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Autore: Mellorine    28/05/2011    1 recensioni
[D.Spade/Alaude] In questa fic ho provato ad immaginare il loro primo incontro e l'evolversi del loro rapporto.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alaude, Daemon Spade, G, Giotto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perfetto, non bastava la sua fretta, doveva mettercisi anche il primo idiota che andava a sbattere contro di lui a fargli cadere tutti i documenti!

 L'uomo  contro il quale si era appena scontrato stava uscendo dall'ufficio del boss,per cui doveva essere qualcuno che contava.

“mi scusi!” si scusò quindi con un sorriso frettoloso,mentre si sbrigava a chinarsi per raccogliere i fogli sparsi sul lucido pavimento del quartier generale.

“ma stia attento a dove mette i piedi!” replicò bruscamente l'altro,aggirando i fogli e sorpassandolo svelto. Certo,non sperava che si mettesse ad aiutarlo,ma almeno che non lo insultasse!

“che maleducato...” commentò borbottando sottovoce mentre si alzava. L'uomo si sbrigò a voltare l'angolo del corridoio senza aggiungere una parola,ma non prima di avergli rivolto un'occhiataccia per fargli capire che lo aveva sentito.

In ogni caso lui non aveva tempo da perdere per iniziare una questione con uno sconosciuto, si limitò così a sbuffare mentre bussava alla porta del boss.

 “avanti” all'assenso del superiore seguì subito un'esclamazione non appena questi lo vide entrare nell'ufficio “Daemon! Capiti proprio al momento giusto,ho buone notizie!” Giotto lo accolse con un sorriso entusiasta,otre che benevolo come al solito. “ossia?” domandò curioso mentre si avvicinava alla grande scrivania,restando in piedi esattamente di fronte all'altro.

 “ho appena concluso le trattative con il capo dei servizi segreti,ci daranno il loro contributo su alcuni affari che ci riguardano in comune.” dal  tono in cui lo diceva,si capiva che il boss era soddisfatto per la questione.

 “ah,e così mister simpatia qua fuori era il capo dei servizi segreti?” il modo in cui Daemon commentò la notizia incuriosì subito Giotto.

 “quindi siete riusciti ad incontrarvi?”

 “mmm,diciamo piuttosto che ci siamo scontrati... mentre usciva.”

“ah,capisco” Giotto ridacchiò immaginandosi la reazione che poteva aver avuto l'altro dando subito la giusta impressione a Daemon.

 “bhè,è di sicuro un tipo un po' particolare... ma è il migliore che può aiutarci in questo ambito e la sua collaborazione è molto importante per noi.”

“certo,immagino che non tutti gli uomini di potere possano essere perfetti... In ogni caso,di che ti stupisci ancora? Ormai è risaputo che i Vongola hanno una grande influenza ovunque,no?” c'era un chiaro orgoglio nel tono che il guardiano esibiva ogni qualvolta  la famiglia acquisiva un po' di potere in più.

 “comunque questo è tutto ciò che mi avevi chiesto,divertiti a lavorarci un po' su. io vado adesso che devo partire!” dopo aver poggiato i documenti sulla scrivania, rivolse un occhiolino a Giotto che sorrideva divertito per l'ironia e si diresse alla porta salutandolo con un gesto della mano.

“buon lavoro Daemon,conto su di te!”

-

 

“bene,manca solo uno.” commentò Giotto quando vide Lampo,appena entrato,raggiungere gli altri guardiani seduti sui divani di fronte alla scrivania del proprio studio.

 “...sono convinto che arriverà tra poco!” aggiunse vedendo il proprio ospite, seduto al suo fianco dietro la scrivania, piuttosto spazientito.

“odio i ritardatari.” non appena il capo dei servizi segreti ebbe pronunciato questa secca lamentela dopo minuti interi di silenzio, la porta venne spalancata dall'ultimo arrivato che entrò parlando allegramente mentre si andava a sedere comodamente su un divano.

 “scusate il ritardo,sono appena tornato da una missione!”

“ora capisco,arrivi in ritardo e poi corri andando addosso alle persone per cercare di rimediare.” tutti rimasero in silenzio,sbigottiti dalla nuova affermazione dell'estraneo che era stato fino al momento di poche parole.

“oh, mister servizi segreti!” commentò sorpreso Daemon notandolo in quel momento. Avrebbe voluto rispondergli a tono ma Giotto non lo permise,captando l'errore che stava per fare.

 “ora che ci siamo tutti possiamo iniziare!” iniziò a parlare alzandosi per attirare l'attenzione di tutti e porre subito fine a quel dibattito nascente.

“amici,ve ne ho già parlato,ma oggi vi presento di persona Alaude, con cui abbiamo dato vita ad una collaborazione tra il suo staff e i Vongola.”

“taglia corto. A questo proposito,devo tornare a lavorare.”

“mh..sì..” Giotto sorrise ugualmente con pacatezza anche di fronte ai cattivi modi dell'altro, evidentemente aveva già deciso che lo avrebbe sopportato come faceva con tutti.  

