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Autore: Melath    03/06/2011    8 recensioni
I ragazzi cinque anni dopo. Come sono diventati? Si rincontreranno mai?
Stiamo a vedere!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5 anni dopo...


Rachel era pronta. Lo era sempre stata. Quello era il suo momento e non se lo sarebbero dimenticato.
Sistemò le pieghe del vestito e si portò davanti una ciocca di capelli mentre ripeteva nella testa i passi della coreografia che aveva studiato con Kurt. Sì. Quel ruolo sarebbe stato suo.
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Kurt era agitato. Il caffè quella mattina non era stata una buona idea. Rachel l’aveva tartassato per giorni. Quella era la sua grande occasione e ce l’avrebbe fatta. Dio se sapeva cantare.
Mentre aspettava Blaine da Starbucks si sorprese a pensare alla sua vecchia scuola. Ah. Se ora i suoi compagni sapessero che era finito a New York. Nella grande mela. Con l’uomo della sua vita e la sua migliore amica. Una parte ancora da trovare, ma solo perché non tutti sanno apprezzare un ragazzo che canta canzoni da donna. Almeno nel Glee Club questo tabu era superato. Ah…il Glee…
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Santana aveva deciso di darci un taglio. Un taglio netto. Un bel taglio corto fin sopra le spalle. Appena fuori dal parrucchiere si sentiva divinamente. Appena fuori da casa, uno schifo. Un caffè. Ci voleva un caffè e un bel po’ di trucco per sentirsi meglio. Salì in casa, mise il rossetto rosso della sua coinquilina, tanto non se ne sarebbe accorta, e usci per concedersi un caffè. Con lo stipendio che prendeva era una rarità godersi del buon caffè, ma oggi era la giornata giusta. E voleva cambiare giro. Via da Tribeca, prendiamoci un caffè a Broadway. Sia mai che qualcuno mi veda e mi prenda per uno spettacolo. Magari una comparsata. Non sarebbe stata una cattiva idea. Cantare le mancava.
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L’ultima persona che Finn Hudson si sarebbe aspettato di vedere a quella scrivania era senza dubbio Brittany S. Pierce. Lo accolse con un grande sorriso e gli chiese, con tutta l’innocenza del mondo, ‘Come va con Rachel?’. Chiaramente sapeva che lui stava con Quinn. L’avevano pure invitata al matrimonio. Ma c’era andata poi? Non se lo ricordava. Certo che sì. O forse no. Rachel. Quanto gli mancava. Ora era a New York. Star di qualche musical e bellissima come sempre. Ora lui stava con Quinn. Era cambiata. L’aver ritrovato l’amicizia di Santana e Brittany dopo le nazionali, l’aveva fatta scendere coi piedi per terra. Era sempre convinta di essere la migliore e se la tirava parecchio, ma gestiva l’agenzia egregiamente e la loro casa anche. Sapeva che si sarebbero sposati. La amava, in fin dei conti. Non sapeva come avrebbe fatto senza di lei.
‘Finn? Hey Finn, mi stai ascoltando?’
‘C-Certo, scusami Brittany... dicevi?’
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Se passava una mosca era sempre il primo a vederla.
E poi dicevano che la stupida era lei.
Aveva trovato un lavoro che le piaceva, era felice in quella scuola. Lavorare per la Signora Pillsbury era gratificante. Parlava con i ragazzi e li aiutava a capire la cosa migliore da fare. Le usciva bene. Mai un richiamo. I ragazzi la adoravano. La chiamavano signorina Pierce e nessuno si era mai permesso di prenderla in giro. Certo, le mancavano i ragazzi del Glee ma rimanere a scuola le permetteva di studiare i nuovi membri e consigliare il Sig. Schuester.
A volte faceva anche qualche lavoro per la Sylvester. Qualche coreografia. Ma la cosa che le piaceva fare di più era parlare con i ragazzi.
Finn era venuto per parlare con il preside riguardo ad una vendita di un’ala della scuola. Ma prima di andare dal preside Figgins doveva per forza passare dal suo ufficio. Ma non era la sua segretaria. Lei lavorava per la Sig. Pillsbury.
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Pulire non era mai stato così divertente. Pulire per il piccolo Eric era bellissimo. Will era bellissimo. A Emma la terapia aveva fatto proprio bene, e ora che era sposata con Will era proprio serena. Will continuava a insegnar spagnolo e a dirigere il Glee Club. Cosa che oramai gli rubava pochissimo tempo. I ragazzi erano diminuiti negli ultimi anni e non c’era nessuno che volesse unirsi a cantare. Will era disperato. Le Nuove Direzioni non erano mai state così poco inserite. Persino durante le sue prime settimane di direzione si era trovato meglio. I ragazzi non lo ascoltavano e i poco presenti partecipavano solo per ricevere dei crediti aggiuntivi. E Figgins voleva uno spettacolo di beneficenza per salvare le finanze della scuola. Ma come diavolo avrebbe potuto fare??
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Matita, mascara e un tocco di fard. Quinn Fabray era pronta. Pronta per andare in agenzia e vendere un po’ di case. I suoi pronostici alla fine si erano avverati. Lei era diventata agente immobiliare di successo, con una bella macchina e un bel marito. Mentre l’amore della sua vita era finito chissà dove. Non aveva mai avuto la testa apposto. Ma non avrebbe mai potuto dimenticare la sua dichiarazione dopo la nascita della loro figlia.
