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Autore: Tynuccia    01/06/2011    2 recensioni
[Gundam SEED]Dearka lo guardò, leggermente intimorito dalla mancanza di volume nelle sue parole, e indugiò sulla cicatrice che gli attraversava l’altrimenti perfetto viso.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Responsabilità

 

*

 

 Dearka accavallò le gambe e si rilassò contro lo schienale della sedia mentre Yzak, in piedi dietro di lui con le braccia incrociate sul petto, continuava a mormorare, rabbioso, quanto incompetenti fossero quelli della base terrestre di ZAFT.

 “Insomma, quanto cazzo ci vuole per aprire un dannatissimo canale video?!” sbottò, lanciando occhiate di fuoco agli operatori situati in fondo alla stanza, alla loro sinistra.

 “Sei così smanioso di vedere il Comandante?” lo prese in giro Dearka, sbirciando in sua direzione. “O di ricevere un rimprovero, è lo stesso data la nostra situazione.”

 “Merda!” esclamò l’albino, piccato. “Non solo non sono riuscito a uccidere quell’idiota, ma ora siamo anche bloccati su questo stupido pianeta… Le cose non potrebbero andare peggio!”

 “Mai dire così,” gli disse il giovane seduto, con un ghigno saputello. “Perché poi, sicuro come il mio innegabile charme, la situazione diventa ancora più incasinata.”

 “Stai zitto una buona volta!” Yzak si sporse per dargli un pugno, ma un Verde urlò loro che la comunicazione con la loro nave, ancora nello spazio, stava per essere aperta. Si raddrizzò e si lisciò l’uniforme, proprio mentre il viso mascherato di La Kleuze compariva nello schermo di fronte a loro.

 “Sono felice di sapere che siete giunti sani e salvi a Gibilterra,” disse. “Ve la siete cavata egregiamente durante la battaglia.”

 Dearka ghignò ancora, ma sprezzante e consapevole. “Anche se stavamo quasi per rimetterci le penne…”

 “Sfortunatamente… Non siamo riusciti a distruggere né il Bipede, né lo Strike,” continuò l’uomo biondo, con una serietà e fermezza invidiabili. “Anche se non faceva parte del piano originale, forse il fatto che voi due siate finiti sulla Terra potrebbe rivelarsi una fortuna: penso che il Bipede sarà l’obiettivo delle Forze d’Occupazione, da adesso in poi. Voglio che rimaniate alla Base di Gibilterra, per adesso, e li assistiate nell’inseguimento di quella nave.” Fece una pausa e voltò il viso, finora rimasto girato alla sua sinistra, per guardarli ed esibire un sorrisetto malvagio. “Inutile dirvi che, se dovesse capitarvi l’occasione, potrete procedere e distruggere l’Archangel.”

 Pronunciate queste ultime parole, la comunicazione s’interruppe e sullo schermo comparì una proiezione tridimensionale di una porzione di terra che non conoscevano.

 “Ci sta dicendo di non tornare nello spazio?” ragionò Dearka, alzando la mano destra, abbastanza rassegnato, come suo solito, agli ordini del loro biondo superiore. Fece un mezzo giro con la sedia, guardando il suo compagno di squadra. “Vuole che strisciamo in giro per la Terra insieme alle Forze d’Occupazione, cercando quel Bipede?” Corrucciò la fronte, notando l’espressione truce sul viso dell’interlocutore, che rimase immobile per qualche secondo e poi si portò le mani dietro il capo, iniziando a slacciarsi le bende che ancora gli fasciavano metà volto. Dearka scattò in piedi, stringendo il pugno. “Ehi, Yzak!”

 Se ne avremo l’occasione?” cominciò a dire, labbra ed occhi che tremavano dalla rabbia. “Io lo distruggerò! La prossima volta, di sicuro! Sarò solo io a farlo!”

 Dearka lo guardò, leggermente intimorito dalla mancanza di volume nelle sue parole, e indugiò sulla cicatrice che gli attraversava l’altrimenti perfetto viso. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, anche se non sapeva bene come avrebbe dovuto comportarsi, però un Verde li raggiunse, scattando sull’attenti.

 “Elthman, Joule,” disse, reverenziale a suo modo. “C’è una comunicazione per Joule su di un canale privato. Può riceverla dalla sua stanza senza problemi.”

 “Hmph,” sbuffò l’albino, non prendendosi neppure la briga di salutare l’operatore o il suo abbronzato compagno di squadra. Semplicemente si precipitò, con la calma che doveva ostentare, in camera sua. Lasciò cadere le bende sul materasso e si sedette alla scrivania, certo che il Comandante La Kleuze voleva parlargli a quattr’occhi; o del disastro combinato nello spazio, quando aveva sparato ad uno shuttle di civili; o incaricarlo di fare qualcosa della massima importanza – cosa che mai avrebbe chiesto a quello scanzonato coglione che era Dearka –. Fu, dunque, oltre ogni limite il suo stupore nel momento in cui, connessosi alla rete, si ritrovò di fronte il viso furibondo di Shiho Hahnenfuss, appoggiata al tavolo con entrambe le mani, saldamente ancorate ad esso. Prima che potesse dire qualsiasi cosa, la sua promessa sposa sbattè i suoi piccoli, delicati arti bianchi sulla superficie metallica con una vena che le pulsava in fronte.

