Perfetto,
non bastava la sua
fretta, doveva mettercisi anche il primo idiota che andava a sbattere
contro di
lui a fargli cadere tutti i documenti!
L'uomo
contro il quale si era appena scontrato stava uscendo
dall'ufficio del
boss,per cui doveva essere qualcuno che contava.
“mi
scusi!” si scusò quindi
con un sorriso frettoloso,mentre si sbrigava a chinarsi per raccogliere
i fogli
sparsi sul lucido pavimento del quartier generale.
“ma
stia attento a dove mette
i piedi!” replicò bruscamente l'altro,aggirando i
fogli e sorpassandolo svelto.
Certo,non sperava che si mettesse ad aiutarlo,ma almeno che non lo
insultasse!
“che
maleducato...” commentò
borbottando sottovoce mentre si alzava. L'uomo si sbrigò a
voltare l'angolo del
corridoio senza aggiungere una parola,ma non prima di avergli rivolto
un'occhiataccia per fargli capire che lo aveva sentito.
In
ogni caso lui non aveva
tempo da perdere per iniziare una questione con uno sconosciuto, si
limitò così
a sbuffare mentre bussava alla porta del boss.
“avanti”
all'assenso del superiore seguì
subito un'esclamazione non appena questi lo vide entrare nell'ufficio
“Daemon!
Capiti proprio al momento giusto,ho buone notizie!” Giotto lo
accolse con un
sorriso entusiasta,otre che benevolo come al solito.
“ossia?” domandò curioso
mentre si avvicinava alla grande scrivania,restando in piedi
esattamente di
fronte all'altro.
“ho appena
concluso le trattative con il capo
dei servizi segreti,ci daranno il loro contributo su alcuni affari che
ci
riguardano in comune.” dal
tono in cui
lo diceva,si capiva che il boss era soddisfatto per la questione.
“ah,e
così mister simpatia qua fuori era il
capo dei servizi segreti?” il modo in cui Daemon
commentò la notizia incuriosì
subito Giotto.
“quindi siete
riusciti ad incontrarvi?”
“mmm,diciamo
piuttosto che ci siamo
scontrati... mentre usciva.”
“ah,capisco”
Giotto ridacchiò
immaginandosi la reazione che poteva aver avuto l'altro dando subito la
giusta
impressione a Daemon.
“bhè,è
di sicuro un tipo un po' particolare...
ma è il migliore che può aiutarci in questo
ambito e la sua collaborazione è
molto importante per noi.”
“certo,immagino
che non tutti
gli uomini di potere possano essere perfetti... In ogni caso,di che ti
stupisci
ancora? Ormai è risaputo che i Vongola hanno una grande
influenza ovunque,no?”
c'era un chiaro orgoglio nel tono che il guardiano esibiva ogni
qualvolta la
famiglia acquisiva un po' di potere in
più.
“comunque questo
è tutto ciò che mi avevi
chiesto,divertiti a lavorarci un po' su. io vado adesso che devo
partire!” dopo
aver poggiato i documenti sulla scrivania, rivolse un occhiolino a
Giotto che
sorrideva divertito per l'ironia e si diresse alla porta salutandolo
con un
gesto della mano.
“buon
lavoro Daemon,conto su
di te!”
-
“bene,manca
solo uno.”
commentò Giotto quando vide Lampo,appena entrato,raggiungere
gli altri
guardiani seduti sui divani di fronte alla scrivania del proprio studio.
“...sono convinto
che arriverà tra poco!”
aggiunse vedendo il proprio ospite, seduto al suo fianco dietro la
scrivania,
piuttosto spazientito.
“odio
i ritardatari.” non
appena il capo dei servizi segreti ebbe pronunciato questa secca
lamentela dopo
minuti interi di silenzio, la porta venne spalancata dall'ultimo
arrivato che entrò
parlando allegramente mentre si andava a sedere comodamente su un
divano.
“scusate il
ritardo,sono appena tornato da una
missione!”
“ora
capisco,arrivi in
ritardo e poi corri andando addosso alle persone per cercare di
rimediare.”
tutti rimasero in silenzio,sbigottiti dalla nuova affermazione
dell'estraneo
che era stato fino al momento di poche parole.
“oh,
mister servizi segreti!”
commentò sorpreso Daemon notandolo in quel momento. Avrebbe
voluto rispondergli
a tono ma Giotto non lo permise,captando l'errore che stava per fare.
“ora che ci siamo
tutti possiamo iniziare!”
iniziò a parlare alzandosi per attirare l'attenzione di
tutti e porre subito
fine a quel dibattito nascente.
“amici,ve
ne ho già
parlato,ma oggi vi presento di persona Alaude, con cui abbiamo dato
vita ad una
collaborazione tra il suo staff e i Vongola.”
“taglia
corto. A questo
proposito,devo tornare a lavorare.”
“mh..sì..”
Giotto sorrise
ugualmente con pacatezza anche di fronte ai cattivi modi dell'altro,
evidentemente
aveva già deciso che lo avrebbe sopportato come faceva con
tutti.
“dunque,la
novità sta nel
fatto che abbiamo deciso di conferirgli il titolo di guardiano della
famiglia,il suo attributo sarà la nuvola. Ovviamente, dato
il suo ruolo, sarà una
partecipazione piuttosto particolare... ma Alaude ci assicura in ogni
caso la
sua collaborazione,per cui dategli il benvenuto come vostro nuovo
collega!”
