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Autore: Ireth inglorion    23/02/2006    5 recensioni
Una delle mie prime fan fiction, risulta molto triste e violenta... spero che vi piaccia... Attendo commenti... ^^ by ireth
Genere: Dark, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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I tuoi occhi vagano verso il tetto di fronte a te, come alla ricerca della perfetta via di fuga. La tue palpebre tremano leggermente ad ogni colpo che subisci, ma tu non urli. Mi si strazia il cuore... e vorrei urlarti di non rimanere in silenzio, ma di pregare, per almeno una volta, "pietà!". Dei, vi prego! Fateglielo urlare! Non riesco più a guardarti mentre ti riducono in quello stato. Ma tu ancora, non spiccichi alcuna parola, pur di non dargli quella mera soddisfazione e quasi mi chiedo se questo silenzio non sia più indirizzato a me che a loro perchè ad ogni colpo che ricevi riesco a percepire lo stesso tuo identico dolore che mi arriva diretto al cuore. Tu mi spezzi il cuore! E sembra non te ne importi nulla neanche quando sono io, adesso, che comincio ad urlare "pietà" al posto tuo. Vi prego fermatevi! Perchè?! Perchè lui e non me?! Stringo gli occhi e volto lo sguardo. Ma dentro di me sento ancora la tua voce che mi ordina di non abbassarlo mai, così torno a guardarti e vedo che... sorridi. Leggo le tue labbra mentre mi stai dicendo che sei finalmente fiero di me. Le tue pupille di colpo si dilatano mentre loro, adesso, non contenti di vederti addirittura sorridere, hanno deciso di fare qualcosa di ancora più terribile in confronto a come ti hanno ridotto adesso. Come un pupazzo di pezza ti lasci trascinare nella mia stessa cella sporca e scura, che per quest'evento viene messa in luce da tantissime fiaccole che, a parer mio, rendono la camera ancora più caliginosa. Le catene sono troppo strette perchè io possa liberarmi ed aiutarti, e sono anche troppo corte per far si che mi copra la vista con le mani e così non posso fare a meno di guardare mentre che quegli abominevoli demoni ti strappano gli ultimi vestiti ormai completamente lacerati dalle frustate subite per lasciarti solo con i jeans addosso. Il tuo corpo, se prima bianco e marmoreo, ora è stato imbrattato da lunghe strisce di squarci sanguinolenti che gettano sangue rendendoti sempre più debole: lo vedo dalla tua totale incoscienza e dalle tue dita che, per il forte schok fisico subito, tremano appena appena. Il demoni adesso sono intorno a me, uno di loro sta accedendo del fuoco bollente e ne sta infilando tra le sue lingue una lunga asta di ferro che al solo sfiorare diventa rovente e poi la vedo avvicinarsi verso di me. Altri due di loro mi tengono fermo mentre l'oggetto ustionante si avvicina inesorabilmente alla mia guancia ed un urlo di frustrazione non può che uscire, capendo quello che stanno per fare. Qualcuno di loro ferma la traiettoria dell'arma suggerendo di usarla come ricatto per far parlare la figura ancora svenuta di fronte a se. Con una secchiata di acqua gelida ti vedo tossire e aprire gli occhi, per poi voltarti sulla schiena cercando di respirare a pieni polmoni, ma non ti viene concesso nemmeno questo, perchè ti strattonano, prepotentemente, a guardarmi e tu, per un attimo, tremi di terrore alla vista di quello che stanno per farmi. Urli di non azzardarsi a farlo se non vogliono delle brutte conseguenze, ma queste tue parole pare non sortiscano alcuno effetto anzi, lo usano come incipit per sfiorarmi con la punta della spranga e non posso far altro che urlare dal dolore, anche se me ne vergogno, di quell'urlo: a te hanno fatto cose molto peggiori eppure sei rimasto in silenzio. Rimango stupito quando ti vedo, improvvisamente, riprendere tutte le forze e scagliarti contro il demone che mi ha inferto la bruciatura; rimango stupito quando ti vedo prendere a pugni il malcapitato mentre gli altri incitano te ed il demone a trasformare la lotta in qualcosa di più accanito; rimango stupito di come la rabbia per il torto fatto a me, ti abbia dato la forza di rialzarti a testa alta; rimango stupito di come ora, dopo rotto l'osso del collo a quel demone, ti accanisci contro gli altri usando la spranga di ferro bollente per tenere tutti gli altri lontani da me. Scoppi a ridere, rinfacciandogli il detto "ride bene chi ride ultimo" e ti volti velocemente verso di me per chiedermi se sto bene e io annuisco, ma di colpo ti urlo di voltare e guardare di fronte a te degli altri demoni che stanno accorendo per fermarti. Raccogliendo tutto il sangue freddo che hai, rompi le catene con la spranga e mi dici che adesso è il momento di fargliela pagare