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Autore: OpunziaEspinosa    25/05/2011    13 recensioni
Secondo extra di The Nicest Thing (La Cosa più Bella).
Mi sono divertita ad immaginare il futuro di Edward e Bella.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ecco il secondo extra di The Nicest Thing (La Cosa più Bella). In realtà ho scritto la parola fine a questa storia con 30. EDWARD. Ma tempo fa ho avuto una “visione” ed ho deciso di metterla su carta. Mi sono divertita ad immaginare il futuro di E&B.
Buona lettura (nella speranza sia di vostro gradimento).
OpunziaEspinosa
 

 
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale. I personaggi sono proprietà di S.Meyer e non vengono utilizzati a scopi lucrativi. La riproduzione anche solo parziale di questa ff non è autorizzata


 
EDWARD & BELLA – 2013 (The Nicest Thing – Extra)

 
A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande, 
Ate che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più, 
A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo, 
A te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore, 
A te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei... 
E a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei...sostanza dei sogni... 

(A Te – Jovanotti)


Bella: Ragazze sono una mongolfiera!
Alice: Bella, non sei una mongolfiera, sei una splendida donna incinta!
Bella: Ma non vedo più la punta dei miei piedi!
Rose: Bella sei incinta di sette mesi! Cosa pretendi?
Bella: Con  Renesmée non ero così!
Alice: Per forza! Ora porti nella pancia una coppia di gemelli!
Bella: Qualcuno potrebbe aiutarmi  ad infilare le scarpe?
Alice: Davvero ce la fai su questi tacchi?
Rose: Deve farcela per forza! Non può  di certo presentarsi sul red carpet con le scarpe da ginnastica!
Jenny: Isabella, mi creda, è bellissima! Venga, le passo ancora un po’ di mascara.
Bella: Grazie Jenny.
Franco: Isabella, sicura che non voglia qualcosa di più elaborato? Un’acconciatura più sofisticata?
Bella: No, Franco. Ti ringrazio. I capelli sciolti vanno benissimo. Rose, Edward si è già vestito?
Rose: Sì, è pronto da quasi un’ora, Bella.
Bella: E dov’è adesso?
Alice: Di là con Jasper. Danno  la merenda a Renesmée.
Bella: Dà da mangiare alla piccola con addosso lo smoking? Rose, ti prego, va a controllare che non si sia fatto spalmare il frullato sulla giacca. Io  devo fare  pipì. Di nuovo.
 