Al sorriso entusiasta di
Giotto il resto del
gruppo reagì invece con un sorriso piuttosto forzato,
più per la particolarità
del soggetto che per altro.
In
ogni caso ognuno di loro
si fidava ciecamente del boss, per cui pesarono che ne valesse la pena
e ben
presto si ritrovarono ad annuire convinti uno alla volta, rivolgendo
sorrisi
cordiali al nuovo arrivato.
Solamente
Daemon rimase
sbigottito e con
un'espressione
evidentemente contrariata in volto. Il tipo non gli piaceva a pelle, ma
soprattutto gli dava fastidio il fatto che Giotto avesse agito senza
consultarlo previamente.
Nel
frattempo Giotto aveva
iniziato a presentare
gli altri ad
Alaude elencandoli nome per nome “...e lui è il
guardiano della nebbia, Daemon
Spade.” concluse in quel momento indicando la figura di
Daemon seduto in
maniera un po' scomposta sul divano, mentre continuava a rimuginare sui
propri
pensieri su questo nuovo guardiano.
“tsk,un
nome un programma.” Commentò
seccamente Alaude dopo un'occhiata analitica.
“ma
che..!?” Daemon si riscosse
e fece per rispondergli ma ancora una volta venne interrotto, stavolta
dallo
stesso neo-guardiano che si alzò di scatto dalla poltrona
annunciando “devo
andare.” dopodiché si diresse direttamente alla
porta salutando appena con un
cenno del capo lasciando tutti ignari di come comportarsi con questo
nuovo
arrivato.
-
“Non
puoi essere serio!”
“Daemon, fidati di
me. Ho valutato attentamente
ogni possibile soluzione ma sono giunto alla conclusione che tu sei il
più
compatibile per una missione con Alaude.” “Ma
Giotto...” provò a protestare
nuovamente il guardiano della nebbia che fino a quel momento aveva
cercato in
tutti i modi di convincere il boss a non farlo lavorare con il nuovo
guardiano
che ancora non voleva accettare come collega.
“niente ma.
attieniti ai tuoi doveri, per
favore.” Giotto assunse un tono di voce piuttosto
autoritario, cosa che
accadeva raramente e quando proprio l'irriverenza della persona con cui
discuteva aveva raggiunto il limite.
Daemon
capì e decise di
rassegnarsi “e va bene,hai ragione...” all'udire la
resa dell'altro Giotto
tornò a sorridere incoraggiante.
“sono convinto che
andrà meglio di quanto
credi, magari sarà un'occasione per ricredervi entrambi
sulla cattiva
impressione che avete avuto l'uno dell'altro!”
Qualche
ora dopo Daemon si
trovava all'inizio della via che dava nel luogo nel quale si sarebbe
svolta la
missione.
Come
si aspettava,Alaude si
trovava già lì ad aspettarlo. Gli era bastato
incontrarlo di striscio poche
volte per inquadrarlo: era il tipo che arrivava sempre in anticipo per
riprendere gli altri per il tempo che gli avevano fatto perdere, non
amava
trovarsi a lungo in compagnia, si faceva vedere solo se strettamente
necessario
e giusto per il tempo di sbrigare la faccenda di turno, non pronunciava
parole
di troppo se non per provocare, era evidente che cercava sempre di
attaccare
briga e doveva morire dalla voglia di pestare a sangue il prossimo.
Lo
accolse con la sua solita
occhiataccia seguita dalla frase di rito:
“mi
hai fatto aspettare.”
“basterebbe
che tu arrivassi
all'orario prestabilito.” Daemon ignorò il
seguente borbottio e proseguì a
parlare, aveva deciso di trattarlo con sufficienza per non dargli
soddisfazioni.
“dunque,è
quasi ora. Come
stabilito, neutralizzeremo insieme le guardie durante il cambio,
dopodiché mi
coprirai le spalle all'esterno mentre entro...”
“non
parlare così, io non
prendo ordini da te.” lo interruppe brusco ed irritato
l'altro guardandolo di
sbieco.
Daemon si armò di
pazienza e si limitò a
sospirare “è l'organizzazione di Giotto infatti. E
l'hai anche già concordata
tu, per cui non vedo motivo di-”
“non
prendo ordini nemmeno da
lui e smettila di perdere tempo. Andiamo.” lo interruppe
nuovamente, stavolta
iniziando ad incamminarsi direttamente verso l'ufficio
dal quale avrebbero rubato delle
informazioni.
Daemon
sospirò nuovamente e
si limitò a seguirlo.
La
prima parte della missione
si concluse come previsto.
“resta
qui.” si rivolse ad
Alaude mentre entrava dalla grande doppia porta alla svelta, facendo
l'errore, per
l'ansia e la fretta, di farlo risuonare come un ordine.
Aaveva
appena trovato ciò che
cercava e stava per uscire, quando senza alcun preavviso un gruppo di
uomini
entrò nella stanza cercando di assalirlo alle spalle.
I
suoi riflessi sempre
all'erta lo salvarono per poco, riuscendo a fargli reagire rispondendo
prontamente all'attacco con un'illusione.
Tuttavia si accorse troppo tardi
del colpo che stava
arrivando da un uomo appostato nel buio dietro alla porta che lo
avrebbe
colpito approfittando della sua posizione di
vantaggio, non fosse stato per Alaude che prese
l'assalitore alle spalle
neutralizzandolo.
