Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Roxanne Potter    03/06/2011    9 recensioni
Albus Severus Potter ha iniziato a frequentare il suo primo anno nella scuola di Hogwarts. Con lui ci sono tre amici e tre cugini, Rose, Roxanne e Louis.
Sembra essere l'anno più allegro e tranquillo della sua vita, assolutamente normale per gli standar di un mago. Finché lui e i suoi amici non si trovano coinvolti nel destino di una chiave particolare, tutto a causa di un manoscritto trovato nella biblioteca del castello.
Il primo anno si trasformerà in un'avventura. Tra spiriti di bambine, strani libri e maghi scomparsi.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Louis Weasley, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Roxanne Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note iniziali dell'Autrice : Ok, prima che iniziate a leggere, mi permetto un paio di avvertimenti.
Prima di tutto, scusatemi per la banalità dei titoli dei capitoli! Non sono mai capace di inventare titoli di capitoli decenti... seconda cosa.
Il titolo della fanfiction è ingannevole. Certo, c'è una Chiave... ma non si tratta esattamente di una Chiave. State attenti a quel "del Re.", è un indizio.
Leggete e saprete. Ora basta perdite di tempo... buona lettura!^^

La Chiave del Re.


Capitolo 1 : Smistamento.

-Albus, devi stare tranquillo. Sei più pallido di Victoire quando si mette una strana polvere babbana sulla faccia.
-O di zio Ron quando la zia Hermione parla di quel suo amico di nome Victor.
-E dell'idiota che vende bacchette a Diagon Al...
-Va bene, ragazzi, ora state zitti!
Albus Severus Potter lanciò un'occhiataccia ai suoi cugini e al suo amico Frank, che tacquero immediatamente.
Prese un profondo respiro, e deglutì nel sentire il treno che si immobilizzava del tutto.
Si sentiva quasi tremare. Da lì a un'ora sarebbe stato smistato in una delle quattro case di Hogwarts. Avrebbe visto il castello dove per anni aveva sognato di andare.
-Su, Al. Non vogliamo perdere tempo per colpa tua, sai?- disse Roxanne Weasley con un sorriso smagliante. Aveva il viso rosso di gioia, e Albus la invidiava.
Non sembrava affatto preoccupata e in ansia come lui, ma entusiasta come sempre.
I cinque ragazzi, Albus, Rose, Roxanne, Louis e Frank, uscirono dallo scompartimento. Il corridoio era già pieno di ragazzi urlanti vestiti con la divisa nera di Hogwarts.
Si fecero strada tra gli studenti, dai minuti undici-dodicenni come loro a quei ragazzi allampanati che sicuramente iniziavano a frequentare il loro sesto o settimo anno.
Quando finalmente si trovarono nel freddo della stazione di Hogsmeade, Albus fece correre lo sguardo nella folla.
-Vedete Hagrid da qualche parte?
Rose scosse la testa.
-No.- disse. -Comunque, stiamo attenti a non perderci di vista. Tanta gente in un posto solo si vede solo nelle partite di Quidditch!
-Lì!- esclamò in quel momento Frank. Indicò un punto davanti a loro, e voltandosi i ragazzi videro Hagrid avanzare nella folla degli studenti, reggendo una lanterna enorme che sprigionava una luce quasi bluastra.
-Primo anno! I ragazzi del primo anno devono seguirmi! Da questa parte!
Albus e gli altri raggiunsero Hagrid a passo svelto, e quando il mezzogigante li vide i suoi occhi si illuminarono.
-Ragazzi! Avete passato una buona estate?
-Certo, Hagrid. Pensa, ho segnato il mio primo goal a Quidditch della mia vita.- disse Louis in tono divertito, scatenando le risate dei ragazzi.
-Perfetto, ma la prossima volta che giocherete a Quidditch sarà nel campo di Hogwarts. Dobbiamo andare subito. Dunque, ci siete tutti del primo anno? Andiamo!
Albus si affrettò a seguire Hagrid, insieme al resto dei ragazzi del primo anno.
Il folto gruppo imboccò una strada vicina che si inoltrava tra fitti alberi.
Albus si accorse che l'aria era diventata più fresca e piacevole. Alzò gli occhi al cielo, e si trovò ad ammirare una tela di bellissime stelle.
