CANTAMI O MUSA
Cantami o Musa
Di color che l’ira del nume celeste scatenarono
Offendendone il nome, ma
Che l’amor che dimorava nei loro cuori
Li scampò dalla crudele morte e del terribile destino,
Perchè neanche Zeus nell’alto trono degli Dei
Può nulla contro il Fato che intreccia
I fili della vita umana
Ma egli signore di Dei e di uomini
China il viso al suo volere
Guai a voi o uomini che ne contrastate la volontà
Già imboccate una via dolorosa
Seguite l’esempio invece di quelli
Che al Destino vanno incontro
Grazia e mercè li accompagna
Note dell’autrice
Questa poesia-proemio è un’ offerta di ringraziamento agli dei [o.O] per avermi risparmiato dall’interrogazione di greco.
Liberamente ispirata ad Omero e ai lirici greci [Archiloco e Alcmane] e latini [Tibullo].