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Autore: Francibella    02/06/2011    7 recensioni
"Sono passati 270 giorni da quando sei partito per ritrovare te stesso. Non una lettera, non una cartolina."
Lysander torna dopo nove mesi dalla sua amica di sempre Lily. Ma è davvero solo amicizia? Lily/Lysander
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Lysander Scamandro | Coppie: Lily Luna/Lysander
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Duecentosettanta giorni lontano da me e il tuo rasoio nel mio bagno.



Distrutta. Questa è l’unica parola che viene in mente alla giovane Lily Potter mentre si abbatte sul suo letto. Il matrimonio di suo fratello l’ha davvero debilitata. È il primo dei Potter a sposarsi, il secondo dei Weasley (Victorie e Teddy si sono sposati appena due anni prima). Lily non può fare a meno di pensare a quanto sia giovane. È assurdo. Al ha solo due anni in più di lei, ma fra due anni non si vede di sicuro sposata. Hanno solo venticinque anni, che diamine! Che fretta hanno? Certo sono una bella coppia, nulla da dire, per carità. In fin dei conti stanno insieme da che hanno sedici anni, quindi … Ma perché sposarsi così presto? Era decisamente qualcosa che andava oltre la comprensione di Lily. In ogni caso era stato un bel matrimonio. Né i suoi genitori, né quelli di Nat, la neomoglie di suo fratello, avevano badato a spese. Lei e Rose erano state la damigelle e si era divertita molto. Nat le piaceva, era felice che entrasse a far parte della sua famiglia, sebbene in fondo, una piccola parte di Lily, quella più nascosta, che in fondo era sempre ferma alla sua adolescenza, era un po’ gelosa. Aveva sempre dovuto dividere Al con Rose, per tutta l’infanzia. E poi era arrivata Nat, cioè lei in realtà c’era sempre stata, solo che ora stava con Al. E se lo era sposato. Lily temeva che lui non l’avrebbe più ascoltata, consigliata e rassicurata; perché questo era Al per lei, suo fratello, il suo confidente e grande amico. In fondo con Al non aveva quasi mai litigato davvero. Al non era James. Nonostante Al e Nat le piacessero anche come coppia, non capiva la fretta di sposarsi. Svuotò la borsetta. Se non l’avesse fatto avrebbe dimenticato tutto lì dentro e lunedì mattina sarebbe uscita senza niente. C’erano almeno cinque o sei biglietti con dei nomi. Sul momento non era sicura di chi fosse chi. Per esempio questo Matt Berning non sapeva se fosse il biondo con cui aveva ballato all’inizio della serata o il moro che le era seduto di fianco approfittando dell’assenza di James, seduto di fianco a lei. E anche gli altri erano così. Nomi confusi. Sarebbe dovuta andare al matrimonio con qualcuno. Tecnicamente era andata al matrimonio con qualcuno, ma nessuno aveva davvero pensato che lei e Nott facessero di nuovo coppia fissa. Lui però l’aveva accompagnata a casa e l’aveva baciata a lungo prima che lei rientrasse, sperando di poter entrare anche lui; ma nulla era più lontano dalle intenzioni di Lily. Non aveva nessuna intenzione di tornare ad andare a letto con Nott. Amici senza complicazioni o qualcosa del genere aveva detto lui. Scopamici aveva chiaramente pensato lei. In fondo non le importava, nonostante tutto era lui che cercava lei e non il contrario. Lily era soddisfatta della sua vita, più o meno. Abbandonato il vestito e i tacchi a favore di una semplice tuta si diresse in cucina per farsi un tè, quando suonò il campanello. Quando aprì la porta tutti si aspettava fuorché lui. Non le faceva più effetto se lo era ripromessa. Mai più.
«Lysander»
«Ciao Lils.» Quel nomignolo stupido che lui le aveva dato la faceva andare in brodo di giuggiole. Il sorriso che le riservava dicendo il suo nome le stringeva il cuore. Per un momento immaginò come sarebbe stato se lui fosse stato suo. Ma suo davvero, se avessero avuto una relazione seria, non un andirivieni continuo.
«Cos’è, vedermi al matrimonio di mio fratello ti ha ricordato i vecchi tempi?»
«Ce l’hai con me?»
«Non dovrei? Sei … un … dannato … stupido!» Colpiva forte la piccola Lily, colpiva animata da una forza, strana, diversa. La forza dell’amore sopito così a lungo.
«Lils, smettila, dai. Scusa, lo so avrei dovuto farmi sentire.»
«Sono passati 270 giorni da quando sei partito per ritrovare te stesso. Non una lettera, non una cartolina. Nulla. Pensavo fossimo … amici. E poi torni al matrimonio di Al, così, come se niente fosse. Lo sai cosa vuol dire aspettare una lettera che non arriverà mai? 270 giorni di ansia continua. Nemmeno una riga a Natale, Pasqua o al mio …»
«Non dire compleanno, piccola, perché il tuo compleanno è fra due giorni, credi che non lo sappia.»
