Fu un attimo.

Mentre stava interrogando una normalissima alunna sulle funzioni dei vari vasi sanguigni, Stein si sentì svenire. Ma si era reso conto che non era affatto svenuto, sentiva le urla della povera ragazza e degli alunni presenti in aula, ma per un minuto buono lui vide il nulla più totale. Si sentiva come se fosse in una stanza oscura, senza la più minima fonte di luce, ma si rendeva conto che il suo corpo si stava muovendo, e che nel farlo LUI STESSO provava piacere...

E poco dopo...

Aperti gli occhi, Stein si ritrovò di nuovo in aula e guardò gli alunni. Terrorizzati. Impiegò un po' di tempo a capire che cosa stesse succedendo, e quando guardò dietro di lui vide la ragazza, la povera alunna che era stata interrogata, nuda sulla cattedra, in una pozza di sangue, con lo stomaco aperto e le interiora che penzolavano verso il pavimento. Il camice di Stein era fradicio si sangue fino alle ginocchia, lui si guardò terrorizzato, e vide che teneva in mano il bisturi ancora bagnato di sangue. 

Si mise la mano libera nei capelli, osservò gli alunni che lo guardavano con terrore, e fuggì.

Aprì la porta con violenza, tanto di staccarla dai sostegni, e iniziò a correre nel corridoio. Passò davanti a centinaia di alunni che erano accorsi alle porte dopo aver sentito le urla degli alunni nella sua classe, ma non vi badò e continuo la sua folle corsa..

Passò davanti all'ennesima aula, quando di nuovo quella sensazione lo colpì. 

Buio, buio totale, di nuovo sentiva le sua braccia muoversi, e quando riuscì a vedere di nuovo, vide l'insegnante che lo guardava fisso, con gli occhi spalancati e il bisturi conficcato nel centro della fronte. 

Stein rimase bloccato, con il braccio ancora allungato per via del lancio, e fissava gli alunni dell'aula che lo osservavano impauruti, mentre alcune ragazze iniziavano ad urlare..

Quando finalmentè riusci a riprendersi, Stein si rimise a correre, uscì dalla scuola e si diresse verso casa. Il sudore cominciava a scendere dalle tempie del professore, piu per la paura che per la stanchezza della corsa.

Arrivato a casa si barricò dentro, chiuse tutte le porte e le finestre, bloccò tutte le entrate con vari mobili. 

«No..Non può essere successo davvero..Non ora..» Pensò Stein, prima di accasciarsi sul pavimento e di cadere in un sonno profondo.