Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: sakura_hikaru    29/05/2011    3 recensioni
Ogni persona ha sette sorrisi. Ogni sorriso ha un suo colore.
E i sorrisi di Shin nascondono frammenti di mare molto particolari ...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Ryo Sanada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I SETTE SORRISI

Ogni ragazzo ha 7 sorrisi ...
Uno quando ride davvero, uno quando è nervoso, uno quando è in imbarazzo, uno quando parla con gli amici, uno semplicemente per educazione, uno quando si prende in giro, e uno, il più bello, quando parla del ragazzo che ama.

Non ho idea di come sia successo, ma è successo, punto. Che ci sia una ragione razionale, qualcosa che si possa spiegare a parole, così ... No, non c'è.
Certe cose non si possono spiegare, non così semplicemente. Ci sono e tanto basta. E, credo, se tentassi di spiegarle finirei per spogliarle di tutta la loro bellezza.
Quindi accolgo questo sentimento per quello che è ... lo chiudo qui, dentro al petto, e spero sempre che non scenda mai verso lo stomaco e lo stropicci senza ritegno. Spero sempre che non salga mai verso la bocca, per aprirla e guidarla senza vergogna. Spero non salga verso gli occhi.
Gli occhi no, quelli miei no.
Se questo sentimento dovesse salire fino a quel punto, allora non ci sarebbe più speranza e tutti i miei sforzi di nascondere quello che sento se ne andrebbero a quel paese.
No. E' meglio che rimanga dov'è questo sentimento. È tutto meno complicato, davvero.

“Lo sguardo ... è quello che mi colpisce di più!”.
“Come?”.
Ryo mi guarda come se avessi qualcosa di strano in viso.
“Lo sguardo, è quello. Quello che mi colpisce in una persona”.
“Lo sguardo?”.
“Come quello che mi stai mostrando ... sai, il tuo sguardo dice tutto, Shu”.
Aggrotto le sopracciglia. Sono curioso di sapere che ci legge in questo sguardo.
“E cosa ti dice?”.
“Che stai pensando che è una cosa strana e che ...” piega la testa da un lato, come fanno spesso gli animali. Di cosa mi stupisco? Byakuen, in fondo, è il suo papà e la sua mamma, in un certo senso. “...che stai pensando tanto intensamente a qualcosa. Ma che non ci vuoi pensare”.
E anche il suo istinto felino è tutta farina del sacco di Byakuen. Accidenti.
“Come no ...” mi arruffo i capelli, vago lo sguardo per la stanza e poi torno da Ryo con una domanda. “E cosa leggi negli occhi degli altri?”.
“Quando?”.
“Di solito”.
“Ogni volta è diverso!” piega un'altra volta il capo e poi lo scuote, con aria di sconcerto.
“Non avere quell'aria da sostenuto con me, micio ...”.
“Non sono un micio!”.
Alzo gli occhi al cielo.
“Oh, lo leggo dai tuoi occhi... in fondo non ti dispiace essere chiamato micio”.
“Scimmia”.
“Micio...”.
“Scimmietta!”.
“Micetto e scimmietta andrete avanti molto?”.
Eccolo, eccolo lì. Ora devo tenerlo a bada, quel sentimento. Non scendere, non salire. Rimani dove sei.
“Shin-kun, io non sono un micio e non sono un micetto”.
Quegli occhi verdi, quelli tanto intensi che quando si aprono illuminano tutti, guardano Ryo divertiti.
“Byakuen avrebbe da ridire ...”.
“Per Byakuen io sono un tigrotto, semmai ...”.
Una risata roca, gutturale e divertita trema ai nostri piedi. Vediamo il muso di Byakuen alzarsi verso Ryo e lo guarda in maniera inequivocabile.
“Byakuen ...” con voce lamentosa Ryo sospira e si lascia andare a una smorfia di finto disappunto.
Nonostante tutto, non posso ridacchiare ... quella strana coppia sa essere tenera, ma anche estremamente buffa a volte.
“Ne, Shu-kun ...”. La voce vibra, dentro di me, e l'autocontrollo trema dentro di me come un violento terremoto. “Mi daresti una mano in cucina?”.