-Non ti incantare, Al.- disse Rose, tirandogli una gomitata leggera. Lui abbassò lo sguardo verso la cugina, che camminava accanto alla sua destra.
-Lo so ma... mi piace quest'atmosfera.- rispose lui. -Certi alberi somigliano a quelli del parco di Cotterfly, non trovi?
-Un giorno voglio tornare a vedere Cotterfly.- intervenne Louis. -Mi piace il vostro paese, è pieno di gente...
-Ovvio, è un paese.- disse Frank sarcastico. -Sei tu quello che vive in una villetta sperduta sul mare.-
-Ed è un vantaggio! L'estate non ho bisogno di partire per le spiagge.- ribatté Louis.
Roxanne lo guardò con una lieve invidia nello sguardo.
-Allora vai in montagna, una di queste estati.- disse. -Io penso che partirò per la Spagna. Mio fratello è impaziente di vederla.
-Vogliamo parlare di vacanze adesso? Mancano nove mesi. Dovremo concentrarci su...
Albus si interruppe.
Si rese conto di aver lentamente dimenticato la sua agitazione mentre scendeva dal treno, cercava Hagrid e parlava con i cugini e Frank.
Il pensiero dello smistamento ormai vicino si fece strada nella sua mente, e Albus sentì un groppo in gola. Non voleva assolutamente finire a Serpeverde. Si immaginò con indosso lo stemma verde di un serpente, e il groppo si fece più pesante e doloroso.
No, no, non voglio... calmati, Al. Se vorrai potrai scegliere Grifondoro, giusto?
-Hai una faccia strana.- gli disse Frank, riportandolo alla realtà.
-Beh, ovvio, è preoccupato per lo smistamento.- commentò Rose con un sorriso. -Smettila di farti questi complessi mentali! Non puoi finire a Serpeverde.
-E cosa te lo dice?
-Beh, non puoi essere un Serpeverde... perché non ne hai le caratteristiche. Insomma, i Serpeverde sono...
Rose smise di parlare, lo sguardo assorto.
-Beh, non dico che siano tutti poco raccomandabili ma...
-Zitta!- le intimò Roxanne di colpo.
Albus notò che i suoi occhi brillavano, e si accorse che erano arrivati alla fine del sentiero pieno di alberi. Davanti a loro si apriva la riva di un enorme lago, e c'era un ponte di legno non molto lungo, al quale erano ormeggiate varie barche.
Albus strabuzzò lo sguardo, e ammirò la distesa di acqua scura e lucida. Il lago sembrava inoltrarsi tra le enormi rocce che lo circondavano, e in lontananza il ragazzino riusciva a scorgere altri alberi e montagne dalle punte innevate.
-Bellissimo.- mormorò, senza riuscire a staccare lo sguardo.
-Avanti, ragazzi, scegliete una di queste barche!- esclamò Hagrid con voce allegra. -Raggiungeremo Hogwarts con queste.
-Mia sorella mi hanno parlato tanto del lago che circonda Hogwarts!- disse Frank entusiasta mentre lui, Albus, Roxanne, Rose e Louis si dirigevano verso il ponte.
-Ora invece sarò io che lo racconterò a Lily.- sorrise Al. -E Rose ad Hugo.
-Certo, come se i nostri genitori non ci avessero parlato a sufficienza di Hogwarts fin da quanto eravamo dei poppanti....- commentò Louis sarcastico.
Albus raggiunse una delle barche e vi salì con cautela. Si sedette, e attese che gli altri facessero altrettanto. Per un attimo si distrasse ad ammirare l'acqua, le montagne e gli alberi lontani, e quando tornò a voltarsi vide che due ragazzini che lui non conosceva stavano salendo sulla barca.
Sbatté le palpebre e li fissò attentamente.
Erano un maschio e una femmina, di non più di undici anni. Lei aveva lisci capelli rossi come molte delle cugine di Albus, e un viso innaturalmente pallido.
Il ragazzino, invece, aveva un colorito più acceso, il viso leggermente squadrato, scompigliati capelli castani. Gli rivolse un sorriso cordiale, e disse: -Ciao. Ti disturba se io e mia sorella saliamo su questa barca?