«Dove sei stato?»
«Un po’ di qua, un po’ di là.» Con quante ragazze sei stato era la vera domanda e Lily lo sapeva bene.
«Hai ritrovato te stesso? O hai trovato solo una ragazza?»
«Capisco che tu ritenga che io non abbia una madre abbastanza presente, ma non devi sostituirla tu!»
«Non permetterti! Sono stata in pensiero per te per 270 giorni e tu torni così? Mi tratti anche male? Vattene da casa mia!»
«Lils, scusa, non volevo hai ragione. Vieni qui.» Lysander credeva di poterle dare così poco e poi lasciarla di nuovo?
«Mi sei mancato tanto, spero che tu abbia almeno trovato quello che cercavi.»
«A volte quello che cerchiamo è sempre stato con noi, ma non siamo in grado di vederlo.»
«Oppure è lui a non essere in grado di vedere noi. Ti fermi a dormire qui?» Ufficialmente era una richiesta, in realtà era una supplica. «Devo tenerti d’occhio, così non te ne andrai prima del mio compleanno.»
«Non me ne vado più, promesso.»
«Non farmi promesse che non puoi mantenere. Avevi promesso che mi saresti stato vicino sempre, quando abbiamo finito la scuola.»
«Ma io ci sono, Lils.»
«Ora ci sei, ma prima?»
«Sono stati solo 270 giorni!»
«Nove mesi, in nove mesi nasce un bambino, non è niente!»
«Non pensavo che ti sarei mancato»
«Cos’era un test?»
«Ti prego non litighiamo. Starò qui a dormire, ma sei sicura che al tuo ragazzo non darà fastidio?»
«Non ho un ragazzo e lo sai bene anche tu!»
«Nott?»
«Non stiamo insieme. Ogni tanto ci vediamo, ma nulla di più.»
«Io non capisco perché tu sia così ordinata in tutto tranne che nelle tue relazioni sentimentali. Non si capisce con chi stai, se è una cosa seria o meno e non lo capisci nemmeno tu!»
«Forse è il caso che faccia un viaggio per ritrovare me stessa, tu cosa ne pensi?» Lily stava debolmente tentando di scimmiottare Lysander quando le aveva annunciato della sua partenza.
«Andiamo a dormire, dai. Ho ancora un pigiama qui, vero?» Schifoso ipocrita! Come se non lo sapesse che lei non aveva toccato nulla, da quando lui era partito. Aveva ancora il suo Post-it sul frigo, dove diceva di aver finito il latte. Che cos’erano loro? Amici, molto amici, migliori amici quasi. Ma poi ogni tanto c’erano degli intermezzi sbagliati. Come quando ogni tanto lui la baciava a fior di labbra. O quando lui litigava con suo fratello e veniva a stare da lei. Così senza spiegazioni. Alla fine era così usuale che lei gli aveva lasciato un mazzo di chiavi, un paio di cassetti in camera e schiuma da barba e rasoio in bagno. Quel rapporto la faceva stare male, lo sapeva anche lei. Era malsano. Era innamorata di Lysander, lo sapeva bene ormai. Forse anche lui lo era stato una volta, ma era molto tempo fa. Si trascinavano nella loro vita come fantasmi. Lui era colato a picco. Il divorzio dei suoi, la depressione di suo padre e qualcosa d’altro, che mai aveva detto a Lily, lo avevano fatto cadere. E inevitabilmente aveva fatto affondare anche lei con lui. Lily Potter aveva una bella vita. Un bel lavoro, aveva un’ottima posizione alla Gringott per avere solo ventitré anni, una bella famiglia, una bella casa, dei bei amici. Ma lui era la variabile della sua vita. Quando c’era Lysander in giro nulla era sicuro e lei per lui faceva qualsiasi cosa.
«Il tuo pigiama è nella camera degli ospiti.» Voleva fargli sentire la sua assenza. Prima avrebbe detto “nella tua  camera”, ora l’intenzione era di fargli capire che non era più casa sua e che lei non era più sua, perché non lo era mai stata. «Buonanotte.» Era troppo arrabbiata con lui per perdonarlo subito. Chiuse la porta con forza, facendogli capire che era meglio non disturbarla. Ovviamente pianse, tutta la sera, finché non prese sonno.
La mattina dopo Lysander, come era prevedibile, per farsi perdonare preparò la colazione in grande stile, ma a Lily veniva solo da vomitare. Per quanto lui avesse provato a convincerla, lei aveva assaggiato un po’ di pancake e poi era andata a farsi una doccia.
«Cosa facciamo oggi?»
«Facciamo niente. Io sistemo un po’ la casa e mi riposo. È sabato.»
«Dai Lily andiamo da qualche parte, la casa la sistemiamo insieme dopo o domani.»
«Lys» Quando lo chiamava così era perché non ce la faceva più. «Io ti voglio bene, davvero. Siamo amici da una vita, ma non capisco perché tu sia qui. Non vuoi stare con me, lo capisco, ma perché ci stai? Perché non vai da tua madre? O da tuo padre? O da Lorcan?»
