Kate Beckett non era la classica persona
che pensava solo a se stessa.
Per prima cosa venivano le persone che
avevano bisogno di aiuto, del suo aiuto.
Non era solita concedersi divertimenti e
quant’altri.
No, per lei veniva sempre prima il dovere e
poi ancora il dovere.
Non riusciva a darsi pace finché un caso non
fosse stato risolto ed archiviato.
L’aveva detto lei stessa a Lanie una
volta:
-“Io non ho una vita!”-
Ma non quella sera.
Quella sera sarebbe stata tutta per lei.
Non avrebbe permesso a nessuno di interferire. Qualsiasi omicidio o
cadavere
questa volta avrebbero dovuto aspettare il giorno seguente.
Aveva appena risolto un caso molto
complicato, e l’unica cosa che desiderava e voleva con tutte le sue
forze in
quel momento, era avere la serata libera.
Quella sera era per lei… e non solo.
La stanza era illuminata dalla debole
luce delle candele che aveva acceso, solo alcune profumavano di mela
verde, le
altre erano semplici candele bianche. Non le piaceva il bagno grondante
e
impregnato di quei profumi, quindi preferiva che alcune candele non
profumassero, ma amava la luce soffusa. Le trasmetteva tranquillità e
benessere.
Immersa nella sua vasca, si rilassava
sotto tutte quelle bolle di bagnoschiuma alla ciliegia.
Sapeva bene che una serata così poteva
permettersela raramente, e quindi cercò di rilassarsi il più possibile.
L’acqua calda si infrangeva sulla sua
pelle e il profumo del bagnoschiuma si stava attaccando sempre più a
lei.
Era così calma, così rilassante, che non
le sembrò vero.
Era in una sorta di dormiveglia, in più la
bassa musica che
aveva acceso poco prima di entrare nella vasca, le conciliava il sonno.
Gocce di pioggia si accanivano contro la
sua finestra, come se fossero lacrime, un grosso temporale si stava
abbattendo
su New York.
Un lampo e un forte tuono la destarono dal
suo sonno.
Dentro la sua vasca si sentiva protetta,
al riparo da ciò che c’era fuori.
Respirò profondamente e due forti
braccia la strinsero a sé.
Non solo la vasca la faceva sentire al
sicuro.
Sentì il petto di lui gonfiarsi sulla
sua schiena e una mano scostarle i capelli dal collo.
-“Ti ha svegliato?”- chiese Castle,
poggiando le sue labbra sul suo collo, lasciando una scia di caldi baci.
-“Già.”- rispose Beckett con voce
spezzata dall’emozione nel sentire le sue labbra sul collo.
-“Hai avuto paura?”- le sussurrò
dolcemente all’orecchio.
-“No, non ho paura…ci sei tu qui!”-
-“Always!”-
Kate aveva voltato il viso e lo fissava
negli occhi.
Quella sola parola per loro era carica
di significato.
Con quel always non c’era
bisogno di lunghi discorsi, diceva già tutto da
sola.
Con una mano accarezzò il viso dello
scrittore, ormai il suo scrittore, e lei era la sua musa, la sua ed
unica writer girl.
Continuavano a fissarsi ed entrambi gli
occhi scivolarono sulle loro labbra. Volevano avere di nuovo quel
contatto.
Castle fece scorrere la sua mano sulla
sua schiena nuda e bagnata mentre Kate ruotava con tutto il corpo,
appoggiando
la testa sul suo petto e sfiorandogli la pelle con un bacio.
Stava bene lì con lui, fra le sue
braccia.
Avrebbe voluto che quel momento si fermasse, esattamente così. Loro,
immersi nella vasca, abbracciati, circondati da vapore, profumi e
musica.
Kate capì che ci sarebbe stata un’ultima
cosa a rendere il tutto perfetto.
Alzò la testa verso di lui e attirandolo
a sé lo baciò.
Fece incontrare le loro labbra, bagnate
per l’umidità e in pochi secondi Castle invitò la sua lingua ad unirsi
alla
sua, in un bacio carico di passione.
Kate fece scorrere il suo braccio
sinistro lungo tutto il suo petto, mentre Castle la avvicinava di più a
lui.
