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Autore: jasmine88    01/06/2011    5 recensioni
- Eric, posso farti una domanda un pò…personale? – dissi rigirandomi tra le opulente lenzuola color avorio di quello spendido letto king size. Diavolo, erano proprio le lenzuola più belle che avessi mai visto, e quel letto, quella stanza, tutto era straordinariamente perfetto. Ed io ero lì, seminuda, a pochi centimetri da Eric Northman... (Waiting Sucks!Ispirata dai promo degli ultimi giorni ho scritto una mia versione della Season 4.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eric Northman, Sookie Stackhouse
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO III

 

 

Immediatamente la figura di Claudine scomparve alle mie spalle e io ero di nuovo davanti la lapide della nonna. Mi fermai un attimo, come per salutarla, poi iniziai a camminare verso casa.

Rimasi scioccata nel vedere che il vialetto era stato risistemato e il portico ridipinto. Chi poteva averlo fatto? Forse Jason? Ne dubitavo… Beh, ci avrei pensato il giorno successivo. In quel momento desideravo solo fare una doccia, buttarmi a capofitto nel mio letto e dormire, dormire, dormire. Non ero mai stata così felice di essere a casa!

Salii al piano di sopra e subito entrai nella mia camera, saltando d’istinto nel mio letto. Affondai la testa nel cuscino senza nemmeno guardarmi intorno. C’era qualcosa di strano nell’aria. Un odore, per essere precisi: mi parve di riconoscere del cioccolato fondente, del peperoncino, forse…e qualcos’altro che non riuscivo a riconoscere… Che strano! Era così familiare! Eppure non riuscivo a ricordare… Chissà per quanto tempo ero stata via? A me erano sembrate poche ore ma a quanto pare il tempo scorreva in modo indiscutibilmente diverso a Fae. Decisi che ci avrei pensato più tardi, avevo così bisogno di un bagno rilassante!

Rimasi a lungo immersa nella vasca, cercando di non pensare alle parole di Claudine… Non potevo essere io l’Ultima Erede… si erano sicuramente sbagliati… e poi cosa avrei dovuto fare? Tornare con Bill? Il solo pensiero mi causava il voltastomaco.

 

Mi asciugai alla meno peggio con un asciugamano fucsia, lo avvolsi intorno al mio corpo ed entrai nella mia camera da letto.

All’improvviso, davanti a me apparve Eric Northman. Indossava una semplice maglia nera, con lo scollo a V che permetteva di intravedere le clavicole, e dei jeans, anche questi neri. I suoi capelli erano più corti rispetto all’ultima volta che lo avevo visto, sul portico di casa mia. Per me era come se tutto fosse successo solo poche ore prima…another dream?

 

- E’ un altro dei miei stupidi sogni? – dissi genuinamente, senza riflettere.

- Non è affatto un sogno. – rispose lui, guardandomi con quello sguardo famelico che credevo avrebbe potuto disintegrarmi da un momento all’altro. Ci mancava solo lui! Come se la mia giornata non fosse stata abbastanza complicata!

- Cosa vuoi da me?- replicai un istante dopo.

- Tutto! – aggiunse lui continuando a squadrarmi dalla testa ai piedi.

- Oh, bene… - dissi ironicamente – Ti dispiacerebbe spiegarmi che diavolo ci fai in casa mia? -

- Ti ho sentita arrivare attraverso il blood bond. Dove sei stata per tutto questo tempo? –

- Non credo siano affari tuoi. Ora per piacere potresti uscire e lasciarmi in pace? – protestai avvicinandomi  all’armadio. Lo aprii di scatto e rimasi esterrefatta quando mi accorsi che nessuno dei miei abiti era li dentro.

- Ma che…dove diavolo sono i miei vestiti? - L’armadio era pieno zeppo di completi da uomo, jeans, maglie e…canotte nere.

– Eric! Che cazzo ci fanno i tuoi vestiti dentro il mio armadio? – urlai infuriata voltandomi a guardarlo. Lui continuava a fissarmi come se fossi stata l’equivalente umano di una sacher torte…gli mancava letteralmente solo la bava alla bocca. Poi sussurrò: - Il tuo…odore è…è incredibile! – sembrava quasi non riuscisse a trattenersi. I suoi canini affilati scesero in un movimento lento ed impercettibile ma potevo sentire in maniera palpabile la sua sete di sangue.

- Eric? –

- Sookie dove sei stata? Il tuo…odore è così forte, soffocante…irresistibile. –

Iniziavo seriamente a preoccuparmi quando lui, come se avesse intuito la mia inquietudine, aggiunse: - Tranquilla. Non ti farò del male. –

Si avvicinò al mio letto e si distese, senza dire nulla, incrociando le braccia dietro la testa e con lo sguardo rivolto verso l’alto.

- Sei stata a Fae, vero? Per questo non riuscivo a trovarti. Gli altri…si sono tutti arresi. Ma sapevo che saresti tornata. –

- Gli altri? Di chi stai parlando? E…dovresti ancora spiegarmi che diavolo ci fa la tua roba in casa mia! –

- I tuoi amici, il mutaforma…com’è che si chiama? Ah, sì, Merlotte… dicevo, i tuoi amici, il tuo stupido fratello, Bill… -

Al solo sentirlo nominare il mio corpo si irrigidì immediatamente ed Eric doveva essersene accorto visto che si era voltato a guardarmi con un sorrisetto compiaciuto. Maledetto blood bond!

- So bene che in quella specie di fairyland il tempo scorre diversamente… Quanto tempo credi di essere stata via? – domandò, improvvisamente teso.

- Solo qualche ora –

- Beh, in realtà sei sparita per più di un anno. Ti ho cercata dovunque. – m’interruppe nervosamente.

