{Il
Tuono.
E nella notte
nera come
il nulla,
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla.
{Il
tuono, G. Pascoli}
“Grab
your gun
time to go to hell
I'm no hero
Guilty as charged
Search
and Destroy♪
{Search and
Destroy}
Dopo il primo tuono, Castiel voltò il
viso verso il cielo.
Sapeva che il momento sarebbe giunto, prima o poi. Se lo sentiva.
Il rimbombo durò alcuni secondi, poi si sentì solo l’imperversare della
pioggia.
Cadeva fitta, quasi a formare un unico muro d’acqua.
Nell’aria, solo il forte odore pungente caratteristico della pioggia.
I suoi occhi blu si spalancarono e le sopracciglia si corrugarono
leggermente.
Pensò a quanto gli umani si sbagliassero.
Credevano che il temporale fosse solo un evento atmosferico e
scherzavano, per
tranquillizzare i bambini, dicendo che non si trattava altro che degli
angeli
che giocavano a bocce.
Castiel, però, conosceva la verità.
Sapeva che quei tuoni non portavano nulla di buono.
Era il cielo in rivolta, erano gli Angeli in guerra.
Si voltò a guardare Dean che dormiva placidamente nella stanza del
motel di
turno dove si trovavano.
Poi gli si avvicinò e, lentamente, si abbassò su di lui, sovrastando la
sua
figura addormentata.
Piano, gli rimboccò le coperte e lo baciò dolcemente sulle labbra, poi,
salutando silenziosamente anche Sam che dormiva nel letto accanto,
Castiel si
voltò, pronto a prendere parte alla sua guerra.
Nel cuore solo la speranza di riuscire a tornare da loro.
Da Dean.
Ad
Anna, perché credo che lei sia il mio Angelo in
terra.