Non
appena si riprese, si
rivolse furioso al suo salvatore “si può sapere
che diavolo stavi facendo!?”
“pulizia della
zona.” replicò atono e senza
smuoversi come sempre l'altro, Daemon restò a guardarlo
sconvolto e su tutte le
furie.
“te ne sei andato
in giro!? Tu dovevi restare
qui fuori a coprirmi le spalle e te ne sei andato in giro!?”
“senti,
non pretendo un
grazie ma mi sembra che tu non sia morto, per cui non
lamentarti.” la risposta
sbalordì ancora una volta il guardiano della nebbia, che
guardò sbigottito
l'altro avviarsi tranquillamente all'uscita dell'edificio, percorrendo
la
strada che aveva precedentemente lastricato di cadaveri e feriti.
Lo
seguì continuando ad
urlare irritato dal suo comportamento ma lui continuava ad ignorarlo.
Infine
decise di lasciar perdere, ne avrebbe parlato direttamente con Giotto.
“il
tentativo è fallito, io
con quello squilibrato non voglio più averci a che
fare!” Sbottò non appena lui
e il boss rimasero soli, il che accadde dopo poco visto che il
resoconto della
missione di Alaude si era limitato ad una affermazione riguardo l'aver
concluso
il suo lavoro, seguita dalla sua uscita dall'ufficio.
“su
Daemon, intanto siete
riusciti a portare a termine per bene il lavoro,no?”
“mi
ha abbandonato nel bel mezzo
della missione! Ho rischiato di farmi ammazzare per colpa
sua!” non voleva più
saperne, stavolta nessuna incitazione da parte di Giotto sarebbe valsa
a fargli
cambiare idea.
“Alaude
è indubbiamente un
uomo particolare... ma sono sicuro che non sia poi tanto male, in fin
dei conti
ti ha aiutato!” l'esclamazione del biondo aveva fin troppa
convinzione, come se
questo fosse un grande merito dell'altro guardiano da far valere, ma
Daemon lo
guardò semplicemente come se stesse vaneggiando.
“direi
che è il
minimo! Bastava solo che mi abbandonava
definitivamente lasciandomi a morire perché non
può eseguire i piani pattuiti!
Andiamo Giotto, non è particolare, è assurdo...
Ed insopportabile! Io almeno
non lo reggo, fammi il favore di non rifilarmelo più o non
ti assicuro più la
mia totale collaborazione.”
Dopo
quello sfogo lo vide
restare po' a restare, prendendo finalmente seriamente la questione.
Infine
lasciò la propria schiena rilassarsi contro lo schienale
della poltrona, sospirando
per la decisione presa “e va bene, cercherò di non
farvi più lavorare insieme.”
-
Daemon
osservava incredulo la
lettera che aveva appena ricevuto.
Si
trovava al luogo
dell'appuntamento che, fino a quel momento, credeva di avere con
Giotto, quando
un giovane sottoposto dei Vongola gli aveva portato una lettera da
parte del
boss che recitava: “perdonami per averti mentito, ma ho
davvero bisogno che tu
ti occupi di questa missione con Alaude. So che utilizza dei metodi un
po'
estremi e sai che non approvo. Ho quindi bisogno che qualcuno lo
controlli e,
detto tra noi, non credo di potermi fidare di nessun altro a riguardo,
credo
che tu sia l'unico che possa per
tenergli testa. Conto
su di te!”
rilesse
una seconda volta la
lettera, indeciso sul se essere arrabbiato o sconfortato per tutta la
situazione.
Giotto
era sempre il solito, ingenuo
ma capace di fregarti al tempo stesso. Certo,se avesse saputo dei suoi
di
metodi non gli avrebbe mai affidato una responsabilità del
genere. In ogni caso
Alaude era arrivato ed avanzava verso di lui con uno sguardo meno
indifferente
del solito, probabilmente sorpreso per il suo anticipo.
Era inutile ormai tirarsi
indietro, avrebbe
sopportato questo come ogni altro capriccio del boss.
“'giorno mister
servizi segreti.” salutò
l'altro come gli fu vicino.
“attento,potresti
sconvolgermi troppo.”
commentò con quello che sembrava voler essere sarcasmo
Alaude “ come mai hai
accettato di lavorare con me? Giotto mi aveva detto che avevi fatto i
capricci.”
iniziavano
benissimo, con
tutta la buona volontà, Daemon non era sicuro di riuscire a
trattenersi con
quella faccia insopportabile che si permetteva pure di prenderlo in
giro.
“infatti
mi ci hanno
costretto.” si limitò a rispondere con un sorriso
mentre si dirigeva ad
imboccare la via che li avrebbe portati nel luogo in cui si era svolta
la
missione. “stavolta si tratta solo di regolare i conti con
degli ex alleati
disonesti che stanno dando fastidio in città, non dovresti
avere nessuna
occasione di mettere a repentaglio la mia vita.”
“se
tu non fossi così debole
da avere bisogno di aiuto non rischieresti mai la vita.”
“non
replicare. Non.
Replicare.” Il guardiano della nebbia si limitò a
rispondere parlando a sé
stesso.
Conclusero
la missione in
breve tempo ma con non poche tensioni.
Alaude
aveva iniziato ad
usare la forza praticamente senza alcun reale motivo, quando avevano
già
intimidito abbastanza gli avversari e avrebbero potuto tranquillamente
andarsene.
Tuttavia
lui sosteneva che
uno di loro gli aveva risposto con poca convinzione, così
aveva pensato bene di
convincerlo maggiormente con le maniere forti.