«Non parlare di cose che non conosci. Mio padre …»
«Un anno fa avrei accettato questa replica, davvero. Ma ora come ora no. Non sai cosa è successo nel frattempo.»
«Tu si?»
«Sì io lo so. Vai a parlare con la tua famiglia. Noi ci vediamo un’altra volta.»
«Va bene, vado, ma ricordati che sei stata tu a mandarmi via!»
«Io non …» Ma Lysnader aveva già varcato la soglia di casa. «Se ami qualcuno, lascialo libero. Ti amo Lysander e per questo ti lascio libero. Non so se un giorno sarai mai pronto per me, ma oggi di certo non lo sei.»
 
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Lysander era davvero arrabbiato. L’aveva pensata tutti giorni e lei lo trattava così? Con un moto di stizza suonò a casa sua. Non sapeva nemmeno lui di chi fosse quella casa. Un ragazzo fin troppo simile a lui venne ad aprire.
«Lorcan»
«Lysander! Ci siamo chiesti dove fossi finito! Dove hai dormito? Dopo il matrimonio ti abbiamo perso di vista. Dove sei … Lily eh?» Lorcan doveva aver riconosciuto l’odore di Lily sulla camicia di Lysander. Tipico – pensò Lysander – ha sempre avuto una cotta per lei.
«Mi ha ospitato. Non sapevo se fossi potuto venire qui… »
«Certo che potevi! Mamma, vieni qui! C’è Lysander.» Al contrario delle aspettative sua madre non era come se l’aspettava. Non era come l’aveva lasciata. Era di nuovo felice, sorridente. Entrò nel salotto dal giardino. I capelli biondi sciolti sotto il cappello di paglia ancora brillavano per il sole, indossava un vestito semplice, ma era davvero bella. Lysander rimase di sasso a vederla così … viva. «Lily. È stata lei a tirare su la mamma e poi si è occupata anche di papà. E di me. Ci eravamo tutti molto allontanati, lei ci ha riunito. Ha detto anche alla mamma che le scrivevi tutti i mesi e chiedevi notizie di noi, ma che non ti si poteva rispondere perché eri sempre in viaggio. Ma io lo so che mentiva, lo so che non hai mai scritto nulla, perché non te ne frega nulla di noi.»
«Non è vero, Lorcan. Io volevo stare per conto mio, ma mi interessa di voi.»
«Lysander, non abbracci la tua mamma?»
«Certo mamma. Ti trovo in forma smagliante!»
«Lily: quella ragazza è una vera manna dal cielo! Però non avresti dovuto stare via per così tanto tempo. Ci sei mancato, anche a lei, forse soprattutto a lei.»
«Mamma…»
«Lo so, Lysander, lo so cosa stai per dire, che io la difendo sempre e le solite cose che mi dici sempre. Però pensaci un secondo, davvero non hai sentito la mancanza di Lily?»
«No, mamma, smettila! Ora se non ti dispiace vado a riposarmi in camera.»
Non poteva dire la verità a sua madre. Tanto meno a Lorcan che sarebbe corso a dirlo a Lily. No, era decisamente meglio tenere per sé quel vuoto che Lily lasciava ogni volta nel suo cuore.
«Simpaticone»
«Cosa vuoi, Lorcan?»
«Domani sarebbe il compleanno di Lily. Pensi di esserci per festeggiarlo, zia Ginny vuole sapere se contarti o meno.»
«Io credo … di sì.» In realtà sapeva che non ce l’avrebbe fatta ad andare. Sicuramente Lorcan ne avrebbe approfittato, come al solito. Ormai Lysander era uno sconosciuto per Lily, mentre Lorcan era rimasto lì, in trincea, di fianco a lei. Era normale che lei preferisse lui, ma questo non implicava che lui fosse costretto a dover sopportare l’orribile spettacolo di suo fratello che ci provava con l’unica ragazza che aveva mai amato. Però almeno un regalo doveva prenderglielo. Sorpassò Lorcan ancora in attesa sulla sua porta e uscì. Mentre si metteva le scarpe, sentì sua madre giungergli alle spalle.
«Non è come credi» “Luna Lovegood che cerca di interpretare i miei pensieri, il mondo finisce domani!” Era stato l’inevitabile pensiero di Lysander «Tra lei e Lorcan non … c’è stato niente. Lei veniva qui stava con me, con lui, perché era tutto quello che aveva di te. Ma tu non lo capisci, vero? Tu sei dannatamente viziato e permaloso. Ed è colpa mia, lo so. Sono stata una madre schifosa e per questo tutti ti abbiamo giustificato ogni tuo difetto. Ma per una volta guarda al di là del tuo naso e vedrai che hai ancora tutta la vita davanti. È troppo presto per inacidirti. So che ami Lily dal giorno in cui hai capito cosa significasse amare e sono quasi sicura che anche lei ti ami. Perché non vi date una possibilità? È per quello che è successo tra me e tuo padre? Pensi che succederà anche a voi? Pensi che divorzierete e vi lascerete in malo modo? Non succederà, piccolo mio, perché ci sono degli amori che superano ogni cosa. Quello tra me e tuo padre non lo è mai stato. Ma guarda altre coppie, guarda Harry e Ginny, ad esempio, guarda che splendido matrimonio che hanno.»
