“morire
è come esser messi al bando di se medesimi.”
W. Shakespeare
Un attimo, un lasso di tempo così improvviso e veloce da risultare incalcolabile.
Sfuggente come acqua tra le dita, come il vento che muove le foglie in autunno.
Un momento qualunque, ma che annulla tutto, che non ti lascia scampo. Insieme a quel momento arriva la consapevolezza che ormai nulla resta, se non l’oblio.
Arriva il tempo di smettere di pensare, di abbandonarsi all’inevitabile. Inevitabile e incalcolabile, due parole tremendamente definitive, due parole che in questo momento portano a pensare una cosa sola, ed una soltanto: la corsa è finita, e non potrà mai riprendere.
Stop.
Fermo.
Sei al capolinea, non c’è più niente che tu non possa fare.
Stai morendo, stai morendo per davvero.
Devi ammetterlo, stavolta hai sbagliato tutto.
Non sei tu il padrone della morte, Tom.
Spazio autrice
Benché non sia una grande fan del Signore
Oscuro, il suo profilo psicologico mi ha sempre affascinato. Il fatto che
sarebbe capace di tentare chiunque al Lato Oscuro è dannatamente vero. Questo è
il mio primo tentativo (leggete: sclero insensato) di
parlare un po’ di lui, lui inteso come Tom naturalmente, perché secondo me il
suo lato umano è, seppur ben nascosto, sempre presente in tutto ciò che fa, e
naturalmente in un momento come l’attimo esatto tra la vita e la morte è quello
che prevale, perché è il momento in cui ognuno di noi è messo a nudo, di fronte
all’inevitabilità delle cose.
Okay, lo spazio è ufficialmente diventato
più lungo della fan fiction in sé, perciò la smetto di parlare da sola. I hope you like
it ;D