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Autore: twy    28/05/2011    2 recensioni
Gabe sa che Pete stanotte sta cercando di non pensare per metafore, sta cercando di non sentirsi travolto dall'anno che è trascorso, e non ci sta riuscendo.
"Smettila di pensare così forte.", gli dice, appoggiando il mento sulla sua spalla, e lo vede con la coda dell'occhio sorridere appena.

[Pete/Gabe]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cobra Starship, Fall Out Boy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Pete Wentz/Gabe Saporta

Genere: Romantico, fluff e/o angst a seconda di come la guardi.

Rating: PG

Avvertimenti: One-shot

Disclaimer: Tutti i personaggi sono realmente esistenti e quindi sono © di loro stessi, questa fic non intende dare rappresentazione veritiera di eventi/caratteri/ orientamenti sessuali. Il titolo è tratto da Baby Blackout dei Black Cards 

Note: In questo strano momento di estasi di pubblicazione di cose scritte a gennaio *coff*, questa è una cosuccia che bah, è nata dal bisogno di infilare angst e fluff ovunque e dello sfogarmi per il nuovo OTP per cui ero ancora un pochino in denial -- no, non è vero, palesemente ero già in modalità 'aw-comesietebelli-Petequantoseiuke'. Va beh. Enjoy **

 

How could you expect me not to tear you apart

 

Inizialmente, Gabe è piuttosto convinto di aver deciso di non andarci, alla festa. 

Questo non spiega perché si trovi qui, con un bicchiere di vodka&redbull in mano, dopo aver lasciato il resto della band a casa sua con una quantità spropositata di alcool e solo Vicky come garanzia di ritrovare casa e amici integri. Tale quantità potrebbe però spiegarlo meglio. 

Non è del tutto ubriaco, non, quantomeno, per i suoi standard - il mondo è piacevolmente offuscato intorno a lui, ed ha bevuto abbastanza da barcollare quando Pete lo ha accolto all'ingresso più o meno saltandogli al collo, ma ha intenzione di bere molto di più, stanotte.

In fondo, è Capodanno. 

Il che è, effettivamente, la ragione per cui non si troverebbe qui, da sobrio. 

Grazie al cielo, quando sta iniziando a fissare fin troppo la folla - cosa che si era detto di non fare - nella ressa compare qualcuno con cui potrebbe effettivamente aver voglia di parlare. 

"Hey, Gabe!"

"Hey, ragazzino.", risponde Gabe, e Jack gli tira un pugno nel fianco che non fa minimamente male ma per il quale Gabe si accascia comunque, per educazione. Ride quando l'altro lo coinvolge in un complicato saluto con le mani, mentre Alex scuote la testa e sillaba "E' ubriaco" alle sue spalle. E' strano come nonostante non li abbiano frequentati così a lungo, gli All Time Low sembrino parte della famiglia comunque. Li hanno più o meno adottati, aveva detto una volta, facendoli ridere e facendo fare a Jack battute pessime sull'incesto perché quel ragazzo è un ninfomane.

Parlano per un po', prima che Alex si allontani dicendo qualcosa sul controllare gli altri ragazzi ubriachi ed il duro compito del baby-sitter generale - cose pochissimo credibile per chiunque passi più di cinque minuti in compagnia di Alex, fra l'altro.

"Sei la nostra luce nella notte, 'Lexy.", Jack sbatte le ciglia in modo disgustoso e il biondo gli dà uno scappellotto, al quale lui risponde con un bacio lanciato in aria. Quando si allontana, Jack resta a guardarlo in modo piuttosto palese, e Gabe ride.

"Voi due vi sposerete entro l'anno."

"Cosa?", replica Jack, sembrando riprendersi a malapena dalla contemplazione. Gabe ride. 

"Hai ragione, errore mio: siete già sposati ad un livello imbarazzante. Lo guardi come se non vedessi l'ora di togliergli i vestiti e fare cenette a lume di candela." 