«Lei non mi merita. Non ci hai mai pensato? Io sono pieno di complessi, di difetti, di confusione. Non riesco a tenere insieme la mia vita, come potrei tenere insieme la sua?»
«Non riesci perché vivi nel rancore. Nel rancore verso me e tuo padre, verso tuo fratello e verso Lily. Capisco verso me e tuo padre, capisco verso tuo fratello – e bada bene con capisco intendo che ne comprendo il motivo, ma non per questo sono d’accordo – ma non capisco perché tu ce l’abbia con Lily.» Voleva davvero dire una cosa del genere a sua madre? Bene, voleva la verità, l’avrebbe avuta.
«Lei non mi ha aspettato.» Luna parve aprire la bocca, ma poi la richiuse immediatamente. Voleva lasciare a suo figlio il tempo per parlare da solo. «Non mi ha aspettato. È cresciuta senza di me. E all’improvviso invece della mia amica Lily, mi sono ritrovato davanti una bellissima ragazza, con un fisico ormai da donna, bella, ammirata, amata. Cosa ci faceva uno come me nella sua vita? Eppure lei mi voleva ancora, passava ancora del tempo con me. Ma non mi ha aspettato. Ha dato il suo primo bacio, ma non a me. E nemmeno la sua prima volta è stata con me. »
«So che ti sembrerà stupido detto da tua madre, da me insomma, ma una volta ho letto una cosa da qualche parte, più o meno dovrebbe essere così: “Gli uomini sperano sempre di essere il primo amore di una donna; le donne hanno un istinto più sottile, sperano di essere l’ultimo amore di un uomo.” Il primo amore lo ricordi con nostalgia, con una dolcezza tipica dell’età, ma non è davvero importante. Non so con chi sia andata a letto per prima Lily, ma so che secondo me adesso ama te e basta. Non importa chi ha amato prima di te, importa chi ama adesso. »
«Non ama me, adesso. Questo è quello che conta!»
«Sciocchezze!»
«Ma si può sapere che ti è successo in un anno? Sei diventata molto … Weasley, oserei dire. O Potter.»
«Una mamma normale, intendi?»
«Si, esattamente.»
«Non ne sei felice?»
«Non lo so, mamma, non ho più dieci anni. Ne ho più di venti, non ho bisogno di te, adesso.»
«Lysander, tesoro, lo sai che io ti ho sempre giustificato e sai che lo farò sempre, però stai esagerando, io ci sono sempre stata per me.»
«Eri lì, ma c’eri davvero?»
«E tu c’eri davvero per Lily? Cerca di capirmi, so di aver fatto moltissimi errori con te e tuo fratello, ma adesso sto provando a rimediare. È stato difficile senza di te, credimi. Tu eri … sei il mio punto di appoggio, Lorcan ha uno splendido carattere, ma non ha la tua capacità decisionale che hai tu. È stato difficile. Però ora sei qui, smetti di far soffrire alcuni di noi.»
«Alcuni?»
«Lorcan è innamorato di Lily. È inutile nasconderlo, ormai. E lo sanno tutti. Ma lei ama te e basta. Vede te, anche quando sta con Lorcan ho come l’impressione che a volte veda te in lui, almeno fisicamente.  Anche lui sa che lei non lo ama e non lo amerà mai come ama te. Lysander non fare quello che stai pensando di fare. Vieni al suo compleanno, non ti perdonerà mai, la perderai per sempre e tu non perdonerai mai te stesso. Vieni stasera, ti prego.»
«Vedremo, mamma. Ora devo proprio andare.»
 
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Lysander non era ancora arrivato e Lily era in completa tensione. Non riusciva proprio a godersi quella festicciola senza di lui. Se n’era andato, di nuovo. Ma questa era l’ultima. Davvero! Lo aveva promesso, che ci sarebbe stato. Lorcan era così carino con lei, non faceva altro che chiederle se le servisse qualcosa o se volesse da bere. Sempre quel sorriso carino e amorevole. Ma non era il sorriso che voleva lei. Sapeva che in fondo Lorcan aveva sempre avuto una cotta per lei, ma pensava che presto gli sarebbe passata. Forse era il caso di dargli una possibilità, lui le voleva davvero bene. Lui ci sarebbe sempre stato. Riusciva a vederlo un futuro con lui. Sempre in orario, ordinato, preciso. Vedeva davvero la perfetta proposta di matrimonio che lui le avrebbe fatto, lo vedeva seguirla nella gravidanza, al suo fianco durante il parto, alzarsi a consolare i bambini nella notte. Poteva vedere Lysander fare le stesse cose? No, decisamente no. Lui non era ordinato, non era preciso, non era perfetto, ma le faceva battere il cuore così forte che non riusciva pensare alla sua vita senza di lui. Lorcan sarebbe stato una scelta così giusta, così sana, così comprensibile; eppure lei era incapace di dargli di più. Di più di una bella amicizia, di più di un bacio sulla guancia quando era particolarmente triste. Si sentiva in colpa, faceva con Lorcan esattamente quello che Lysander faceva con lei.
