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Autore: AllHailTheGlowCloud    31/05/2011    1 recensioni
"Fosse stato per lui, i Colorless avrebbero dovuto continuare ad esistere per sempre. Non sapeva perché, ma per qualche motivo, era sempre stato convinto che sarebbe morto prima lui dei Colorless. Invece i Colorless erano morti da più di cinque anni ormai. E lui? Quando era morto?"
Genere: Comico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Chap. 1 - Nostalgia.

Note d’apertura: voglio solo ricordare che i personaggi sono sempre quelli ò_ò Morivo dalla voglia di scrivere su di loro çwç Spero che sia di vostro gradimento, e soprattutto che capiate la storia…boh, io l’ho capita! °A° *grazie a sta cippa, l’ha scritta lei!* Ci si vede in fondo v.v

 

 

 

 

 

Improvvisamente fu proiettato in un turbine di ricordi, avvolto dall'eco ovattata di tante emozioni, una fiamma tremula si riaccese per un momento.

Ormai non era più una ferita che poteva fare male, ma era comunque rimasto il rimorso per una terribile cicatrice che avrebbe potuto evitare di procurarsi, rimpiangendo ogni giorno di non averlo fatto.

Natsu non sembrava essere cambiato affatto, ma osservandolo bene, i suoi 45 anni erano impressi sul suo volto sotto forma di qualche ruga d'espressione in più. Per il resto, soliti capelli lunghi, solito abbigliamento tipo-punk, solito sguardo distaccato, che conferiva un aria autoritaria, ma nel contempo era a suo modo rassicurante.

Cosa poteva dire di sé? 44 anni, commesso in un supermercato. Aveva da tempo dato l'addio al suo ciuffo biondo, senza il quale sembrava quasi irriconoscibile, a suo proprio parere, che dopo tutto quel tempo ancora non riusciva a vedersi senza. Erano passati circa...15 anni, diavolo, ne erano davvero 15! Da quindici anni non vedeva faccia a faccia il muso del suo amico.

Si rese conto di non essersi mai realmente reso conto di quanto gli fosse mancato, Natsu.

“...qui da un mese. Alla fine sono tornato!”

“La signora?”

 “A casa”

“Fa ancora la modella?”

“A quanto pare ha qualche ruga di troppo”

“Peccato, era nata per quel lavoro...”

“Eh già... ma l'ha presa bene.” entrambi si resero conto di star solo girando intorno al centro dell'interesse di Akira. Non che non gli interessasse di Aiko, ma c'era altro che gli premeva.

“Gli altri? Come se la passano?” lo chiese, finalmente. Stava per sapere. Fremeva e all'improvviso fu preso da una specie di paura, quasi avrebbe voluto rimangiarsi la domanda. Eppure voleva, doveva sapere. Rimase impassibile.

“Bene. L'ultima volta che li ho sentiti è stato poco prima del mio trasloco, per telefono.”

“Stanno...ancora insieme?”

“...Sì...”

“...sono contento” esitò a dirlo, ma non perché mentisse. Infondo, ormai non c'era più nessuno legame, nemmeno di rancore, con di loro. Sapere che dopo tutto quel tempo stessero davvero ancora insieme lo sollevava quasi, come se si rendesse conto che alla fine fosse andata meglio così.

Anche se quando Tsuu l'aveva lasciato non era assolutamente di questo parere.

Avrebbe voluto morire, e ci provò, anche. Se non fosse stato per Rangiku in quell'occasione, probabilmente ora non sarebbero stati lì a parlare.

Rangiku era l'unica della band con cui aveva tenuto i contatti. Erano già stati molto amici prima, ma forse a legarli ulteriormente fu proprio la sua presa di posizione di fronte alla “stronzata” commessa dal fratello dai capelli rossi, e alla sua immensa “stupidità ed egocentrismo senza paragoni”.

 

E' ovvio che ora Akira lascerà la band! Come puoi pretendere che riesca a vedere ogni giorno la tua faccia e sopportarlo? Sei proprio un egoista, Tsuu...”

Lo so benissimo questo! Però senza Akira...”

Avresti dovuto saperlo benissimo fin dall'inizio! E' ovvio che qualcuno qui deve lasciare la band...o la lascia Akira o la lasciate voi!”

Senza vocalist e senza batterista?”

Hai intenzione di cacciare lui, allora?”

NON...non voglio cacciarlo, sto solo dicendo che...”

 “Se se ne va lui me ne vado anche io!”

Senza entrambi i chitarristi?! Rangiku, non puoi fare questo alla band!”

Ne troverete altri”

Ran...”

 “No, Tsuu!”

 

Apprezzò moltissimo, anche se lui stesso era contrario alla decisione della chitarrista. Infatti fu sollevato quando Natsu, parlando con calma con lei, la convinse a non lasciare la band.

“Posso...posso farti una domanda?”

Natsu annuì.