 “BRUTTO IDIOTA!” urlò, fuori di sé. “Cosa diavolo ci fai a Gibilterra?!”

 Yzak sbattè le palpebre un paio di volte, prima di scuotere il capo ed i pensieri dalla sua mente: l’ultimo ricordo della sua dolce e serafica fidanzata era legato ad un paio di notti prima e lei, ancora sdraiata nel suo letto, che si raccomandava di prevalere sullo Strike anche per lei. Non era riuscito a farlo, per l’ennesima volta, e la sensazione di averla in qualche modo delusa gli fece venir voglia di dare ripetute testate al muro. “Una gita! Cosa cazzo vuoi che ci faccia su questo insulso pianeta?! Lo sai meglio di me, stupida!” urlò comunque, tramutando la frustrazione in rabbia, una cosa che gli riusciva decisamente bene.

 Stupida!?” lo rimbeccò, sedendosi sulla sedia ed accavallando le gambe. Lo guardò deglutire pesantemente ed incrociò le braccia sotto al seno, sospirando. “Yzak Joule, sei proprio l’unico uomo capace di passare dalla padella alla brace in quanto? Due secondi?”

 “Posso dire quel diamine che voglio!” s’intestardì l’albino, dimenticandosi che aveva torto marcio e che quella giovane donna aveva anche uno straordinario potere su di lui. Un po’ come sua madre. “Ti ricordo che il Comandante mi ha nominato tuo superiore provvisorio!”

 “Bene, allora io le ricordo che posso annullare il nostro fidanzamento in ogni momento, signore,” disse Shiho, cocciuta a sua volta. Seguì un piccolo silenzio, riempito solo dal respiro pesante del ragazzo. Lei si rilassò contro lo schienale e si slacciò la giacca, stancamente. “Non m’interessa dello Strike; sono solo in pensiero per te, possibile che non riesci a capirlo?”

 Yzak alzò di scatto lo sguardo e la vide con la testa inclinata verso il basso, la frangia che le copriva gli occhi. “È una guerra, è normale avere certi sentimenti.”

 “Se solo…” Fece una pausa e tirò su con il naso, odiandosi per essersi commossa in quel particolare frangente. Passò il dorso della mano sul volto, asciugandosi alla svelta, e tornò a fronteggiare il suo innamorato. “Se solo tu non fossi così avventato, Yzak, io mi sentirei più tranquilla, ma so anche che è impossibile farti acquisire un minimo di autocontrollo.”

 “Allora perché sprechiamo così il nostro tempo?” chiese l’altro, distogliendo la vista. “Odio litigare con te e lo sai bene.”

 Un sorriso le increspò le labbra, e ben presto si tramutò in una risata. “Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere pronunciata da te,” spiegò, notando la sua espressione confusa. “Torna presto,” si limitò a dire poi, sfiorando lo schermo con le sue dita lunghe. “Mi manchi.”

 “T-Taci!” borbottò Yzak, avvampando rapidamente. Esalò un sospiro e la guardò, per poi fare lo stesso e toccare il computer, come se avvesse potuto davvero afferrare la sua bella mano. “Sono tempi difficili, mi dispiace.”

 Shiho scosse il capo e chiuse le dita a pugno. “Faremo entrambi del nostro meglio… Tu immagina solo Lady Ezalia furibonda, in caso il matrimonio non si potesse fare. Suppongo che una visione del genere possa farti dare il massimo, se non di più.”

 Yzak rabbrividì a quel pensiero, sapendo perfettamente che minaccia fosse sua madre, se arrabbiata. “Shiho…”

 “Quella cicatrice,” disse ancora la giovane, allontanandosi. “Ti dà, finalmente, un’aria estremamente virile. Mi piace.”

 “Fino a quando non avrò distrutto lo Str-” Yzak si fermò e scattò in piedi, livido di rabbia. “Stai dicendo che prima non avevo un’aria virile?!”

 “Ora devo proprio scappare,” finse di rammaricarsi lei, inviandogli un bacio con la mano. “Ci sentiamo presto tesoro mio, ciao ciao!”

 L’albino non fece in tempo a replicare che lo schermo divenne nuovamente nero. Sbuffò scocciato, non capacitandosi di come, nonostante tutto, non riuscisse a non amare quella cretina di Shiho Hahnenfuss.

 

 

 

Oddio. Altra cosa scritta secoli fa, non ricordo da che puntata ho preso il discorso con lo stronzone mascherato. Whatever, è quella in cui Dearka e Yzak rimangono bloccati sulla Terra (ma va’?♥). E basta, non ho altro da aggiungere XD.

  
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