The Redemptive Letters - Father's Apologies

Come on skinny love just last the year
Pour a little salt we were never here
My my my - my my my - my my my my - my my ...
Staring at the sink of blood and crushed veneer

Skinny Love, Birdy.

Elena, essere il genitore normale di una figlia straordinaria, non è un compito facile.
Ho fallito in questo compito.
E a causa dei miei pregiudizi, ti ho delusa. Sono tormentato dal pensiero di come sarebbe potuta andare se fossi stato disposto ad ascoltare la tua visione delle cose.
Per me, è la fine.
Ma tu hai la possibilità di diventare grande e un giorno avere un figlio ed essere un genitore migliore di me.
E' per questo figlio che ti do il mio anello.
Non ti chiedo di perdonarmi o di dimenticare. Ti chiedo solo di credere a questo.
Che tu stia leggendo questa lettera da umana o da vampiro... Io ti voglio bene lo stesso.
Ti ho sempre voluto bene, e sempre te ne vorrò.

John.



Continuando a guardare il vuoto, Elena comprende le parole su scritte.
Il vestito nero macchiato da continue lacrime che, lente, scendono per le guance olivastre. Il kajal sfatto, tutto le sembra così assurdo.
Perdere tutte le persone a lei care; le ha creato una voragine nel petto, che spietata le porge fitte che Elena non vorrebbe.
Lo sguardo ritorna alle foto poste fra le fessure dello specchio, Jenna, Jeremy, i suoi genitori. Che sorridenti la fissano con quegl'occhi fatti di carta, Elena si sente soffocare.
Si toglie i tacchi e corre, superando Jeremy e tutti gli ospiti nell'ingresso, sbalordendoli. Ma a lei non importa, a piedi scalzi e con il vestito strappato continuando a correre per la strada irta di pericoli per i suoi piedi.
Non le importa, non le importa nulla vuole solo raggiungere la casa dove suo padre è morto. Perché sa che John è ancora lì, i piedi feriti e la coda, da prima perfetta, oramai ridotta al limite del decente.
Sale i gradini, come se non volesse far rumore e svegliare qualcuno.
Silenziosamente avanza attraverso la porta, ha quasi timore di rientrare nella dimora in mezzo al bosco dove tutto è divenuto realtà; come il suo -amore?- rapporto con Stefan, come la venuta dei vampiri, come lo sconvolgete amore di Damon per lei.
Le mura sono sgrattate, le assi ammuffite e la polvere regna sovrana.
Il corpo di John è posto sul divano, le mani messe l'una sull'altra il volto sereno. Le lacrime, che non avevano smesso di scendere un solo momento, continuano la loro scesa. Le ginocchia di Elena cedono, le mani su quelle dell'uomo che tanto detestava.
«Papà, mi dispiace. Scusami» sussurra, mentre congiunge una sua guancia con la mano fredda della salma. Un bacio lieve all'interno di essa, per poi rimetterla a posto.
«Sei stata forte...» la voce di Damon la fa sobbalzare, e mentre si gira lentamente il pianto silenzioso e disperato di Elena non cessa.
«E'... E' molto fiero di te Elena, mi dispiace per quel che è successo» dice Damon mentre si sta per voltare e andare via per lasciarla sola con il padre. Ma, a causa di un lieve tentennamento dato dal morso ricevuto, non gli fece sentire i passi che svelti si dirigevano verso di lui. Le braccia di Elena, lo stringevano come un uccellino; Damon si voltò e la strinse il più possibile.
«Mi hanno lasciato, mi hanno lasciato!» continua a ripetere Elena in una lenia lenta e piena di singhiozzi. Damon, con gli occhi ricolmi di lacrime, trovò la forza di parlare: «No, non ti hanno lasciato. Sono sempre qui. Sono sempre qui Elena» constatò lui, ma non bastò a farla calmare perché le ci vollero dei lunghi minuti e, ancora oggi, entrambi non sanno quanto durò quel momento.



FINE