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Autore: mycoXspica    30/05/2011    2 recensioni
[ATTENZIONE SPOILER!]
Quel piccolo gatto era stato il suo unico compagno per dieci lunghissimi anni e quella notte per uno stupido scherzo della sorte aveva perso anche lui...
One Shot partecipante al "the 100 prompt project";
[17° Argomento - Errori | Prompt: 81. Addio]
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Autore: mycoXspica;
Titolo: Goddbye, my old friend;
Tipologia: One Shot;
Fandom: Ghost Trick;
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Triste;
Rating: Giallo;
Pairing: Nessuno;
Avvertimenti: Missing Moments, One Shot, SPOILER!;
Note varie: Ambientata durante il capitolo 15 del gioco;
Prompt: 81. Addio;


The 100 Prompt Project


« Ci vediamo, incapace. »
E così, la sua vendetta era finalmente compiuta. Quel maledetto ispettore gli aveva dato parecchio filo da torcere, ma adesso che non era più tra i piedi avrebbe potuto raggiungere indisturbato il punto d’incontro prefissato col comandante Sith e barattare il frammento di Etros con una nuova vita.
Uscì dall’ufficio del custode della discarica; finalmente i suoi desideri sarebbero stati esauditi.
Il destino avrebbe smesso di giocargli brutti tiri.

Erano quasi le 3 del mattino, il sottomarino sarebbe giunto di lì a un’ora e il punto d’incontro non era molto lontano.
Raggiunta l’entrata della discarica, Yomiel raccolse da terra il corpo esanime di un micio dal pelo nero, stringendolo a sé.
Le labbra serrate in un’espressione indecifrabile anche a causa degli occhi nascosti dagli occhiali da sole a maschera.
Doveva fare un’ultima cosa prima di lasciare per sempre la nazione: quel piccolo gatto era stato il suo unico compagno per dieci lunghissimi anni e quella notte per uno stupido scherzo della sorte aveva perso anche lui, gli avrebbe garantito una degna sepoltura.
Era il minimo che potesse fare per lui...

Era come se ancora potesse sentire la sua presenza intorno a sé, quasi non riusciva a credere che anche Sissel l’avesse abbandonato.
Ancora una volta aveva causato la morte di una persona a lui cara. Per la seconda volta vedeva il mondo intorno a lui crollare inesorabilmente.
Dinanzi a lui si affacciava un’eternità di solitudine alla quale avrebbe preferito di gran lunga la morte.

Accarezzava ancora il pelo del suo gattino, senza realmente percepirlo tra le dita, quando raggiunse il luogo in cui gli avrebbe detto definitivamente addio.
Il parco Etros era avvolto nel buio quasi totale, solo pochi lampioni lo illuminavano a chiazze di una luce fioca e tremolante. In lontananza, in mezzo all’erba ogni tanto era possibile scorgere una lucina a intermittenza, segno che qualche lucciola stava girando tra i prati incolti.
Il silenzio della notte dominava l’intero luogo.

Yomiel percorse il parco lentamente, raggiungendo infine una pietra miliare posta ad indicare la presenza dello straordinario meteorite che dava il nome al luogo.
Il suo corpo era un semplice guscio incapace di provare alcun tipo di sensazione, ma quasi gli sembrò di avvertire il frammento nel suo corpo pulsare debolmente, come se avvertisse la vicinanza dell’asteroide da cui dieci anni prima si era separato.

L’uomo in rosso si fermò a pochi passi dalla voragine contrassegnata dalla pietra miliare, poco distante dalla fonte di luce di un lampione, e si guardò intorno: erano soli e con grande sorpresa dello stesso Yomiel, per la prima volta da quando aveva perso la vita, ne era grato.
Percepiva qualcos’altro nell’aria, una sensazione di inquietudine, ma si convinse che fosse solo il fatto di doversi separare da Sissel, stavolta per sempre.

Si inginocchiò sulla terra di cui ormai era abituato a non riconoscere più la temperatura; poggiò accanto a sé il corpicino del suo animaletto e prese a scavare con le mani una piccola fossa, proprio lì, dove 10 anni prima gli aveva teso una mano supplichevole.
Non poteva percepire il tocco delle proprie dita sulla terra, né il vento che, sibilando, gli accarezzava il volto come a dargli conforto per l’ennesima perdita subita; ma per ogni spostamento, la sua memoria ripercorreva uno dei tanti momenti vissuti col suo piccolo amico.

Quante cose avevano condiviso in dieci anni? Quante volte aveva sorriso ai vani tentativi del piccolo felino di fargli le fusa e quante altre volte lo aveva preso in giro quando tentava di morderlo o graffiarlo, senza che lui provasse niente di niente... non un graffio né un dolore... e tutte quelle stupide discussioni a senso unico le cui uniche risposte che poteva ottenere erano miagolii e facce strane.
In fondo, per quanto frustrante potessero essere stati quegli anni, sapere di avere sempre quell’animaletto tra i piedi era stato un sollievo anche per lui...
Mentre adesso, la consapevolezza che niente sarebbe più stato come prima gli pesava addosso come quel frammento non aveva mai fatto. Non era un dolore fisico, ma mentale. Era come se la sua Sissel, la ragazza che amava, fosse morta una seconda volta insieme a quel gatto...

Quando la buca fu abbastanza larga, Yomiel vi ripose al suo interno il corpo della bestiolina il cui collo era ancora avvolto nel foulard rosso che lui stesso gli aveva donato insieme al suo nome.
Non era possibile descrivere l’emozione distruttiva che Yomiel provò al momento di riempire nuovamente la fossa di terriccio, ma sicuramente, fu qualcosa di talmente intenso da togliergli il fiato.
Attraverso gli spessi occhiali scuri, per la prima volta da dieci anni, vedeva le sue mani tremare, si muovevano lentamente, infangate dalla consistenza del terreno.
Infine, quando la fossa fu di nuovo un tutt’uno con la superficie intorno ad essa, Yomiel si riscosse dal suo torpore frugandosi nella tasca dei pantaloni; ne estrasse una bustina bianca e rossa che ripose sulla tomba: parte del cibo che aveva portato per il lungo viaggio che avrebbe dovuto affrontare con Sissel.

« Addio, vecchio amico mio. » fu solo un sussurro, ma nel silenzio del parco, quel semplice saluto si espanse trainato dal vento.

Yomiel si alzò, sfregandosi le mani l’una con l’altra per scrollarne via la terra, senza mai distogliere lo sguardo dal letto di terriccio in cui Sissel riposava.
Si avvicinò la mano destra alla fronte e lo salutò con un cenno, come se potesse vederlo.
Indietreggiò di qualche passo, chiedendosi quando tempo fosse trascorso da quando aveva rimesso piede in quel parco, poi, a malincuore, si allontanò scrutando il cielo.

« Prenditi cura di lui, Sissel... »


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~ Angolino dell'Autrice}
E postai un'altra fanfic~
La mia prima fanfic su Ghost Trick. Questo gioco è meraviglioso, è... è... incredibile! Mi ha preso in una maniera folle, non volevo staccarmi più dall'emulatore del DS e alla fine ho pianto come una fontana! D:
Amo in modo incondizionato questa storia così intensa e non potevo non scriverci su qualcosa!
Avevo cominciato a scriverne un'altra "post-finale", ma poi mi sono bloccata e ieri l'ispirazione per questa nuova storia mi ha preso all'improvviso!
Scritta in un getto notturno, sperando che non contenga troppi errori...
Invito tutti a giocare a questo gioco magnifico e un grazie speciale a tutti coloro che leggeranno questa storia! :3

   
 
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