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Autore: Thiana    29/05/2011    5 recensioni
Quanto abbiamo tenuto gli occhi incollati alle pagine leggendo la drammatica storia di Helena Corvonero, poi diventata la Dama Grigia e il Barone Sanguinario?
Ecco la mia versione di come si sono svolti i fatti.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Scrivere una Dama Grigia-Barone Sanguinario è stato decisamente più interessante di quello che credevo. La nostra amata Rowling ha svelato il nome della Dama (Helena Corvonero) ma mai quello del Barone, così ho dovuto inventarlo io. Spero sia adatto. Buona lettura.

 

 


Correvo per la foresta lasciandomi alle spalle l'oggetto che aveva causato la mia fuga. Ancora al sicuro nella nicchia dell'albero. Non uno qualsiasi, ma l'albero che la prima notte della mia fuga mi aveva accolta sulla terra calda, sulle sue radici morbide e sotto le sue fronde al riparo della pioggia.

Correvo velocemente, sentendo i capelli lunghi e castani intricarsi con le foglie che magnanime mi coprivano dalla vista dell'uomo che mi seguiva. Il galoppo dei cavalli sembrò allontanarsi, così come la voce che ripeteva quelle parole.

-Helena! Smettetela di scappare, vostra madre è malata e vuole Voi.- 

Barone Julian Henry Francois de Montresor. Erano sue le urla, le urla del mio nome. Ripeteva quelle parole come una cantilena, come uno scherno. Sforzava le labbra per farmi arrivare il suo richiamo. Labbra che mi avevano dichiarato il loro amore, labbra che erano la porta del sentimento a senso unico verso me. Labbra che pochi mesi prima mi sfioravano la mano con educazione e gentilezza. Labbra che bramose desideravano le mie, ma che non erano mai state accontentate.

Una radice sollevata del terreno mi fu fatale. Caddi a terra, nella neve. Potei sentire le vesti farsi umide e i capelli afflosciarsi come la speranza di uscirne senza farmi vedere. Sentii la voce del Barone continuare sulla mia scia, feci forza sulle braccia ormai infreddolite e passo dopo passo ricominciai la mia corsa verso la libertà. Versò la libertà di una ragazza che non viveva più all'ombra della madre. Una ragazza che voleva intelligenza e potere, per mostrare che anche lei valeva. Per dimostrare che non era solo la figlia di Rowena Ravenclaw, la famosa fondatrice dell'omonima Casa della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Non mi voltai a vedere se mi avesse raggiunto per non perdere la speranza, unica fonte di forza in quel momento. Sentii strattonarmi per il braccio, e in quel momento capii che era davvero finita. Non potevo più scappare.

-Helena, smettetela di scappare. Vostra madre è malata e vuole Voi.- Mi ripetè, rivolgendosi con quel tono gelido e distaccato che usava solo con le sue guardie e i suoi servitori, ma mai prima d'ora con me.

-Dovreste smettere di correre per la foresta e seguirmi. Vostra madre è malata e sta morendo e avrebbe bisogno che sua figlia le dica che le dispiace, che si assuma le responsabilità degli atti commessi, che accetti di fare qualsiasi cosa per ottenere il suo perdono.-

Scossi la testa velocemente, sentendo il freddo insinuarsi nelle calzature. -Mai. Io non verrò mai via con voi, ne mai vi sposerò. Non vi amo, e se mai voi mi amate, andatevene e dite a mia madre di non esser riuscito a trovarmi.-

Accadde tutto rapidamente. Un lampo di collera attraversò i suoi occhi, guidando la  mano sul fianco e subito dopo a me. Il caldo improvviso al mio petto fu subito circondato da un gelo come non lo avevo mai sentito prima. Sentii la vita scivolare via tra le dita. Con le ultime forze che riuscii a raccogliere sussurrai, o forse pensai solamente, qualche parola. "Sono degna del tuo nome, Madre?"

Per me era la fine. La morte arrivò come per chi arriva la morte ad una vittima di sacrificio. Un colpo al cuore di una vergine.

Chiusi gli occhi troppo debole per agire, ma non per pensare e soffrire. "Deve soffrire per avermi uccisa, vittima della sua collera d'amore. E devo essere io a farlo soffrire." Come una forza, sentii strapparmi via dal petto e mi ritrovai a fissare il mio corpo a terra, coperto in parte da quello dell'uomo che mi aveva uccisa. Mi mossi sentendo il vento trapassarmi e rendendomi conto che i miei desideri erano stati esauditi.

Provai a parlare ma fui bloccata da quello che vidi. Il Barone prese il pugnale dal mio petto e lo guardò, una goccia chiara cadde sulla lama macchiata di rosso e lentamente cadde sul mio corpo, mista alla mia linfa vitale. S'inginocciò mostrandomi per intero il mio corpo disteso a terra. La mia bellezza non era stata sfigurata, i capelli cadevano scomposti sulla neve e le foglie, l'unica nota stonante era la veste macchiata. 

Chiuse gli occhi, non accorgendosi di me e piantò la lama nel suo cuore, in profondità. Non emise alcun suono, se non quello di due parole.

-Perdonatemi, Helena.-

 

 

 

 

Thiana.

   
 
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