- Ora sono qui. – incalzai, con un tono esasperato – ma non mi hai ancora spiegato perché il mio armadio è pieno dei tuoi vestiti! –

- Vedi Sookie, quando sei sparita ti abbiamo cercato per tutta la Louisiana. Non c’era traccia di te da nessuna parte. Poco a poco tutti hanno abbandonato le ricerche ma io…sapevo che saresti tornata prima o poi. Quando mi sono accorto che potevo ancora entrare in casa tua ho cominciato a venirci di tanto in tanto. Ero spesso a Bontemps e tornare fino a Shrevenport ogni volta era talmente snervante! Così ho fatto fare qualche lavoretto, spero non ti dispiaccia a proposito, e ho portato qui alcuni dei miei vestiti…tutto qua. –

- Tutto qua? In sostanza vivi a casa mia e dici solo “TUTTO QUA”? –

Rimasi totalmente allibita davanti alle sue parole. Praticamente Eric Northman si era trasferito a casa mia? Poi mi accorsi di essere ancora seminuda, con solo l’asciugamano addosso, e continuai ad urlare: - E vorresti dirmi dove diamine sono finiti i miei vestiti? –

- Calmati Stackhouse! I tuoi vestiti sono nella cabina alle tue spalle. –

Mi voltai repentinamente, notando per la prima volta la presenza di una nuova porta. Ma che diavolo si era messo in testa quello stupido vichingo? Di rifarmi la casa da cima a fondo? La mia vecchia casetta mi piaceva così com’er…

Aprii la porta e mi ritrovai davanti un’enorme cabina armadio, di quelle che avevo visto solo nelle riviste d’arredamento. Rimasi a bocca aperta. Alla mia destra un’intera parete era stata ricoperta di specchi, davanti ai quali era ben posizionata una splendida chaise-longue di colore rosso. Di fronte a me, un’assurda quantità di mensole sosteneva la più straordinaria collezione di scarpe e accessori che avessi mai visto, mentre, alla mia sinistra, si trovava invece l’armadio vero e proprio.

- WOW! – non riuscii a dire altro. Eric sopraggiunse dietro di me in un lampo.

- Sapevo che ti sarebbe piaciuta. –

Non riuscivo a vedere il suo viso ma ero sicurissima che sulle sue labbra si fosse dipinta quella stupida espressione compiaciuta di sempre.

- Eric, io…non so che dire… Che ti è saltato in mente? Non posso mica accettare tutto questo! Da te poi… - affermai senza smettere di ammirare quella che ormai era ufficialmente diventata la stanza dei miei sogni.

 eric basement- Non preoccuparti, tesoro, sono sicura che troverai il modo di farti ricompensare… -

 - Eric! – strillai voltandomi a guardarlo – Non crederai davvero che farò sesso con te per questo? -

 - Oh, Sookie, Sookie, chi ha mai parlato di sesso? – disse facendo roteare gli occhi con una finta  aria indignata.

 - Sai che potrei rescindere il tuo invito in qualsiasi momento, vero? – incalzai.

 - Se avessi voluto l’avresti già fatto, tesoro. –

  Tesoro. Ma chi si credeva di essere? Odiavo quell’uomo, quel vampiro ogni momento di più.

- E poi, non puoi cacciarmi via proprio ora: il sole sta per sorgere. –

Ora avrei dovuto persino ospitarlo durante il giorno! Fantastico!

- Dannati vampiri! Bene, puoi dormire nel mio vecchio armadio…Bill…aveva un nascondiglio… -

- Tsk Tsk. Come credi che io sia potuto rimanere qui per tanto tempo dormendo in quello squallido buco? Non stai mica parlando con quell’avaro damerino di Compton! Guarda! –

Con la super velocità vampiresca Eric prese un telecomando dall’altra parte della stanza e in un attimo uno strano meccanismo oscurò le finestre della mia stanza.

- Non penserai mica di dormire qui con me, spero? –

- Beh, non credo di avere altra scelta. L’unica stanza isolata dal sole è questa e l’altra camera da letto è stata eliminata per far posto alla tua nuova cabina armadio. Quindi, a meno che tu non voglia dormire sul divano… -

- Grandioso! – ruggii sbattendo dietro di me la porta della cabina.

Almeno, potevo indossare un pigiama?

A quanto pare no! Il mio caro vampiro aveva riempito l’armadio di lingerie sexy, babydoll e una quantità assurda di vestitini.

Tipico di Eric!

Nessuna traccia dei miei vecchi abiti…né del mio vecchio, caro pigiamone con le margherite! Dannazione! Indossai le uniche culottes con un minimo di dignità che riuscii a trovare e poi mi infilai la mia vecchia maglia del Merlotte…almeno la mia uniforme da lavoro era sopravvissuta!

Tornai nella mia camera cercando di nascondere il mio cocente imbarazzo. Del tutto inutile. Eric poteva sentirlo forte e chiaro attraverso il blood bond e stava già alzando quel suo insopportabile sopracciglio. Maledizione!

Mi distesi sul letto, dandogli le spalle e coprendomi il più possibile con le lenzuola nonostante il caldo soffocante.

- Beh, buonanotte Eric. – chiusi gli occhi. Per fortuna il sonno e la stanchezza si stavano già facendo sentire.

- Dormi bene, Sookie. – rispose, semplicemente.

Mentre stavo per addormentarmi lo sentii avvicinarsi a me. Mi cinse la vita con un braccio e accostò il suo volto al mio collo: - Mi sei mancata Stackhouse. – poi mi baciò dolcemente il collo e si adagiò nuovamente al mio fianco.

Non ebbi la forza di muovermi o parlare. Il sonno si era già impossessato di me. Mi addormentai pochi istanti dopo.

 

  
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