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Autore: past_zonk    01/06/2011    9 recensioni
Sono tornata dopo molto tempo, per una BellDom. Spero mi vogliate ancora bene, ragassuole mie. 'Ci sono le coppie storiche, belle da morire. Ci sono i ragazzini annoiati che si “amano” dopo una settimana. Amori che sbocciano all’improvviso. Ci sono i fidanzatini possessivi che si incatenano l’un l’altro fino ad odiarsi. Gli amanti teneri e sognatori. E poi ci siamo noi. Dove, di preciso, non si sa. (The Haunted)'
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una BellDom perché, dopo tanti viaggi in mille altre direzioni, si fa sempre ritorno a quella casa che t’ha accolto con calore.

Inutile dirlo, ringrazio quei due per darmi da scrivere.

 

 

Amour.

 

E poi a un tratto l'amore scoppiò dappertutto. (Fabrizio De André)

 

 

Ho come la strana sensazione che se mi tagliassero a pezzetti, ora, dal mio corpo ne fuoriuscirebbero coriandoli, tanti coriandoli di carta quante tutte le parole che m’hai gettato contro.

Quante tutte le volte in cui m’hai sorriso, in cui hai acceso una fiaccola, di quelle per le processioni del sabato, nel mio interno di latta.

M’hai fatto vedere quanto son bello, m’hai mostrato le mie stesse paure riflesse nello specchio.

Non sono riuscito a cambiarti, ma tu, tu sì, m’hai cambiato.

M’hai assassinato e ricreato. Sento di esser felice, rinato da una tua costola;

non c’è atto più totale, non c’è atto più totale come l’amore.

 

Ci sono le coppie storiche, belle da morire.

Ci sono i ragazzini annoiati che si “amano” dopo una settimana. Amori che sbocciano all’improvviso. Ci sono i fidanzatini possessivi che si incatenano l’un l’altro fino ad odiarsi. Gli amanti teneri e sognatori. E poi ci siamo noi. Dove, di preciso, non si sa.  (The Haunted)

 

 

Erano anche solo parole, fra noi, e bastava…te lo giuro.

Bastava anche solo ascoltarti parlare d’un destino incerto che avrebbe potuto formare un ‘noi’.

Era bellissimo vaneggiare in camere d’hotel e pensare di potercela fare, noi, in questo mondo; noi che non siamo stati creati per star bene, lo dicevi sempre.

Era così bello poter possederti fra quelle lenzuola secche d’asciugatrice, era così bello sentirti urlare al limite dell’amplesso.

Non parlerò del presente, perché lo sanno anche i fiori che ormai vivo nel passato.

 

 

 Stanotte è facile farsi scavare da un nome.

Sarà la grappa, ma stanotte basta il suo nome a farmi piangere.  (M. Mazzantini)

 

 

Anche ora mi ami.

È strano dirlo così, come fosse una verità vanesia, l’amore (dopotutto lo è, sai? L’ho imparato vivendoti).

Mi ami ancora, dici. Mi porti sotto un lampione e fai come se fosse domenica e come se fossimo a Teignmouth.

Alzi un po’ il collo lasciando cadere qualche ciocca di capelli blu via dagli occhi, li chiudi quegli occhi, tendi le labbra come braccia verso di me e mi baci.

Non è un bacio forte, il tuo; tutti se lo aspetterebbero impetuoso come il tuo muoverti sul palco o strascicato come la tua voce nelle canzoni d’Origin. No, il tuo bacio è tutt’altra cosa, forse ignota alla maggior parte dell’umanità. Tutti dovrebbero provare un tuo bacio, dico sul serio.

È come se fosse un mutuo eterno al batticuore, sono le tue labbra che battono. Come se il cuore ti salisse davvero in gola, Matthew!

Un tuo bacio è un mischiare di odori e frasi lette sul frigo di mattina, quelle che lasci prima di uscire. “There’s a cup of tea on the table, it’s rose tea”.

Dovresti provare un tuo bacio.

 

Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio.

Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte  di qualsiasi felicità. - A. Baricco.

 

 

Sei accanto a me, adesso.

Hai questo groviglio di blu acceso negli occhi, nelle labbra hai la stessa furia delle auto che attraversano l’autostrada.

La tua bocca sovrasta la mia. La tua lingua è attenta a percorrere l’asfalto di questo circuito che è la mia, di bocca.

Ho freddo, siamo sul balcone del quinto piano d’un hotel. Adoro il tour, sei tutto mio durante i tour.

Se ora venisse qualcuno a dirmi ‘stai sbagliando, lo sai? Starai male’ non potrei farci più nulla, perché son caduto, perso in te.

Ti sorrido, tiro su col naso.

Mi prendi le mani, Matthew James Bellamy, mi prendi le mani con la malinconia che hai nel fare tutte le cose.

Mi prendi le mani e le guidi sotto il tuo maglione di lana.

Tremi quando le mie falangi gelide ti sfiorano l’addome e sorridi come se sapessi d’avere la stessa bellezza della venere di Milo, per me.

Ebbene, mi riscaldo le mani sotto il tuo caldo nido d’amore.

Mi riscaldo le mani in te e penso che non vivrò mai un momento tanto felice.

Vedo le nuvole nere di buio coprire la luna, vedo gli alberi ossigenarsi avidi; vedo i tuoi occhi dilatarsi al buio e i tuoi drammi cadere giù, sbattendo sulla ringhiera e disintegrandosi al suolo. Vedo la tua voce ballare per me sulla tua ugola ed odo…odo vagamente la melodia serpentina che lascia al mio cuore il permesso di baciare il tuo.

Ti amo, Matthew, e la più aspra delle delusioni non potrebbe cambiare i miei sentimenti.

Cucirò le tue ferite con lo spago dei miei capelli, riempirò i tuoi vuoti col cibo della mia anima, verserò in te la mia felicità iniettandotela sottovena.

   
 
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