-No, certo che no!- si affrettò a rispondere lui. Rose balzò davanti a loro in quel momento, e la barca oscillò leggermente. Albus si resse forte ai bordi, mentre sua cugina si sedeva accanto alla ragazza dai capelli rossi con aria divertita.
-Louis, Frank, Roxanne, ci vediamo.- disse voltandosi verso i ragazzi rimasti sul ponte. -Non c'è spazio qui, mi dispiace.
Roxanne sbuffò.
-Va bene, allora ci vediamo a Hogwarts.- disse. -A dopo!
I tre si allontanarono, e Albus tornò a guardare i nuovi venuti.
-Piacere.- disse. -Io mi chiamo Albus Potter, e lei è mia cugina Rose Weasley. Voi?
Un lampo di ammirazione e incredulità passò negli occhi dei ragazzi, ma si spense presto. Come se avessero capito che ad Al e Rose seccava molto essere sempre riconosciuti, additati e osannati per essere figli dei salvatori del mondo magico.
-Io mi chiamo Betsabea Finwel, lui è mio fratello Rudolf.- rispose la ragazzina.
Prima che potesse aggiungere altro, nell'aria si levò la voce di Hagrid.
-Allora, ragazzi, siete saliti tutti? Sciogliete le corde, forza! Si parte!
Il groppo in gola tornò. Albus si sporse per sciogliere il nodo che teneva legata la barca al ponte, il pensiero nuovamente fisso sullo smistamento che si faceva sempre più vicino. Troppo vicino.
La barca iniziò a muoversi dolcemente sulla superficie dell'acqua, svoltò e scivolò verso le altre barche, che si stavano muovendo da sole a loro volta.
-Perfetto, non dobbiamo remare.- sorrise Rudolf. -Odio remare, è una cosa stupida.
-Ovvio. L'anno scorso siamo andati in gita con i nostri genitori al lago e lui ha dimostrato di saper usare un remo quanto sa usare la bacchetta.- replicò ironica Betsabea.
Albus e Rose risero.
-Siete di famiglia Babbana?- chiese Rose. -Non ve lo chiedo per pregiudizi, sapete, è solo per fare un po' di conversazione.
-Beh, no, i nostri genitori sono entrambi maghi.- rispose Rudolf. -Però sono entrambi figli di Babbani. O meglio, nostra madre è figlia di una Babbana e di un mago. Se non sbaglio, anche i vostri genitori sono entrambi maghi, vero?
-Sì, anche se il mondo dei Babbani ci piace.- disse Albus. -La madre di Rose è figlia di due Babbani e grazie a lei conosciamo abbastanza bene quegli apparecchi. Mia sorella rompe sempre le scatole per poter giocare ai videogiochi. E poi c'è il poccuter...
-Computer.- lo corresse Rose.
-Quell'aggeggio simile ad una televisione e con dei tasti che puoi premere per scrivere sullo schermo?- chiese Betsabea.
-Sì, proprio quello. Mio fratello è ossessionato. Passa anche ore intere a navigare su...
Albus si interruppe con aria confusa.
-Come si chiamava, Rose?
-Stai parlando di Internet.
-Oh, esatto...
Continuarono a chiacchierare, delle loro vite, delle loro famiglie, delle aspettative per lo smistamento. Saltò fuori che Rudolf e Betsabea avevano una sorella minore di due anni, Emily, ed entrambi speravano di finire in Grifondoro o in Tassorosso.
-Sai, nostro padre era un Tassorosso.- gli disse Rudolf. -Nostra madre invece finì a Grifondoro, e ci piacciono entrambe le case.
Intanto le barche continuavano a muoversi da sole. Attraversarono gran parte del lago e una breve galleria, continuando a svoltare.
Finalmente il momento che Albus aveva tanto desiderato venne.
-Ragazzi, preparatevi!- urlò la voce di Hagrid. -Hogwarts è vicina!
Albus fece scattare gli occhi oltre i visi di Rose, Rudolf e Betsabea. Il suo cuore prese un balzo, alla vista del castello che era comparso davanti a loro.
Circondata da un parco lussureggiante, Hogwarts era talmente bella da superare tutto ciò che si era aspettato di vedere giunto nella scuola.