***


Bella fa il suo ingresso nell’ampio salotto della suite in cui siamo alloggiati proprio mentre Rose cerca di togliere una macchia di frullato alla banana e kiwi dalla camicia bianco avorio che indosso.
“Edward!” Sbuffa venendomi incontro ad ampi passi.
La guardo con occhi colpevoli, perché me l’aveva chiesto espressamente: lascia che sia Jasper a dare la merenda a Renesmée.
È solo un po’ di frullato, ho pensato, cosa mai potrà accadere? Come se non sapessi che nostra figlia è una sorta di demonio inferocito, soprattutto quando si parla di cibo. In questo è identica a sua madre. È piccola, ma mangia come un drago!
“Amore, non ti agitare…” Cerco di tranquillizzarla. “Rose sta pulendo la macchia. Ed in ogni caso rimarrebbe sotto la giacca…”
“Ah, beh…” Risponde con un’evidente nota di sarcasmo nella voce e  prendendo il posto di Rose senza tanti complimenti. “Se rimane sotto la giacca allora va bene... Ma che ti prende? Ti presenti alla cerimonia di  questa sera con una macchia di banana e kiwi sulla camicia?”
Nel frattempo Renesmée, assolutamente conscia dell’enorme guaio che ha combinato, se la ride come una pazza tra le braccia di Jasper che sghignazza divertito vedendola così su di giri.
“Vostra figlia è uno spasso! Siete sicuri abbia solo un anno?”
Lei continua a ridere e ad urlare  Papoooooo tendendomi le manine sporche.
Non credo voglia venirmi in braccio. Credo voglia sporcarmi. Di nuovo.
“Renesmée, sei una peste!” La rimprovera mia sorella Alice cercando di pulirle le mani con una salviettina.
Poi Bella sembra rendersi conto che il suo lavoro è assolutamente inutile. “Ma che sto facendo?” Sbotta gettando in un angolo il panno umido con cui sta cercando di ripulirmi. “Rose, perché non fai indossare ad Edward l’altra camicia?” Chiede iniziando a camminare verso la nostra camera da letto.
Io e Rose ci lanciamo uno sguardo terrorizzato. Temevamo questo momento.
“Credo non sia possibile...” Rose è cauta, resta sul vago. Ma Bella non è stupida.
“Ti ha macchiato anche l’altra camicia.” Conclude affranta voltandosi, la mano bloccata sulla maniglia della porta, mentre Renesmée continua ad urlare e ad agitarsi tra le braccia di Jasper “Papoooo…”
Io alzo le spalle sapendo bene cosa sta pensando: ho già due bambini piccoli per casa, tra poco ne avrò altri due. Ma chi me lo ha fatto fare?
Effettivamente la seconda gravidanza di Bella è stata un fulmine a ciel sereno. Renesmée aveva pochi mesi e Bella è rimasta incinta di nuovo. Quando l’abbiamo scoperto non sapevamo se ridere o piangere. Ma alla fine abbiamo deciso di riderne. Ci amiamo. Magari non era tra i nostri programmi allargare subito la famiglia, ma va bene così. Resta  il  fatto che a ventisette anni mi ritrovo padre di tre figli. Praticamente sono un cecchino. Chi l’avrebbe mai detto?
“Amore, chi se ne importa! Forza andiamo. Aro ci aspetta giù, nella hall.” Dico prendendola per mano e dandole un bacio sulla fronte. “Salutiamo la piccola, siamo già in ritardo.”
Mi infilo la giacca, mi do una rapida occhiata allo specchio (grandioso, la macchia di banana e kiwi non si vede), diamo un bacio alla nostra  Renesmée, ci assicuriamo che zia Alice e zio Jasper abbiano tutto il necessario per occuparsi di lei ed usciamo dalla stanza.
Capita spesso che Alice e Jasper, oppure i miei genitori,  si prendano cura di Renesmée. Soprattutto quando io e Bella siamo lontano da casa. Ovviamente con quello che guadagno potremmo permetterci anche cinque tate, e quando siamo a Londra una ragazza ci dà una mano, di tanto in tanto. Ma Bella dice che i nostri figli li vuole crescere lei, che non vuole estranei per casa. Fondamentalmente sono d’accordo. Ho solo paura che Bella abbia troppo da fare, con il suo lavoro e tutto il resto. Ma in questi anni ho imparato a conoscerla e so che è più cocciuta di un mulo. Quindi, da quando è nata Renesmée,  cerco di essere presente, di limitare il più possibile i miei impegni, e di selezionare con cura i progetti che mi vengono proposti. Non voglio che Bella faccia tutto da sola, soprattutto ora, con i gemelli in arrivo.
 