Sorride. Sorride ...
Io amo quel sorriso.
Ora i lembi di quella pelle rosata si alzano impercettibilmente e si trasformano in sorriso... le guance si gonfiano un poco, sembra farsi piccino ... e poi gli occhi si socchiudono e tutto s'illumina.
Io amo i sorrisi di Shin.
Li amo tutti, incondizionatamente. Perchè ognuno di loro mi mostra una sua diversa profondità ... sì, proprio come il mare. Il mare è più o meno profondo, ha colori diversi, dai più chiari ai più cupi e misteriosi ... ma ognuna di queste profondità nasconde un tesoro da scoprire.
Così sono i sorrisi di Shin.
Io ne ho trovati sette, sette esemplari ... il sette è un numero magico, ho sentito una volta.
È un numero che porta fortuna. E credo che su Shin quel numero sia, davvero, perfetto.

Il primo sorriso è di quando ride e ride davvero, di gusto, di cuore... quando, ad esempio, Byakuen prende sotto la propria ala protettiva Jun e quei due, assieme, giocano e Byakuen sta al gioco con quell'espressione compassata e quel bambino lo incita a qualcosa di buffo e assurdo...
Beh, quello che nasce è il sorriso chiaro, delle profondità che godono della presenza, nei loro fondali, della sabbia più bianca e pura. E il mare si tinge di acquamarina.
E il suono della sua risata è come il colore della risacca, quando bacia la spiaggia, lenta e pigra, ma dolce.

Il secondo sorriso è di quando è nervoso ... oh, e quante volte lo è. Non lo vuole mostrare, ma per me è così palese quel sorriso. Quando incombe la battaglia o quando essa è appena conclusa, le sue labbra si tendono delicatamente, desiderano rassicurare ... se stesso, noi ... ogni cosa.
È un sorriso che gli nasce spontaneo, come se non potesse farne a meno in quei momenti ... come se avesse bisogno di mostrarlo, di vedere in noi la risposta per poter ricominciare. E poi lasciare alle spalle, almeno per un po', i pensieri più brutti. Il sorriso di quei momenti ha una tonalità cupa, strana, cangiante ... è il mare quando sta arrivando la tempesta e le correnti si mischiano e i colori si mescolano ed è lo zaffiro che predomina su tutto.
Non sono l'unico a vederlo, eppure nessuno di noi dice nulla. Forse ne abbiamo tutti bisogno. Forse abbiamo paura di ciò che esso nasconde. Eppure, amo anche quello. Tutto, completamente.

Il terzo sorriso è quando è imbarazzato ... e, anche questo, lo posso vedere spesso. Quello gli scappa, a volte pare non volerlo nemmeno fermare, come se gli dispiacesse, ma non del tutto, arrossire. Ryo è quello che li provoca, più spesso ... con la sua innocenza che, a volte, pare quella di un bambino, usa parole, esclama complimenti. Lui non ha vergogna, lui apre il suo cuore e ogni suo pensiero si trasforma in voce.
E così, sulla bocca di Shin si tende una via di mezzo tra un sorriso, una risatina, una smorfia di chissà quale natura ... il suo viso si colora di caldo, gli occhi sfuggono ogni cosa, poi la bocca pronuncia parole innocenti di rimprovero e Ryo risponde con un sorriso addolcito e Shin gli risponde, con quello strano sorriso. Ed è del colore del profondo blu elettrico ... dove il fondo è nascosto dalla vita che nelle acque brulica senza mai fermarsi. E, là sotto, caldo e freddo si mescolano.
Quando vedo quel sorriso, quando lo colgo e non sono io a crearlo, allora... allora sono geloso. Ma cerco di non darlo a vedere. Perchè non è mio diritto e perchè amo Shin e voglio un bene dell'anima a Ryo.