Aprì la porta dell’agenzia e si trovò un biglietto sulla scrivania con la grafia di suo marito: Sono andato a scuola. Figgins vuole parlarmi.
Non riusciva a stare lontano da quell’edificio.
Si sedette, accese il computer e inizio le pratiche della giornata. Era una giornata fredda e non aveva voglia di perdersi a pensare a Puck. Amava Finn. L’aveva accettata per quella che era e le aveva dato la vita perfetta che aveva sempre desiderato. Solo, non era l’amore della sua vita.
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Aveva aperto da meno di mezzora e già c’era gente che aspettava. No ma... bella l’idea di aprire un’officina sulla statale. Bell’idea. Bravo Puck. Infondo sapeva che sarebbe finito a fare il meccanico. Non che gli piacesse. Ma la rivalsa che voleva non se l’era potuta permettere. Avrebbe potuto dare a Quinn la vita perfetta e una figlia da crescere insieme ma la scuola non faceva per lui. Era scappato da Lima il giorno stesso in cui aveva scoperto che Finn e Quinn erano tornati insieme. Era palese che si sarebbero sposati. Mentre lui stava ancora cercando di rimediare alla rissa in ospedale. La vita tranquilla non faceva per lui. E nemmeno sentirsi prendere per il culo da un Azimio con una frattura al polso. Ovviamente, la frattura era peggiorata.
Ora era li. Tra l’Ohio e l’Indiana ad aggiustar macchine e pensare a Lei.
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‘La giuria giudica l’imputato: colpevole di tutte le accuse.
Ce l’aveva fatta! Ancora una volta. La sedia a rotelle non l’aveva fermato. Certo. Il suo capo si era preso tutti i meriti. Chi mai si fiderebbe di un ragazzino occhialuto fresco fresco di laurea?
Nessuno. Solo che le documentazioni e i testi li preparava tutti lui. Ovviamente. E ovviamente il suo capo gli dava una pacca sulla spalla. ‘Bel lavoro Abrams.’
‘Grazie, Graziella e grazie al ….. .’
Ma andava bene così. Un giorno sarebbe riuscito a farsi valere per quello che era veramente. Avrebbe salvato la vita di qualcuno, ancora non sapeva bene come,  tutti l’avrebbero ringraziato e idolatrato.
Il suo più grande sogno era poter dimostrare al mondo che avere un metro e mezzo di statura non significava essere meno svegli o meno altro. Il suo sogno era diventare giudice. Arbitro in terra del bene e del male.
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Mercedes era disperata. Stare ai fornelli le piaceva ma Sam continuava a strimpellare la chitarra e la faceva distrarre. Voleva sentirla cantare. Amava sentirla cantare. Gli faceva uscire il cuore dal petto. Ma lei non poteva sempre cantare, avevano dei clienti da servire e lui doveva smettere di intrattenerli e cominciare a consegnare i piatti.
‘Samuel Evans. Muovi quel culetto d’oro e vieni in cucina che Mama M ha bisogno di una mano.’
Sam si alzo controvoglia tra gli applausi del pubblico, i clienti del ristorante, andò dalla moglie a prendere i piatti da portare in sala. Avere una trattoria era divertente. Ma anche a loro cantare mancava maledettamente.
Facevano qualche spettacolino, ma la verità è che insieme non erano una bomba come le originali Nuove Direzioni. Avevano quel qualcosa in più che a loro mancava. Mancava qualche voce.
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E finalmente il vestito era pronto. Era bellissimo. Nero, lungo con una scollatura vertiginosa sulla schiena e un collo a barchetta. Le spalline corte con un tocco di pizzo erano la cosa che più le piaceva. Al pizzo non aveva rinunciato.
‘L’abito è pronto Signora, prego... venga pure a vedere!’.
La Signora Figgins entrò nel camerino e subito dopo nel vestito. Le stava d’incanto. Con questo si ch avrebbe fatto un figurone alla cena coi docenti.
Tina era diventata una discreta stilista. La maggior fortuna l’aveva fatta creando gli abiti per l’ultimo video di Beyoncè. Mike ci ballava dentro, e lei creava gli abiti. Era stata un’esperienza fantastica. Ricordava ancora quando avevano ballato e cantato le sue canzoni al Glee Club, ma ora era passato molto tempo…
La signora Figgins pagò il vestito e ne ordinò un altro per un non-so-quale-incontro la domenica dopo con dei finanziatori. Boh... Tina si faceva i fatti suoi. O per lo meno... ci provava. Chiamò la sua migliore amica Mercedes e le chiese se ne sapeva qualcosa. Ovviamente Figgins le aveva chiesto servizio di Catering ma non si era spigato. Dei finanziatori? Per il liceo?
 


Buongiorno mondo!
Ecco una FF generale su tutti i ragazzi cinque anni dopo. La trama è liberamente ispirata a un film famosissimo che non vi dico ma capirete sicuramente.
Per Artie mi sono ispirata invece alla canzone di Faber 'Un giudice'. So perfettamente che è riferita a un nano ma io ci vedo Artie che vuole farsi valere per quello che è senza che la sua condizione sia un problema. 
Detto questo...recensite vi prego! Amo le recensioni! :)
   
 
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