“vedi
di darti una calmata,
Giotto non approva questi metodi.” lo intimò
fermamente Daemon non appena
uscirono di nuovo sulla strada.
“ti
ho già detto che non sono
un suo sottoposto, per cui utilizzo i metodi che voglio.”
Alaude si stava
pulendo con noncuranza le mani con un fazzoletto di seta.
“nessuno
ti chiede di
eseguire ordini ma solo di comportarti in maniera più
appropriata. Non c'è
bisogno di fare ogni volta uno sterminio...”
“oh,
se siete così deboli è
ovvio che per voi non ce ne sia
bisogno.”
Adesso basta, era troppo. Si
era lasciato dare
fin troppe volte del debole senza dimostrargli il contrario se non
contro gli
avversari ma adesso era giunto davvero al limite della sopportazione.
Lo afferrò
d'improvviso per il collo del
cappotto,facendogli cadere il fazzoletto per terra e ricevendo persino
un'espressione diversa dalla solita per la sorpresa.
“ripetilo
di nuovo e ti
faccio vedere quanto fossero forti i Vongola da prima che arrivassi
tu.” parlò
guardandolo negli occhi mostrandogli tutta la propria rabbia, sperando
che
l'altro rispondesse come suo solito dandogli il motivo per iniziare a
colpirlo.
“dimostramelo
allora. perché
sai, fin ora ho avuto una pessima visione di voi.” lo
accontentò di rimando
l'altro, aggiungendoci persino un sorriso di sfida.
Perfetto, sfida accettata,
lo aveva voluto
lui.
Continuò
a tenerlo fermo con
una mano, mentre con l'altra lo colpì al volto con tutta la
forza che aveva per
poi lasciarlo andare. Lo vide barcollare un po' prima di fermarsi con
le spalle
al muro ed inclinare il volto per sputare sangue.
Accadde
in un attimo, Alaude
da che stava appiattito contro il muro, si diede lo slancio giusto per
ritrovarsi addosso a Daemon in un unico veloce scatto felino.
Era
forte, doveva ammetterlo.
Poteva sembrare un inanimato pezzo di legno, dall'apparenza graziosa e
fragile
e l'animo apatico e per niente interessante, ma quando ci si metteva a
combattere era forte, vivo, sorprendente e coinvolto più che
mai.
Era la prima volta che lo
vedeva fare sul
serio, tutti quelli con cui se l'era presa fin ora erano troppo deboli
per lui e
Daemon era così sorpreso dal vederlo agire che
non riuscì a parare quel colpo di vendetta che
lo andava a colpire in
viso, proprio nel punto in cui lo aveva precedentemente colpito lui.
Interessante,
sarebbe stato
decisamente interessante.
“Dio
santo, cosa vi è
successo!?” erano appena entrati nell'ufficio di Giotto,
rientrati dalla
missione e questi era saltato in piedi dalla sedia al vederli.
“eppure non
credevo fosse una missione
difficile, sareste dovuti tornare incolumi!”
“tranquillo boss, stiamo benone e
la missione è andata perfettamente.” Daemon
ridacchiò ancora divertito per
l'espressione corrucciata di Alaude che era stato miseramente battuto,
cercando
di far svanire la preoccupazione dal volto del boss ignaro del fatto
che le
ferite non dipendevano affatto dalla missione.
“ma
come..”
“sul
serio, diglielo anche
tu, Alaude!” ammiccò all'altro
“com'è che alla fine ti sei quasi rotto da solo
quel braccio!”
“perché
sei un meschino. ecco
come!” sbottò Alaude,ancora scontento dei metodi
dell'illusionista.
“mmm, e
perché mai, scusa? Io ho solo
utilizzato al meglio le mie risorse!”
stavano
discutendo di quello
da quando avevano smesso di combattere fin fuori all'ufficio e adesso
avevano
ripreso tranquillamente, ignorando il boss che li guardava sgomento,
iniziando
a capire cosa era successo.
“ti avevo
praticamente battuto, sei tu che hai
barato con quel tuo giochetto.”
“è
una tua pecca quella di
non saper distinguere la realtà da un'illusione!”
“io mi attengo
soltanto a ciò che c'è dinanzi
i miei occhi.”
“ma quello che
vedi potrebbe essere reale come
illusorio”
“esiste
soltanto la realtà.
Quello che aggiungi tu non dovrebbe esserci.”
“la
sconfitta brucia così
tanto che arrivi a negare con tesi filosofiche?”
“BASTA!”
Giotto
interruppe quel flusso
di botta e risposta irto di spine, avendone fin troppo di vedere due
membri
della sua famiglia litigare tra loro.
“ma come
è possibile? Sul serio siete finiti
col combattere tra di voi!? Daemon!” rivolse al
più anziano guardiano
un'occhiata di rimprovero.
“ti avevo chiesto
di tenere d'occhio Alaude e
di superare le vostre divergenze e tu cosa fai? L'opposto!”
“su,
boss... tutto sommato ci
siamo divertiti!”
“non
è questo il modo in
voglio che i miei compagni si divertano.” non
voleva giustificarli in nessun modo, trovava un
comportamento del genere
inammissibile.
“è
stata una cattiva idea quella di fidarmi di
te e provare a farvi andare d'accordo. Farò come
stabilito,non avrete più a che
vedere l'uno con l'altro,contenti?” “veramente io
voglio la rivincita.” Alaude
sorprese tutti e due se non anche se stesso con una risposta secca.
