CAPITOLO III
Immediatamente la figura di
Claudine scomparve alle
mie spalle e io ero di nuovo davanti la lapide della nonna. Mi fermai
un
attimo, come per salutarla, poi iniziai a camminare verso casa.
Rimasi scioccata
nel
vedere che il vialetto era stato risistemato e il portico ridipinto.
Chi poteva
averlo fatto? Forse Jason? Ne dubitavo… Beh, ci avrei
pensato il giorno
successivo. In quel momento desideravo solo fare una doccia, buttarmi a
capofitto nel mio letto e dormire, dormire, dormire. Non ero mai stata
così
felice di essere a casa!
Salii al piano di
sopra e subito entrai nella mia camera, saltando d’istinto
nel mio letto.
Affondai la testa nel cuscino senza nemmeno guardarmi intorno.
C’era qualcosa
di strano nell’aria. Un odore, per essere precisi: mi parve
di riconoscere del
cioccolato fondente, del peperoncino, forse…e
qualcos’altro che non riuscivo a
riconoscere… Che strano! Era così familiare!
Eppure non riuscivo a ricordare…
Chissà per quanto tempo ero stata via? A me erano sembrate
poche ore ma a
quanto pare il tempo scorreva in modo indiscutibilmente diverso a Fae.
Decisi
che ci avrei pensato più tardi, avevo così
bisogno di un bagno rilassante!
Rimasi a lungo
immersa
nella vasca, cercando di non pensare alle parole di
Claudine… Non potevo essere
io l’Ultima Erede… si erano sicuramente
sbagliati… e poi cosa avrei dovuto
fare? Tornare con Bill? Il solo pensiero mi causava il voltastomaco.
Mi asciugai alla
meno
peggio con un asciugamano fucsia, lo avvolsi intorno al mio corpo ed
entrai nella
mia camera da letto.
All’improvviso, davanti a me apparve Eric Northman. Indossava una semplice maglia nera, con lo scollo a V che permetteva di intravedere le clavicole, e dei jeans, anche questi neri. I suoi capelli erano più corti rispetto all’ultima volta che lo avevo visto, sul portico di casa mia. Per me era come se tutto fosse successo solo poche ore prima…
- E’ un
altro dei miei
stupidi sogni? – dissi genuinamente, senza riflettere.
- Non è
affatto un
sogno. – rispose lui, guardandomi con quello sguardo famelico
che credevo
avrebbe potuto disintegrarmi da un momento all’altro. Ci
mancava solo lui! Come
se la mia giornata non fosse stata abbastanza complicata!
- Cosa vuoi da me?-
replicai un istante dopo.
- Tutto!
– aggiunse
lui continuando a squadrarmi dalla testa ai piedi.
- Oh,
bene… - dissi
ironicamente – Ti dispiacerebbe spiegarmi che diavolo ci fai
in casa mia? -
- Ti ho sentita
arrivare attraverso il blood bond. Dove sei stata per tutto questo
tempo? –
- Non credo siano
affari tuoi. Ora per piacere potresti uscire e lasciarmi in pace?
– protestai
avvicinandomi all’armadio.
Lo aprii di
scatto e rimasi esterrefatta quando mi accorsi che nessuno dei miei
abiti era
li dentro.
- Ma
che…dove diavolo
sono i miei vestiti? - L’armadio era pieno zeppo di completi
da uomo, jeans,
maglie e…canotte nere.
– Eric!
Che cazzo ci
fanno i tuoi vestiti dentro il mio armadio? – urlai infuriata
voltandomi a
guardarlo. Lui continuava a fissarmi come se fossi stata
l’equivalente umano di
una sacher torte…gli mancava letteralmente solo la bava alla
bocca. Poi
sussurrò: - Il tuo…odore
è…è incredibile! – sembrava
quasi non riuscisse a
trattenersi. I suoi canini affilati scesero in un movimento lento ed
impercettibile ma potevo sentire in maniera palpabile la sua sete di
sangue.
- Eric? –
- Sookie dove sei
stata? Il tuo…odore è così forte,
soffocante…irresistibile. –
Iniziavo seriamente
a
preoccuparmi quando lui, come se avesse intuito la mia inquietudine,
aggiunse:
- Tranquilla. Non ti farò del male. –
Si
avvicinò al mio
letto e si distese, senza dire nulla, incrociando le braccia dietro la
testa e
con lo sguardo rivolto verso l’alto.
- Sei stata a Fae,
vero? Per questo non riuscivo a trovarti. Gli altri…si sono
tutti arresi. Ma
sapevo che saresti tornata. –
- Gli altri? Di chi
stai parlando? E…dovresti ancora spiegarmi che diavolo ci fa
la tua roba in
casa mia! –
- I tuoi amici, il
mutaforma…com’è che si chiama? Ah,
sì, Merlotte… dicevo, i tuoi amici, il tuo
stupido fratello, Bill… -
Al solo sentirlo
nominare il mio corpo si irrigidì immediatamente ed Eric
doveva essersene
accorto visto che si era voltato a guardarmi con un sorrisetto
compiaciuto.
Maledetto blood bond!
- So bene che in
quella specie di fairyland il tempo scorre diversamente…
Quanto tempo credi di essere
stata via? – domandò, improvvisamente teso.
- Solo qualche ora
–
- Beh, in
realtà sei
sparita per più di un anno. Ti ho cercata dovunque.
– m’interruppe
nervosamente.
- Ora sono qui.
