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Autore: ClaireLongHair    29/05/2011    2 recensioni
" ... improvvisamente, per via di un vortice apertosi nel libro che teneva tra le braccia, sicuramente per magia!, fu risucchiata da quelle pagine spaventosamente sconvolte ..."
Un breve viaggio nel mondo della fantasia dei bambini che, un tempo più o meno lontano, tutti noi abbiamo compiuto, sognando il principe che ci liberava dalla torre stregata o che diventassimo sirene per una volta o ancora che i nostri giocattoli si animassero e ci facessero compagnia nei lunghi e quieti pomeriggi trascorsi a fantasticare... . Un piccolo assaggio di questa "leccornia" ho cercato di inserirlo nel racconto che ho pubblicato adesso ma che ho scritto e immaginato qualche annetto fa ... l'ho solo rivisto un po' nella forma espressiva e spero che vi piaccia!
P.S. Commentate, commentate in molti perchè è il mio primo scritto che pubblico in questo sito e non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate! Vi ammetto che sono curiosa e ad ogni modo ho paura dei vostri giudizi che per me saranno importarti tanto quanto la scrittura lo è nella mia vita! Grazie infinite in anticipo a quelli che (spero in molti) lo leggeranno! ;)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PIRATI TRA FANTASIA E REALTA’

Camilla era una ragazzina che amava leggere e, almeno una volta a settimana, si recava in biblioteca proprio quando i suoi coetanei si divertivano a giocare al parco giochi o nella piazzetta che lei conosceva davvero ben poco. La biblioteca era un luogo davvero unico dove Camilla fantasticava tra una pagina e l’altra. C’era sempre una quiete che aiutava i lettori, facendoli appassionare ancor di più a quelle storie mozzafiato. Le pareti erano piene di librerie molto grandi e colorate che contenevano libri per tutti i gusti. Il genere che piaceva di più a Camilla era decisamente quello avventuroso.
Era una ragazzina di dieci anni, alta, bionda, con gli occhi di colore verde bottiglia. Fantasticava sempre. Sognava di diventare un pirata. Un “capitano” forse, come Johnny Squalo Bianco: la paura dei sette mari. La ragazzina aveva letto delle sue imprese fin da bambina dal libro che le era stato regalato dalla zia inglese Elizabeth per il suo quinto compleanno. Era entusiasta all’idea di sentire il vento fra i capelli, solcando i mari, superando le impetuose tempeste, … e combattendo contro Harry Testa Rossa, il rivale numero uno del suo eroe.

Un pomeriggio sereno, mentre leggeva in biblioteca le avventure del suo mito, improvvisamente, per via di un vortice apertosi nel libro che teneva tra le braccia, sicuramente per magia!, fu risucchiata da quelle pagine spaventosamente sconvolte e si ritrovò al fianco di un uomo muscoloso con l’occhio sinistro bendato che aveva l’aria vagamente familiare. Lei indossava un abito poco femminile, molto diverso dal solito e c’era un’aria che profumava di mare e di terrore. Sporgendo leggermente lo sguardo vide che era circondata dall’acqua e noto che sull’imbarcazione c’erano tanti pirati. Si diede un pizzicotto perché forse stava sognando .  .  . NO, era tutto reale. Camilla restò per un attimo in disparte, nascondendosi tra vecchie botti di vino vicino alla prua. Al largo si avvistava una nave pirata con un’enorme bandiera col teschio, bianco su nero, che avanzava furiosa, fendendo il mare sotto di essa. Camilla fu colta dall’agitazione e cominciò a fremere dentro. Non aveva mai vissuto qualcosa di simile, eccetto che nei libri. Quell’uomo, che sembrava essere il capitano, disse a gran voce: - All’arrembaggio! -
Tutti i pirati si armarono di spadini, coltelli, fucili e sciabole che stridevano rumorose e spietate. Alcuni si avvicinarono ai cannoni, mentre a Camilla furono affidate le armi di scorta del capitano.