“dunque,la novità sta nel fatto che abbiamo deciso di conferirgli il titolo di guardiano della famiglia,il suo attributo sarà la nuvola. Ovviamente, dato il suo ruolo, sarà una partecipazione piuttosto particolare... ma Alaude ci assicura in ogni caso la sua collaborazione,per cui dategli il benvenuto come vostro nuovo collega!”

 Al sorriso entusiasta di Giotto il resto del gruppo reagì invece con un sorriso piuttosto forzato, più per la particolarità del soggetto che per altro.

In ogni caso ognuno di loro si fidava ciecamente del boss, per cui pesarono che ne valesse la pena e ben presto si ritrovarono ad annuire convinti uno alla volta, rivolgendo sorrisi cordiali al nuovo arrivato.

Solamente Daemon rimase sbigottito e  con un'espressione evidentemente contrariata in volto. Il tipo non gli piaceva a pelle, ma soprattutto gli dava fastidio il fatto che Giotto avesse agito senza consultarlo previamente.

Nel frattempo Giotto aveva iniziato a  presentare gli altri ad Alaude elencandoli nome per nome “...e lui è il guardiano della nebbia, Daemon Spade.” concluse in quel momento indicando la figura di Daemon seduto in maniera un po' scomposta sul divano, mentre continuava a rimuginare sui propri pensieri su questo nuovo guardiano.

“tsk,un nome un programma.” Commentò seccamente Alaude dopo un'occhiata analitica.

“ma che..!?” Daemon si riscosse e fece per rispondergli ma ancora una volta venne interrotto, stavolta dallo stesso neo-guardiano che si alzò di scatto dalla poltrona annunciando “devo andare.” dopodiché si diresse direttamente alla porta salutando appena con un cenno del capo lasciando tutti ignari di come comportarsi con questo nuovo arrivato.

 

-

 

“Non puoi essere serio!”

 “Daemon, fidati di me. Ho valutato attentamente ogni possibile soluzione ma sono giunto alla conclusione che tu sei il più compatibile per una missione con Alaude.” “Ma Giotto...” provò a protestare nuovamente il guardiano della nebbia che fino a quel momento aveva cercato in tutti i modi di convincere il boss a non farlo lavorare con il nuovo guardiano che ancora non voleva accettare come collega.

 “niente ma. attieniti ai tuoi doveri, per favore.” Giotto assunse un tono di voce piuttosto autoritario, cosa che accadeva raramente e quando proprio l'irriverenza della persona con cui discuteva aveva raggiunto il limite.

Daemon capì e decise di rassegnarsi “e va bene,hai ragione...” all'udire la resa dell'altro Giotto tornò a sorridere incoraggiante.

 “sono convinto che andrà meglio di quanto credi, magari sarà un'occasione per ricredervi entrambi sulla cattiva impressione che avete avuto l'uno dell'altro!”

Qualche ora dopo Daemon si trovava all'inizio della via che dava nel luogo nel quale si sarebbe svolta la missione.

Come si aspettava,Alaude si trovava già lì ad aspettarlo. Gli era bastato incontrarlo di striscio poche volte per inquadrarlo: era il tipo che arrivava sempre in anticipo per riprendere gli altri per il tempo che gli avevano fatto perdere, non amava trovarsi a lungo in compagnia, si faceva vedere solo se strettamente necessario e giusto per il tempo di sbrigare la faccenda di turno, non pronunciava parole di troppo se non per provocare, era evidente che cercava sempre di attaccare briga e doveva morire dalla voglia di pestare a sangue il prossimo.

Lo accolse con la sua solita occhiataccia seguita dalla frase di rito:

“mi hai fatto aspettare.”

“basterebbe che tu arrivassi all'orario prestabilito.” Daemon ignorò il seguente borbottio e proseguì a parlare, aveva deciso di trattarlo con sufficienza per non dargli soddisfazioni.

“dunque,è quasi ora. Come stabilito, neutralizzeremo insieme le guardie durante il cambio, dopodiché mi coprirai le spalle all'esterno mentre entro...”

“non parlare così, io non prendo ordini da te.” lo interruppe brusco ed irritato l'altro guardandolo di sbieco.

 Daemon si armò di pazienza e si limitò a sospirare “è l'organizzazione di Giotto infatti. E l'hai anche già concordata tu, per cui non vedo motivo di-”

“non prendo ordini nemmeno da lui e smettila di perdere tempo. Andiamo.” lo interruppe nuovamente, stavolta iniziando ad incamminarsi direttamente verso l'ufficio  dal quale avrebbero rubato delle informazioni.

Daemon sospirò nuovamente e si limitò a seguirlo.

La prima parte della missione si concluse come previsto.

“resta qui.” si rivolse ad Alaude mentre entrava dalla grande doppia porta alla svelta, facendo l'errore, per l'ansia e la fretta, di farlo risuonare come un ordine. 

Aaveva appena trovato ciò che cercava e stava per uscire, quando senza alcun preavviso un gruppo di uomini entrò nella stanza cercando di assalirlo alle spalle.

I suoi riflessi sempre all'erta lo salvarono per poco, riuscendo a fargli reagire rispondendo prontamente all'attacco con un'illusione.

Tuttavia  si accorse troppo tardi del colpo che stava arrivando da un uomo appostato nel buio dietro alla porta che lo avrebbe colpito approfittando della sua posizione di  vantaggio, non fosse stato per Alaude che prese l'assalitore alle spalle neutralizzandolo.