Jack sembra per un secondo a disagio, il che è un gran traguardo con Jack, prima di lanciare un'occhiata alle sue spalle e ghignare. 

"Intendi il modo in cui ti sta guardando Pete in questo momento?" 

"Noi non,", replica Gabe, girandosi - non in fretta, ma in modo del tutto figo, ci tiene a sottolinearlo - ed intercettando lo sguardo di Pete. Questi gli sorride, accennando con il capo alla tizia che è così presa a raccontargli chissà cosa da non notare che sta facendo di tutto fuorché ascoltarla. Rotea gli occhi, come a sottintendere un 'Salvami' prima di girarsi e tornare a guardarla con aria attenta. Gabe ride alla scena, prima di accorgersi vagamente che stanno comunicando con lo sguardo da un lato all'altro della stanza. Oh, beh. 

"Impari in fretta, Barakat."

"Sì, beh, mi sto documentando. Ah, ed a proposito, se vuoi, possiamo pomiciare." 

Gabe ride. "Sei ubriaco, Jack."

"Già, ma lo farei anche da sobrio. E' successo, in effetti."

"Seguo la regola di una botta e via con gli uomini sposati. Torna da tuo marito, su.", replica Gabe, spingendolo nella vaga direzione in cui è scomparso Alex, e Jack gli fa il muso un secondo per le sue molestie rifiutate, prima di trovare qualcuno che conosce e buttarglisi addosso. Come ha detto, Jack si è del tutto integrato subito.

Guarda l'orologio. E' fottutamente presto, non è ancora mezzanotte, il che vuol dire che deve andarsene, probabilmente. Va verso Pete che per un momento non lo sta guardando, quantomeno. 

"Tesoro, sto andando.", dice con un sorrisetto, al quale Pete risponde con il suo solito con troppi denti, mentre la tizia che sta ancora parlando tace un secondo, con aria infastidita. 

"Ti accompagno, allora, dolcezza.", risponde, ridendo.

"Oddio, smettetela, siete inquietanti.", commenta Joe con un gemito, e Pete sbatte le ciglia verso di lui.

"Tranquillo, torno per darti il bacio di mezzanotte.", dice, e il mugolio sofferente di Joe li segue mentre si allontanano. Gabe si avvia, ma Pete lo fa girare, tirandogli un braccio, avviandosi verso il cortile sul retro. 

"Paparazzi.", spiega con aria un po' infastidita, e quando chiudono la porta, i rumori della festa si fanno ovattati, e l'aria è gelida dopo il calore dell'interno. Gabe sente che gli schiarisce un po' le idee. 

Scende un breve silenzio, ma non riesce a lasciarlo posarsi troppo a lungo. Pete è pensieroso, e non è mai qualcosa di positivo.

"Barakat ha detto che ci sposeremo." 

"Lui ed Alex si sposeranno.", risponde Pete con una risatina, ma è facile riconoscere che è forzata. Gabe pensa che potrebbe andare, adesso, che era quello il motivo per cui stavano uscendo, ma chiaramente non lo era. Pete si mette le mani in tasca, indossa solo una felpa ed ha palesemente freddo, e Gabe alza gli occhi al cielo, prima di sedersi su quella specie di dondolo che c'è nel cortile di Pete e per il quale non ha smesso di prenderlo in giro per almeno un mese, anche se in realtà sa che è stata Ashley a volerlo.

E' naturale per Pete sedersi accanto a lui, ed è naturale per Gabe passargli un braccio intorno alle spalle e stringerlo a se'. Non è questo il problema, il contatto fisico, ovviamente, non lo è mai stato, anche se Pete sembra sempre aver bisogno del suo permesso per fare cose del genere, residui di una vecchia insicurezza, e della situazione, di quella serata, della mezzanotte che sta arrivando. Gabe sa che Pete stanotte sta cercando di non pensare per metafore, sta cercando di non sentirsi travolto dall'anno che è trascorso, e non ci sta riuscendo. Ed è per questo che lo stringe un po' di più. 

