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Autore: paffywolf    26/05/2011    7 recensioni
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Happy birthday, dear Beth
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray | Coppie: Puck/Quinn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tinkerbell


Ciao Quinn,

vieni in auditorium oggi alle 16. Devo parlarti.

Rachel

Il bigliettino ripiegato con cura e poi fatto scivolare nel mio armadietto era stato chiaramente scritto da lei, non c'erano dubbi. Eppure continuavo a non capire per quale motivo volesse parlarmi. Qualcosa non quadrava.
Cosa altro avremmo dovuto chiarire? Lei e Finn si erano messi di nuovo insieme e io ero sola. Di nuovo sola. Ma a me, in fin dei conti, andava bene anche così.

Ripensai a quell'ultimo anno al McKinley: erano cambiate tante cose nel corso di quei mesi.

Eravamo arrivati dodicesimi alle Nazionali di Show Choir: molti erano insoddisfatti di questa posizione, ma io non lo ero affatto. L'anno prima non eravamo nemmeno riusciti a classificarci nelle Regionali: essere arrivati a New York quest'anno era già un grande traguardo.
Avevo un nuovo taglio di capelli, frutto di una momento di follia prima della gara. Adesso un po' rimpiangevo la mia lunga chioma bionda, mentre passavo le mani tra i capelli, innervosita. Osservai di nuovo l'orologio. Non era da Rachel fare così tardi a un appuntamento.

 

Ehi, non credevo saresti venuta!” Sobbalzai d'istinto, sentendo la voce di Noah alle mie spalle.

Puck? Che diavolo ci fai tu qui?!”

Aspettavi Rachel, eh? Beh, eccomi qua! Il bigliettino era piuttosto credibile, allora.” disse con un ghigno, mentre poggiava la chitarra sulla coda del pianoforte.

Sei stato tu?” Esaminai il bigliettino frettolosamente. La calligrafia era identica a quella di Rachel. “Ma come hai fatto?”

Ho imparato a falsificare la scrittura di mia madre quando avevo 7 anni. Era utile per firmare le pagelle e robe così. Imitare quella di Rachel è uno scherzetto, se vuoi ti insegno come si fa...”

No grazie, non sono interessata.” sospirai. “Cosa vuoi?”

Hai il cellulare?”

Se volevi fare una telefonata, bastava chiedermelo. Non c'era bisogno di fare tutto questo caos.” sbottai, porgendogli il mio iPhone.

Ho bisogno di te per questa chiamata, devo fare una cosa.” sussurrò lui pensieroso, mentre digitava un numero sulla tastiera. Cosa diavolo aveva in mente? Appoggiò il cellulare sul piano, attivando il vivavoce.

Buonasera signora, so che è il compleanno di una bambina.”

Ehm, sì... Oggi mia figlia compie un anno. Ma chi è lei, scusi? ” esclamò una voce che inizialmente non riconobbi.

Solo una persona che le vuole bene. Può mettere il vivavoce? Vorrei farle ascoltare una canzone.” disse lui, imbracciando la chitarra.

Sì, d'accordo.”

 

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8 giugno. Il compleanno di Beth. Mia figlia.

Osservai Puck che, con un sorriso, mi faceva cenno di avvicinarmi per cantare insieme. Mi accostai a lui e, entrambi intimiditi, continuammo a cantare per un po', ascoltando le risate di sottofondo della bambina. Alla fine della canzone, la voce di Shelby Corcoran era carica di gioia e commozione.

Chiunque voi siate, grazie. Non ho mai visto Beth così radiosa. Posso sapere i vostri nomi?”

Trilli e Peter Pan, in diretta dall'Isola che non c'è. ” rispose lui, prima di chiudere il telefono.

Peter Pan?” chiesi io incuriosita.

Ho rivisto il film ieri sera con mia sorella. Penso che mi assomigli molto.”

Beh, in effetti...”

Peter ha paura di crescere. Vuole restare un ragazzo per tutta la vita, rimorchiare le belle Indiane sull'Isola che non c'è, fare a botte con Capitan Uncino e cose così... ”

E Trilli?”

Beh, con quei capelli somigli proprio a lei.” ribattè lui, frettolosamente.

