’Onnipotente battendo le dita sui tasti del suo computer. Decideva lui chi viveva o moriva, chi rimaneva ferito, chi avrebbe dovuto amare chi; i suoi personaggi non decidevano mai nulla per loro volontà, era lui che comandava, che scriveva le loro azioni portandoli a situazioni estreme. Non gli importava che nel cuore della notte, durante i sogni, i personaggi che aveva creato così minuziosamente per psicologia a spetto fisico, gli facessero visita, supplicandolo di non farli morire. Oramai aveva deciso.  E poi si alzava dal letto soddisfatto del suo lavoro scacciando via i sensi di colpa ripetendosi : doveva andare così …
Già … doveva andare così …
Quella mattina invece si sentiva esattamente sullo stesso piano dei personaggi che creava e distruggeva: una marionetta nelle mani di qualcuno che decideva di punto in bianco che “doveva andare così”.
Aveva visto la morte in faccia la quale, con il suo scheletrico essere, voleva portar via la ragione della sua vita dicendogli semplicemente quelle stesse parole come in un sogno : deve andare così Rick …
No! Non sarebbe dovuta andare così . Era tutto sbagliato e lui si sentiva così impotente e inutile che scappar via da quella realtà che lo rendeva mortale , senza la capacità di cancellare tutto con una gomma, gli sembrava la soluzione migliore. 
Si sedette sulla sedia accanto alla  scrivania e fissò la porta con su inciso ancora il nome “Montgomery”nella targhetta d’ottone che si faceva beffa dei visi tristi che gli passavano davanti.
Sembrava quasi che dovesse arrivare da un momento all’altro … ma quel “doveva andare così” gli ricordava perché non poteva esserci quella possibilità.
Beckett non gli parlava quasi da un mese oramai e lui la rispettava troppo per interporsi fra lei e il suo dolore assordante.
Così era diventato il muto osservatore che sarebbe dovuto essere da tre anni , guardandola e basta, nella stanza d’ospedale nella quale era stata ricoverata o al distretto dopo il suo precoce rientro.
Aveva osservato da lontano la vita di Beckett che quasi poteva riscriverne le battute a memoria e l’avrebbe fatto prima o poi appena la tristezza avrebbe lasciato il suo corpo in modo definitivo.
Il cellulare sulla scrivania prese a squillare e Beckett si precipitò a vedere chi fosse. Sospirò portandosi indietro i capelli e lasciando ricadere il cellulare sul tavolo con noncuranza .
Castle sbirciò e i sensi di colpa tornarono a fargli visita.
Non avrebbe mai sperato, immaginato o chiesto che le sue parole sincere e vere , quel giorno di un mese fa,  a casa di Beckett fossero ascoltate , lui non era Dio e non poteva decidere della vita altrui. Ma lei lo aveva ascoltato e con gli aghi ancora attaccati al braccio aveva costretto Josh a uscire dalla sua vita.
Non lo amava , aveva confessato a Lanie, Castle aveva ragione, aveva ragione su tutto: su di lei, sul fatto che si nascondeva da anni dietro la morte di sua madre o dietro a relazioni che non avrebbero mai portato a niente, che ci avrebbe rimesso la vita se non avesse fatto un passo indietro.
Quello che Castle ancora non sapeva era quanto quel “ti amo” , sussurrato nel momento più terribile della loro vita, avesse  influito sulle scelte di Beckett. Nonostante il dolore allucinante, sia fisico che morale, lei si ricordava benissimo dei suoi occhi azzurri che confessavano tutto ciò che avevano nascosto per anni, però ancora non aveva avuto il coraggio e la forza per affrontarlo, per ammetterlo ad altri che non a sè stessa.
Beckett si sedette composta massaggiandosi il punto ferito << forse sarebbe meglio che tu … >>
<< domani arriva il nuovo Capitano >> mormorò con uno sforzo immenso, interrompendolo.
<< ah >> e  si rimise a controllare le chiamate perse evidenziando quelle di Esposito e Ryan, ancora in congedo per l’ultima settimana prima dell’arrivo del nuovo Capitano, poi si alzò dirigendosi a passo lento verso la sala relax.
Mai l’aveva vista così spenta.
La seguì.
<< perché mi pedini? Non dovresti nemmeno essere qui >> sbottò senza tracce  sentimento nella voce roca.
<< nemmeno tu >> la detective si votò squadrandolo seria .
<< perché mi segui così? >>
<< se non te ne fossi accorta, lo faccio da tre anni e spero di poterlo ancora fare anche domani e per i giorni a venire >>
<< perché mi segui così? >> ripeté fremendo lasciando ricadere sul tavolo il cucchiaino da caffè .
<< ho voglia di te … >>
<< se non te ne fossi accorto in questi tre anni, qui non abbiamo la macchinetta del tè … dovrai andare al bar >> commentò con il suo stesso tono di voce.
Castle sbuffò un sorriso amaro senza realizzare di aver trovato il coraggio per parlarle.
Avanzò di due passi afferrando il suo polso e la costrinse a voltarsi verso di lui senza intimidirsi della sua occhiata assassina e le afferrò il viso con l’altra mano accarezzandole dolcemente la guancia.
<< Ho voglia di noi Kate … >> sussurrò e vide il panico farsi strada dentro i suoi occhi.
<< no … non … non adesso non ora … non qui … domani … non … no … non farmi questo  … io … devo andare  >> gemette tremando.  Castle sospirò e la strinse in un abbraccio soffocante .
<< Ti amo Kate e questo non cambierà nemmeno se scappi … >> sussultò ma non trovò la forza per rispondergli e Castle fraintese chiudendo gli occhi con muta rassegnazione. Sciolse l’abbraccio e fece un passo indietro guardandola intensamente .
<< ovunque tu ti nasconda , ovunque tu vada , in qualsiasi posto tu stia fuggendo per nasconderti da me o dalla tua stessa vita io ti amerò … è l’unica cosa che posso prometterti in questo momento … >>
E si voltò senza credere alle sue orecchie quando la voce di Kate lo fermò. << Rick … >> tornò a guardarla con occhi tristi e per la prima volta in un mese, lei,  sorrise << grazie >> e Castle allargò le braccia accogliendo il suo corpo dopo la breve corsa verso di lui.
La strinse forte lasciandola sfogare.  Si appoggiò contro il muro seguendo il ritmo dei suoi respiri accelerati.
<< dimmi perché … dimmi perché è successo! >> pianse .
<< doveva andare così Kate ... non sapremo mai il perché è accaduto ma né tu ne io possiamo farci niente … l’unica cosa che possiamo fare è scrivere il nostro futuro >> Kate lo guardò incantata e lui aggiunse << insieme possibilmente >> e sorrise di nuovo a quella battuta onesta e vera. << dimmi che  non te ne andrai , che non mi lascerai anche tu >> la strinse più forte.
<< oh questo te lo assicuro, non accadrà mai! >>

 

 

 

   
 
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