Non appena si riprese, si rivolse furioso al suo salvatore “si può sapere che diavolo stavi facendo!?”

 “pulizia della zona.” replicò atono e senza smuoversi come sempre l'altro, Daemon restò a guardarlo sconvolto e su tutte le furie.

 “te ne sei andato in giro!? Tu dovevi restare qui fuori a coprirmi le spalle e te ne sei andato in giro!?”

“senti, non pretendo un grazie ma mi sembra che tu non sia morto, per cui non lamentarti.” la risposta sbalordì ancora una volta il guardiano della nebbia, che guardò sbigottito l'altro avviarsi tranquillamente all'uscita dell'edificio, percorrendo la strada che aveva precedentemente lastricato di cadaveri e feriti.

Lo seguì continuando ad urlare irritato dal suo comportamento ma lui continuava ad ignorarlo. Infine decise di lasciar perdere, ne avrebbe parlato direttamente con Giotto.

“il tentativo è fallito, io con quello squilibrato non voglio più averci a che fare!” Sbottò non appena lui e il boss rimasero soli, il che accadde dopo poco visto che il resoconto della missione di Alaude si era limitato ad una affermazione riguardo l'aver concluso il suo lavoro, seguita dalla sua uscita dall'ufficio.

“su Daemon, intanto siete riusciti a portare a termine per bene il lavoro,no?”

“mi ha abbandonato nel bel mezzo della missione! Ho rischiato di farmi ammazzare per colpa sua!” non voleva più saperne, stavolta nessuna incitazione da parte di Giotto sarebbe valsa a fargli cambiare idea.

“Alaude è indubbiamente un uomo particolare... ma sono sicuro che non sia poi tanto male, in fin dei conti ti ha aiutato!” l'esclamazione del biondo aveva fin troppa convinzione, come se questo fosse un grande merito dell'altro guardiano da far valere, ma Daemon lo guardò semplicemente come se stesse vaneggiando.

“direi che è  il minimo! Bastava solo che mi abbandonava definitivamente lasciandomi a morire perché non può eseguire i piani pattuiti! Andiamo Giotto, non è particolare, è assurdo... Ed insopportabile! Io almeno non lo reggo, fammi il favore di non rifilarmelo più o non ti assicuro più la mia totale collaborazione.”

Dopo quello sfogo lo vide restare po' a restare, prendendo finalmente seriamente la questione. Infine lasciò la propria schiena rilassarsi contro lo schienale della poltrona, sospirando per la decisione presa “e va bene, cercherò di non farvi più lavorare insieme.”

 

-

 

Daemon osservava incredulo la lettera che aveva appena ricevuto. 

Si trovava al luogo dell'appuntamento che, fino a quel momento, credeva di avere con Giotto, quando un giovane sottoposto dei Vongola gli aveva portato una lettera da parte del boss che recitava: “perdonami per averti mentito, ma ho davvero bisogno che tu ti occupi di questa missione con Alaude. So che utilizza dei metodi un po' estremi e sai che non approvo. Ho quindi bisogno che qualcuno lo controlli e, detto tra noi, non credo di potermi fidare di nessun altro a riguardo, credo che tu sia l'unico che possa  per tenergli testa.  Conto su di te!”

rilesse una seconda volta la lettera, indeciso sul se essere arrabbiato o sconfortato per tutta la situazione.

Giotto era sempre il solito, ingenuo ma capace di fregarti al tempo stesso. Certo,se avesse saputo dei suoi di metodi non gli avrebbe mai affidato una responsabilità del genere. In ogni caso Alaude era arrivato ed avanzava verso di lui con uno sguardo meno indifferente del solito, probabilmente sorpreso per il suo anticipo.

 Era inutile ormai tirarsi indietro, avrebbe sopportato questo come ogni altro capriccio del boss.

 “'giorno mister servizi segreti.” salutò l'altro come gli fu vicino.

 “attento,potresti sconvolgermi troppo.” commentò con quello che sembrava voler essere sarcasmo Alaude “ come mai hai accettato di lavorare con me? Giotto mi aveva detto che avevi fatto i capricci.”

iniziavano benissimo, con tutta la buona volontà, Daemon non era sicuro di riuscire a trattenersi con quella faccia insopportabile che si permetteva pure di prenderlo in giro.

“infatti mi ci hanno costretto.” si limitò a rispondere con un sorriso mentre si dirigeva ad imboccare la via che li avrebbe portati nel luogo in cui si era svolta la missione. “stavolta si tratta solo di regolare i conti con degli ex alleati disonesti che stanno dando fastidio in città, non dovresti avere nessuna occasione di mettere a repentaglio la mia vita.”

“se tu non fossi così debole da avere bisogno di aiuto non rischieresti mai la vita.”

“non replicare. Non. Replicare.” Il guardiano della nebbia si limitò a rispondere parlando a sé stesso.

Conclusero la missione in breve tempo ma con non poche tensioni.

Alaude aveva iniziato ad usare la forza praticamente senza alcun reale motivo, quando avevano già intimidito abbastanza gli avversari e avrebbero potuto tranquillamente andarsene.