Capisco.”

Restammo in silenzio per qualche minuto. Ciò che era accaduto pochi minuti prima fece sorgere mille interrogativi nella mia testa. Mi sedetti sullo sgabello del piano, continuando a fissare Puck di nascosto, mentre lui riponeva la chitarra nella sua custodia.

Come sei riuscito ad avere il suo numero?”

L'ho rubato dal professor Shuester. Dovrebbe fare più attenzione quando lo abbraccio, è troppo facile sfilargli il telefonino.” esclamò ridacchiando.

Ma tu sei tutto matto! Devi restituirglielo subito!”

Non preoccuparti, è già tornato nella tasca del suo amato gilet grigio topo.” rispose lui, sedendosi accanto a me. Sembrava in imbarazzo almeno quanto lo ero io.

 

Sei felice di averlo fatto?” gli chiesi dopo un po', osservando i tasti del lucido pianoforte nero.

Non so... E' una sensazione strana. E tu?” disse con un sorriso, chiudendo gli occhi per qualche secondo.

Penso di provare più o meno lo stesso.” sospirai, premendo qualche tasto a caso.

Però credo fosse giusto farlo, no? In fin dei conti siamo sua madre e suo padre.”

Già.”

Ripensai alla piccola bambina che avevo tenuto tra le braccia per qualche secondo in ospedale. Erano stati 9 mesi lunghi e faticosi, ma ce l'avevo fatta. Beth era sana, bella, e sorrideva. Non ricordavo tutto il dolore patito, tutte le occhiate di disprezzo ricevute, tutte le difficoltà nel dover andare via di casa. In quel momento perfetto eravamo io e lei.

A cosa pensi?” mi chiese.

A cosa sarebbe potuto accadere. Non so se sarei stata una buona madre per lei. E tu?”

Alla nursery. A quando ti ho detto che ti amavo.” Deglutii nervosamente.

Beh, ma è tutto passato adesso. No? Voglio dire, tu e Lauren...”

Ci siamo lasciati ieri.” disse con un lieve sorriso sul volto.

Lasciati? Ma voi due...”

Eravamo incompatibili, come Wendy e Peter. Lei troppo razionale, lui troppo bambino: gli imponeva delle cose che lui non poteva accettare. Alla fine torna a casa dalla sua famiglia e decide di invecchiare; lui invece resta per sempre ragazzo, insieme a Trilli.”

Ma allora prima... ”

Trilli è sempre lì con lui.” mi disse a bassa voce, guardandomi negli occhi e afferrando la mia mano. “Anche se lui fa il coglione, anche se va dietro alle altre ragazze, Trilli c'è sempre per Peter.” Sentii gli occhi pizzicare, mentre tentavo di trattenere le lacrime.

Io non sono come Trilli. Non voglio che tu vada dietro alle altre: te l'ho detto quando ci siamo lasciati la scorsa estate.” dissi con voce spezzata.

Io vorrei riprovarci. Vorrei fare il viaggio finale dall'Isola che non c'è. Vorrei diventare grande. Ma posso riuscirci solo se tu sei con me.” Vidi il suo volto avvicinarsi a poco a poco al mio, mentre continuava a fissarmi negli occhi con il suo sguardo magnetico. Rimasi lì, quasi pietrificata, mentre lui appoggiava piano le sue labbra sulle mie.

Il bacio durò appena qualche istante, il tempo sufficiente per farmi desiderare qualcosa di più profondo.

Mi avvicinai di più a lui e poggiai la mano destra sulla sua nuca, attirandolo a me. Sentii una lacrima scorrere sulla mia guancia, mentre Noah mi accarezzava il volto e sussurrava piano il mio nome ogni volta che poteva. Sentivo il suo sorriso, la sua euforia, la sua gioia: erano anche mie. Tutto quello accaduto tra di noi non esisteva più: tutti i litigi, i tradimenti. Tutte le ferite che gli avevo causato e tutte quelle che lui aveva procurato a me. Non esisteva più nulla di tutto questo.

 

Eravamo soltanto Peter e Trilli, in volo sull'Isola che non c'è.

   
 
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