“se vuoi quella
possiamo metterla in pratica
anche subito.” propose prontamente Daemon.
“perfetto. Ma
stavolta si gioca pulito.”
“subito
nella palestra, allora!”
“VOI
NON ANDATE DA NESSUNA
PARTE!” urlò nuovamente Giotto, davvero su tutte
le furie.
“voglio che mi
prendiate sul serio, vi vieto
severamente di combattere all' interno di questa famiglia!”
“..d'accordo,
si va in
infermeria allora.” sbuffò Daemon sconfortato
abbastanza da risultare alle
orecchie del boss.
“esatto,andate a
rimettervi in sesto e poi
ognuno per la propria strada, non voglio vedervi più
conciati in questo
modo,chiaro?”
“come
vuoi, capo.”
Giotto
fu soddisfatto
dall'obbedienza del guardiano della nebbia e si lasciò
cadere sulla poltrona, stanco
per essersi comportato così stranamente per lui.
Alaude invece
sembrò essere piuttosto deluso
dalla resa di Daemon e guardò con una delle sue occhiate
Giotto, come a dirgli
che non lo faceva per eseguire un suo ordine ma solo perché
l'altro era così
rammollito da farlo.
Giotto
era rimasto solo da
una ventina di minuti e
si era
finalmente tranquillizzato, quando G entrò nell'ufficio
senza bussare con la
sua solita confidenza.
Gli
raccontò ciò che era
successo con gli altri due guardiani e quando giunse alla fine l'altro
lo
guardò sorridendo appena per il modo in cui si era fatto
prendere in giro.
“infermeria? Ma se si stanno azzuffando nello spiazzo fuori
al maniero già da
un po'!”
“cosa!?”
il boss era
veramente sorpreso dalla notizia, si era fidato di nuovo di Daemon.
“sì,
abbiamo provato a
fermarli io e Asari tornando, ma non ne hanno voluto sapere. E dicevano
che non
potevano farlo dentro...ora capisco!” commentò G
restando tranquillo, mentre il
biondo accasciava la testa sulla scrivania preso dallo sconforto.
“che cosa
dovrei fare con quei due!?”
“niente.”
G si limitò ad alzare
le spalle, non vedendoci niente di tragico.
“lasciali fare
come vogliono,finché non si
ammazzano che ti importa?”
“ma..”
“loro
sono così, Giotto. È
inutile che stai a preoccuparti troppo, è il loro modo di
divertirsi e fare
amicizia.” questo aveva decisamente senso, visto dalla strana
ottica dei due
guardiani più strani che aveva. Giotto si convinse e
annuì, decidendo di
lasciarli fare come volevano.
“pari,eh?”
commentò, seppur
col respiro ancora affannato, Daemon dopo essere rimasto a lungo in
silenzio, non
essendo in grado di parlare.
L'altro,
che aveva fatto
altrettanto, lo guardò ed annuì. Era innegabile,
dopo essere riusciti a tenersi
testa l'un l'altro erano infine caduti entrambi al suolo, stremati dal
lungo
scontro che non avrebbe avuto mai fine se si fosse cercato un vincitore.
Erano davvero provati, tanto
è vero che non
erano riusciti a muoversi e parlare a lungo.
“interessante.”
osservò
nuovamente, con tono neutro.
Dal
canto suo Alaude commentò
in modo serio “allora ci
sai fare anche
senza trucchetti.”
Daemon
ridacchiò, era per
caso un complimento quello?
“certo
che ci so fare. E
anche meglio di te. Te lo dimostrerò la prossima
volta.”
“tsk.
Accontentati di essere
riuscito a tenermi testa.”
“hai paura di
affrontarmi al pieno delle mie
forze e vedere come va a finire, per caso?”
“non dire idiozie,
anche io ero già stanco.”
“giusto.”
Daemon si rialzò
finalmente in piedi e porse una mano all'altro per aiutarlo a fare
altrettanto.
“sarà di nuovo interessante,allora.”
“contaci.”
Alaude scacciò la mano con uno
schiaffo e si rimise in piedi con le proprie forze.
“alla
prossima allora!”
Fu
in quel modo che iniziò la
loro infinita serie di rese dei conti e rivincite, seguite quasi sempre
in
parità, se non quando Daemon si annoiava e ricorreva alle
illusioni così da
vincere ed incorrere nella furia di Alaude che considerava nullo lo
scontro e
pretendeva altre rivincite.
-
Era
diventata una vera
abitudine ormai, la fine di ogni missione finiva in uno scontro, una
riunione
di famiglia o qualsiasi altra occasione per incontrarsi finiva in uno
scontro.
A volte si incontravano
appositamente per
quello, Daemon ne aveva fatto il proprio passatempo preferito e Alaude
diceva
di considerarlo un buon allenamento per cui non perdeva parte del suo
tempo
prezioso, mentre Giotto si auto-convinse a considerarlo come tale,
così
concesse finalmente il permesso di utilizzare la palestra del quartier
generale.
Era
stato davvero divertente
per entrambi fino a quel momento ma erano ormai passati mesi e Daemon,
essendo
una persona capricciosa e volubile per natura, finì con lo
stufarsi.
Desiderava
una vittoria
schiacciante e definitiva, voleva considerarsi a tutti i costi
superiore
all'altro ma a quanto pareva la supremazia fisica era impossibile,
così era da
tempo alla ricerca di un altro modo per sovrastarlo.