Tuttavia lui sosteneva che uno di loro gli aveva risposto con poca convinzione, così aveva pensato bene di convincerlo maggiormente con le maniere forti. 

“vedi di darti una calmata, Giotto non approva questi metodi.” lo intimò fermamente Daemon non appena uscirono di nuovo sulla strada.

“ti ho già detto che non sono un suo sottoposto, per cui utilizzo i metodi che voglio.” Alaude si stava pulendo con noncuranza le mani con un fazzoletto di seta.

“nessuno ti chiede di eseguire ordini ma solo di comportarti in maniera più appropriata. Non c'è bisogno di fare ogni volta uno sterminio...”

“oh, se siete così deboli è ovvio che per voi non ce ne  sia bisogno.”

 Adesso basta, era troppo. Si era lasciato dare fin troppe volte del debole senza dimostrargli il contrario se non contro gli avversari ma adesso era giunto davvero al limite della sopportazione.

 Lo afferrò d'improvviso per il collo del cappotto,facendogli cadere il fazzoletto per terra e ricevendo persino un'espressione diversa dalla solita per la sorpresa.

“ripetilo di nuovo e ti faccio vedere quanto fossero forti i Vongola da prima che arrivassi tu.” parlò guardandolo negli occhi mostrandogli tutta la propria rabbia, sperando che l'altro rispondesse come suo solito dandogli il motivo per iniziare a colpirlo.

“dimostramelo allora. perché sai, fin ora ho avuto una pessima visione di voi.” lo accontentò di rimando l'altro, aggiungendoci persino un sorriso di sfida.

 Perfetto, sfida accettata, lo aveva voluto lui.

Continuò a tenerlo fermo con una mano, mentre con l'altra lo colpì al volto con tutta la forza che aveva per poi lasciarlo andare. Lo vide barcollare un po' prima di fermarsi con le spalle al muro ed inclinare il volto per sputare sangue.

Accadde in un attimo, Alaude da che stava appiattito contro il muro, si diede lo slancio giusto per ritrovarsi addosso a Daemon in un unico veloce scatto felino.

Era forte, doveva ammetterlo. Poteva sembrare un inanimato pezzo di legno, dall'apparenza graziosa e fragile e l'animo apatico e per niente interessante, ma quando ci si metteva a combattere era forte, vivo, sorprendente e coinvolto più che mai.

 Era la prima volta che lo vedeva fare sul serio, tutti quelli con cui se l'era presa fin ora erano troppo deboli per lui e Daemon era così sorpreso dal vederlo agire che  non riuscì a parare quel colpo di vendetta che lo andava a colpire in viso, proprio nel punto in cui lo aveva precedentemente colpito lui.

Interessante, sarebbe stato decisamente interessante.

“Dio santo, cosa vi è successo!?” erano appena entrati nell'ufficio di Giotto, rientrati dalla missione e questi era saltato in piedi dalla sedia al vederli.

  “eppure non credevo fosse una missione difficile, sareste dovuti tornare incolumi!” “tranquillo boss, stiamo benone e la missione è andata perfettamente.” Daemon ridacchiò ancora divertito per l'espressione corrucciata di Alaude che era stato miseramente battuto, cercando di far svanire la preoccupazione dal volto del boss ignaro del fatto che le ferite non dipendevano affatto dalla missione.

“ma come..”

“sul serio, diglielo anche tu, Alaude!” ammiccò all'altro “com'è che alla fine ti sei quasi rotto da solo quel braccio!”

“perché sei un meschino. ecco come!” sbottò Alaude,ancora scontento dei metodi dell'illusionista.

 “mmm, e perché mai, scusa? Io ho solo utilizzato al meglio le mie risorse!”

stavano discutendo di quello da quando avevano smesso di combattere fin fuori all'ufficio e adesso avevano ripreso tranquillamente, ignorando il boss che li guardava sgomento, iniziando a capire cosa era successo.

 “ti avevo praticamente battuto, sei tu che hai barato con quel tuo giochetto.”

“è una tua pecca quella di non saper distinguere la realtà da un'illusione!”

 “io mi attengo soltanto a ciò che c'è dinanzi i miei occhi.”

 “ma quello che vedi potrebbe essere reale come illusorio”

“esiste soltanto la realtà. Quello che aggiungi tu non dovrebbe esserci.”

“la sconfitta brucia così tanto che arrivi a negare con tesi filosofiche?”

“BASTA!”

Giotto interruppe quel flusso di botta e risposta irto di spine, avendone fin troppo di vedere due membri della sua famiglia litigare tra loro.

 “ma come è possibile? Sul serio siete finiti col combattere tra di voi!? Daemon!” rivolse al più anziano guardiano un'occhiata di rimprovero.

 “ti avevo chiesto di tenere d'occhio Alaude e di superare le vostre divergenze e tu cosa fai? L'opposto!”

“su, boss... tutto sommato ci siamo divertiti!”

“non è questo il modo in voglio che i miei compagni si divertano.” non  voleva giustificarli in nessun modo, trovava un comportamento del genere inammissibile.