Le molte torri di pietra scura si innalzavano e sembravano perdersi nel cielo. Le torrette erano innumerevoli, ma mai quanto le centinaia di finestre e finestroni. Molti erano illuminati, e davano l'impressione di essere stelle che illuminavano il cielo. Come se Hogwarts fosse il cielo.
Tetti aguzzi, un lunghissimo ponte, muretti, immensi prati che facevano di quel castello un gioiello nero immerso nel verde.
Albus rimase incredulo a guardare Hogwarts, gli occhi brillanti e quasi adoranti.
Le barche erano vicinissime alla riva del lago.
Rose si alzò per prima e rimase ritta in piedi. Aveva un'espressione impaziente, e quando Albus la guardò immaginò subito che tutto quello che stesse aspettando fosse solo la barca che urtava dolcemente il margine della riva.
E quando accadde, Albus scattò in piedi.
-Forza, andiamo!- esclamò. Mise un piede sul bordo della barca, e poi saltò sul prato.
Sentiva scorrere dentro di sé un'energia particolare, qualcosa che andava più in là della semplice preoccupazione e dell'entusiasmo. Era eccitazione pura, era felicità, era soddisfazione.
Il groppo alla gola era piacevole ma doloroso, il viso infiammato, le membra pronte a scattare, a correre. Avvertiva un formicolio alla gola, e quel formicolio significava semplicemente che presto avrebbe potuto iniziare a ridere.
Si voltò, vide Rose, Betsabea e Rudolf in piedi dietro di lui. I loro sguardi entusiasti erano rivolti al castello, e anche lui tornò a guardarlo.
Che torre alta. È piena di finestre. Guarda come sono luminose... sì, sembrano stelle.
-Albus!
Era la voce squillante di Roxanne. La ragazza corse vicino a lui, i capelli che le sbattevano contro il viso, acceso di un'allegria che Al aveva visto poche volte in vita sua.
-Albus, hai visto?! Non immaginavo che avette tante torri!- gridò Roxanne, tirandogli una pacca sulla schiena così forte che gli procurò una smorfia. -E quello dovrebbe essere il campo di Quidditch!
-Ragazzi, non indugiate!
Albus notò Hagrid, che naturalmente spiccava con la sua altezza da mezzogigante in mezzo a quel gruppo di ragazzetti undicenni.
-Adesso vi porto a Hogwarts. Vi accompagnerò fino al portone, chiaro? Seguitemi.-
Albus si affrettò a seguire Hagrid lungo il pendio erboso. Non badò nemmeno ai suoi cugini, a Frank, Betsabea e Rudolf.
Non riusciva a smettere di ammirare Hogwarts, così che mentre camminava inciampò tre volte.
-Ehi, guarda là.
Era la voce di Rose, che gli aveva posato una mano sul braccio. Si voltò, e vide Rose indicare qualcosa in fondo al parco. Seguì la direzione della sua mano e notò che vicino agli alberi di quella che sapeva essere la Foresta Proibita spiccava una pietra liscia e bianca come neve.
Da lì la vedeva piccola, ma stimò che se si fosse avvicinato si sarebbe accorto che era più alta di quattro lui messi assieme.
-Cos'è?- chiese perplesso.
-Credo di saperlo.- disse Louis, che si era avvicinato in quel momento. -Dovrebbe essere il monumento ai caduti nell'ultima battaglia di Hogwarts, diciannove anni fa. I miei genitori me ne hanno parlato... ci sono tutti i nomi di coloro che morirono nella battaglia contro Voldemort. Ci sono di certo anche i nomi dei genitori di Teddy.
Un silenzio quasi imbarazzato calò su di loro. Teddy era un amico della famiglia Potter-Weasley, il figlioccio di Harry, cresciuto con sua nonna Andromeda.
Tutti loro sapevano che i genitori di Ted erano morti nell'ultima battaglia ad Hogwarts. Ma non ne avevano parlato quasi mai.
E il nome di Voldemort...
No, basta, Al. Perché dovresti pensare a Voldemort? Vuoi rovinarti questa serata?
Fu Rose a rompere il silenzio.
-Ora non parliamo di questo, per favore.- disse. -Non sentite una certa fame? Spero che James dica il vero quando parla dei bei banchetti della scuola.
