Nickname
sul forum:
Only_Me
Nickname su EFP: Only_
Titolo della fic: New
born
Personaggi: Sirius
Black, James Potter, Lily Evans, Harry Potter
Genere: generale
Warnings: One-shot
Personaggio scelto: Sirius
Black
Note personali: //
New born
Sirius
entrò per ultimo, dopo Remus e Peter, nella
stanza dove Lily e James avevano accolto il loro primogenito, un
minuscolo
esserino di poco più di cinquanta centimetri di lunghezza,
che in quel momento
era accoccolato tra le braccia della mamma.
Lily non gli era mai sembrata più bella, ammise a se
stesso: la luce che vedeva nei suoi occhi mentre accarezzava
teneramente la
fronte del neonato era quasi commovente. I suoi lunghi capelli rossi
erano
legati in uno stretto chignon
sulla nuca, ma alcune ciocche erano sfuggite dalla presa dei fermagli,
formando
dei piccoli boccoli che si erano poi attaccati alla sua fronte sudata.
Il volto
mostrava i segni della stanchezza che provava in quel momento, ma le
labbra
piene erano piegate in un sorriso radioso, specchio della sua
felicità.
James, seduto accanto al suo letto, sembrava in
procinto di svenire; Sirius trattenne a stento una risata davanti al
suo
colorito cinereo. Doveva essere difficile e strano,
proprio per Ramoso,
rendersi conto di essere diventato padre. Il solo pensiero faceva
rabbrividire
lo stesso Sirius.
I capelli corvini di James erano più scompigliati del
solito ed i suoi occhi erano sbarrati e non si staccavano un momento
dalla
creatura adagiata sul seno materno.
Era rimasto con Lily per tutto il tempo, stringendole
una mano e cercando di infonderle un coraggio che nemmeno lui aveva, e
si
vedeva. Le tempie erano sudate, il collo rosso come quando si sforzava
tanto
per fare qualcosa, gli abiti... Sirius rabbrividì osservando
il suo
abbigliamento. Dovevano proprio essersi precipitati
all'ospedale più
vicino, se James si era vestito in quel modo.
Si
avvicinò ai due novelli genitori, spiando con occhi
curiosi il neonato.
Era strano pensare che quello fosse il figlio del suo
migliore amico. I capelli erano sicuramente i suoi, si trovò
a pensare
divertito, osservando la zazzera corvina che adornava il capo del
piccolo.
James e Lily si accorsero del suo ingresso solo quando
fu a poco più di due passi dal letto: erano incantati
dall'esserino che si
muoveva piano tra le braccia della madre, affascinati e rapiti.
«Sirius» lo salutò la donna con un
sorriso,
invitandolo con un cenno del capo a sedersi sulla poltroncina di
plastica
accanto a quella del marito.
«Ehi» esalò James, continuando a
guardare con occhi
sbarrati il bimbo.
Ne sembrava terrorizzato, rifletté con un certo
divertimento, avvolgendo le sue spalle con un braccio e stringendolo in
un
mezzo abbraccio.
«Congratulazioni Ramoso» sorrise, scompigliando
ulteriormente i capelli dell'uomo con una mano. Era uno dei gesti che
James
faceva più spesso, uno dei suoi tic, ma aveva sempre odiato
quando era qualcun
altro a farlo.
«Felpato, lasciami stare i capelli» ringhiò
infatti, staccando gli occhi da suo figlio e fissandoli in quelli grigi
del suo
migliore amico, che ancora una volta aveva capito di cosa aveva bisogno
per
distrarsi.
Lily ridacchiò, attirando l'attenzione dei due uomini
su di sé.
«Mi chiedo ancora come sia possibile che ti abbia
sposato, James» fece divertita «Sei più
infantile di Harry, specialmente quando
c'è anche Sirius con noi!».
«Harry?» chiese Black, ricordandosi solamente in
quel
momento di non conoscere il nome della creatura che la donna teneva
stretta al
petto.
«Sì, Harry. È un bel maschietto, in
perfetta salute
per i medici» annuì Lily, accennando con tenerezza
al neonato «E... James ed io
vorremo che sia tu il suo padrino» continuò.
Il cuore di Sirius si fermò per diversi secondi; era
uno scherzo?
«Come?».
«Non fare l'idiota, Felpato, hai sentito bene!»
esclamò James, dandogli un'energica pacca sulla schiena
«Vogliamo che tu sia il
padrino di Harry».
Sirius non si sentiva pronto per una simile
responsabilità; aveva appena vent'anni!
«Perché?» chiese ancora, con gli occhi
sgranati,
osservando per la prima volta quel cosino come se
fosse una minaccia per
la sua esistenza.
