Cosa si prova, Sid, nell'essere vittime inconsapevoli di una società stereotipata e sclerotizzata? Quale sensazione prevale, quando si perde tutto, quando si stringe tra le mani solo il proprio nome? Quando si avverte il tremore di ogni centimetro del corpo eretto, fiero protagonista sul palco della rivoluzione? Quale emozione ha la meglio nel profondo del cuore, l'orgoglio o l'amarezza? Mi chiedo come fosse importante per te andare in giro con la tua sigaretta sulle labbra piene, con quei capelli neri scompigliati. Mi domando quanto potessero renderti potente il tuo cappotto di pelle scura e i tuo anfibi... e che sapore aveva, la tua fama malsana e frutto di grida, di suoni scellerati, di corde che sfrigolavano malamente sotto le tue dita, di un movimento che segnò la storia dell'intera musica mondiale? E la notte, quando tornavi nel tuo alloggio e ti guardavi nello specchio sono sicura che prima del tuo viso stanco ma felice, prima di quei lineamenti fini e ribelli, prima di quegli occhi sfuggenti, tu vedevi un uomo. Un uomo con un ciondolo al collo, un lucchetto che ti teneva incatenato a lei, alla tua Nancy, alla sua follia e al suo fascino crudele, al suo rossetto marcato, al suo stile innovativo, appariscente, spietato. Come il tuo. Semplicemente eravate due metà che si saldavano, chiave e serratura, eternità. Cosa provavi, Sid, quando te la stringevi al petto? E cosa sentivi nelle ossa, quando ti guidava verso la trasgressione e l'ignoto, verso l'immorale, verso il mistero, verso l'ombra della falsa gioia? Quanto l'hai amata e quanto hai sofferto per il suo stesso amore distruttivo? Quanto hai pianto quando l'hai persa, quanto hai desiderato liberarti dalla vostra ossessione? Salvarti, per te stesso, per entrambi? E quanto hai gioito quando è venuta a riprenderti? Spiriti presi per mano, volati nel limbo segreto dei 'diversi'? Era quello il tuo destino. Bruciare di passione e divenire cenere, sospirare di sollievo sulla terra brulla, culla del tuo perpetuo, sincero, sconsiderato amore.