***

 
Mentre percorriamo in macchina  il breve tragitto che ci porta verso la passerella del Pasadena Indipendent Movies Festival, osservo in silenzio Edward che discute con Aro della serata e ripenso agli ultimi tre meravigliosi anni.
“Ti amo. Facciamo un bambino.” Mi ha chiesto una notte. Non: vuoi sposarmi? Mi ha chiesto: Facciamo un bambino.
Non ho mai dubitato dell’amore di Edward, ma quando quella notte è venuto a letto dopo una lunga e spossante giornata di set, si è accoccolato contro di me ed ha pronunciato quelle parole, ho avuto la certezza che con lui sarebbe stato per sempre.
Un matrimonio è un contratto, un pezzo di carta che puoi stracciare quando ti pare. Un bambino è un essere umano. Sono due persone che si amano e che decidono di diventarne una. Qualunque cosa accadrà tra me ed Edward, ci sarà sempre Renesmée a ricordarci che ci siamo amati. Amati sul serio.
Ed ora ci sono i gemelli. Chissà se anche loro assomiglieranno al padre oppure a me. Renesmée è la fotocopia di Edward. E più cresce, più gli assomiglia. Gli stessi occhi azzurri e profondi, lo stesso naso, le stesse labbra, persino lo stesso colore di capelli! È bellissima.
“Amore, siamo arrivati.”
“Oh.. sì…” Edward mi risveglia dai miei sogni ad occhi aperti.
“Nervosa?”
“Un po’...” Ammetto.
Non è la prima volta che accompagno Edward ad una cerimonia di premiazione. Ma stasera è diverso. Stasera è speciale. E non solo perché è stato proprio al Pasadena che, tre anni fa, ci siamo ufficialmente mostrati in pubblico come coppia, confermando foto e voci che già circolavano da alcune settimane.
Ne è passata di acqua sotto i ponti. Tutti scommettevano sul fatto che Edward si sarebbe presto stancato di me e che, tornato sul set di Le Quattro Stagioni, avrebbe fatto pace con Tanya Denali. Per la stampa io avrei dovuto essere una delle tante crocette sopra il suo personale tabellone di conquiste.
Invece eccomi qui. Siamo genitori di una bellissima bambina e presto ne avremo altri due. Tanya Denali fa dentro e fuori dai centri di recupero ed ogni tre per due è convocata di fronte ad un giudice per guida in stato di ebbrezza o aggressione.
Il fatto è che nessuno conosce Edward come lo conosciamo io, la sua famiglia ed i suoi amici. Lui non è uno facile. La stampa ha cercato per anni di dipingerlo come il nuovo Bello e Dannato, come un Tombeur de Femmes. Inutilmente. Neppure io me lo aspettavo, ma Edward è nato per fare il padre.
So cosa pensa. Lui crede che io lo veda come un ragazzino, come Renesmée. Beh, certe volte è così. Soprattutto quando si fa spalmare dei costosissimi abiti da cerimonia di purea di frutta!
Ma la verità è che lui è il mio punto di riferimento, il mio pilastro.  È forte, lo è sempre stato, ed è grazie a lui se un anno fa non sono impazzita.
Renesmée è venuta al mondo prematura ed ha avuto alcuni problemi di salute che, fortunatamente, si sono risolti del tutto. Non è mai stata in reale pericolo di vita, ma vedere la tua bambina in un’incubatrice di terapia intensiva non è confortante.
Edward è stato fondamentale, la mia ancora di salvezza.
Non potrei immaginare di stare con nessun altro.
 
Delicatamente Edward mi scosta alcune ciocche di capelli dietro l’orecchio “Tranquilla. Andrà tutto bene.” Sussurra, la voce calda e morbida come il velluto.
Io gli faccio di sì con la testa.
Poi il suo sguardo cambia, si fa più intenso, e mi posa una mano sul pancione.
“Che c’è?” Gli chiedo confusa.
“C’è che ti amo. Da morire. E c’è che sei bellissima. Non potresti essere più bella di così…”
Edward…
Come riesce a farlo? Come riesce a dire sempre la cosa giusta al momento giusto? A farmi sempre sentire così amata? Mi viene quasi da piangere.  
“Se ti bacio mi si sbava il rossetto…” Commento imbarazzata.
Lui scoppia a ridere, ovviamente.
Adoro il modo in cui ride.
Alla fine ho inciso quel CD con la sua risata. Quando lui è lontano da casa per lavoro lo ascolto. E non mi sento più sola.
 