Le sue mani scivolarono in tutto il
corpo, arrivando al seno, che con molta delicatezza lo accarezzò. Con
il
pollice stuzzicò il suo capezzolo fino a sentirlo indurire sotto il suo
dito.
Kate emise un gemito, e capì che la
situazione stava diventando calda.
Con le mani continuò a scendere fino la
coscia, sollevandola e finendo per sfiorarle il suo sedere.
In quella posizione Kate sfiorò
involontariamente la sua crescente eccitazione maschile.
Si staccò da lui, con un misto di
sorpresa e non-sorpresa.
Gli sorrise e lui fu un po’ imbarazzato,
forse aveva sperato di riuscire a nasconderla, ma Kate gli faceva
quell’effetto
tanto da non riuscire a controllarsi.
-“Mi spiace Kate… So che volevi una
serata rilassante, e non ci stavo affatto pensando… a quello…”-
Beckett corrugò la fronte.
-“No, cioè…ci penso continuamente. Fare
l'amore con te è fantastico...è speciale ogni volta.”-
Lei gli sorrise.
-“Il punto è... è che sono un uomo, e
tu, solo tu, mi fai questo effetto!”-
Beckett era lusingata da quel discorso.
Era vero con Castle non era solo del
banale sesso occasionale. Con lui c’era amore e passione in tutto ciò
che
facevano, anche il solo fatto di fare il bagno insieme.
Kate si avvicinò nuovamente a lui, ma in
quel momento riconobbe una canzone. Non sapeva esattamente di chi
fosse, ma
sapeva il ritornello.
-“Meno male che doveva essere musica
rilassante!”- disse Castle ironico.
Beckett rise, e lui ammirò la risata di
quella donna fantastica. Era davvero bello sentirla ridere.
Uno dei momenti che lui avrebbe voluto
fermare.
Ma come l’acqua gli scorreva tra le dita
delle mani, anche quel momento passò, ma Castle era sicuro che sarebbe
stato
sempre impresso a fuoco nella sua mente.
-“Il cd è di Lanie, me l’ha fatto lei.
Sicuramente non approvava le canzoni di prima e ha deciso di metterne
qualcuna
di suo gusto!”-
Sorrisero entrambi.
E poi Beckett sentì il ritornello. Un
ghigno malvagio si disegnò sul suo volto e iniziò a canticchiare con
voce
sensuale all’orecchio dello scrittore:
“Do you wanna
touch?
Do you wanna touch?
Do you wanna touch me there? Where? There, yeah..."
-“E’ un invito poco velato?!”- chiese
Castle malizioso, ma nel mentre Beckett, sedendosi cavalcioni su di lui
aveva
afferrato le sue mani e le aveva posate sul suo corpo.
Dapprima Castle le accarezzò la
clavicola, scendendo poi sul suo seno.
Avvicinò la sua bocca ad esso,
desideroso di sentirlo morbido nella sua bocca, e di dar piacere alla
sua
compagna.
Così immersi in un piacere infinito
Castle e Beckett erano solo loro, liberi da ogni catena.
Lo squillo di un cellulare li destò.
Kate sbattè gli occhi ancora
frastornata.
Dietro di lei solo la nuda e fredda
vasca di ghisa.
Si sentiva accaldata.
Ultimamente faceva spesso quel tipo di
sogni.
Afferrò il cellulare vicino al pantalone
e rispose:
-“Beckett!”-
-“Ciao mia musa… che stavi facendo?”-
La voce sensuale di Castle la riportò
immediatamente al suo sogno.
Sorridente e ancora con la voce roca per
l’emozione rispose:
-“Veramente ti stavo pensando…”-
ANGOLO MIO: Ma ciaooo genteeee!! come state??
eccomi di nuovo qui... dunque... prendetevela con Glee perchè questa
canzone mi è entrata in testa da quando Gwineth l'ha cantata al Glee
Club, e subito dopo è nata questa!! xD
il titolo? bo, bella domanda.. ho
pensato che potrebbe essere un desiderio nascosto di Kate e il suo
subconscio cerca di farglierlo capire in qualche modo! la mente umana è
strana! xD
ehm.. credo di non avere altro da dire...
vi ringrazio anticipatamente se
leggerete e recensirete questa shot!!
sbaciottiiiiiiii
kateRina24 ;>