Quel
giorno erano reduci da
un loro ennesimo scontro finito in parità, ormai avevano
capito quando erano
arrivati al punto estremo, così si fermavano volontariamente
senza ridursi a
degli stracci incapaci di fare qualcosa per il resto dei giorni.
Erano
appena usciti dalla
palestra e si stavano dirigendo all'ascensore per tornare ai piani
superiori.
“sai
Alaude, stai
migliorando, davvero! Prima sei riuscito addirittura ad accorgerti che
stavo
per fregarti con un'illusione di infimo livello!”
“sei
un idiota se credi
ancora di potermi fregare.”
“mmm,
ma mi sembra che fino
ad oggi abbia funzionato perfettamente”
“i tuoi giochi
sono finiti. mi hai stufato. la
prossima volta ti batterò definitivamente.”
Daemon si accigliò a quell'ultima affermazione
che lo irritò più del
solito.
Cosa
voleva fare lui?
Chiudere i giochi? No che non glielo avrebbe permesso, come se uno come
lui
potesse lasciarsi mettere i piedi in testa in questo modo!
Era lui a gestire ogni sorta
di gioco e
sarebbe finito esattamente come e quando avrebbe deciso lui, come per
ogni
cosa.
Lo aveva stufato? Perfetto,
gli avrebbe dato
qualcosa di nuovo che lo avrebbe sconvolto ed irritato come non mai.
Stava
cercando un modo per rispondergli per bene, quando il richiamo di
Alaude che
aveva aperto le porte dell'ascensore
arrivato di fronte a loro lo riscosse dai pensieri.
“ehy,ti
sei incantato?” senza
troppi complimenti lo spinse
all'interno della cabina e chiuse le porte alle loro spalle.
Fu
questione di un istante,
gli venne in mente quando vide Alaude voltarsi verso di lui dopo aver
pigiato
il bottone per il piano scelto, decise come lo avrebbe annientato
definitivamente e sconvolto a partire dal suo animo.
Agì
senza pensarci
ulteriormente, prima ancora che questo pensiero si definisse
perfettamente
nella propria mente permettendogli di valutarne tutte le conseguenze,
si
ritrovò a braccare l'altro contro una delle strette pareti
dell'ascensore.
Alaude
lo guardò dapprima
semplicemente sorpreso, chiedendosi perché avesse avuto
voglia di ricominciare
a combattere proprio lì dentro, ma spalancò gli
occhi decisamente sconvolto
quando si accorse delle pericolose intenzioni dell'altro che aveva
appena
poggiato le proprie labbra sulle sue.
La reazione però
non fu affatto quella che
Daemon si aspettava. L'altro restò fin troppo calmo e con
tale calma gli prese
una mano per stringergliela, mentre sembrava ricambiare appena quel
tentativo
di bacio.
Ben presto si mosse di lato
allontanandosi da
lui per guardarlo con disprezzo senza pronunciare una parola e. quando
Daemon
cercò di avvicinarglisi nuovamente. si accorse di essere
ammanettato per un
polso alla gettoniera dell'ascensore.
“e...e questo cosa
significa?” alla fine
quello che era rimasto spiazzato era proprio lui, non era andata come
si
aspettava, decisamente no.
“Alaude!
Stavo solo
scherzando, non puoi essertela presa seriamente!” rise
nervosamente al silenzio
ostinato dell'altro, odiava quando le
cose non andavano come da lui previsto, odiava essere
ignorato ed odiava
maggiormente LUI quando lo metteva in difficoltà, unica
persona al mondo oltre
al boss capace di riuscirci.
L'ascensore
si era ormai
fermato e Alaude inflessibile e senza scomporsi minimamente allo
strepitio
dell'altro aprì le porte per uscirne tranquillamente.
“non
avrai davvero intenzione
di lasciarmi qui dentro?!” l'ennesima protesta di Daemon
andò di nuovo a vuoto,
il guardiano della
nuvola voltò appena
il viso per rivolgergli un sorriso bastardo per poi premere il bottone
dei
sotterranei e chiudersi le porte alle spalle, restando nel suo
perfettamente
espressivo silenzio.
“ALAUDEEE!!!”
urlò furioso
un'ultima volta osservando impotente l'inizio della discesa,
strattonò con
forza il braccio nel tentativo di liberarsi, ma non ottenne altro che
ferirsi
il polso. Questa gliela avrebbe sicuramente fatta pagare, non poteva
assolutamente sopportare un'umiliazione del genere.
Una
nuova guerra era iniziata
e neppure questa avrebbe visto vincitori, ma solo eterni sconfitti.
-
“Si
può sapere cosa ti è
saltato in mente?!” qualche ora dopo Daemon irruppe
nell'ufficio del guardiano
della nuvola direttamente alla sede dei servizi segreti.
“wow,ci hai messo poco
a liberarti.” osservò questi con tono piatto ed
un'espressione poco interessata.
“ma
se sono passate due ore!”
“io
avrei voluto che marcissi
lì dentro.” alzò le spalle come se
avesse detto qualcosa del tutto normale
“come hai fatto ad uscirne?” domandò
realmente curioso.
“diciamo che
conoscere quei miei trucchetti a
volte aiuta!” Daemon restò sul vago, per nulla
intenzionato a dirgli che aveva
urlato per tutto il tempo aspettando che qualcuno si accorgesse di lui
e lo
andasse a liberare.