Il quarto sorriso è, poi, uno dei più belli. Quando è con noi.
I suoi amici.
Già solo quando parla di noi come nakama, quando ci ascolta, quando lo abbracciamo o lui ci abbraccia ... anche quando, solamente, ci poggia una mano sulla spalla per rincuoraci o ci rimprovera in maniera buffa o pregna di quella innocente serietà...
Anche così, anche quando siamo, semplicemente, assieme, il sorriso nasce. Ed è tutto un distendersi ... nel sorriso che si allarga e ci cattura tutti ... nel suo corpicino che si flette sinuoso, mentre parla e si muove ... come ora, ora e qui in quello che è il suo secondo regno, la cucina. Si muove come se danzasse e parla, distribuisce ordini precisi e ti accompagna con la voce, ti guida sicuro.
È azzurro, l'azzuro più puro. Quello che dallo spazio la nostra Terra mostra all'Universo intero. Quello che ci ha donato il nome, poetico, di Pianeta Azzurro.

Il quinto è, poi, quello educato. Quello per cui è il più bravo del gruppo, perchè sa studiare le situazioni meglio degli altri e, anche quando la situazione vorrebbe da lui tutt'altra reazione, lui sorride, indisturbato, muove le labbra ed il suo viso si trasforma nella strana ma interessante maschera di bravo ragazzo. Non che il mio Shin ... cioè, Shin ... non sia un bravo ragazzo. Ma, a volte, la sua lingua punzecchiante un poco lo avvicina a Touma che non è esattamente un bravo ragazzo. Con questo non voglio dire che Tenku sia un cattivo ragazzo. Ma non è quel bravo ragazzo.
Però, anche così sa essere adorabile ... è un lato da adulto, se si vuole chiamare così... un lato maturo ... e la sua schiena di allunga dritta, le spalle prendono quel portamento un po' fiero che scaccia tutte le paure e le insicurezze. Così, Shin ... il mio Shin – o, accidenti ... sì, il mio ... perchè vorrei potesse essere ... mio... – si trasforma, anche così, in un essere meraviglioso.
Il sorriso è d'azzurro fiordaliso, quell'azzurro tenue, un po' pallido del mare che riflette il cielo rannuvolato in primavera.

Il sesto sorriso è buffo, ma a volte un po' malinconico. È il sorriso che gli compare quando si prende in giro: se succede che una pietanza che sta cucinando si bruci (e, ultimamente, capita piuttosto spesso ...) o che riservi una rispostaccia a Touma, dopo che lo ha punzecchiato a dovere ... allora, si scusa, adombrandosi, e poi tira fuori questo strano sorriso.
Prende in giro la sua distrazione, dicendo che non è un cuoco provetto come vorrebbe. E allora è buffo, sembra un bambino che, in cucina con la mamma, ce la mette tutta ma finisce per rovesciarsi la farina addosso. È dolce ed estremamente buffo. Mi viene voglia di coccolarlo.
Dopo la rispostaccia, invece, si adombra, abbassa lo sguardo e si scusa. Touma non tiene mai rancori – questa è una grande virtù – e allora alza le spalle, gli scompiglia i capelli e ridacchia, dicendo che è tutto a posto. Così Shin rialza lo sguardo e sorride quel sorriso ... ma c'è qualcosa di un po' doloroso, malinconico ... come se lui non riuscisse del tutto a perdonare se stesso.
Eppure nessuno di noi potrebbe non perdonarlo. Mai, in nessuna maniera.
Però il suo cuore è talmente grande che ... che torna sui suoi passi e rimugina e desiderebbe riparare il torto compiuto, anche se sa che non è possibile.
Shin, eppure dovresti saperlo... anche se le parole possono ferire ... l'amicizia, l'amore ... vanno oltre. Non sarebbero così speciali, non sarebbero così unici. Non credi?
A volte vorrei che quel sorriso celeste fosse solo buffo, davvero.