«Lily»
«Luna»
«So che non ci crederai, ma lo so cosa pensi ora. Te lo chiedo come madre, non farlo, non illuderlo, per favore. Ti prego. Lo so cosa pensi. Che l’amore verrà, che lui ti ama abbastanza per tutti e due. Ma non è così, fidati. L’amore non viene dopo.»
«Luna, lui non c’è. È inutile fingere, non c’è, ha infranto l’ennesima promessa.»
«Arriverà, Lily, te lo prometto.»
Mentre Al la lasciava davanti a casa sua, Lily Potter aveva solo voglia di piangere. E la scrosciante pioggia che scendeva non aiutava. Ringraziò tutti, rifiutò l’ombrello che Al le aveva offerto. Ringraziò Nathalie per la perfetta scelta del regalo e scese dalla macchina.
«Aspetta Lily» Nathalie era scesa dalla macchina e le veniva incontro. «Al ci ha messo sei anni a dichiararsi, loro hanno bisogno del loro tempo.» A Lily venne decisamente il vomito all’idea che anche Nathalie sapesse di Lysander. «Ti prego non fare quella faccia, non lo sanno tutti. Diciamo che io ho sempre avuto l’occhio affilato per certe cose. So che ora penserai che io sia un po’ invadente, però …»
«Nathalie, mi hai sempre dato dei consigli giusti, ma non capisco cosa tu mi voglia dire ora.»
«Sono le undici e cinquantatre.»
«Grazie Nat.»
«Il tuo compleanno è tra sette minuti. Non è venuto alla festa, ma verrà al tuo compleanno.»
«Cosa ti fa essere così sicura di questa cosa?»
«Intuito?»
«C’è qualcosa che non mi vuoi dire, perché hai una faccia decisamente … furba!» Prima che Nathalie potesse replicare, Al le chiamò dalla macchina.
«Signora e Signorina Potter, vorreste sbrigarvi? Una a entrare in casa, l’altra a tornare in macchina?» Nathalie era arrossita leggermente, ma disse velocemente a Lily.
«Forse fra un po’ ti chiameremo Signora Scamandro, chi lo sa.» Con queste enigmatiche parole si era allontanata correndo in macchina. Lily era decisamente troppo stanca per poter pensare anche alle parole di suo cognata. Preferì entrare in casa, svestirsi e prepararsi una tisana e poi accoccolarsi sulla poltrona, sperando che non le scendesse nessuna lacrima.
«Lils, auguri.»
«Lys »
«Scusa per la festa non ce l’ho fatta.»
«Cosa hai fatto? No anzi non dirmelo, sono troppo stanca per le tue bugie.»
«Io non ti ho mai mentito.»
«Per me non mantenere una promessa è come mentire»
«Il tuo compleanno è oggi, domenica. È ora. Non era ieri, sabato. Facciamo così, prima di mandarmi via lascia che ti dia il tuo regalo.» Lily ebbe un brivido causato dall’improvvisa vicinanza di Lysander, che però lo scambiò per un brivido di freddo e si alzò per prenderle una coperta. In quel momento Lily si rese conto di essere piuttosto nuda. Indossava solo la camicia da notte, che non era esattamente … pudica. Era piuttosto scollata e corta, ma era troppo triste per accorgersene davvero.
«Un regalo prima di partire? Speri di indorare la pillola?»
«Cosa ti fa pensare che me ne andrò?»
«Lo fai sempre!»
«Possiamo dimenticare per un momento gli ultimi 270 giorni?»
«Per un momento! Accendi la luce, non vedo nulla.»
«Mi dispiace, ma non funziona. Sarà il temporale.»
«Andiamo di là, non posso aprire un regalo se non lo vedo nemmeno!» Alla fine si ritrovarono in camera di Lily, dove c’era una lampada indipendente. Il pacchetto era decisamente piccolo, ma era accompagnato da una busta molto grande.
«Un biglietto? Per niente da Lysander Scamandro!»
«Più da Lily Potter, vero?» A quel punto Lysander buttò sul letto una scatola rotonda, piuttosto grande. La giovane Potter fu subito attratta da quella e lasciò da parte il regalo. La aprì guardando Lysander per chiedergli il permesso, dato che lui non diceva niente rovesciò il contenuto della scatola. Erano tutti i biglietti, le lettere, le foto e quant’altro che lei aveva mandato a Lysander in tutti quegli anni. Li aveva conservati tutti, dal primo all’ultimo. Con gli occhi già umidi si concentrò sul pacchetto. Quando finì di scartarlo una collanina di ora bianco con ciondolo a forma di L le cadde in mano. Era bellissima.
«La L di Lily.»