“Perché...la band, perché i Colorless Avatar non esistono più?” un tonfo al cuore nel sentir uscire dalla propria bocca quelle parole che fino ad allora aveva sempre evitato di dire, come se volesse così esorcizzare la realtà, e fare finta che non fosse vero.

“Non era Mitsuo a dire sempre 'finché ci sarà anche uno solo di noi qui a suonare, i Colorless Avatar continueranno ad esistere'? Che ne è stata della sua determinazione? Possibile che non ci fosse più nessuno a suonare?” domandò facendosi sempre più coinvolgere dall'impeto di quella curiosità mista di amarezza.

 

Erano gli inizi. Erano giovani, la band era formata da poco, ma già c'era una tale empatia che sembrava si conoscessero da una vita intera. Eppure, si stavano lasciando prendere dallo sconforto, schiacciati dall'idea di non poter mai riuscire a sfondare.

Mitsuo la considerava già la sua famiglia, e non poteva permettere che si facessero di questi discorsi, senza contare che lavorare in un ambiente così pesante e deprimente non era per niente facile. Fu per questo, che all'ennesima lamentela insofferente di Tsuu, Mitsuo sbottò:

Volete andarvene? Volete andarvene davvero? Io resterò qui! Finché ci sarà anche solo uno di noi qui a suonare, i Colorless Avatar esisteranno! Quindi vi aspetto tutti qui domani, alle otto precise. Non un minuti di ritardo, intesi?!” e così dicendo uscì dalla sala prove come una furia, sbattendo la porta, lasciando tutti quanti ammutoliti. Fu la prima volta che Mitsuo tirò fuori se stesso in quel modo, ma non c'era da sorprendersi, per l'importanza che aveva per lui, che anche un tipo pacifico e timido come Mitsuo fosse capace anche di spostare le montagne, pur di giovare ai Colorless.

 

“Non è così semplice Akira...ah, sei rimasto come allora, vero?”

“Che intendi?”

“Un bambino. Lo eravamo tutti, beato te che hai avuto la fortuna di tirartene fuori in tempo”

Akira non capì subito a cosa stesse alludendo Natsu.

“Ci sono troppi fattori in gioco per potertelo spiegare bene. In primis, non potevamo accettare di cambiare. Ci facevano troppe pressioni, volevano farci diventare una banducola commerciale. Poi fin dal tuo abbandono, i rapporti tra di noi erano rimasti tesi, non credere. Se non altro, quelli tra fratelli. Alla fine, dopo le basse vendite dell'ultimo singolo, fummo costretti a prendere la decisione di...”

“Capisco.”

Anche se non era sicuro di capire veramente. Fosse stato per lui, i Colorless avrebbero dovuto continuare ad esistere per sempre. Non sapeva perché, ma per qualche motivo, era sempre stato convinto che sarebbe morto prima lui dei Colorless. Invece i Colorless erano morti da più di cinque anni ormai. E lui? Quando era morto?

Probabilmente, nel momento stesso in cui aveva deciso di abbandonare. Chissà -non era la prima volta che si ritrovava a pensarlo- che se avesse deciso di rimanere sarebbe riuscito a superare quella brutta situazione e le cose si sarebbero sistemate?

 

Akira...dobbiamo parlare”

Parlare?”

C'è una cosa che devo dirti.”

Non sapeva ancora cosa avrebbe detto, ma si rese conto, forse inconsciamente, di ciò che stava accadendo, e il suo cuore perse più di un battito.

Dimmi”

Akira...”

Parla, mi metti ansia così!”

So che non sarà facile e che è improvviso così, ma io non posso più resistere, devo dirti tutto. Non ce la faccio a mentire, sarebbe doloroso per me, e per te ancora di più.”

Tsuu, che cosa...”

Mi sono innamorato di un altro ragazzo.”

Desiderò potersi cavare gli occhi per vedere la scena dall'esterno e capire che si trattava solo di un brutto, bruttissimo incubo. L'unica cosa che fece invece fu continuare a fissarlo e boccheggiare.

Quando? Come? Perché? Troppe cose avrebbe voluto chiedergli, ma era paralizzato e non riusciva a parlare.

Ci stiamo lasciando?” domanda stupida, ma l'unica che riuscì a formulare. Anche se probabilmente lo stava chiedendo più a se stesso.

Mi dispiace Akira...” Akira era sempre stato tutto ciò che Tsuu aveva desiderato, eppure, ormai da tempo non poteva più nemmeno chiudere gli occhi mentre lo baciava, perché rischiava di vedere un volto che non era il suo. Fu rendendosi conto di questo che decise di lasciarlo.

Chi...chi è?”

Tsuu non rispose immediatamente. Sapeva quanto Akira avrebbe sofferto sentendo pronunciare quel nome, ma il minimo che poteva fare a quel punto era dirglielo.

Mitsuo”

Il suo ragazzo e il suo migliore amico?

 

Che fantastico cliché.

Ora, a distanza di tutti quegli anni, solo ora, riusciva a dirlo con tanta facilità e quasi ridere dell'ironia del destino.

 

 

  
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