-Certo che ho fame.- disse Al, realizzando solo in quel momento che la stava provando davvero.
L'ultima volta che aveva mangiato era stata circa un'ora prima, sul treno, a ingozzarsi insieme a Roxanne e Frank delle ultime Cioccorane rimaste.
Il gruppo di studenti avanzò, guidato da Hagrid, salì lungo uno scalone di marmo bianco che si interrompeva davanti a un portone di legno di quercia.
Quando Hagrid arrivò davanti al portone, e bussò con la sua enorme mano chiusa a pugno, Albus si accorse di star tremando leggermente. E non per il freddo.
Passarono pochi secondi, poi il portone si aprì con un debole cigolio e scivolò, rivelando l'interno di una accogliente stanza dalle pareti dipinte di giallo oro.
Gli studenti si riversarono nella sala, mormorando ammirati davanti ai quadri di maghi e streghe appesi alle pareti, alle scale che portavano a chissà quanti altri piani, al portone di legno che probabilmente dava accesso alla Sala Grande e al soffitto immensamente alto che si apriva sopra di loro.
Albus si avvicinò alle quattro clessidre disposte davanti ad una parete laterale, e guardò affascinato il leone d'oro scolpito sulla prima. Naturalmente erano le clessidre che segnavano i punteggi delle quattro case, ed erano ancora vuoti.
-Ah, professor Hagrid!
Albus si voltò quasi roteando su se stesso e camminò veloce per riunirsi al gruppo degli studenti.
Puntò gli occhi sulle scale, e vide un uomo che conosceva bene dirigersi verso di loro con un sorriso benevolo sul volto incorniciato dai capelli scuri.
-Professor Paciock!- disse Hagrid. -Prego, le lascio questi studenti e torno in casa mia. Buona fortuna e buon banchetto!
Al seguì Hagrid con lo sguardo mentre attraversava il portone e lo richiudeva dietro di sé. Poi si voltò. Bene, il momento cruciale continuava ad avvicinarsi.
Neville Paciock tossicchiò, rivolse un'occhiata soddisfatta a suo figlio Frank e iniziò a parlare.
-Bene, ragazzi, benvenuti a questo vostro primo anno nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Io non sono mai stato bravo con i discorsi, anche se cercherò di fare del mio meglio. Sappiate che adesso entreremo in Sala Grande per il banchetto di inizio anno, ma prima di mangiare dovrete sottoporvi allo smistamento. Lo smistamento è una tappa fondamentale, perché vi assegnerà ad una determinata casata di Hogwarts. Le case della scuola sono quattro : Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde. Per tutti i sette anni che frequenterete qui, la vostra casa sarà il vostro gruppo di appartenenza, come una famiglia. Potrete farle guadagnare o perdere punti a seconda del vostro comportamento. Alla fine di ogni anno verrà assegnata la Coppa delle Case alla casa con il maggior numero di punti.
Neville si interruppe. Sembrava ansioso e un po' agitato.
-Perfetto. Adesso, se volete seguirmi...
Wow. Oggi non facciamo che seguire persone., pensò Albus.
Neville scese le scalinate, e si avvicinò al portone della Sala Grande. I ragazzi si affrettarono ad avvicinarsi a loro volta, e quando il portone si spalancò iniziarono a levarsi mormorii stupiti.
Neville li scortò nella sala, e il gruppo lo seguì.
Albus temette di impazzire, quando vide le pareti ricoperte dalle vetrate, i tavoli delle quattro case pieni di studenti, il tavolo dei professori in fondo, le bellissime decorazioni dorate che ricoprivano le pareti.
C'era molto fracasso, gli studenti non facevano che urlare e chiacchierare, alcuni cantavano addirittura. Al si mosse in mezzo a quello splendore, e si rese conto che Rudolf e Roxanne stavano camminando accanto a lui.
-Splendido, eh?- mormorò Rudolf. I suoi occhi stavano brillando. Hogwarts aveva decisamente la capacità di far brillare gli occhi della gente.
Al annuì in risposta, e si voltò cercando volti amici tra i tavoli. Vide suo fratello James seduto tra i Grifondoro, che gli sorrideva allegramente e si passava una mano tra i capelli scompigliati.
