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Autore: Flaine    31/05/2011    8 recensioni
Quando alzo la testa dal cuscino e il mio sguardo incrocia sul calendario quella data rischio di avere un collasso.
Già la scuola è piena di casini di suo, più questo particolare, non tutte le classi restano pacifiche come sempre.
Specialmente in una lunga giornata che presenta due occasioni per entrare in azione, mattina e pomeriggio.
...
Dedicata a tutti quelli che in un certo senso non sopportano quel giorno, e ogni tanto vorrebbero saltarlo o_o"
E se non odiate quel giorno... beh, ve la dedico lo stesso, giusto per spargere qualche sorriso :]
E' lunghetta, e non mi piace neanche tanto.
Ma comunque, spero che vi possa almeno suscitare una risatina ^^
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Axel/Shuuya, Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'Northern Fire'
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Pairing: Ahahahah xD Ma ve lo siete chiesti sul serio?
No, scherzo, ce ne sono vari, ma alla fine è sempre il solito.  [NOOOO!!! TTT^TTT ndLettori esasperati]

Timeline: Fra la terza serie e Inazuma Eleven Go. Axel ha fatto parte della Alius Academy, ma in questo caso dei Dark Emperors. 
E’ passato solo un anno, e sono tutti a scuola. In più, la data è un giorno che molti (sottoscritta compresa) detestano.
Quindi, la dedico proprio a tutti! Tutti quelli che rimarrebbero sottoterra in quel giorno, quel maledettissimo giorno… ora lo strappo dal calendario. u.u

Altro: l’ho staccata dalla raccolta (a mo’) perché è più che altro una dedica. Ed è anche lunga ^^"
Avverto che il linguaggio contiene qualche dettaglio non colloquiale… Ma che ci volete fare, c’è Gazelle, dopotutto! xD
Sì, è vista dagli occhi congelatori di Gazelle, questa vicenda…

 Kya, spero che ti piaccia!
E tutti quelli che odiano qual giorno, è dedicata anche a voi!
Vi voglio bene :]

________________________________­­­__
Che schifo.
Ho quattordici anni e dovrei essere una ragazzina spettegolante e andare in giro in gonnellina vestita tutta di rosa, specialmente oggi. E invece sono sì in gonna, maledetta divisa scolastica, ma è blu.
Dio, che orrore.
Stringo così forte lo stipite della porta che potrei spaccarlo.
Tutti fanno casino, come al solito, perché è finito l’orario mattutino, è l’una e quaranta, e dovremmo essere già tutti fuori a premere contro la porta del baretto pizzeria, e alle due e mezza di nuovo davanti a scuola.
Ma allora perché squittiscono tutti?!
E perché io stamattina non ho fatto finta di star male?!

Valentine’s Day, I hate you.

Sì, oggi è il quattordici febbraio.                          
E come se non bastasse, non riesco ad uscire dalla classe perché le mie compagne non si spostano dalla porta.
Ma io ho fame e voglio mangiare la pizza. Che faccio, sparo?
Si sono anche dimenticate tutte che oggi c’è una verifica. Storia dell’arte, di un’ora.
Poi c’è l’ora libera, e le più timide, o meglio fifone, avranno l’occasione di consegnare i cioccolatini ai loro principi in divisa e i loro fieri destrieri gli zaini.
Ha- ha, e io ho studiato. Non sono rimasta a preparare cioccolato tutto il pomeriggio.
Appunto, ho cucinato il cioccolato di sera, non di pomeriggio. Di pomeriggio ho sgobbato.
...
Dai, almeno sono stata originale. È per la maggior parte cioccolato bianco. E per una santa volta non è né in una (penosa) scatolina a cuore, né è a forma di cuore.
Andiamo, il club di calcio c’è anche qui! ... vi ho già dato troppi indizi.
...
Do un’occhiata fugace alla classe.
Che poi non si potrebbe neanche più chiamare classe.
Mark non ha abbordato nessuno, e ora palleggia noncurante in un angolo della stanza con Nathan, che ha già fatto il pieno.
Burn si fa figo, ma ha ricevuto solo un cioccolatino. Ed è pure mezzo sciolto.
Byron è izzato in un angolo della stanza perché ogni volta le ragazze
 1. Lo riempiono di cioccolatini vari e lui non deve ingrassare
 2. Gli mettono in disordine i capelli
 3. Se i suoi vestiti super-alla-moda si sporcano, altro che 2012 e balle varie. È finita.
I due americani sono sommersi da ragazze, specialmente Kruger, perché a Dylan puzza l’alito di fritto, Mc Donald’s e hamburger.
... è proprio americano.
David e Joe stanno amoreggiando in un angolo della stanza e ancora non ho capito come le ragazze innamorate di loro si siano riprese, alla cosa.
Ah, sì, ora ricordo.
Istinto yaoista. È terrificante. Ma passiamo a qualcun altro.
Jack, il vero hamburger, serve da torre per issare le ragazze e lanciarle addosso al loro amato. E ha qualche cioccolatino di ringraziamento.
O toh, è caduto Axel. L’hamburger-muro-di-roccia ha fatto strike con una ragazza.
E volano bigliettini, le ragazze sono tutte profumate, , anche io, ma non sembro un pupazzetto della Diddle con tutta quella cipria e l’ombretto e le ciglia sbattute mille volte al secondo.
Si sentono nell’aria Ti amo tanto, sei bellissimo!, te li ho cucinati io…, fanno schifo, grazie mille, e altre palle varie.
...

