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Autore: fila    01/06/2011    5 recensioni
I Volturi vivono in Italia, a Volterra. Ma veramente non si spostano mai? Benvenuti in Brasile...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Aro, Caius, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Paulo era nato nella favelas Rocihna di Rio; da che aveva ricordi era vissuto per strada come meninos de rua e aveva imparato a cavarsela da solo. Aveva sempre avuto un istinto formidabile nel sopravvivere soprattutto agli assalti degli “squadroni della morte”. Per questo motivo era l'unico del suo gruppo a essere diventato adulto; all'età di diciotto anni si era trovato a capo di una banda di spietati mercenari. Per anni avevano fatto qualsiasi cosa desiderassero. In uno dei suoi incarichi si era trovato a Manaus. Qui doveva “convincere” il proprietario di una miniera di smeraldi, tal A. Volturi, a “svendere” la sua attività al suo attuale datore di lavoro. Essendo il titolare sempre assente, si era trovato a minacciare il suo luogotenente Agostinho Sampaio. Questi si presentò all'incontro accompagnato da due guardie del corpo con inquietanti occhi rossi. Dopo pochi minuti tutto il gruppo di taglia gole non esisteva più. Il loro capo nella lotta era caduto nel Rio delle Amazzoni, non prima di essere stato morso. Per dieci anni di lui si persero le tracce. Poi nell'ottobre del 2006 un piccolo esercito di vampiri neonati, da lui guidati, aveva cominciato a far troppo parlare di sé in Brasile. Attaccavano ora una miniera di rame in Amazzonia, ora una piantagione di canna da zucchero vicino a Brasilia, ora un'industria farmaceutica a Bahia, lasciando alle loro spalle solo distruzione e morte. Sembrava non esserci una logica nel loro agire se non che tutti i siti attaccati avevano nel loro logo una V maiuscola in caratteri gotici.

Informato degli eventi, Aro aveva dato ordine a Sampaio di risolvere il problema in modo rapido e silenzioso. Questi, come di routine, aveva mandato una squadra di “spazzini”. Stranamente, però, in un modo o nell'altro i “pulitori” riuscivano ad arrivare sempre un minuto dopo che il gruppo di neonati era scomparso. Non solo, anche la stampa locale aveva cominciato a notare alcune stranezze e a cercare un denominatore comune a tutti questi attacchi. Il potente vampiro brasiliano aveva cominciato a sospettare la presenza di informatori all'interno del suo entourage. A questo punto aveva inviato in Italia il suo uomo più fidato a conferire con i suoi superiori. Questi giunto al cospetto dei tre signori di Volterra, si era inchinato e tremando aveva fatto rapporto sugli scarsi successi. Caius, infuriato, aveva cercato di giustiziarlo seduta stante. “ Calma fratello, ragioniamo sul problema prima” aveva dichiarato Aro. “Non possiamo permettere che l'ultimo arrivato si prenda gioco di noi! Ne va del nostro prestigio!” aveva abbaiato in risposta il platinato. Avevano quindi deciso per un intervento esemplare. Il problema era non insospettire Paulo e le sue spie. Stavano giusto discutendo di tattiche quando Irina era giunta in Toscana. Dopo un paio di giorni di anticamera era stata ricevuta in udienza dai tre anziani vampiri e qui aveva denunciato la sua stessa famiglia. La sospetta infrazione alla legge di un certo clan del Nord America avevano dato la scusa ideale per muovere tutte le Guardie dall'Italia. Caius all'idea di eliminare ben due odiosi clan in una sola spedizione era elettrizzato come un bambino il giorno di Natale. Aro era raggiante: finalmente un bel gioco dopo mesi di noia. Marcus, indifferente come il solito, annunciò “Lascio organizzare tutto a voi”. Dopodiché se ne andò dalla stanza dei troni.

Ci volle più di un mese per mettere a punto ogni dettaglio della trasferta, ma in una fredda notte di fine dicembre, Palazzo dei Priori si svuotò di quasi tutta la sua popolazione. Il viaggio fu breve e carico di aspettative. Il giorno di Capodanno si ritrovarono tutti riuniti in una radura tra i boschi vicino a Forks. L'informazione della bionda vampira si rivelò però errata e, con grande scorno del biondo componente della Famiglia Reale, la fine dei “vegetariani” dovette essere rimandata.