Accanto a lui erano naturalmente seduti Lucy e Fred.
-Ehi, Al! Ti aspettiamo!- gli gridò Lucy quando Albus fu abbastanza vicino a lei da poterla sentire.
Annuì, il viso rosso per la miriade di emozioni che si agitavano dentro di lui : il nervosismo, la preoccupazione, ma anche la felicità, l'entusiasmo, l'allegria.
-Louis!-
Era una voce femminile, e Al immaginò che si trattasse di una delle sorelle di Louis. Stava per cercarle nel tavolo dei Grifondoro, quando i ragazzi intorno a lui si fermarono di botto.
Urtò contro il ragazzino bruno che si era fermato davanti a lui e si bloccò a sua volta.
-Scusa!- mormorò sottovoce, imbarazzato, quando il ragazzo si voltò. Per fortuna, non sembrava essersela presa.
Albus vide che erano arrivati quasi in fondo alla Sala Grande.
Lì, davanti al tavolo dei professori, c'era una sedia di legno lucido e chiaro. Sopra, era poggiato uno dei cappelli più consunti che avesse mai visto.
Nero, a punta, pieno di strappi, toppe e ricuciture, sembrava bruciacchiato in alcuni punti.
Sicuramente non piacerebbe a Victoire., pensò Al divertito.
Neville si posizionò accanto alla sedia, e fu in quel momento che la donna seduta in mezzo alla tavolata dei professori si alzò in piedi.
Albus la scrutò con attenzione, cosa che faceva sempre con chi non conosceva.
Era certamente la preside. Il suo viso leggermente rugoso era incorniciato da sbuffi di capelli biondo rossiccio, con un paio di ciocche grigie.
Era magra, aveva gli occhi benevoli e gentili e indossava una lunga veste verde dai bordi dorati.
-Benvenuti, ragazzi, benvenuti al vostro primo anno in questa scuola!- disse con una voce allegra che mise subito Albus di buonumore. -E bentornati agli studenti dal secondo anno in su. Per i nuovi ragazzi, io sono la preside di Hogwarts, Helene Bhatorys. Vi auguro un buon soggiorno nel castello per questo nuovo anno. Prima che si proceda allo smistamento, vi rammento alcuni avvertimenti. Non finirò mai di ripetere che l'accesso alla Foresta Proibita è proibito agli studenti di qualsiasi casa, così come è proibito duellare nei corridoi e possedere delle Girandole Cantanti prodotte dai Tiri Vispi Weasley....
Albus represse una risatina, e distaccò la mente, annoiato dalla piega che stava prendendo il discorso.
-… ricordo inoltre che alla squadra di Quidditch di Tassorosso mancano i due battitori, e un cacciatore a quella di Serpeverde. Mi auguro che i provini vadano bene. Detto questo... professor Paciock, provveda pure allo smistamento.
La donna si sedette di nuovo, e Albus spostò lo sguardo sul Cappello. Suo padre gli aveva raccontato cosa sarebbe avvenuto durante lo smistamento, ma fu comunque piacevolmente sorpreso nel vedere un lembo della stoffa che si spalancava, e il Cappello Parlante iniziò a cantare.

Mille anni son ormai passati
da quando gli incantesimi che mi dieder la mente furon forgiati.
Ai tempi fui trasformato al fine
di regalar a tutti una scelta sublime.
Quattro son le case in cui potete esser smistati.
Ciascun Fondatore voleva venissero dei talenti privilegiati.
Se per voi è quella di Godric Grifondoro la via retta
abbiate coraggio, orgoglio e fierezza.
Se impegno, lealtà e bontà son la vostra strada
la buona Tosca Tassorosso offrirà la sua casa.
E Salazar Serpeverde sceglieva l'astuzia e l'ambizione,
che portavan agli onori insieme alla determinazione.
Infine Priscilla Corvonero, sveglia e fiera
che premiava il cervello e l'intelligenza vera.
Dunque non state lì fermi a tremare,
ma con sicurezza avanzate.
E quando sulle vostre teste sarò calato
saprete a quale casa io vi ho assegnato.


Non appena la canzone terminò, nella Sala Grande si levò uno scroscio di applausi. Albus non seppe se applaudire anche lui, tutti i ragazzini del primo anno erano fermi.