«Perché ti affiderei la mia stessa vita,
Sirius»
rispose, con un tono che sottolineava l'ovvietà della frase,
James «E Lily lo
sa».
«Ammetto di non esserne completamente convinta»
aggiunse la donna con voce seria «Secondo me Remus
è più adatto, ma non posso
chiedergli di sopportare anche questa responsabilità. Ha
già un sacco di
problemi, non voglio caricargli un altro peso. Quindi la scelta
è ricaduta su
di te. Vedi di non farmene pentire, Black».
Lily sottolineò il suo cognome come se fosse una
velata minaccia e Sirius rabbrividì; perché James
aveva deciso d'innamorarsi
proprio di quel demonio con i capelli rossi?
«D-d'accordo» balbettò; in fondo era
orgoglioso di
essere stato scelto per essere il padrino del figlio del suo migliore
amico.
Guardò Harry ancora una volta; non
assomigliava
a nessuno dei genitori in modo particolare. Solo i capelli sembravano
ricollegarlo al padre.
Forse sentendosi osservato, il neonato spalancò le
palpebre puntando le pupille verso il padrino.
Sirius sorrise divertito, cancellando completamente il
pensiero precedente: Harry aveva gli stessi,
splendidi occhi verde giada
di Lily.
«La maternità è certa, direi»
scherzò alzandosi in
piedi.
Sia James che Lily ridacchiarono, poi l'uomo si alzò a
sua volta, chinandosi sulla moglie per prendere tra le braccia il
bambino.
«Fai attenzione alla testa» si
raccomandò la donna,
afferrando una mano di James e mettendola sotto la testa del piccolo,
per
sostenere il suo peso e non scaricarlo sul collo fragile.
Sirius sorrise intenerito, osservando quel quadretto
familiare: James e Lily, ne era sicuro, sarebbero stati degli
eccellenti
genitori.
«Felpato, vieni qui» lo chiamò il
Malandrino,
sorridendogli «Vieni a prendere in braccio il tuo
figlioccio».
L'uomo si irrigidì.
«Magari un'altra volta...».
«Sirius, devo pensare che hai paura di mio... figlio?».
«Su, James...».
«Black, vieni qua».
Sentire il suo cognome utilizzato un'altra volta con
tono minaccioso lo costrinse alla resa.
Si avvicinò al suo migliore amico e lo assecondò
prendendo tre le braccia Harry, quel cosino
con i capelli corvini
e gli occhi verdi che era diventato il suo figlioccio pochi minuti
prima.
«Attento alla testa» ripeté Lily, ancora
semi sdraiata
sul letto «James, spiegagli come deve tenerlo».
«Evans, non diventarmi isterica, ti supplico»
scherzò
Sirius, mettendo la mano sulla nuca del neonato, per sorreggerne la
testolina
come aveva visto fare da James.
«Ti ricordo che ora è Potter, Felpato»
sorrise Ramoso,
andando a sedersi accanto alla moglie e baciandola dolcemente sulla
fronte.
«Ah, non farmici pensare!» ridacchiò
Lily, strofinando
il naso sulla guancia del marito «Mi chiedo ancora come
diavolo abbia fatto a
convincermi, James».
«Me lo chiedo spesso anche io, amore»
confessò
divertito il Malandrino, prima di voltarsi verso il suo migliore amico.
Sirius stava tentando di distogliere lo sguardo dagli
occhi color giada del bambino, ma non ce la faceva: era ipnotizzato
dalla
bellezza di quella nuova vita che era tra le sue braccia. Sentiva il
suo
cuoricino battere, il suo respiro lieve e regolare, vedeva la piccola
bocca
socchiusa.
Sorrise intenerito, prima di chinare un poco il capo e
sfiorare la fronte del bambino con le labbra, nell'unico punto lasciato
scoperto dai capelli corvini.
Non
si immaginava che, poco più di un anno dopo,
proprio nel punto che lui aveva baciato con tanta dolcezza sarebbe
stata
impressa la cicatrice a forma di saetta che avrebbe accompagnato Harry
per tutta la vita, ricordandogli giorno dopo giorno la morte dei suoi
genitori,
condannandolo a vivere una vita da eroe senza che lo volesse.
Non si immaginava che, poco più di un anno dopo,
quella cicatrice sorta sul punto esatto in cui aveva baciato la sua
testolina
sarebbe stata la sua stessa condanna.
Condannato per aver ucciso il suo migliore amico e sua
moglie, per aver ucciso Peter Minus e una dozzina di ignari Babbani che
si
trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato.
«Perché
ti affiderei la mia stessa vita, Sirius».