***

 
Ci siamo, è giunto il momento. Hanno appena elencato i nominati. Tra qualche secondo dichiareranno il vincitore.
Mi giro verso Bella. È tranquilla. Tranquillissima. Diventare mamma l’ha cambiata, un po’. In meglio. Le crisi di panico se ne sono andate ormai da un pezzo.
Con tutti i problemi che Renesmée ha avuto quando è nata, credo abbia ormai  capito per cosa vale davvero la pena preoccuparsi e cosa possa, invece, passare in secondo piano.
È serena. Tiene entrambe le mani appoggiate alla pancia e guarda diritto di fronte a sé.
È bellissima.
“E il Pasadena Award viene assegnato a…”
Incrocio le dita. Vincere, questa sera, sarebbe meraviglioso. Questo Festival di cinema indipendente partito in sordina qualche anno fa ha acquistato sempre più valore ed importanza.  Ricevere un premio rappresenta un vero onore, una consacrazione nel panorama del cinema di qualità.
“Isabella Swan! Il Pasadena Award per la Migliore ColonnaSonora va ad Isabella Swan!”
Sì! Sì! La mia Bella ce l’ha fatta! Il mio amore ha vinto! Sì!
Bella si volta verso di me. Sconvolta. E comincia a ridere. “O mio Dio! O mio Dio!” Continua a ripetere portandosi entrambe le mani alla bocca.
L’aiuto ad alzarsi e la stringo forte. La bacio e le accarezzo i morbidi capelli neri che porta sciolti lungo la schiena, e non raccolti in una di quelle artificiose acconciature che infestano la sala.
Sono così felice per lei! Così orgoglioso!
“Ce l’hai fatta gattina! Ce l’hai fatta!” Continuo a sussurrarle in un orecchio.
Ci abbracciamo, quasi ci aggrappiamo l’uno all’altra, folli di gioia, come se non ci fosse nessun’altro nella sala. Anche se tutti applaudono e ci guardano sorridendo.
“Edward..” Con molta discrezione Aro, che è seduto al mio fianco, mi fa presente che la devo lasciar andare, che i tempi sono ristretti e Bella deve raggiungere il palco per il suo discorso di ringraziamento.
“Vieni amore, ti accompagno.”
La prendo per mano e la conduco fino al palco,  aiutandola a salire i pochi gradini che la separano dal podio.
Come faccia a tenersi in equilibrio su quei tacchi incinta di sette mesi resta un mistero per me.
Ma è bellissima. Raggiante e bellissima.
Bella mi da un altro bacio, poi  lascia  la mia mano e si dirige  sicura verso il suo primo riconoscimento ufficiale.
 

***

 
“Ehm… Ehm…”
Cosa dovrei dire? Non mi sono preparata un discorso! Chi se lo aspettava di vincere! Gli altri nominati sono dei mostri sacri. Dei professionisti che lavorano per il cinema da una vita! Io sono la Mamma-Compositrice-Musicista che il proprio fidanzato attore ha voluto a tutti i costi per  la pellicola di cui è produttore e la cui regia è stata curata da un caro amico!
Ho scritto quasi tutto in cucina, tra una poppata ed un’altra. Come posso aver vinto? Eppure è così.
“Grazie… Grazie davvero. Sono imbarazzata, ad essere sincera. Non me lo aspettavo. Per niente.”
Mentre parlo mi batte forte il cuore ed in una porzione remota del mio cervello riesco addirittura a pensare che, per l’emozione, potrei partorire ora. Sarebbe uno spettacolo pazzesco.
“Oltre alla giuria, credo di dover ringraziare tutti coloro che hanno lavorato alla realizzazione di questo film, The Black Sea. Nessuno di noi sperava in tanto successo, ma eravamo sicuri lo meritasse. E siamo felici che non solo voi, ma che anche il pubblico stia accogliendo questo film con tanto entusiasmo. Grazie davvero.  Non voglio tediarvi oltre, ma non posso andarmene senza aver detto grazie anche ad un carissimo amico, Jacob Black. Infondo è merito suo se sono tornata ad occuparmi di musica. Ed infine vorrei ringraziare  quell’uomo stupendo che mi sopporta da tre anni. Il meraviglioso padre dei miei bambini. Ti amo Cullen.” Gli dico mostrandogli il premio. “E questo non è mio. È nostro.”
Edward mi guarda sorridente dalla sua poltrona, vicino ad Aro e a Michael, il regista di The Black Sea.
Applaude assieme al resto del pubblico e mentre gli dico che lo amo di fronte a tutti, leggo sulle sue labbra anch’io ti amo.
 
 
 
 
 

   
 
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