Alla fine decise di lasciar perdere.
Quando gli applausi si spensero, Neville tossicchiò, prese in mano il cappello e tirò fuori una pergamena dalla tasca della veste. La srotolò e passò i suoi occhi sul gruppo dei ragazzi.
-Adesso io vi chiamerò in ordine alfabetico. Voi verrete qui, vi sederete e vi metterò in testa il Cappello Parlante. Sarà lui a smistarvi.
Il cuore di Albus iniziò a battere, con tonfi simili a colpi di tamburo.
-Amelis Holland!
Una ragazzina mora dall'espressione timida si staccò dal gruppo e camminò verso la sedia. Albus la osservò sedersi, il cappello le venne posato in testa, e dopo alcuni secondi gridò: -SERPEVERDE!-
Che strano., pensò Al. Non avrebbe mai detto che una ragazza dall'espressione tanto dolce e timorosa potesse essere smistata a Serpeverde. Ma in fondo, cosa gli diceva che quella fosse una casa malvagia?
Fu in preda al nervosismo e alla paura per quelli che parvero minuti interminabili.
-Barker Jessica!
-GRIFONDORO!
-Clawys Robert!
-TASSOROSSO!
Non poteva sopportare di rimanere lì, in piedi, senza fare niente. Ad osservare gli altri ragazzi che venivano smistati.
-Finwel Betsabea!
Albus si voltò leggermente, e vide Betsabea dietro di lui. Era irrigidita e aveva uno sguardo quasi spaventato. Al le rivolse un sorriso.
-Fatti coraggio.- sussurrò. Proprio io che sto quasi per svenire.
Betsabea ricambiò il sorriso, e si incamminò. Si sedette e quando il Cappello Parlante le venne posato in testa, Albus rimase in attesa, con il fiato quasi sospeso. Chissà dove sarebbe finita quella ragazza? Gli stava molto simpatica.
-GRIFONDORO!
Il tavolo dei Grifondoro esplose in fischi, applausi e urla entusiaste. Betsabea si alzò mentre Neville le toglieva il cappello dalla testa e corse verso il tavolo. Si girò un attimo per rivolgere ad Albus un sorriso che lo agitò.
E non era un'agitazione negativa.
Tornò ad assistere allo smistamento.
-Finwel Rudolf!
Il ragazzino accanto a lui si mosse e raggiunse la sedia. Il cappello rimase sulla sua testa per quasi un minuto, e Albus non faceva che sbattere a terra il piede.
-CORVONERO!
Albus si sentì stupito a quella sentenza. Per lui, Grifondoro era sempre stata la casa migliore, la casa della sua famiglia, dei suoi genitori, dei suoi fratelli e cugini. A parte Molly che era diventata una Corvonero.
Dai, non c'è assolutamente nulla di male nelle altre case.
Per un attimo guardò il tavolo dei Grifondoro. Betsabea fissava suo fratello che veniva accolto tra i festosi Corvonero con aria sorpresa e leggermente triste.
Tornò a voltarsi verso il cappello. Era stato chiamato un ragazzino che inciampava di continuo nel tentativo di raggiungere la sedia, provocando le risate di alcuni studenti.
L'attenzione di Albus scivolò gradualmente. Non conosceva quei ragazzi, cosa poteva importargli di loro? Riusciva solo a pensare alla sua preoccupazione.
Non voglio finire a Serpeverde. No, non voglio. Non è una casa cattiva ma... no, non voglio finire a Serpeverde. Non mi piace. Grifondoro... ho sempre desiderato essere un Grifondoro...
-Malfoy Scorpius!-
Per un attimo la sua attenzione si ridestò. Mosse lo sguardo davanti a sé. C'era un pallido ragazzino dai riccioletti biondi che si stava sedendo, lo sguardo impassibile e tranquillo che sembrava nascondere una punta di agitazione.
-SERPEVERDE!- sentenziò il cappello dopo alcuni secondi.
Gli studenti Serpeverde tornarono ad urlare e applaudire il ragazzo. Albus lo fissò con un misto di curiosità e diffidenza. Suo zio Ron non faceva che ripetere che non bisognava fidarsi della famiglia Malfoy. Quella mattina alla stazione, aveva detto a Rose di non dargli confidenza.