«O di Lysander.» Aggiunse lui con curata noncuranza. «Apri anche il biglietto.» La busta conteneva un sacco di foglietti. Alcuni erano fazzoletti, tovaglioli, pezzi di giornale, carta straccia. Su ognuno era scritta la data e una frase. Lily, mi manchi. A prima vista non mancava alcun giorno. Dunque gli era mancata? Si asciugò le lacrime stizzita e guardò Lysander negli occhi.
«Lys, cosa vuol dire questo? La L di Lysander, i foglietti, il “mi manchi”.»
«Mi sei mancata, Lils, ogni singolo giorno. Per 270 giorni.» Non era abbastanza, non più. Cinque anni fa forse lo sarebbe stato, ma ora non le bastava di essergli mancata. «Non voglio più andarmene, non voglio più dover stare lontano da te.» Nemmeno questo era abbastanza non poteva più credergli.
«Credo di piacere molto a Lorcan, sai? Lui non mi lascerà mai. Ci sarà sempre accanto a me, non mi farà piangere, non mi farà disperare, non mi farà arrabbiare!»
«Ma ti farà battere il cuore come faccio? Ti saprà rendere felice come potrei fare io? E soprattutto tu lo amerai mai come ami me?»
«Forse no. No. Però tu sei una variabile indipendente, che sicurezze mi dai tu?» C’era solo una risposta che l’avrebbe convinta che era il momento di buttarsi. Ma lui non l’avrebbe mai data. Il silenzio era logorante, finalmente Lily si decise a rialzare la testa e a guardarlo negli occhi. Ma scoprì che ora era lui ad averli abbassati, si torturava le mani guardando in basso. All’improvviso il suo sguardo guizzò verso i foglietti ancora sparsi sul copriletto della giovane.
«Io ti amo, non ti basta questo, vero?»
«Ridillo e mi basterà.»
«Ti amo, Lils. Ti amo davvero. Ti amo da sempre. Ti amo con i tuoi pregi e i tuoi difetti. Sei stata il mio primo, unico e ultimo amore. Ti amo perché mi capisci sempre. Ti amo perché mi prendi così, come sono, con i miei pregi e i miei difetti. Ti amo perché meriti molto di più, ma perdi tempo con me. Ti amo perché sei l’unica che mette ordine in questo casino che è la mia vita. Ti amo perché sei sempre con me, anche quando non ti vedo. Ti amo perché sei la cosa migliore della mia vita. Ti amo perché davvero non riesco a pensare a un futuro nel quale tu non sia presente e non voglio pensare al tuo futuro senza di me, sono già stato troppo assente in passato. Ti amo, Lils, e spero che lo stesso valga per te, perché potrei morire di questo amore.»
«Mi ami? Hai proprio uno strano modo di dimostrarlo. Lorcan … lui …»
Lysander non ce la faceva più! Lui veniva lì a dichiararsi, a dirle che l’amava, a rivelarle finalmente i suoi sentimenti e lei gli rispondeva che Lorcan è migliore di lui? Si sentiva umiliato, frustrato e con il cuore spezzato. Era arrivato troppo tardi, di nuovo.
«È troppo tardi, vero? È ancora troppo tardi?»
«Per cosa è troppo tardi?»
«Sono sempre stato in ritardo rispetto a te. Tu uscivi con il tuo primo ragazzo e nemmeno avevo mai pensato ad una ragazza in modo diverso da un’amica. Tu davi il tuo primo bacio e io pensavo che fosse una cosa schifosa baciare. Tu facevi sesso per la prima volta con qualcuno e io avevo appena dato il mio primo bacio. E adesso che io capisco che questo sentimento che mi divide in due, che non mi fa sentire bene finché non sono con te è amore, tu mi hai superato, di nuovo, sei andata oltre.»
«Io non sono andata a letto con qualcuno prima di te.»
«E tu che cosa ne sai?»
«Scegliere una mia compagna di dormitorio non è stata un’idea davvero brillante se non volevi farmelo sapere.»
«Ma Nott diceva che …»
«Tu hai preferito credere a lui che a me? Forse hai ragione, io sono cresciuta prima di te, perché non ho “sprecato” la mia prima volta per ripicca.» Lily prese un bel respiro e poi guardò negli occhi il ragazzo. «Ti amo Lys, ma tu sei lontano da me. Non voglio più soffrire, non voglio più che tu mi faccia soffrire.»
«Me ne sono andato per non farti soffrire. Volevo che tu ti facessi la tua vita. Quale ragazzo sarebbe stato disposto ad avere una relazione seria con te, quando io andavo e venivo da casa tua. Quando c’è il mio rasoio nel cassetto del bagno?»
«Io volevo te.»
«Anch’io, ma non lo sapevo. Non sapevo che tu volessi me e non ero sicuro che io volessi davvero te. Credevo che non sarei stato capace, avevo paura che sarei scappato. Ma non lo farò, se per te ha ancora una qualche importanza questo sentimento dammi una possibilità. Non ti sto regalando una collana, ti sto regalando me stesso.»
Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime, mentre la sua mente era affollata di ricordi. Ogni momento passato con Lysander le tornava alla mente. Compreso un ricordo un po’ particolare.
«Sei stato il mio primo bacio.» Il giovane Scamandro la guardò senza capire. «Tu stavi dormendo, sdraiato sul divano. Avevamo appena dodici anni, credo. Io mi sono avvicinata e ti ho dato un leggerissimo bacio sulle labbra. Poi tu ti sei mosso e io sono scappata.» Lily si avvicinò a Lysander fino ad appoggiare delicatamente le proprie labbra su quelle del ragazzo, poi si allontanò di scatto. «Così.»
«Pensavo fosse un sogno.»
«Era un sogno. Eri il mio sogno personale, quello che mi tirava su nelle giornate particolarmente triste, il mio pensiero ricorrente durante i momenti in cui mi perdevo, tipo Storia della Magia. Eri tutto quello che desideravo.»
«Ero?»
«Ora sei qui e hai detto che mi ami. Posso smettere di sognarti!» Lily affondò le mani nei capelli ribelli di Lysander e lo baciò con la passione sopita che aveva dovuto tenere a basa in tutti quegli anni. Sapeva che non si sarebbe mai accontentata di così poco. Non avevano più sedici anni. Mentre si chiedeva se Lysander capisse che adesso aveva dei desideri diversi, lui la anticipò attirandola completamente a sé. Come per un riflesso incondizionato lei strinse le proprie gambe intorno alla sua vita, non lo avrebbe più lasciato, mai più. Il regalo più bello che avesse mai ricevuto per il suo compleanno. Era incredibile pensare che fosse davvero sul suo letto, in braccio a Lysander con le mani completamente immerse nei suoi capelli e che le loro lingue si stessero rincorrendo in una lotta senza fine. All’improvviso lei si staccò, lo guardò seria e sorrise.
«Te l’ho detto che ti amo anch’io? Se non te l’ho detto, te lo dico ora, ti amo Lysander Scamandro da un bel po’.» E prima che lui potesse replicare qualcosa, lei si era di nuovo attaccata a lui.
«Lils … Io …» Lysander era diventato improvvisamente rosso in viso. Lei lo guardava senza capire cosa volesse dirle. «Per me è un po’ difficile, ma sai sono 334 giorni che sono in giro, io non … sto con una ragazza da un po’. Da un bel po’. Forse dovremmo fermarci, se non vuoi …» Lily sorrise prima poco, poi apertamente.
«Ma io voglio!» Disse con una semplicità che lui sperava lei non perdesse mai.
«Sei sicura?»
«Di nessuna cosa lo sono mai stata di più prima.»
 
Fare l’amore con Lily era decisamente la cosa migliore della sua vita. Lei era perfetta. Che fosse bella, beh quello si vedeva anche da fuori. Anche con la divisa scolastica era bella. Anche in tuta era bella. Certo nuda era ancora più bella. Ma non era quello, era come se emanasse purezza. Illuminata solo dalla luce della luna era davvero un bellissimo spettacolo.
«Lys» sussurrò lei tra i gemiti «Smettila di fissarmi così, mi metti a disagio.»
«Mi sei mancata troppo.»
«Prendimi allora, sono tua.» Entrò dentro di lei con calma, nonostante il pressante desiderio. Non voleva perdersi nemmeno un momento. Sentire il corpo di Lily sotto di lui, che si muoveva in sincronia con il suo gli provocava una felicità che dubitava di aver mai provato prima d’ora.
 
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Svegliarsi abbracciata all’uomo che ami è un buon modo per cominciare la giornata e Lily Potter non aveva mai capito quanto questa cosa fosse vera prima di quel giorno.
«Non te ne sei andato.»
«Avevi dei dubbi?»
«No, lo sapevo che saresti rimasto, mi fido di te.»
«Non hai messo la collana, alla fine.»
«Me la metti, per favore? Sei qui per il mio compleanno, ma non c’eri per il tuo.»
«Fa niente, saremo insieme al prossimo. E a quello dopo e così via.»
«Però io il regalo te l’ho preso comunque! Aspetta vado a prenderlo.» Buttandosi su di fretta la camicia di Lysander corse in cucina. Tornata in camera si fiondò sotto il letto. «Fa freddo!» Il ragazzo rise e se la strinse a sé. Per un momento lei pensò di rimanere così, senza dire nulla, ma poi si ricordò del pacchetto. Glielo porse. Lui lo aprì, era un bellissimo orologio, con una piccolissima luna disegnata sul quadrante. Lui la vide e la guardò un po’ pensieroso. «Lilian Luna Potter. Una luna. C’è anche un biglietto, che comunque non avresti visto se fossi stato qui.»