In realtà in
molti se lo erano ritrovato in
ascensore in tutto quel tempo ma la trovarono tutti una cosa
assurdamente
divertente e, bastardi com'erano, lo avevano lasciato lì.
Alla
fine era arrivato Lampo,
che si era convinto ad aiutarlo solo dopo avergli fatto giurare che
avrebbe
smesso di tormentarlo e sfruttarlo.
“mi
ha contattato Giotto
complimentandosi per l'idea, gli ho detto che può contare su
di me ogni
qualvolta avesse bisogno di tenerti a bada... ce ne hai messo di tempo
per
usare quei trucchetti.” Alaude sottolineò il fatto
che sapeva tutto con un
sorrisetto evidentemente soddisfatto.
“ma
non hai appena detto che
ci ho messo poco?”
“ti
sei liberato presto, infatti.
Ma questo non vuol dire che tu non sia stato lento nel
farlo.” lo stava
prendendo in giro e stava immensamente godendo nel farlo.
Questo
fece imbestialire
Daemon, che era abituato a trovarsi nella posizione opposta. Si sporse
verso il
lato opposto della scrivania tanto da poterlo afferrare per la cravatta
e
costringerlo ad alzarsi dalla sedia “credi di poterti
divertire ad umiliare uno
come me!? Credi davvero che io te lo lasci fare?”
“mi
sembra che tu sia già
stato costretto a farlo, a dire il vero.” replicò
apatico e per niente
scomposto dalla vicinanza forzata con l'altro.
“ti
farò passare questo momento di
sfacciataggine.” lo minacciò con un sorriso
sadico, mentre già la sua mente
pensava a come umiliarlo.
“e come vorresti
fare? Sentiamo.” Alaude
sembrò volerlo sfidare ancora una volta. In tutta risposta
Daemon lo attirò con
forza a sé fino a spingerlo sulla scrivania, scaraventando
ogni cosa a terra e
costringendolo a stendersi sotto di lui. Prima che l'altro se ne
accorgesse, gli
sfilò le manette dalla tasca e le fece roteare con un dito,
sfoggiandole come
un trofeo.
“credi
che abbia bisogno di
quelle per neutralizzarti?” commentò il biondo
restando impassibile nonostante
la posizione di svantaggio.
“oh,
e sentiamo, cosa
vorresti fare?” lo citò quasi Daemon prendendolo
in giro, mentre il suo volto
arrivava ad un centimetro di distanza da quello dell'altro.
“tsk.”
quella di Alaude non fu una risposta ma
quasi un muto assenso alle intenzioni che l'altro esprimeva con ogni
suo gesto
“mi hai proprio stancato,sai?”
“perfetto,vediamo quanto ti annoierà
questo.” di
rimando lo baciò nuovamente, stavolta con più
decisione e passione, tanto che
trovò il consenso nelle labbra dell'altro che ricambiarono
lasciando libero
accesso ad ogni suo movimento.
Doveva
essere solo una
vendetta, un modo per umiliarlo e farlo sentire inferiore a lui al di
fuori del
combattimento, ma allora perché gli stava piacendo
così tanto? Ora che lo teneva
stretto tra le sue mani, piuttosto che tentare di colpirlo per fargli
del male,
il corpo di Alaude sembrava quasi invitante.
Portò una mano ad
allentargli la cravatta e
prese a sbottonargli la camicia con foga, preso dall'improvviso
desiderio di
vederlo nudo. Quando gli alzò leggermente il busto per
sfilargli la camicia
interruppe il contatto tra le loro labbra per porsi alla distanza
giusta da cui
poterlo guardare bene.
Era semplicemente
bellissimo, non c'era parola
più banale ma perfetta per descriverlo. Ansimava, ancora
scosso per il lungo
bacio e probabilmente per la situazione, il suo petto dalla pelle
candida si
muoveva a ritmo irregolare per via del respiro affannato, mentre la
bocca dalle
labbra arrossate era rimasta semi-dischiusa, sorpresa dal distacco
improvviso.
Ma
il punto saliente erano
gli occhi, dallo sguardo perennemente duro e distante, ma dal colore
così
intenso che ti spiazzava, ti attirava irrimediabilmente a contemplarli,
a
bramare di scoprire cosa si celasse dietro quel loro gelo, ed infine a
farti
desiderare di fare tuo il loro proprietario.
Era questo che pensava in
quel momento, non
voleva più la vendetta, non voleva semplicemente
sottometterlo a sé ed
umiliarlo.
Voleva
Alaude, voleva i suoi
occhi ed ogni suo sguardo, la sua carne, le sue labbra, le sue frasi
pungenti e
i suoi silenzi, voleva tutto di lui.
“ti
sei incantato per caso?”
più che le parole, il tono insicuro ed al tempo stesso
impaziente col quale
Alaude le aveva pronunciate riscosse Daemon dai propri pensieri.
Non
attese un istante di più,
bruciò nuovamente le distanze tra di loro e lo fece suo.
-
“Ecco
qua.” Daemon raggiunse
Alaude che lo aspettava in cima alle scale che portavano al quartier
generale
dei Vongola, porgendogli il fagotto contenente il suo pranzo.
Era una di quelle belle
giornate per le quali
spesso i guardiani preferivano consumare il loro veloce pranzo
all'esterno
godendosi il sole, piuttosto che nella chiassasosa sala pranzo o i
soffocanti
uffici.