Vi fu all’improvviso un fermo silenzio, poi si sentì uno sparo di cannone.
Vi fu nuovamente silenzio . . . un lungo e ferito urlo e . . . cominciò la battaglia!
Le navi si avvicinavano e c’era sempre più tensione da entrambe le ciurme. Camilla non riusciva a credere a quello che stava succedendo . . . molti pirati passavano da una nave all’altra confondendole lo sguardo e la paura la invase completamente. Tuttavia non si sentiva di restare con le mani in mano, così afferrò una spada, si bendò l’occhio destro e si mischiò fra i pirati. Erano tanti, gran parte era ferita. Il forte e vigoroso capitano non aveva neanche un graffio! Nel frattempo Camilla infilzò la spada senza pietà nello stomaco di un pirata che stava per aggredirla alle spalle. Non riusciva a dimenticare quella scena agghiacciante, ma sentiva di aver fatto la cosa giusta. Continuava a lottare per il suo capitano, dopotutto. Tutto era un vero scompiglio. I pirati sfiniti cadevano giù come formiche in preda al panico. Si fece largo ai due capitani che incominciarono a rinfacciarsi una serie di fatti per i quali stavano affrontando quell’ostilità. Iniziarono a lottare da veri pirati. . . dopo un po’ il capitano a capo della nave dov’era stata catapultata Camilla si ferì al braccio e il sangue cominciò a venir fuori con flussi agonizzanti. L’altro invece scoppiò in una cattiva e subdola risata. Camilla non si sorprese e non si arrabbiò poiché nelle storie che aveva letto tutto questo era previsto. Era logico che qualcuno prima o poi si facesse male. Mentre guardava un po’ preoccupata, un tizio le diede una spinta; lei si voltò e vide un ragazzino molto affascinante dall’aria tremendamente furba e sveglia che, indignato, le disse: - Cosa aspetti? Tocca a te intervenire, non vedi che il nostro capitano si è ferito?!-
Camilla rispose sconvolta: - Perché proprio io? -
E il ragazzo:- Ma come!? È compito tuo proteggere il capitano. Sei stata nominata da tutti noi dopo l’aiuto inaspettato che ci hai offerto durante la lotta per recuperare il tesoro perduto e adesso sei il braccio del capitano. . . Allora? Cosa aspetti? Fai del tuo meglio, siamo tutti con te! - E le mise una mano sulla spalla come segno d’affetto.
Dopotutto aveva pensato che seppur brava in fatto di difesa, Camilla era sempre una femmina e che quindi un pizzico di gentilezza avrebbe dovuto mostrarla per farle forza. Camilla si rivestì di coraggio e prese uno degli spadini del capitano, il quale si fece da parte biascicando una serie di maledizioni al suo acerrimo nemico. Iniziarono a combattere. L’avversario sembrava tranquillo e scatenò una stupida risata, dicendo: - Ecco la pulce contro il leone! - Tutti gli altri pirati della sua parte risero davanti a quell’impacciata femminuccia che si era a loro piazzata di fronte. Camilla non si intimorì ma era molto confusa. Non sapeva neanche di preciso chi fosse il capitano per il quale stava rischiando la pelle! Perciò voleva chiarimenti e decise di combattere con tutte le forze che le rimanevano per scoprirne di più. Era come se non riuscisse a controllare i suoi movimenti che agivano con determinazione e spietatezza. Camilla non si era mai sentita così sicura prima d’ora su ciò che stava facendo. Era sempre la più timida e impacciata tra le sue compagne di scuola e per questo spesso veniva “messa da parte”, ma adesso era diverso. Era lei al centro dell’attenzione e per una volta qualcuno sperava nelle sue capacità. Si fermarono entrambi per qualche istante per prendere in mano la circostanza decisamente inaspettata. Camilla non capiva come mai fosse così tanto esperta di armi se non aveva mai combattuto in vita sua e l’avversario era altrettanto stupito per la reazione di quella “mocciosa”. Ma Camilla colse l’occasione per fare fuori il pirata. E così emanò un urlo con tutte le sue ultime forze e conficcò la lama affilata nel ventre del suo incredulo avversario. Il pirata cadde per terra con un tonfo profondo e doloroso . . . i pirati della ciurma sconfitta si ritirarono e andarono via, temendo il peggio, gettandosi così in mare e nuotando verso la loro nave sgangherata per via dei possenti colpi di cannone che l’avevano trafitta. Il corpo del capitano defunto venne gettato in mare dietro la scia degli altri pirati che se la diedero a gambe.
Sulla nave trionfante tutti acclamavano la piccola Camilla che si sentì un vero pirata, finalmente. Anche il capitano ferito le fece i complimenti e le consegnò la mappa che portava al suo tesoro. Nessun altro pirata era invidioso, o almeno nessuno aveva il coraggio di darlo a vedere,  e tutti comunque sembravano convinti che Camilla avesse meritato una tale ricompensa: tra le sue piccole manine, quella mappa sarebbe stata al sicuro. Così tra un calice di birra e l’altro, senza contare dei canti a squarciagola, iniziò la festa in onore di Camilla. Tutti i pirati si divertivano in modo grottesco col sottofondo musicale e disarmante e il capitano si diresse da Camilla che si era allontanata per osservare il mare al chiaro di luna, ancora incredula su ciò che stava vivendo,  e le disse ironicamente: - Bel lavoro FEMMINUCCIA! - Poi si allontanò.
Camilla sorrise e, mentre alzò la testa, il suo sguardo si incontrò con quello del ragazzino che l’aveva incoraggiata. Entrambi arrossirono e volsero altrove i loro occhi. Poi il ragazzino le disse sincero:- sei stata davvero brava oggi! Ci hai stupito ancora. E scusa se spesso ti abbiamo … sottovalutata, ecco! –
Camilla sorrise a quelle parole e pensò che quel ragazzino fosse in fondo molto simpatico oltre che carino. Chiacchierarono ancora un po’ guardando il pallido riflesso della luna sulle tenebrose acque della notte.
A un certo punto avvenne qualcosa di realmente spaventoso! Una tempesta aveva scatenato un tifone gigantesco che cercava a tutti i costi di inghiottire la nave che pareva tremare di paura …
- Camilla ti voglio bene e ti stimo tanto … dico sul serio … Camillaaaaaaaaaa …
Lei si sentì scuotere energicamente, sgranò gli occhi e … vide la bibliotecaria che le diceva: - Signorina svegliati, si è fatto tardi! -
E lei balbettando: - Mi, mi . . . scusi! - Firmò la scheda e uscì di fretta.
Dopo un po’ di strada, cercando di riassumere quello che le era successo e soprattutto di dare una plausibile spiegazione a quello strano accaduto, si scontrò con qualcuno che avanzava con l’aria oltremodo confusa, e cadde. Era un ragazzino come lei.
Lui le disse:- Scusa! È tutto a posto?- E Camilla: -Sì, . . . credo di sì!-
Poi si guardarono in viso e dissero all’unisono: - Ma noi ci siamo già conosciuti?! -
Camilla rise: - Sicuro, a lottare al fianco del capitano Johnny Squalo Bianco! -
Lui annuì sornione e, mangiando un grosso bastoncino di zucchero filato alla fragola, rimasero ancora un po’ a fantasticare su ciò che li accomunava … i pirati nella loro fantasia che riuscivano a invadere il campo della REALTA’ con disinvoltura e naturalezza!

Questo è ciò che la fantasia è in grado di compiere!

   
 
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