Lysander, è il tuo compleanno. Compi ventitre anni e non sei qui a festeggiare con me. Chissà dove sei. Chissà quante altre ragazze avrai incontrato. Non vedrai mai questo biglietto, Lys, lo sai, vero? Non lo vedrai perché sto per dirti che ti amo e tu non lo saprai mai. Tu hai bisogno di essere libero, lo so, non vuoi legami. E io ho bisogno di qualcuno che mi dia delle sicurezze, ma allora perché io voglio te, solo te, nessun altro se non te? Buon compleanno, Lys.

«Resterò sempre con te, promesso. Ti darò le sicurezze di cui hai bisogno.»
«Ho bisogno solo di te.»
 
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«Credi ancora che io e Al ci siamo sposati troppo presto?» Nathalie sorrise, bellissima nonostante l’avanzare della gravidanza.
«Perché dovrei pensarla in maniera diversa, scusa?»
«Beh ora hai l’età che avevamo io e Al quando ci siamo sposati, no? Non senti anche tu il desiderio di sposare Lysander?»
«No, noi stiamo bene così. E fra due anni certo non avremo un figlio.»
«Mai dire mai, Lily.»
«Lils, tesoro, puoi venire un secondo?» Nathalie fece l’occhiolino alla cognata, proprio mentre Al le si sedeva accanto. Un bel pranzo in casa Potter, era proprio quello che ci voleva! Lily si fermò un attimo sulla soglia della porta e guardò suo fratello e Nathalie sul divano. Lei era appoggiata a lui, che le teneva una mano sulla pancia. Erano una bella coppia, le piacevano, ma avevano solo ventisette anni. Erano ancora giovani… «Dove ti eri cacciata?»
«Scusa, chiacchieravo con Nathalie. Che c’è? Cosa fa in cucina?»
«Guarda cosa ho trovato!»
«La nostra scatola dei ricordi! L’avevamo nascosta in giardino, no?»
«Deve averla trovata tua madre … Aprila, guarda cosa c’è dentro.»
«Aprila tu, l’hai trovata tu!»
«Dai Lils non rompere, guarda nella scatola.»
«Ma è … LYSANDER SCAMANDRO COSA HAI MESSO IN QUESTA SCATOLA? CHE COSA SIGNIFICA?»
«Non urlare Lils! E non fare tremila storie. È solo un anello.» Dopo un bel respiro, il ragazzo inginocchiandosi le prese la mano. «Lilian Luna Lils Potter, vorrai tu, quando ti sentirai pronta, solo allora, non prima, diventare la signora Scamandro?» Poi come se uno strano pensiero l’avesse colpito all’improvviso aggiunse «Nel senso di mia moglie?»  - Non certo di Lorcan! – Era stato il muto pensiero di Lysander in quel momento.
 
Lily era rimasta a bocca aperta, il che era una fortuna, perché altrimenti non aveva idea di come l’aria le sarebbe entrata. Nathalie aveva ragione, quando sei innamorato non è troppo presto. «Certo che voglio diventare la signora Scamandro, ma con calma! E questo non vuol dire che stiamo facendo come mio fratello! Voglio dire fra due anni non sarò incinta, chiaramente!»
 
 
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Nonostante fosse il loro matrimonio, non era riuscita a passare con Lysander nemmeno un secondo! Adesso era inutile posticipare, doveva dirglielo e basta.
«Scusate, devo proprio portarvi via un momento lo sposo!»
«Ma cara tu lo avrai per tutta la luna di miele…»
«Lo so, ma stiamo avendo dei problemi organizzativi. Torniamo subito.»
«Lils dove andiamo?» Lysander era un po’ agitato, cosa voleva dire esattamente “Problemi organizzativi?” e perché lei aveva bisogno di lui? Lei lo guidò fino alla prima camera della villa che trovò, entrando lo lasciò per mano e poi si sedette sul letto, lasciandolo sullo stipite. «Cosa succede, piccola?»
«Avrei dovuto dirtelo prima, lo so, ma possiamo ancora rimediare. Ci sono delle alternative. Arrabbiati pure, ma non mi lasciare, per favore.»
«Mi fai un po’ paura, dimmi cosa sta succedendo!»
«Non mi lasciare, Lys, ti prego, ti amo troppo. Non lasciami da sola con …»
«Hai un altro? Sei stata con un altro?»
«Sei stupido? Ti sto dicendo che ti amo troppo e tu mi chiedi se ho un altro.»
«Scusa, ma allora tutto il resto si può superare.»
«No Lys, avrei dovuto dirtelo prima. Sono incinta e lo so da tre giorni, ma non volevo che t tu …»
«Amore, è una notizia bellissima!»
«Ma tu …»
«Pensavi che ti avrei lasciata solo per questo? O che ti avrei sposata solo per questo? Ti amo Lils e voglio passare il resto della mia vita con te.»
«Ma un figlio è … una cosa impegnativa. È qualcosa che ti lega per sempre. È una responsabilità. Se domani volessi andartene, non lasceresti solo me, ma anche … lui.»
«Perché dovrei andarmene? Ti amo Lils. » Si sedette di fianco a lei e mise una mano sulla sua pancia. «Ciao piccolo. Ci vediamo tra 270 giorni.»

   
 
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