"Smettila di pensare così forte.", gli dice, appoggiando il mento sulla sua spalla, e lo vede con la coda dell'occhio sorridere appena. 

"Hai parlato con William?"

"No. Non ho parlato con nessuno di potenzialmente pericoloso, tranne Ashley. La considero una vittoria.", Gabe si pente di quello che ha appena detto mentre lo sta dicendo, quando sente Pete tendersi appena fra le sue braccia.

"Io..."

"Non - Scusami, sono un po' ubriaco. "

"Scusa--"

"Oddio, Pete.", impreca Gabe, "Non parliamo di questo, okay? Non adesso." 

"Okay.", dice Pete, ma Gabe può sentire che non è quello che vuole, che ci sta ancora pensando e che probabilmente ci ha pensato più di quanto avrebbe dovuto, e nel modo più sbagliato. Gabe a volte si chiede come sia possibile che dopo quasi dieci anni che si frequentano, Pete non sia riuscito ad assorbire neanche un minimo di quello che Gabe ha imparato sul pensare troppo alle cose. Anche se forse non è qualcosa di così maturo, aiuta. 

"Non ci sto pensando," dice Pete, come se gli avesse letto nel pensiero, e si gira un po' verso di lui, in modo da potergli mostrare un sorriso sghembo. Gabe ricambia, e quando vede gli occhi dell'altro restare un po' troppo sulle sue labbra, sa precisamente cosa sta per succedere. Non ci starà pensando, ma non può smetterla di pensarci comunque, Pete un giorno gli farà venire una crisi isterica. 

"Sei ubriaco, giusto?", Pete dice, ancora con un sorrisetto, sempre con quella vaga incertezza e Gabe alza gli occhi al cielo, e 

"Oddio, Pete," ripete, ma questa volta gli infila le dita fra i capelli e lo tira a se'. All'inizio si scontrano, ed è aggressivo, e ci sono denti e Pete lo morde, ma poi ride contro la sua bocca e smette di lottare, ed è come è sempre, è perdersi nel movimento e nella vicinanza, ed è qualcosa che hanno sempre fatto ed hanno sempre fatto fin troppo poco, per quanto ora sembra dargli dipendenza. 

Vorrebbe potercisi perdere davvero. Ma sa che non può permetterselo, perché fra di loro non è mai stato così, lui ha sempre dovuto impedire loro di perdersi, ed allontanarsi prima che diventi qualcosa di più che un gioco. 

Solo che ad un certo punto, non sa dire precisamente quando, non c'è più riuscito.

Così si allontana, e Pete segue il movimento e non gli lascia spezzare il bacio, e Gabe sorride contro le sue labbra e ricorda perché ha smesso di tentare. 

Quando alla fine lo sente rallentare, la mente che torna in comando e la mano che gli stringeva la nuca scivolare sulla spalla e poi via, lontano dal suo corpo, e Pete lentamente si allontana abbastanza da mostrargli un sorriso sghembo, Gabe lo ricambia nonostante tutto. 

Va meglio, anche se mancano pochi minuti a mezzanotte. Si convincerà che non sia importante, ed il conforto sarà sapere che neanche Pete ci crede. 

"E' quasi mezzanotte. Dai un bacio ad Ash anche da parte mia.", Pete non toglie quel sorrisetto nonostante gli occhi spauriti, che gli fanno odiare l'idea di lasciarlo ogni volta. E' così sciocco che sia così convinto di non riuscire a nulla da solo, e tuttavia riesca a farlo sentire in colpa con le sue cazzate. "Sul serio. Smettila. Lo sabes que te quiero", dice, ed ora è lui a sorridere ironico, e parlare contro la sua guancia, appoggiando il viso contro il suo. Pete ride, sarà per lo spagnolo, sarà per la smanceria, ma ride contro il suo collo e gli accarezza la schiena con la punta delle dita. E va bene così. 

  
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