 “è stata una cattiva idea quella di fidarmi di te e provare a farvi andare d'accordo. Farò come stabilito,non avrete più a che vedere l'uno con l'altro,contenti?” “veramente io voglio la rivincita.” Alaude sorprese tutti e due se non anche se stesso con una risposta secca.

 “se vuoi quella possiamo metterla in pratica anche subito.” propose prontamente Daemon.

 “perfetto. Ma stavolta si gioca pulito.”

“subito nella palestra, allora!”

“VOI NON ANDATE DA NESSUNA PARTE!” urlò nuovamente Giotto, davvero su tutte le furie.

 “voglio che mi prendiate sul serio, vi vieto severamente di combattere all' interno di questa famiglia!”

“..d'accordo, si va in infermeria allora.” sbuffò Daemon sconfortato abbastanza da risultare alle orecchie del boss.

 “esatto,andate a rimettervi in sesto e poi ognuno per la propria strada, non voglio vedervi più conciati in questo modo,chiaro?”

“come vuoi, capo.”

Giotto fu soddisfatto dall'obbedienza del guardiano della nebbia e si lasciò cadere sulla poltrona, stanco per essersi comportato così stranamente per lui.

 Alaude invece sembrò essere piuttosto deluso dalla resa di Daemon e guardò con una delle sue occhiate Giotto, come a dirgli che non lo faceva per eseguire un suo ordine ma solo perché l'altro era così rammollito da farlo.

Giotto era rimasto solo da una ventina di minuti  e si era finalmente tranquillizzato, quando G entrò nell'ufficio senza bussare con la sua solita confidenza.

Gli raccontò ciò che era successo con gli altri due guardiani e quando giunse alla fine l'altro lo guardò sorridendo appena per il modo in cui si era fatto prendere in giro. “infermeria? Ma se si stanno azzuffando nello spiazzo fuori al maniero già da un po'!”

“cosa!?” il boss era veramente sorpreso dalla notizia, si era fidato di nuovo di Daemon. 

“sì, abbiamo provato a fermarli io e Asari tornando, ma non ne hanno voluto sapere. E dicevano che non potevano farlo dentro...ora capisco!” commentò G restando tranquillo, mentre il biondo accasciava la testa sulla scrivania preso dallo sconforto. “che cosa dovrei fare con quei due!?”

“niente.” G si limitò ad alzare le spalle, non vedendoci niente di tragico.

 “lasciali fare come vogliono,finché non si ammazzano che ti importa?”

 “ma..”

“loro sono così, Giotto. È inutile che stai a preoccuparti troppo, è il loro modo di divertirsi e fare amicizia.” questo aveva decisamente senso, visto dalla strana ottica dei due guardiani più strani che aveva. Giotto si convinse e annuì, decidendo di lasciarli fare come volevano.

 

“pari,eh?” commentò, seppur col respiro ancora affannato, Daemon dopo essere rimasto a lungo in silenzio, non essendo in grado di parlare.

L'altro, che aveva fatto altrettanto, lo guardò ed annuì. Era innegabile, dopo essere riusciti a tenersi testa l'un l'altro erano infine caduti entrambi al suolo, stremati dal lungo scontro che non avrebbe avuto mai fine se si fosse cercato un vincitore.

 Erano davvero provati, tanto è vero che non erano riusciti a muoversi e parlare a lungo.

“interessante.” osservò nuovamente, con tono neutro.

Dal canto suo Alaude commentò in modo serio “allora  ci sai fare anche senza trucchetti.”

Daemon ridacchiò, era per caso un complimento quello?

“certo che ci so fare. E anche meglio di te. Te lo dimostrerò la prossima volta.”

“tsk. Accontentati di essere riuscito a tenermi testa.”

 “hai paura di affrontarmi al pieno delle mie forze e vedere come va a finire, per caso?”

 “non dire idiozie, anche io ero già stanco.”

“giusto.” Daemon si rialzò finalmente in piedi e porse una mano all'altro per aiutarlo a fare altrettanto. “sarà di nuovo interessante,allora.”

 “contaci.” Alaude scacciò la mano con uno schiaffo e si rimise in piedi con le proprie forze.

“alla prossima allora!”

Fu in quel modo che iniziò la loro infinita serie di rese dei conti e rivincite, seguite quasi sempre in parità, se non quando Daemon si annoiava e ricorreva alle illusioni così da vincere ed incorrere nella furia di Alaude che considerava nullo lo scontro e pretendeva altre rivincite.

 

-

 

Era diventata una vera abitudine ormai, la fine di ogni missione finiva in uno scontro, una riunione di famiglia o qualsiasi altra occasione per incontrarsi finiva in uno scontro.

 A volte si incontravano appositamente per quello, Daemon ne aveva fatto il proprio passatempo preferito e Alaude diceva di considerarlo un buon allenamento per cui non perdeva parte del suo tempo prezioso, mentre Giotto si auto-convinse a considerarlo come tale, così concesse finalmente il permesso di utilizzare la palestra del quartier generale.

Era stato davvero divertente per entrambi fino a quel momento ma erano ormai passati mesi e Daemon, essendo una persona capricciosa e volubile per natura, finì con lo stufarsi.