a quegli stronzi. Io annuisco ancora troppo stupito da come ti sia completamente ripreso e richiamo a me il Nyuyi (Nyoibo) e mi preparo a sforgarmi su tutti quei demoni che hanno avuto il coraggio di sfreggiare la pelle candida del mio custode. La battaglia comincia fredda e accanita. Siamo cento contro due, ma non è un problema per noi due, perchè sappiamo entrambi che non sopravviveremo, ma il nostro attaccamento alla vita ci fa pensare che:"se con una probabilità su un milione fossero davvero sopravvissuti, non sarebbe stato bello?". Ti sento accanto a me con il fiatone e dei brutti colpi di tosse mi fanno stringere il cuore, ma non ci bado, dentro di me sento crescere la speranza ad ogni demone che elimino, non perchè creda al 100% delle mia capacità combattive, ma perchè, dopo sette interi giorni in quelle prigioni ora, con quell'improvviso cambiamento, era nata la speranza. Avevamo reagito a quel totale stato di apatia e la voglia di vivere era ormai così impregnata alla nostra pelle che non potevamo non starla ad ascoltare. Pian piano i nemici vanno diminuendo e il sorriso fanciullesco, torna nuovamente sulle mie labbra quando ormai posso contare gli ultimi cinque rimanenti. Ti sento mentre crolli a terra esausto ordinandomi, con il tuo solito modo di fare, di eliminarli in fretta per poi andare a cercare gli altri due. Li uccido con più difficoltà del previsto, ma non mi lascio scoraggiare ed elimino anche l'ultimo per poi voltarmi verso di te con un volto raggiante, che si incupisce di colpo quando capisco quello che ti è accaduto nel momento in cui ho sentito la tua voce di sempre che mi incitava a finire il lavoro. L'hai fatto solo per rassicurarmi, non è vero? Le lacrime non escono dai miei occhi, anche se, dovrebbero. La spranga di ferro ti oltrepassa in pieno petto e i tuoi occhi spenti mi avvertono che il tuo spirito non è più qui con me. Ti sei suicidato. Senza nemmeno salutarmi. L'avevo capito sin dall'inizio. Sin da quando mi avevano obbligato a guardarti mentre ti stupravano. L'avevo capito quando, per la prima volta, ti avevo sentito pregare di ucciderlo, anzi che fargli quel terribile torto al tuo orgoglio. Ho impresso ancora in mente il tuo corpo quasi morto mentre ti violentava e tu rimanevi completamente passivo, attendendo che il tormento finisse. Anch'io attendevo, cercando di non ascoltare i gemiti del demone e cercando di immaginarci sulla jeep, come sempre. Riesco a vedervi tutti quanti: Hakkai guida con il suo solito sorriso; Gojyo fuma e si fa qualche pisolino; io che chiedo costantemente cibo e tu che leggi il giornale, per poi picchiarmi il tuo harisen sulla mia testa di bakasaru. E invece, adesso? Quando ti avevo sentito urlare, dopo lo stupro, che in fondo non era stato così terribile e che era nulla in confronto alle frustate ricevuto, capii subito tu stessi mentendo spudoratamente. Ero sicuro che non l'avessi presa così alla leggera, come avevi fatto credere, eppure non credevo l'avresti fatto. Mi stai lasciando un vuoto incolmabile, sai? Eppure non posso fare a meno di sorridere all'idea che tu eri sempre quello che diceva che ci avrebbe seppellito tutti quanti. Ti bacio la fronte bagnata e ti chiudo gli occhi, poi strappo la spranga dal tuo petto facendo schizzare nuovo sangue sui miei vestiti. Dirò che sono stato io. Che nella mischia della battaglia non ho capito più nulla e ti ho trafitto senza volerlo. Perchè, anche se mi lasci questo vuoto encomiabile, ti sei comunque assicurato, prima, che avessi la strada spianata verso la libertà. In fondo, è come se ti avessi davvero ucciso. Strappo un pezzo di stoffa dai miei pantaloni e cerco di ripulire le ferite per cercare il colore marmoreo della tua pelle. Strico così forte che un ferita, ormai chiusa, si riapre lasciando intravedere gli organi interni. Uno di questi, però, ha una strana forma cilindrica con delle strane iscrizioni in lingua antic... Rimango scioccato dalla scoperta appena fatta e finalmente comprendo il motivo per cui avessero continuato a torturarlo: al momento della loro cattura, lui aveva nascosto il sutra dentro la sua carne. Una voce dentro di me mi dice di prendere il sutra e correre da Gojyo e Hakkai, per andare via senza voltarsi in dietro, ma un'altra non vuole lasciarlo imputridire in quella gabbia.Tu mi hai donato una libertà improvvisa, mentre io te ne regalerò una eterna. Ti bacio nuovamente la fronte mentre le lacrime, qeusta volta, scendendono senza freni. Mi alzo. Un urlo squarcia il cielo. "Questo... basterà per tutte le torture dell'avvenire...!". OWARI Ireth:-Commenti, grazie.-
  
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