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Autore: Nenredhel    27/05/2011    6 recensioni
"Fuggire, scappare davanti a Castiel. Non credeva si sarebbe mai trovato a doverlo fare, non credeva ci sarebbe mai riuscito."
Spoiler! ambientata post 6x22. Non proprio una song-fic ma ispirata alla splendida canzone da cui prende il titolo. Breve e triste.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Sesta stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Dean&Castiel's Compilation'
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Perdonatemi. E' una cosa breve, non so nemmeno se sia bella o no è solo che... avevo bisogno di scriverla, o il mio cuore avrebbe continuato a spezzarmisi nel petto all'inifinito... solo questo.
Se davvero volete leggerla, il mio consiglio è farlo ascoltando la canzone da cui è ispirata e da cui sono prese le citazioni: I'm Yours_The Script


 

 

I’m Yours

 

“You healed these scars over time
Embraced my soul, You loved my mind
You're the only angel in my life
The day news came my best friend died
My knees went week and you saw me cry
Say I'm still the soldier in your eyes”

 

Fuggire, scappare davanti a Castiel. Non credeva si sarebbe mai trovato a doverlo fare, non credeva ci sarebbe mai riuscito. E invece eccolo qui, ancora una volta solo, seduto sul divano di quella vecchia casa, mentre Sam cercava ancora di tenere insieme i pezzi della propria mente e Bobby lo vegliava, per concedere a lui un po’ di riposo.

Solo che lui non poteva riposare, come avrebbe potuto?

Dean rivolse il verde liquido dei propri occhi al soffitto, verso un cielo che non poteva più vedere, che non aveva mia sentito così dannatamente distante. Solo, di nuovo solo, perché alla fine, come sempre, lui non era stato abbastanza per salvare chi amava. Non era stato abbastanza per trattenerlo a sé.

Ogni volta, ogni singola volta era così. Tutti lo lasciavano, lo tradivano: John, Sam... ma Castiel! Castiel era stato con lui dal principio, Castiel aveva guardato la sua anima resa orribile dall’Inferno, e poi lo aveva afferrato, tenuto stretto e salvato da se stesso. L’aveva visto a pezzi, l’aveva visto piegarsi, cedere, arrendersi e combattere, l’aveva visto piangere senza sapere come fare a rialzarsi, e ogni volta era stato con lui, ogni volta l’aveva guardato negli occhi come se non avesse mai visto nulla di più forte e fiero in tutta la sua esistenza, niente di più bello.

E poi l’aveva salvato ancora, e ancora, e ancora. Sempre al suo fianco, contro tutto e tutti, contro la fine di ogni cosa, contro il destino stesso.

Per la prima volta nella sua vita, aveva creduto in qualcosa. Aveva creduto in lui. Aveva creduto in loro.

E adesso, era tutto finito.

Dean abbassò il capo e affondò le mani tra i corti capelli castani, afferrandoli e tirando forte per fermare il dolore, la solitudine, il vuoto. C’era un grido incastrato in fondo alla sua gola, incagliato contro le pareti del suo cuore. Un grido, solo una parola, un nome che non poteva più chiamare e bruciava più dell’Inferno stesso al centro esatto della sua anima.

Perché erano fuggiti. Perché un Winchester non si inginocchia. Perché lui non si inchina a certe richieste. Eppure…

Dietro le palpebre chiuse una luce lo richiamò alla realtà. Piccole scintille bianche come diamante che ballavano davanti ai suoi occhi in una coreografia casuale e perfetta, per formare una figura che avrebbe dovuto temere.

Sentì una lacrima staccarsi dalle sue ciglia, pesante quanto tutto il proprio cuore, perché tutto il suo cuore era in quella lacrima, e poi quel nome affiorò lo stesso, spontaneamente, sulle sue labbra.

Poteva essere vero, poteva il blu brillante e colmo di amore di quegli occhi essere davanti a lui, come una volta, senza traccia del freddo distacco di un Dio? Poteva essere vero, o era solo un sogno, il delirio di un cuore che non voleva cedere, che non voleva credere e perdere di nuovo?

Ma aveva importanza?

Dean alzò il capo e affondò la propria lacrima in quel profondo mare blu. Allungò una mano verso di lui, e afferrò la stoffa liscia e pesante del suo trench, aggrappandovisi saldamente per non soccombere. Poi poggiò a terra le ginocchia, cercando in quel viso così vicino e così effimero una traccia, solo un indizio sussurrato che quello fosse ancora l’unico vero angelo della sua vita.

E ancora, perfino questo, aveva importanza? Aveva importanza chi fosse davvero la persona davanti a lui? Aveva importanza quanto piccolo e insignificante potesse apparirgli ora lui? Che importanza poteva avere se, comunque, sentiva di non potere fare altro che abbracciarlo e accontentarlo, dirgli esattamente quello che aveva voluto sentire in quello scantinato. Che importanza poteva avere se, comunque, sarebbe sempre stato suo.

Dean circondò la vita di Castiel, di quella visione, aggrappandosi a lui con quanta forza aveva, pregando solo che fosse reale, e affondò il viso nel suo ventre.

 

“I may not have the softest touch
I may not say the words as such
And though
I may not look like much
I'm yours
And though my edges may be rough
I never feel I'm quite enough
It may not seem like very much
But I'm yours”

 
   
 
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