“Ne, Shu ...”.
La vocina di Shin mi riscuote dai miei pensieri e mi volto a guardarlo, mentre lui abbassa gli occhi sulle mie mani. Effettivamente sono diversi minuti che sto sbucciando la stessa carota.
“Ah, scusa Shin ... mi sono ... perso...”.
I suoi occhi verdi si rialzano su di me, ma mi sfuggono subito dopo, mentre le spalle si alzano e si riabbassano. Lo sento ridacchiare.
“Sembravi Touma quando si perde a guardare le stelle”.
“Io non sono come Touma” mi lamento scherzosamente, sto al gioco. Spero che continui a ridere con me ... spero che continui ad essere così, allegro, assieme a me. “Mi ero solo distratto ...”.
“E a cosa pensavi?”.
Si siede accanto a me, le braccia incrociate sul tavolo, il viso sprofondato in esse: vedo solo le sue ciocche rossicce e, oltre, quei due frammenti verdi che sembrano trapassarmi, intensi.
“A come si sorride”.
“Come si sorride? Come mai, Shu-kun?”.
“Beh, ecco ... una volta ho sentito che le persone hanno sette sorrisi ...”.
E se non vedo il tuo, ora che ti nascondi così, non so proprio a cosa pensare.
“E quali sono?”.
Inghiotto, nervosamente. Ma rispondo, in fondo non c'è niente di male. Non c'è niente in queste parole che possa svelargli ... qualcosa.
“Il sorriso di quando si ride davvero... il sorriso nervoso ... quello imbarazzato... quello di quando parliamo con gli amici ... quello educato ... quello di quando ci si prende in giro e...” torno con lo sguardo a quella carota che, finalmente, finisco di sbucciare. “Quello di quando si parla della persona amata”.
“Shu-kun, sei un tipo romantico ...”.
Trasalgo a quelle parole e ora, ancora di più, i miei occhi non riescono ad abbandonare il lavoro.
“N-no ... non è che... io ...”.
“E com'è l'ultimo? Quello di quando si parla di chi ami?”.
Mi irrigidisco e non riesco a non rubare uno sguardo su di lui. Non ha cambiato posizione, è ancora lì che, intento, mi osserva. Mando giù. I suoi occhi .. i suoi occhi sembrano blu, blu marino. Quello intenso ... quello profondo ... quello che io amo di più ...
“Credo sia ... speciale ...”.
E' il più bello, dev'esserlo.
“E poi ...” il volto di Shin abbandona la prigione delle sue braccia, si leva al di sopra, riesco a vedere le sue labbra chiaramente, socchiuse in un'espressione d'attesa, gli occhi che non vogliono abbandonare me ... e i miei stessi occhi. Sembrano quasi lucidi. “Poi cosa ancora, Shu-kun?”.
Si avvicina impercettibilmente a me e sento, lo percepisco chiaramente ... quello che ho nel cuore ... è sceso giù. Lo stomaco è in preda a grovigli insopportabili e, tra i grovigli, sente le delicate ma decise ali delle farfalle muoversi divertite ... divertite da cosa poi ...
“Poi ... credo ... che ...” cerco di fermarlo, ma quello è incontrollabile. Quel sentimento ... quell'amore. Il mio amore. Il mio Shin ...
E' già sui miei occhi. Li sento che pungono... li sento che vogliono liberarsi di quel tormento. Li sento.
“Credo ... sia ... la felicità ...” le mie stesse parole strozzate mi trapassano da parte a parte. La felicità ... la mia felicità ... la mia felicità è qui, davanti ai miei occhi. Ma è anche il mio tormento. Perchè non potrà mai essere una felicità completa, ma solo a metà.
Vedo il volto di Shin, vedo le sue labbra contrarsi, gli occhi sgranarsi, vedo la sua mano salire, verso di me. Verso di ... me?
Il mondo si veste di silenzio ora che le sue dita sfiorano le mie labbra: è un tocco leggero, delicato, speciale. Sento quel profumo di sapone farsi in strada in me... vedo quegli occhi incerti, instancabili, che cercano qualcosa sul mio viso.
Ma cosa?
“Shu-kun... io voglio la felicità. Tu ... la desideri, vero?”.
Il mio respiro si fa erratico, cerco di rispondergli, cerco di obbligare la mia lingua, le mie labbra a muoversi. Ma è inutile.