Patetico.
...
Ok, seriamente, devo andare a mangiare.
Mi giro la sciarpa attorno al collo, e mi metto le cuffie, appoggiando sopra il paraorecchie.
Sento qualcuno correre via. Decido di seguire quella via, magari mi si allarga la strada.
Ma niente.
San Valentino è proprio il mio giorno sfigato.
Con vari spintoni, trattenendo il repiro e neanche una scusa mi catapulto fuori dall’aula.
Riprendo a respirare. Saluto una prof e finalmente esco da quell’inferno pullulante di scoiattolini con la coda pettinata e profumata.

Ma fatemi il piacere.

Attraverso la strada velocemente, sperando di trovare qualche amico in pizzeria.
Faccio ballare lo sguardo in giro e...
Fuyuka, Susette, Bobby, Eric, Silvia, Blaze, Jude...
No, non c’è nessuno.
Aspetta.
BLAZE?!
"Ma tu non eri stato abbattuto dalla ragazza volante sopra Wallside?"
Mi avvicino a lui, che mi volge uno sguardo piuttosto divertito.
"Dì la verità," inizia, avvicinando la punta del naso al mio "ci hai sperato."
Blocco immediatamente il sangue che affluisce alle guance. Non so come faccio, ma ci riesco. Indietreggio, con un’espressione sdegnata. E non so neanche come ha fatto.
"Sì, ci ho sperato. E anche molto."

Quel ragazzo.
...
Sì, è lui. Non lo sapeva nessuno, tranne ovviamente la sottoscritta e Xavier (che capisce sempre tutto), ma era lui.
Che dire, alla Alius, nonostante lui fosse dei Dark Emperors, ci incorciavamo spesso.

Troppo spesso. Parlavamo, più che altro discutevamo, se sui capelli o sulle divise (quelle loro tutine gaie erano davvero oscene). E una volta sola abbiamo dormito nella stessa stanza, colpa gita organizzata dalla Alius.
Perché ogni tanto ci si divertiva anche lì, dai.
Ma non potevo incrociare Dragonfly al posto suo?!
...
Oh Dio, questo era un augurio davvero pessimo.
Intanto Susette sbraita ai quattro venti, perché adesso Silvia sta con Eric.
Un’altra storia d’amore andata per il verso giusto.

Solo un fottuto colpo di culo.
Inizia così: amore ricambiato, imbarazzati, paurosi di come poteva andare a finire, e si conclude sempre bene. Peggio di una favola.
Finalmente riesco ad ordinare la pizza. Libera dalla coda, vado a sedermi su uno sgabello a caso. Sono in mezzo a due persone. Alla mia destra, Bobby. Massì, dai, era simpatico.
Alla mia sinistra...
Sbatto la testa sul tavolo. Sì, confermo, San Valentino è davvero il mio giorno sfigato.
Blaze. Il... il vulcano. Proprio lui.
Urlano il nome della mia pizza al bancone. Che tu sia benedetto, cameriere pelato!
Se l’avesse visto Byron, si sarebbe di certo voltato per l’orrore.