Desiderava una vittoria schiacciante e definitiva, voleva considerarsi a tutti i costi superiore all'altro ma a quanto pareva la supremazia fisica era impossibile, così era da tempo alla ricerca di un altro modo per sovrastarlo.

Quel giorno erano reduci da un loro ennesimo scontro finito in parità, ormai avevano capito quando erano arrivati al punto estremo, così si fermavano volontariamente senza ridursi a degli stracci incapaci di fare qualcosa per il resto dei giorni.

Erano appena usciti dalla palestra e si stavano dirigendo all'ascensore per tornare ai piani superiori.

“sai Alaude, stai migliorando, davvero! Prima sei riuscito addirittura ad accorgerti che stavo per fregarti con un'illusione di infimo livello!”

“sei un idiota se credi ancora di potermi fregare.”

“mmm, ma mi sembra che fino ad oggi abbia funzionato perfettamente”

 “i tuoi giochi sono finiti. mi hai stufato. la prossima volta ti batterò definitivamente.”  Daemon si accigliò a quell'ultima affermazione che lo irritò più del solito.

Cosa voleva fare lui? Chiudere i giochi? No che non glielo avrebbe permesso, come se uno come lui potesse lasciarsi mettere i piedi in testa in questo modo!

 Era lui a gestire ogni sorta di gioco e sarebbe finito esattamente come e quando avrebbe deciso lui, come per ogni cosa.

 Lo aveva stufato? Perfetto, gli avrebbe dato qualcosa di nuovo che lo avrebbe sconvolto ed irritato come non mai. Stava cercando un modo per rispondergli per bene, quando il richiamo di Alaude che aveva aperto le porte  dell'ascensore arrivato di fronte a loro lo riscosse dai pensieri.

“ehy,ti sei incantato?”  senza troppi complimenti lo spinse all'interno della cabina e chiuse le porte alle loro spalle.

Fu questione di un istante, gli venne in mente quando vide Alaude voltarsi verso di lui dopo aver pigiato il bottone per il piano scelto, decise come lo avrebbe annientato definitivamente e sconvolto a partire dal suo animo.

Agì senza pensarci ulteriormente, prima ancora che questo pensiero si definisse perfettamente nella propria mente permettendogli di valutarne tutte le conseguenze, si ritrovò a braccare l'altro contro una delle strette pareti dell'ascensore.

Alaude lo guardò dapprima semplicemente sorpreso, chiedendosi perché avesse avuto voglia di ricominciare a combattere proprio lì dentro, ma spalancò gli occhi decisamente sconvolto quando si accorse delle pericolose intenzioni dell'altro che aveva appena poggiato le proprie labbra sulle sue.

 La reazione però non fu affatto quella che Daemon si aspettava. L'altro restò fin troppo calmo e con tale calma gli prese una mano per stringergliela, mentre sembrava ricambiare appena quel tentativo di bacio.

 Ben presto si mosse di lato allontanandosi da lui per guardarlo con disprezzo senza pronunciare una parola e. quando Daemon cercò di avvicinarglisi nuovamente. si accorse di essere ammanettato per un polso alla gettoniera dell'ascensore.

 “e...e questo cosa significa?” alla fine quello che era rimasto spiazzato era proprio lui, non era andata come si aspettava, decisamente no.

“Alaude! Stavo solo scherzando, non puoi essertela presa seriamente!” rise nervosamente al silenzio ostinato dell'altro, odiava quando le  cose non andavano come da lui previsto, odiava essere ignorato ed odiava maggiormente LUI quando lo metteva in difficoltà, unica persona al mondo oltre al boss capace di riuscirci.

L'ascensore si era ormai fermato e Alaude inflessibile e senza scomporsi minimamente allo strepitio dell'altro aprì le porte per uscirne tranquillamente.

“non avrai davvero intenzione di lasciarmi qui dentro?!” l'ennesima protesta di Daemon andò di nuovo a vuoto, il  guardiano della nuvola voltò appena il viso per rivolgergli un sorriso bastardo per poi premere il bottone dei sotterranei e chiudersi le porte alle spalle, restando nel suo perfettamente espressivo silenzio.

“ALAUDEEE!!!” urlò furioso un'ultima volta osservando impotente l'inizio della discesa, strattonò con forza il braccio nel tentativo di liberarsi, ma non ottenne altro che ferirsi il polso. Questa gliela avrebbe sicuramente fatta pagare, non poteva assolutamente sopportare un'umiliazione del genere.

Una nuova guerra era iniziata e neppure questa avrebbe visto vincitori, ma solo eterni sconfitti.

 

-

 

“Si può sapere cosa ti è saltato in mente?!” qualche ora dopo Daemon irruppe nell'ufficio del guardiano della nuvola direttamente alla sede dei servizi segreti. “wow,ci hai messo poco a liberarti.” osservò questi con tono piatto ed un'espressione poco interessata.

“ma se sono passate due ore!”

“io avrei voluto che marcissi lì dentro.” alzò le spalle come se avesse detto qualcosa del tutto normale “come hai fatto ad uscirne?” domandò realmente curioso.

 “diciamo che conoscere quei miei trucchetti a volte aiuta!” Daemon restò sul vago, per nulla intenzionato a dirgli che aveva urlato per tutto il tempo aspettando che qualcuno si accorgesse di lui e lo andasse a liberare.