Inutile.
“Shu ...” sento il soffio del suo respiro sulla pelle, lo sento così vicino al mio cuore ... ed è così ... così vicino a me ... ora.
Perdonami Shin. Perdonami davvero.
Ci vuole così poco, davvero poco ...
Chiudo quella distanza, quel segmento di aria che ancora ci divide, e lo bacio.
Sento il calore della sua bocca, il sapore delle sue labbra prigioniere delle mie ... sento il suo respiro fermarsi, il brivido che lo percorre, fino a raggiungermi e a far rabbrividire anche me.
Sento che ogni controllo è perduto e le lacrime, fino a quel momento intrappolate nei miei occhi, mi bagnano e bagnano anche il nostro ... mio ... bacio.
Mi stacco, all'improvviso ... è tanto, è abbastanza ... è troppo, davvero. Non posso ... non oltre ...
“No ... Shu ...”.
Lo guardo, perchè non posso non farlo ... nonostante ciò che ho fatto, io ... non posso non guardarlo. Non posso ...
E lo guardo e vedo un sorriso nuovo.
Gli occhi sono luminosi, ma sono diversi dal solito ... c'è qualcosa in quelle iridi cangianti, qualcosa che non avevo mai visto. Sembra che la luce stessa si sia impossessata di loro, che sia penetrata, come ... oh, ecco... ecco cos'è ...
Il sole che trafigge il mare ...
E' questo il colore di questo nuovo sorriso, ma ... che sorriso è, questo?
“Stupido...” sussurra e li vedo quegli occhi pieni di sole che piangono lacrime di mare. “Stupido Shu che ci ha messo così tanto ...”.
Lo vedo scendere su di me e, stavolta, è il suo di bacio.
È ...è il nostro?
Shin?
È caldo, così caldo ... cos'è? Cos'è questo? È davvero ... ciò che penso?
“Abbracciami, Shu ...” lo sussurra a fior di labbra e io sussulto. Però, stavolta, devo rispondere.
“Shin ...”.
“Sì, Shu?”.le labbra, quelle calde, mi sorridono. E così tutto il suo viso. E così tutto il suo corpo che mi avvolge del suo calore.
Mi sento morire.
Mi sento rivivere.
“Shin io ... voglio la felicità”.
Sento le farfalle che si fermano, per un lungo attimo, in attesa.
“Allora ... la mia felicità sarà la tua ...” vedo le guance, leggermente gonfie, che si colorano di calore. È davvero così caldo tutto questo? “E la tua felicità sarà la mia ...?”.
Come può esserci una domanda, ora? Non lo vedi ... è qui ... è già ...
“La mia felicità è già tua. Lo è sempre stata”.
Abbraccio Shin. Le mie braccia lo stringono, sento il calore, sento la felicità, sento tutto.
Mi sento vivo, mi sento come se il mio cuore avesse appena iniziato a battere.
Perchè è così forte, perchè è così felice.
“... e la mia ti apparterrà... sempre...”.
Un mormorio e i due ragazzi persero se stessi in quelle parole e in quell'abbraccio fatto di calore e affetto, di amicizia e amore, di comprensione e fiducia.

Il settimo sorriso?
È quello più bello. È quello legato all'amore.
È quello che Shin mi rivolge ... quando gli dico 'ti amo', quando lo chiamo per nome, quando, semplicemente, gli prendo la mano fra le mie. E gli sorrido.
Lui dice che io ho lo stesso suo sorriso, ma non credo di essere così fortunato.
I sorrisi di Shin sono unici, nessuno potrà mai avere il suo sorriso.
E quest'ultimo sorriso, quello dell'amore, è quello dal colore più acceso, quello più intenso e vivo: quando il mare, dopo una tempesta, calma le proprie onde e si dona come specchio al cielo e alle nuvole che, solleticate dal sole alle loro spalle, lo lasciano penetrare, lontano e a fondo, là dove c'è stata la tempesta.
Ed è là che c'è il tesoro ... si nasconde nel luogo più inaccessibile, come tutti i tesori più preziosi e unici: oltre il blu cobalto, oltre la tempesta, oltre l'impenetrabile.
Il mio unico e irripetibile Shin.
  
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