No hair, no life.
Sì, certo, come no, parlava lui, dai capelli perfetti e senza un nodo, ma vogliamo mettere i miei? Non dico altro.
Prendo la pizza e guardo se c’è un altro posto, ma se lo cambio perdo la Coca.
Sarei anche disposta. Ma purtroppo, visto che voglio mettere comodo il mio posteriore e non ci sono altri sgabelli liberi, mi tocca sedermi e mangiare.
Sto zitta per tutto il tempo, tranne quando finisco di mangiare, dopo alcuni e prima di altri. E chi c’è nel gruppo di quelli che ha finito? Lui. Cristo.
"Allora, quante leccornie hai ricevuto?" inizio io.
"Tante, ma le ho regalate tutte."
"Hai paura di ingrassare?" provocare un po’ mi divertiva, in qualunque occasione.
"Dubito che io possa ingrassare. Tu piuttosto sei già pronta per la prova costume?"
Ragazzi, che discorsi. In febbraio, con la neve. Ma dubito che lo dica casualmente, alla fine riesce sempre a dominare la conversazione.
"Sei davvero un caso perso, Blaze." Quando la gente mi fa irritare, rispondo sempre chiamandoli per cognome. Sembra dare un fastidio assurdo. In più lui sa che faccio così quando sono irritata, e sapere che lo sono non fa altro che renderlo più contento.
Con mia sorpresa, e sollievo, ridacchia, si alza e se ne va.
...

Ma io sono riuscita ad infilargli il cioccolato nella tasca.
...
E non riesco a restare un minuto di più fra Susette che urla, Dylan che ha un alito a dir poco agghiacciante, Jude che a quanto pare si è tolto gli occhialini e sua sorella è morta per lo scandalo e Harley che prende a braccetto tutti con il suo Fratella!.
Ma resisto, infatti sono una delle ultime a uscire dal bar.

Ad occhio e croce dovrei trovarlo sommerso di ragazze e quindi irraggiungibile.
Corro verso scuola e, tempismo perfetto, suona la campana.
"Oggi c’è la verifica di storia dell’arte su tutto il primo quadrimestre!" urlo, e in pochi secondi tutte le ragazze passano da urletti e squitti a vere esclamazioni di terrore.
...

La verifica era una cazzata. E io che ho sgobbato tutto il pomeriggio.
Le altre ragazze parlano di Oh, tu nella quarta che hai messo?, Non lo so, non l’ho fatta neanche io., Prendo un votaccio!.
Insomma, una più idiota dell’altra.
Finalmente l’ora libera, e per fortuna io so già dove andare.
Ficco tutta la roba nella borsa, la lascio inerte sul banco e corro giù dalle scale, saluto qualche bidella e finalmente arrivo .
La sala di musica. È una delle sale più belle della scuola. Ha i pavimenti a scacchi neri e bianchi e le pareti nere, con finestre ad arco incorniciate da tende bianche.
È immensa.
E dagli armadi traboccano piatti, flauti dolci o traverso, archi, accordatori e bacchette.
Ma la cosa più bella è al centro della stanza.
Un pianoforte. Semplice, nero, nulla di speciale, ma carico di tanti miei ricordi che deve per forza essere bello.
...
Sì, c’entra lui.
Io non ho mai saputo suonare il pianoforte.
Finchè non ho sentito suonare qualcuno, passando per il chiostro della scuola.
Mi ricordo che sono stata ferma di fianco alla porta fino alla fine del brano.
È uscito Axel, e mi ha vista con un espressione... non so esattamente che espressione, fatto sta che mi ha trascinata in stanza e mi ha insegnato lentamente a suonare. 
Ogni giorno.
Solo che ora il problema è che non mi ricordo un accidente, e non voglio abbandonare il pianoforte. Il primo brano completo che ho suonato si chiamava Selenic Soul. È triste, ma almeno non è né emo né patetico.
Ecco, appunto, ho trovato qualcosa di poco patetico da fare a San Valentino.
Muovo un passo verso l’interno della stanza, ma mi blocco quando ne sento altri dietro di me. Non faccio in tempo a girarmi che qualcuno mi abbraccia da dietro.

