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Autore: DelilahPotter    25/05/2011    2 recensioni
Molte autrici si sono dedicate alla fuga di Sirius, in milioni di modi… io dal canto mio ho deciso di descrivere quelli che secondo me sono stati i suoi pensieri prima, dopo e durante la fuga.
Ho deciso di scrivere il tutto al presente e in prima persona (chiaramente il narratore è Sirius) per testimoniare la sua folle impulsività…Magari può essere meno piacevole e scorrevole come lettura ma esprime i sentimenti del nostro caro protagonista “a caldo”.
Il titolo invece è un proverbio inglese cui io ho aggiunto l’ovvia negazione. Vuol dire testualmente che il sangue è più denso dell’acqua, quindi che i legami familiari sono la cosa più importante che ci sia…
Vi auguro buona lettura.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Counting Stars'
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“Adesso basta…”

Sbotto improvvisamente, non si può continuare così… e tutta la cena che parla di me come se io non fossi lì dicendo quanto è avvilente, deludente, vergognoso (e chi più ne ha più ne metta) avere un figlio come me… in realtà sono sei anni che dice questo da quando, per sua disdetta e mia grande soddisfazione, quel dannato cappello mi ha smistato nella casa di Grifondoro invece che nella sua amata Serpeverde…

Sarà per la mia sfacciataggine, per la mia voglia di avere sempre l’ultima parola, per la mia straordinaria propensione a cacciarmi nei guai, per la mia innata capacità di non lasciarmi condizionare dagli altri o semplicemente per il mio coraggio, o almeno questo ritiene il cappello, sicuramente maggiore di quello di mio fratello Regolus che per tutta la cena ha tenuto la testa bassa fissando il piatto in religioso silenzio e alla mia improvvisa reazione è sobbalzato tremante e continua a fissarci terrorizzato mentre io e Walburga Black, che giuridicamente e ginecologicamente è mia madre, ingaggiamo una delle nostre solite guerre verbali.

Probabilmente questa guerra è ancora solo verbale soltanto perché sia lei sia io siamo troppo lontano dalle nostre bacchette, la mia si trova sopra le scale, nella mia camera da letto e la sua non so precisamente dove possa essere ma se non l’ha ancora sfoderata per colpirmi con una delle sue maledizioni-senza-perdono vuol dire che non è a portata di mano…

La lite continua per molto tempo, ci urliamo contro tutto quello che ci può venire in mente, le cattiverie e gli  insulti peggiori e ne mio padre ne tanto meno Regulus hanno il coraggio di intromettersi, sanno bene quanto una lite del genere possa avere risultati disastrosi…

Se solo io avessi a portata di mano quella dannata bacchetta…

Le volto se spalle, esco dalla sala da pranzo, salgo a due a due le scale mentre lei mi urla qualcosa tipo “Bravo scappa, Sirius, non ti far vedere per molto tempo se non vuoi essere incenerito… hai fatto a voce grande e ora da bravo bambino ti nascond…”, sbatto a porta e afferro la mia bacchetta, non mi nascondo ti batto sul tempo, schifosa mangiamorte, madre degenere.

La mia ira si placa mentre per un secondo osservo la mia stanza, tutte quelle immagini immobili sulla mia parete, provocazioni contro di lei,tutto quello che di più babbano ci possa essere alberga la mia stanza.

Sollevo la bacchetta e con un incantesimo spedisco tutto nel mio baule per Hogwarts, non ho fatto neanche in tempo a svuotarlo del tutto, la camera è ora quasi del tutto vuota, ci sono solo i mobili, e le suppellettili di cui non mi faccio niente.

Prendo in mano la scopa e prima di scendere le scale afferro un pennarello rosso, quelle penne babbane molto grandi che hanno l’inchiostro già pronto, e scrivo con tutta la rabbia che ho in corpo sulla parete di fronte alla porta: Meglio babbano che Blackcome minimo quando leggerà questa frase le scoppierà un’arteria.

Spalanco la porta trascinando con me il baule dopo aver riposto la mia bacchetta nella tasca posteriore dei jeans e aver afferrato la scopa con l’atra mano, di fronte a me trovo un Regulus del tutto terrorizzato e impietrito, mi guarda, respira a fondo e poi chiede “Dove vai, Sirio?” mi domando se non sia abbastanza ovvio che mi stia levando dai piedi ma conoscendo mio fratello non ne sono certo “So che per te è difficile capire anche l’evidenza, me ne vado…” parlo come se stessi spiegando qualcosa a un Troll con estenuante lentezza e acidità.

