02/06/2011
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Insieme – Le cose improbabili spesso accadono.
Le vacanze estive erano alle porte e la maggior parte degli studenti era nel parco, a godersi quella splendida giornata di sole di fine Maggio, e Rose non faceva eccezione. Con la scusa di ripassare Incantesimi la ragazza si era sdraiata sull’erba fresca, con una perfetta visione diagonale su suo cugino Albus, seduto qualche metro più in là con la Lily e il suo neo-fidanzato Scorpius.
Per l’ennesima volta Rose si ritrovò ad alzare gli occhi dal libro, soffermandosi a contemplare Al; le spalle larghe, i capelli nerissimi brillanti sotto la luce del sole, un velo di barba non fatta e la camicia della divisa leggermente aperta per permettere alla brezza fresca di ristorarlo.
Rose sospirò, riportando poi di scatto gli occhi sul suo libro, accortasi che lui si era voltato dalla sua parte e che probabilmente la stava fissando. Cercò di concentrarsi sul libro, con il risultato che non si accorse nemmeno del fatto che Al si era avvicinato e seduto al suo fianco sull’erba.
«Sempre a studiare, eh Rosie?» lei alzò gli occhi, mimando alla perfezione un’espressione stupita nel vederlo «Ciao Al! Tutto bene?» lui annuì, uno splendido sorriso sulle labbra. Anche lei sorrise per poi tornare con gli occhi sul volume di Incantesimi, troppo imbarazzata per guardarlo, coprendosi il volto con la massa rossiccia dei suoi capelli. Lui restò a fissarla per un po’, ma non sembrò fare troppo caso all’imbarazzo di Rose e si distese completamente, portando le braccia incrociate dietro alla nuca a mo’ di cuscino e chiudendo gli occhi. Rose azzardò uno sguardo, e la prima espressione che le venne in mente per descriverlo fu “sexy”. Si stupì di pensare questo del suo timido, imbranato, acuto cuginetto ma d'altronde lui negli ultimi mesi era cresciuto tanto; non era cambiato, era sempre il solito Albus con il quale era cresciuta, solamente era cresciuto, era diventato più maturo e, inevitabilmente più sexy. Anche se probabilmente Rose era l’unica a pensare questo di Albus.
Passarono i minuti, le ore (“Probabilmente Albus si è addormentato” pensò Rose) e il sole iniziò a tramontare lungo l’orizzonte del Lago Nero e gli studenti cominciarono poco alla volta a rientrare nel Castello. Lily e Scorpius si avvicinarono e Lily sorrise intenerita guardando il fratello dormire beatamente «Oh ma guardalo, dorme come un bambino. Senti noi rientriamo …» Rose annuì, voltandosi poi a guardare Al steso al suo fianco. Forse doveva svegliarlo… gli tocco la spalla, scuotendolo con leggerezza. Niente. Allora provò a chiamarlo. Ancora niente. Si mise in ginocchio sull’erba e si chinò su di lui, scuotendolo ancora, notando che lui stava arrossendo. Non fece neanche in tempo a chiedersi il perché, che lui la prese per un polso, facendola sbilanciare e cadere così rovinosamente sul suo petto.
Rose alzò lo sguardo ad incontrare gli occhi smeraldini di lui che brillavano di una luce strana, maliziosa. Albus portò una mano sulla guancia di lei, avvicinandola delicatamente a sé. «Finalmente se ne sono andati tutti.» e la baciò.
Rose sentiva che il cuore le stava per scoppiare nel petto; il bacio di Albus non era per niente delicato. Era passionale, esigente, desideroso, quel genere di bacio che Rose si sarebbe potuta aspettare da uno come James, o come Zabini. Non certo da Al.
Ma non si preoccupò più di tanto, sospirando e poggiando il viso sul petto del cugino. «Però … chi l’avrebbe mai detto che Albus Severus Potter bacia così bene?»
Lui ghignò, posandole un altro bacio sulle labbra «E chi l’avrebbe mai detto che il Prefetto – Perfetto Rose Weasley, si fa baciare in riva al Lago Nero, per di più in modo così osceno da suo cugino Albus, tralasciando persino lo studio?»
Rose rise, avvampando, per poi fare una cosa che non le capitava mai; parlò senza pensare «Al, sei sexy.»
Non appena si rese conto dell’errore arrossì ancora di più, iniziando a balbettare scuse a raffica. Lui rise, arrossendo anche lui «Beh, grazie Rosie. Devo dire che nemmeno tu scherzi in quanto a sensualità …» fece, lasciando vagare lo sguardo sul corpo della ragazza appoggiato al suo.
Restarono in silenzio per un po’, l’una appoggiata all’altro, come era sempre stato fin da quando erano nati.
«Al, dovremmo rientrare, è quasi ora di cena.» lui annuì alzandosi e baciando leggermente Rose sulle labbra. Poi i due ragazzi si incamminarono verso il Castello, il sole alle loro spalle. Insieme, come era sempre stato.