Caldo.

Non riesco, stavolta, dannazione, a non arrossire. Straluno gli occhi, e tento di strapparmelo di dosso.

Ok, forse quella patetica ora sono io.
"A-axel, che accidenti vuoi?!"
Wow, in qualche modo sono riuscita a parlare. ... Cavoli, dovevo chiamarlo per cognome.
Lui non molla. E la cosa, stranamente, mi rincuora.
"Ero sicuro di trovarti qui."
Lo diceva spesso.
Hei, un momento. Il suo alito sapeva di... cioccolato. Oh boia. Cioccolato bianco.
"Era buono. E è anche bella la trovata della forma di pallone da calcio."
"Buono?"
Essere sicuri non guasta mai. Finalmente mi molla, e riesco a girarmi.
Ma mi perdo nei suoi occhi. Guarda caso, color cioccolato. Capita sempre nei momenti meno opportuni che io mi incanti.
E non capita mica spesso.
Inarca un sopracciglio. "Sì, piuttosto buono."
Allora ha deciso di farmi uscire dai gangheri. Va bene, sfida accettata.
"Dubito che tu sappia fare di meglio."
"Sei curiosa di quanto fossero buoni?"
"Che c’entra?"
"C’entra eccome."
"Ah beh, naturalmente, se lo dici tu."
"Allora, sei curiosa?"
Riesce a farmi esitare. Un’altra cosa che riesce a combinare solo lui. 
Io non devo, non posso esitare, proprio con lui, che si diverte pure!
... ma devo ammettere che un suo giudizio mi interessa.
Almeno in scala. Oltre a se era buono, ora mi interessa anche quanto.
"Solo un pochino."
"Come no." finita la frase, appoggia le sue labbra alle mie.

Questo non l’avevo previsto. Bravo Blaze.
Un brivido mi attenaglia lo stomaco, e basta, sono ufficialmente fuori da questo mondo.

Ha la lingua calda. Sa di cioccolato, bianco e alla menta. E ha ragione. È buono.
O è lui che ha un buon sapore, o sono io che sono davvero un genio in cucina.
...
Opto per la seconda.
...
Un momento. Mi sta baciando! A San Valentino è permesso un bacio, è vero...
Ma cavoli, con me no!
Si stacca. Sorride. E mi fa ingoiare con quel gesto una serie di insulti.

Diamine.
Riesco solo ad abbassare lo sguardo. Non capisco veramente più nulla.
Sento le sue dita accarezzarmi la guancia.
"È tanto che non suoniamo."
Evidentemente non riesco a non sorridere, perché anche il suo si allarga. Mi porta in stanza, e apre il libro a una pagina... leggo Selenic Soul.
"Questa roba non me la ricordo."
Borbotto. Lui appoggia le mani sulle mie, e mi guida fino a quando non vanno da sole.
Suoniamo, e non finiamo più. Di sicuro l’ora libera la passerò qui, finchè il mio sedere non prenderà la forma della sedia. E finchè vorrò che queste note risuonino nell’aula.
...

San Valentino è il mio giorno fortunato.

______________________________
Nda:
Neh, mi ci è voluto un sacco! D:
Ma il risultato finale… massì, devo dire che tutto sommato mi fa schifo. TT^TT 
È lunga, e non mi piace neanche! Uffaaaaa… Haha, sarà l’effetto di San Valentino! xD 
Lo so che è maggio, che io ho gli esami e che a maggio non si scrive su San Valentino. Ma che ci volete fare, avevo voglia! xD
Comunque, mi sono accorta davvero da poco che gli occhi di Axel non sono neri. Sono color cioccolato! *w* Io amo il cioccolato.
Ah, già. Vi prego, ascoltate Selenic Soul. Io la trovo bellissima...
Come ho già accennato, la dedico proprio a tutti, tutti quelli che odiano San Valentino.
Ma io vi voglio davvero bene. Davvero. Grazie di tutto, a tutti!
Vi mando un cioccolatino virtuale, bianco, al latte, come vi piace di più,  sperando che vi illumini un po’ di più la giornata!
Bacioni,

Cha;

  
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