“Ma… dove…? Ti prego, non essere stupido… rimetti tutto a posto” mi chiede supplichevole, mi sembra strano che Regulus stia provando a fermarmi, che abbia tirato fuori un po’ di coraggio e stia provando a mettere bocca in dinamiche dalle quali è sempre fuggito…

Lo guardo per un istante negli occhi e mi sembra di vedermi allo specchio, o meglio di osservare quello che sarei diventato se non fossi stato così testardamente indipendente, sto per rispondergli ma vedo che il suo sguardo si fissa sulla parete dietro di me e poi rabbuiato si abbassa e mi volta le spalle dicendo “se questa è la tua scelta, non potrai più tornare in dietro, ti cancellerà dall’arazzo, ne sei sicuro?”.

Il mio primo pensiero è: e chi se ne frega dell’arazzo, ma poi riflettendoci rimango spiazzato dalla maturità che ha improvvisamente dimostrato il mio fratellino… “Addio, Regulus Black, spero, inutilmente, di non vederti tra le schiere dei mangiamorte”.

Lui si volta con uno sguardo gelido “Addio fratellone, spero di vederti tra le schiere degli Auror” questa sua risposta mi spiazza, è un augurio o qualcosa di molto vicino, non so che rispondergli e gli volo le spalle, gelido scendendo le scale.

Arrivato al piano terra, mia madre mi si piazza davanti completamente tremante d’ira.

“Che cosa stai facendo? Cosa significa?” il suo sguardo è fisso sul baule, non mi guarda mai in faccia.

“Non è abbastanza ovvio… possibile che in questa famiglia siate tutti così lenti a capire le cose?”, lei trema ancora di più, è fuori di se dalla rabbia.

“Vedi quell’arazzo cui tieni tanto?-la incalzo- puoi anche cancellarmi da lì... come ho già ampiamente spiegato a Regulus, preferisco essere rinnegato e vivere da mendicante che essere un viscido, schifosamente ricco Black come te…”.

Lei tace, come pietrificata, continua a non guardarmi negli occhi poi come riscossa da un’ipnosi, sibila “Non… Osare…” mentre io mi sto già avviando verso la porta, pronto ad uscire e voltare le spalle a sedici anni de mio passato.

Non la ascolto, non m' importa più nulla né di lei né della ‘nobilissima casata dei Black’…

Spicco il volo e sono invaso da una libertà che per ora sa solo di novità, ma dopo poche ore inizia ad essere impregnata da un senso di solitudine, abbandono e nostalgia…

Tutti hanno bisogno di una famiglia… sorvolo Londra illuminata solo dalla luna piena e mentre la guardo capisco il perché della mia impulsiva azione, viro leggermente verso est, direzione Godric Hollow, alla ricerca dei malandrini per correre in aiuto di Lunastorta nella notte del suo piccolo problemino peloso…

Atterro rocambolescamente nel giardino di James e pochi istanti dopo lo vedo correre fuori dalla porta . “Pad…” urla a metà tra il preoccupato e il felice di vedermi atterrare con tanto di bagagli a casa sua.

Sconcertato, mi chiede cosa sia successo ed io senza raccontargli nulla dico semplicemente “ Prongs, c’è la luna piena, abbiamo un piccolo problemino peloso di nome Moony da aiutare…” lui sbatte sconvolto le palpebre, poi sorride e mi abbraccia, sa che quella di Remus è una scusa, i malandrini sanno bene che d’estate lui è al sicuro a casa sua dove i suoi sono ben attrezzati per aiutare un giovane licantropo a superare le notti peggiori.

“Non stanotte, è il momento di starsene in casa per una “serata Potter” a studiare gli schieramenti delle prossime partite del campionato di Quiddich e giocare a scacchi, ti unisci a noi?”…

“Quiddich e scacchi, m’inviti a nozze…” scoppiamo entrambi a ridere e i suoi non si sconvolgono assolutamente né per le nostre risate senza senso e nemmeno per il mio invadente stabilirmi lì per due estati di fila…

Questo si chiama famiglia... questo è quello di cui tutti hanno bisogno…

   
 
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