–
incalzai, con un tono esasperato – ma non mi hai ancora
spiegato perché il mio
armadio è pieno dei tuoi vestiti! –
- Vedi Sookie,
quando
sei sparita ti abbiamo cercato per tutta la Louisiana. Non
c’era traccia di te
da nessuna parte. Poco a poco tutti hanno abbandonato le ricerche ma
io…sapevo
che saresti tornata prima o poi. Quando mi sono accorto che potevo
ancora
entrare in casa tua ho cominciato a venirci di tanto in tanto. Ero
spesso a
Bontemps e tornare fino a Shrevenport ogni volta era talmente
snervante! Così
ho fatto fare qualche lavoretto, spero non ti dispiaccia a proposito, e
ho
portato qui alcuni dei miei vestiti…tutto qua. –
- Tutto qua? In
sostanza vivi a casa mia e dici solo “TUTTO QUA”?
–
Rimasi totalmente
allibita davanti alle sue parole. Praticamente Eric Northman si era
trasferito
a casa mia? Poi mi accorsi di essere ancora seminuda, con solo
l’asciugamano
addosso, e continuai ad urlare: - E vorresti dirmi dove diamine sono
finiti i
miei vestiti? –
- Calmati
Stackhouse!
I tuoi vestiti sono nella cabina alle tue spalle. –
Mi voltai
repentinamente, notando per la prima volta la presenza di una nuova
porta. Ma
che diavolo si era messo in testa quello stupido vichingo? Di rifarmi
la casa
da cima a fondo? La mia vecchia casetta mi piaceva così
com’er…
Aprii la porta e mi
ritrovai davanti un’enorme cabina armadio, di quelle che
avevo visto solo nelle
riviste d’arredamento. Rimasi a bocca aperta. Alla mia destra
un’intera parete
era stata ricoperta di specchi, davanti ai quali era ben posizionata
una
splendida chaise-longue di colore rosso. Di fronte a me,
un’assurda quantità di
mensole sosteneva la più straordinaria collezione di scarpe
e accessori che
avessi mai visto, mentre, alla mia sinistra, si trovava invece
l’armadio vero e
proprio.
- WOW! –
non riuscii a
dire altro. Eric sopraggiunse dietro di me in un lampo.
- Sapevo che ti
sarebbe piaciuta. –
Non riuscivo a
vedere
il suo viso ma ero sicurissima che sulle sue labbra si fosse dipinta
quella
stupida espressione compiaciuta di sempre.
- Eric, io…non so che dire… Che ti è saltato in mente? Non posso mica accettare tutto questo! Da te poi… - affermai senza smettere di ammirare quella che ormai era ufficialmente diventata la stanza dei miei sogni.
-
Non preoccuparti,
tesoro, sono sicura che troverai il modo di farti
ricompensare… -
- Eric!
– strillai
voltandomi a guardarlo – Non crederai davvero che
farò sesso con te per questo? -
- Oh,
Sookie, Sookie,
chi ha mai parlato di sesso? – disse facendo roteare gli
occhi con una finta
aria indignata.
- Sai che
potrei
rescindere il tuo invito in qualsiasi momento, vero? –
incalzai.
- Se
avessi voluto
l’avresti già fatto, tesoro. –
Tesoro. Ma chi si credeva di essere? Odiavo
quell’uomo, quel vampiro ogni momento di più.
- E poi,
non puoi
cacciarmi via proprio ora: il sole sta per sorgere. –
Ora avrei dovuto
persino ospitarlo durante il giorno! Fantastico!
- Dannati vampiri!
Bene, puoi dormire nel mio vecchio
armadio…Bill…aveva un nascondiglio… -
- Tsk Tsk. Come
credi
che io sia potuto rimanere qui per tanto tempo dormendo in quello
squallido
buco? Non stai mica parlando con quell’avaro damerino di
Compton! Guarda! –
Con la super
velocità
vampiresca Eric prese un telecomando dall’altra parte della
stanza e in un
attimo uno strano meccanismo oscurò le finestre della mia
stanza.
- Non penserai mica
di
dormire qui con me, spero? –
- Beh, non credo di
avere altra scelta. L’unica stanza isolata dal sole
è questa e l’altra camera
da letto è stata eliminata per far posto alla tua nuova
cabina armadio. Quindi,
a meno che tu non voglia dormire sul divano… -
- Grandioso!
– ruggii
sbattendo dietro di me la porta della cabina.
Almeno, potevo
indossare un pigiama?
A quanto pare no!
Il
mio caro vampiro aveva riempito l’armadio di lingerie sexy,
babydoll e una
quantità assurda di vestitini.
Tipico di Eric!
Nessuna traccia dei
miei vecchi abiti…né del mio vecchio, caro
pigiamone con le margherite!
Dannazione! Indossai le uniche culottes con un minimo di
dignità che riuscii a
trovare e poi mi infilai la mia vecchia maglia del
Merlotte…almeno la mia
uniforme da lavoro era sopravvissuta!
Tornai nella mia
camera cercando di nascondere il mio cocente imbarazzo. Del tutto
inutile. Eric
poteva sentirlo forte e chiaro attraverso il blood bond e stava
già alzando
quel suo insopportabile sopracciglio. Maledizione!
Mi distesi sul
letto,
dandogli le spalle e coprendomi il più possibile con le
lenzuola nonostante il
caldo soffocante.
- Beh, buonanotte
Eric. – chiusi gli occhi. Per fortuna il sonno e la
stanchezza si stavano già
facendo sentire.
- Dormi bene,
Sookie.
– rispose, semplicemente.
Mentre stavo per
addormentarmi lo sentii avvicinarsi a me. Mi cinse la vita con un
braccio e
accostò il suo volto al mio collo: - Mi sei mancata
Stackhouse. – poi mi baciò
dolcemente il collo e si adagiò nuovamente al mio fianco.
Non ebbi la forza
di
muovermi o parlare. Il sonno si era già impossessato di me.
Mi addormentai
pochi istanti dopo.