I due erano di ritorno da
una missione di poco
conto e avevano deciso di pranzare prima di dirigersi all'ufficio di
Giotto.
“grazie.”
Alaude tese il
braccio verso l'altro, ma quando afferrò il suo pranzo
Daemon gli trattenne il
polso che la camicia aveva scoperto mostrando un vistoso segno rosso.
“e
questo quando te lo sei
fatto?” gli alzò ulteriormente il braccio per
scrutare meglio la ferita.
“Secondo
te?” l'altro lo guardò come a dirgli
che la risposta era ovvia.
“è
normale quando ti viene in mente di legare
qualcuno al letto con le manette.” gli rinfacciò
quasi, enfatizzando
particolarmente il verbo “legare”.
“ah,
non me ne ero accorto.”
osservò semplicemente Daemon mollando la presa e sedendosi
al suo fianco.
“ e comunque da
quando ti preoccuperesti di
certe cose, tu?”
“ma
che dici, è normale che
mi preoccupi per l'integrità di questo bel
corpicino.” “davvero? A me non
sembrava proprio quando hai tentato di rompermi un braccio.”
“quello lo stavi
facendo da solo e comunque stai ancora a rinfacciarmelo? Ti ricordo che
io ho
rischiato di crepare per colpa tua!”
“anche
quello lo stavi
facendo da solo. Il pugno che mi fece l'occhio nero me lo hai dato
direttamente
tu,invece.”
“vogliamo
parlare di quando
stavi per staccarmi la carotide a morsi, allora!?”
“ANCORA!?”
Giotto, che era arrivato
alle loro spalle in
quel punto della conversazione, li interruppe facendoli voltare di
scatto verso
di lui che li guardava arrabbiato.
“pensavo
che aveste smesso
con questa ridicola storia degli scontri tra di voi, e invece state
ancora a
litigare?”
“ma no boss,
veramente si parlava solamente di
vecchie storie.” Daemon cercò di spiegare il
malinteso, mentre per rendere più
convincenti le proprie parole passava un braccio sulle spalle di Alaude
stringendolo in quello che sarebbe potuto apparire un abbraccio
amichevole.
“Io e Alaude siamo
amiconi ormai, vero
Alaude?”
“parla
per te, io non ti
sopporto.” borbottò l'altro tirandogli lo strano
ciuffo di capelli e
liberandosi dalla sua presa.
Giotto
sospirò, rassegnato
come un padre ormai abituato a vedere i propri figli litigare tra loro.
“non pretendevo
che diventaste amici ma
credevo almeno che in tutto questo tempo il vostro rapporto potesse
essere
migliorato!” l'affermazione scatenò reazioni
inaspettate per il giovane
boss.
Daemon
scoppiò a ridere,
veramente divertito da quelle parole, mentre Alaude gli rivolgeva
occhiate di
rimprovero, evidentemente... imbarazzato?
Il
capo era davvero confuso e
non riusciva più a capire il senso della situazione, quando
G giunse alle sue
spalle richiamando la sua attenzione portandogli una mano alla spalla.
“è
migliorato
Giotto,credimi.” il braccio destro si limitò a
sorridere al suo boss che si
voltò a guardarlo con aria interrogativa.
“andiamo a pranzo
anche noi,su. Non ci
pensare.” lo spinse a scendere le scale salutando gli altri
con un cenno del
capo, mentre Giotto si arrese a seguirlo, seppur ancora confuso.
“la
smetti di ridere adesso?
Per colpa tua per poco..”
“per
poco cosa?” Daemon
continuava a ridacchiare “ora che ci penso, perché
non mostriamo a tutti il
rapporto che c'è tra di noi?” lo propose
tranquillamente, mentre si chinava su
di lui a baciargli il collo.
“smettila! Se ci
vede qualcuno...!” l'altro
divampò per l'imbarazzo, allontanandolo seppur con poca
convinzione.
“ e allora?
Sarebbe meglio, tutti devono
sapere che sei mio, così eviterebbero di ronzarti
intorno.” nonostante il tono
giocoso, era chiaramente e stranamente serio. “....e da
quando sarei tuo?”
“mmm, da quando ho
preso la tua innocenza, suppongo.”
Daemon sorrise maliziosamente al biondo che non faceva altro che
arrossire
sempre di più.
“chi...
chi ti dice che..?”
“oh,andiamo
Alaude... tu?!”
ridacchiò nuovamente, anche se non per l'intenzione di
deriderlo.
“so
benissimo che hai ed hai
sempre avuto soltanto me.” lo guardò con
convinzione, mentre il guardiano della
nuvola cercava di calmarsi per iniziare a guardarlo altrettanto
seriamente,
ponendogli una domanda per lui importante.
“e chi mi dice che
anche tu hai soltanto me?”
Daemon sorrise, quasi onorato dalla domanda.
Gli
prese il volto per il
mento, allungandolo verso di lui per guardarlo intensamente negli occhi.
“puoi essere
sicuro del fatto che al momento
voglio soltanto te.”
“...e
quando questo momento
finirà?” gli vide abbassare lo sguardo, mentre
poneva quella domanda come se
fosse certo che sarebbe accaduto.
“tu
fa in modo che questo
momento duri per l'eternità e non pensarci.” lo
sussurrò appena, facendola
suonare quasi come una dichiarazione di volerlo al suo fianco per
sempre.
Passò
entrambe le mani sulle
sue guance, accarezzandole prima di siglare le proprie parole con un
bacio,
felicemente accolto.