 In realtà in molti se lo erano ritrovato in ascensore in tutto quel tempo ma la trovarono tutti una cosa assurdamente divertente e, bastardi com'erano, lo avevano lasciato lì.

Alla fine era arrivato Lampo, che si era convinto ad aiutarlo solo dopo avergli fatto giurare che avrebbe smesso di tormentarlo e sfruttarlo.

“mi ha contattato Giotto complimentandosi per l'idea, gli ho detto che può contare su di me ogni qualvolta avesse bisogno di tenerti a bada... ce ne hai messo di tempo per usare quei trucchetti.” Alaude sottolineò il fatto che sapeva tutto con un sorrisetto evidentemente soddisfatto.

“ma non hai appena detto che ci ho messo poco?”

“ti sei liberato presto, infatti. Ma questo non vuol dire che tu non sia stato lento nel farlo.” lo stava prendendo in giro e stava immensamente godendo nel farlo.

Questo fece imbestialire Daemon, che era abituato a trovarsi nella posizione opposta. Si sporse verso il lato opposto della scrivania tanto da poterlo afferrare per la cravatta e costringerlo ad alzarsi dalla sedia “credi di poterti divertire ad umiliare uno come me!? Credi davvero che io te lo lasci fare?”

“mi sembra che tu sia già stato costretto a farlo, a dire il vero.” replicò apatico e per niente scomposto dalla vicinanza forzata con l'altro.

  “ti farò passare questo momento di sfacciataggine.” lo minacciò con un sorriso sadico, mentre già la sua mente pensava a come umiliarlo.

 “e come vorresti fare? Sentiamo.” Alaude sembrò volerlo sfidare ancora una volta. In tutta risposta Daemon lo attirò con forza a sé fino a spingerlo sulla scrivania, scaraventando ogni cosa a terra e costringendolo a stendersi sotto di lui. Prima che l'altro se ne accorgesse, gli sfilò le manette dalla tasca e le fece roteare con un dito, sfoggiandole come un trofeo.

“credi che abbia bisogno di quelle per neutralizzarti?” commentò il biondo restando impassibile nonostante la posizione di svantaggio.

“oh, e sentiamo, cosa vorresti fare?” lo citò quasi Daemon prendendolo in giro, mentre il suo volto arrivava ad un centimetro di distanza da quello dell'altro.

 “tsk.” quella di Alaude non fu una risposta ma quasi un muto assenso alle intenzioni che l'altro esprimeva con ogni suo gesto “mi hai proprio stancato,sai?” “perfetto,vediamo quanto ti annoierà questo.” di rimando lo baciò nuovamente, stavolta con più decisione e passione, tanto che trovò il consenso nelle labbra dell'altro che ricambiarono lasciando libero accesso ad ogni suo movimento.

Doveva essere solo una vendetta, un modo per umiliarlo e farlo sentire inferiore a lui al di fuori del combattimento, ma allora perché gli stava piacendo così tanto? Ora che lo teneva stretto tra le sue mani, piuttosto che tentare di colpirlo per fargli del male, il corpo di Alaude sembrava quasi invitante.

 Portò una mano ad allentargli la cravatta e prese a sbottonargli la camicia con foga, preso dall'improvviso desiderio di vederlo nudo. Quando gli alzò leggermente il busto per sfilargli la camicia interruppe il contatto tra le loro labbra per porsi alla distanza giusta da cui poterlo guardare bene.

 Era semplicemente bellissimo, non c'era parola più banale ma perfetta per descriverlo. Ansimava, ancora scosso per il lungo bacio e probabilmente per la situazione, il suo petto dalla pelle candida si muoveva a ritmo irregolare per via del respiro affannato, mentre la bocca dalle labbra arrossate era rimasta semi-dischiusa, sorpresa dal distacco improvviso.

Ma il punto saliente erano gli occhi, dallo sguardo perennemente duro e distante, ma dal colore così intenso che ti spiazzava, ti attirava irrimediabilmente a contemplarli, a bramare di scoprire cosa si celasse dietro quel loro gelo, ed infine a farti desiderare di fare tuo il loro proprietario.

 Era questo che pensava in quel momento, non voleva più la vendetta, non voleva semplicemente sottometterlo a sé ed umiliarlo.

Voleva Alaude, voleva i suoi occhi ed ogni suo sguardo, la sua carne, le sue labbra, le sue frasi pungenti e i suoi silenzi, voleva tutto di lui.

“ti sei incantato per caso?” più che le parole, il tono insicuro ed al tempo stesso impaziente col quale Alaude le aveva pronunciate riscosse Daemon dai propri pensieri.

Non attese un istante di più, bruciò nuovamente le distanze tra di loro e lo fece suo.

 

-

 

“Ecco qua.” Daemon raggiunse Alaude che lo aspettava in cima alle scale che portavano al quartier generale dei Vongola, porgendogli il fagotto contenente il suo pranzo.

 Era una di quelle belle giornate per le quali spesso i guardiani preferivano consumare il loro veloce pranzo all'esterno godendosi il sole, piuttosto che nella chiassasosa sala pranzo o i soffocanti uffici.