Dopo questa breve sosta negli Stati Uniti, la Guardia raggiunse velocemente il Brasile ufficialmente in cerca di un vampiro troppo sperimentatore. Qui rintracciarono facilmente le loro prede grazie a Demetri e infiltrarono nel gruppo Santiago. Questi si presentò come un anziano vampiro locale desideroso di vendetta contro i “conquistadores”; la loro piena fiducia venne acquisita devastando la piantagione di ananas preferita dei comuni nemici. A questo punto condusse tutti in una trappola. Doveva essere il loro più grande colpo: un attacco al centro segreto di comando dei Volturi. In realtà, in meno di mezz'ora, tutto il clan dei ribelli era solo cenere: il potere devastante dei due gemellini questa volta non aveva trovato argine. Lo scontro finale tra le due fazioni si era svolto nella Cidade do Samba, la Città del Samba, dove Aro trovò molto divertente giustiziare Paulo in mezzo a carri allegorici vestito da re Incas. In cenere oltre i trenta vampiri finirono, però, anche i suddetti carri e i costumi per l'imminente carnevale. Tutta la nazione si risvegliò il giorno dopo in lutto; Agostinho era disperato per non aver potuto evitare questo affronto allo spirito brasiliano.

 

Erano passate ormai due settimane dal grande incendio quando Caius, stufo di aspettare con le mani in mano, e non ricevendo aiuti da Marcus, chiese al fratello “Si può sapere cosa diavolo ci facciamo ancora in Sud America?”. L'interpellato, in panama bianco,staccò gli occhi dagli ananas che stava osservando e sorrise beffardo continuando a tacere. Il primo, sempre più irritato, sbottò "Al nord la situazione è temporaneamente chiusa, qui ormai basta solo più quell'incapace del tuo luogotenente! Tra l'altro perché non me lo hai lasciato uccidere? Ci ha costretto a venire fino a qui con la sua inettitudine! E il cibo brasiliano mi sta diventando indigesto!" Ma Aro si stava divertendo un sacco a giocare all'Uomo Del Monte. Chelsea gli aveva anche cucito il più bell'abito bianco di tutto il Brasile, e ora all'ombra del porticato della villa padronale timbrava ogni singolo ananas con il suo sigillo.

Fu nel bel mezzo di questa discussione che Sampaio arrivò chiedendo aiuto al suo signore. Rio de Janerio e la scuola di samba "Unidos da Tijuca", di sua proprietà , avevano bisogno del carnevale. Era una questione di prestigio internazionale.

Fu allora che il vampiro bianco vestito trovò la soluzione: sarebbero stati gli italiani a salvare Rio. Il giorno dopo il presidente della “Fondazione del carnevale di Viareggio”, tal A. Santini, chiamò il presidente Lula offrendo carri e costumi. Inutile dire che la proposta venne accettata con gioia.

Nella piantagione di ananas fu allestito un vero laboratorio;

Aro progettava, le guardie costruivano i carri il cui tema era “il mondo etrusco”;

A Chelsea e Corin fu affidato il reparto vestiti e per diverse settimane in tutti i dintorni non fu possibile reperire né stoffe pregiate, né piume, né pailettes.

A Santiago e Heidi il reparto coreografie e balli.

Perfino l'algida Jane volle una parte da ballerina principale; quando suo fratello Alex le fecero notare che forse loro sembravano troppo giovani per lo spettacolo lei rispose semplicemente ”Se sfila una poppante di soli sette anni perché io no?” Il battibecco fu interrotto dal più potente dei tre fratelli che, ovviamente, diede ragione e un posto in prima fila al suo tesoruccio.

Un trionfo! Alla fine dei 5 giorni la scuola Unidos da Tijuca aveva vinto tutti i premi principali: miglior passista maschile Tiago, migliore passista femminile Adelaide, miglior personalità il presidente viareggino Santini.

Perfino Sulpicia, Athenodora e Caius, all'inizio contrario alla pazzia del fratello, si erano goduti lo spettacolo. L'indifferente Marcus aveva quasi sorriso e il laconico commento di Afton era stato “Trovo il carnevale una festa inutile. Comunque, poteva andare peggio”.

 

Notizie: i carri di carnevale di Rio sono sul serio andati in fumo ma nel 2011; per necessità di trama ho dovuto "anticipare" l'evento. E' anche vero che è stato Viareggio a giungere in soccorso. Vero anche il fatto che quest'anno ha ballato al sambodromo una ballerina di sette anni.

Se la storia vi è piaciuta sappiate che è grazie a quattro amiche (Laura, Giovanna, Veronica e Nessie) che mi hanno sostenuto e aiutato; se invece è il contrario è solo colpa mia.

Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggermi.

  
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