 I due erano di ritorno da una missione di poco conto e avevano deciso di pranzare prima di dirigersi all'ufficio di Giotto.

“grazie.” Alaude tese il braccio verso l'altro, ma quando afferrò il suo pranzo Daemon gli trattenne il polso che la camicia aveva scoperto mostrando un vistoso segno rosso.

“e questo quando te lo sei fatto?” gli alzò ulteriormente il braccio per scrutare meglio la ferita.

 “Secondo te?” l'altro lo guardò come a dirgli che la risposta era ovvia.

 “è normale quando ti viene in mente di legare qualcuno al letto con le manette.” gli rinfacciò quasi, enfatizzando particolarmente il verbo “legare”.

“ah, non me ne ero accorto.” osservò semplicemente Daemon mollando la presa e sedendosi al suo fianco.

 “ e comunque da quando ti preoccuperesti di certe cose, tu?”

“ma che dici, è normale che mi preoccupi per l'integrità di questo bel corpicino.” “davvero? A me non sembrava proprio quando hai tentato di rompermi un braccio.” “quello lo stavi facendo da solo e comunque stai ancora a rinfacciarmelo? Ti ricordo che io ho rischiato di crepare per colpa tua!”

“anche quello lo stavi facendo da solo. Il pugno che mi fece l'occhio nero me lo hai dato direttamente tu,invece.”

“vogliamo parlare di quando stavi per staccarmi la carotide a morsi, allora!?” “ANCORA!?”

 Giotto, che era arrivato alle loro spalle in quel punto della conversazione, li interruppe facendoli voltare di scatto verso di lui che li guardava arrabbiato.

“pensavo che aveste smesso con questa ridicola storia degli scontri tra di voi, e invece state ancora a litigare?”

 “ma no boss, veramente si parlava solamente di vecchie storie.” Daemon cercò di spiegare il malinteso, mentre per rendere più convincenti le proprie parole passava un braccio sulle spalle di Alaude stringendolo in quello che sarebbe potuto apparire un abbraccio amichevole.

 “Io e Alaude siamo amiconi ormai, vero Alaude?”

“parla per te, io non ti sopporto.” borbottò l'altro tirandogli lo strano ciuffo di capelli e liberandosi dalla sua presa.

Giotto sospirò, rassegnato come un padre ormai abituato a vedere i propri figli litigare tra loro.

 “non pretendevo che diventaste amici ma credevo almeno che in tutto questo tempo il vostro rapporto potesse essere migliorato!” l'affermazione scatenò reazioni inaspettate per il giovane boss. 

Daemon scoppiò a ridere, veramente divertito da quelle parole, mentre Alaude gli rivolgeva occhiate di rimprovero, evidentemente... imbarazzato?

Il capo era davvero confuso e non riusciva più a capire il senso della situazione, quando G giunse alle sue spalle richiamando la sua attenzione portandogli una mano alla spalla.

“è migliorato Giotto,credimi.” il braccio destro si limitò a sorridere al suo boss che si voltò a guardarlo con aria interrogativa.

 “andiamo a pranzo anche noi,su. Non ci pensare.” lo spinse a scendere le scale salutando gli altri con un cenno del capo, mentre Giotto si arrese a seguirlo, seppur ancora confuso.

“la smetti di ridere adesso? Per colpa tua per poco..”

“per poco cosa?” Daemon continuava a ridacchiare “ora che ci penso, perché non mostriamo a tutti il rapporto che c'è tra di noi?” lo propose tranquillamente, mentre si chinava su di lui a baciargli il collo.

 “smettila! Se ci vede qualcuno...!” l'altro divampò per l'imbarazzo, allontanandolo seppur con poca convinzione.

 “ e allora? Sarebbe meglio, tutti devono sapere che sei mio, così eviterebbero di ronzarti intorno.” nonostante il tono giocoso, era chiaramente e stranamente serio. “....e da quando sarei tuo?”

 “mmm, da quando ho preso la tua innocenza, suppongo.” Daemon sorrise maliziosamente al biondo che non faceva altro che arrossire sempre di più.

“chi... chi ti dice che..?”

“oh,andiamo Alaude... tu?!” ridacchiò nuovamente, anche se non per l'intenzione di deriderlo.

“so benissimo che hai ed hai sempre avuto soltanto me.” lo guardò con convinzione, mentre il guardiano della nuvola cercava di calmarsi per iniziare a guardarlo altrettanto seriamente, ponendogli una domanda per lui importante.

 “e chi mi dice che anche tu hai soltanto me?” Daemon sorrise, quasi onorato dalla domanda.

Gli prese il volto per il mento, allungandolo verso di lui per guardarlo intensamente negli occhi.

 “puoi essere sicuro del fatto che al momento voglio soltanto te.”

“...e quando questo momento finirà?” gli vide abbassare lo sguardo, mentre poneva quella domanda come se fosse certo che sarebbe accaduto.

“tu fa in modo che questo momento duri per l'eternità e non pensarci.” lo sussurrò appena, facendola suonare quasi come una dichiarazione di volerlo al suo fianco per sempre.

Passò entrambe le mani sulle sue guance, accarezzandole prima di siglare le proprie parole con un bacio, felicemente accolto.

 

 

  
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