Beh, non che a loro interessasse molto conoscerlo. L'avevano visto una sola volta, e Albus non provava vero interesse verso quel ragazzo.
Lo smistamento continuò.
-Paciock Frank!-
-GRIFONDORO!-
Albus non poté fare a meno di sorridere. Era felice per Frank, sapeva bene quanto lui desiderasse finire in una casa come Grifondoro o Tassorosso.
Era così occupato a rallegrarsi per il suo amico che non si rese conto che Paciok e Potter erano due cognomi molto vicini.
-Potter Albus Severus!-
Le sue gambe divennero molli. Il groppo in gola si fece tremendamente doloroso. Arrossì, e non sapeva bene se era più per lo smistamento che per l'essere stato chiamato col suo nome completo davanti a quel vasto pubblico.
Si sforzò di camminare, di mettere un piede davanti all'altro. Tremava. Sentiva un vuoto nel petto.
Si lasciò cadere sulla sedia e non fece in tempo a tirare un respiro profondo per calmarsi che Neville gli posò in testa il Cappello Parlante. La sua visuale si oscurò, il nero gli coprì quasi del tutto gli occhi.
Improvvisamente, l'atmosfera si era fatta serena.
Bene, ma tu guarda... il secondo Potter.
Suo padre gli aveva parlato del cappello. Sapeva che si trattava della sua voce... beh, in fondo di chi altro poteva trattarsi?
Somigli a tuo padre. E anche a tuo fratello. Sotto la tua timidezza e le insicurezze, hai un temperamento impetuoso e ribelle simile al suo.
Io...
Avverto benissimo il tuo timore di finire a Serpeverde. In un certo senso, hai la determinazione giusta per quella casa. Ma niente altro, non penso che ti troveresti bene tra persone troppo furbe e approfittartici. Hai generosità e sensibilità. Intelligenza, gentilezza e coraggio. Forse non te ne rendi conto ma nel tuo cuore si cela un coraggio molto forte.
Quindi...
Non penso che resterai deluso, Albus. Sarai perfetto per... GRIFONDORO!
Non ci riusciva a credere. Per il tempo che aveva passato seduto era riuscito a rimanere fermo, ma adesso tremava di nuovo.
Tremava mentre si alzava, prendeva il cappello e lo porgeva a Neville. Lui gli rivolse un sorriso soddisfatto, e Albus tentò di ricambiarlo.
Non poteva essere vero. Era già tutto finito. Era accaduto. Era stato smistato a Grifondoro.
Si diresse verso il tavolo e andò a sedersi accanto a Betsabea.
Gli studenti della casa, la sua casa, stavano applaudendo più forte di prima. Evidentemente per il suo cognome. James gli sorrise dall'altro capo del tavolo e Albus riuscì a ricambiare.
Gli uscì un sorriso raggiante, sincero, aperto.
Non riuscì a trattenersi e iniziò a ridere.
-Complimenti, Al.- gli disse Betsabea. I suoi occhi erano allegri e in parte vaghi, come se fosse immersa in pensieri remoti.
-Grazie.- rispose lui. Si voltò di nuovo, e vide Rose fissarlo. Era l'ultima del gruppetto ormai rimasto da smistare.
Rose sbatté le palpebre, e mosse le labbra in sorriso. Albus conosceva Rose da undici anni. Sapeva che quel sorriso voleva dire : Complimenti!
Passò un minuto prima che anche i Weasley iniziassero ad essere chiamati.
-Weasley Louis!-
Albus trattenne letteralmente il fiato.
-GRIFONDORO!-
Louis si alzò dalla sedia con uno scatto, e fece cadere a terra il cappello. Lo raccolse e porse a Neville balbettando scuse, prima di correre verso il tavolo dei Grifondoro.
Albus si unì agli applausi.
-Ehi, Louis, vieni qui!- urlò una ragazza dai capelli rossi, seduta poco lontano da lì. Louis rivolse ad Albus uno sguardo di scusa prima di dirigersi verso sua sorella.
-Weasley Rose!-
-GRIFONDORO!-
-Weasley Roxanne!-
-GRIFONDORO!-
Roxanne arrivò al tavolo saltellando, con le gote arrossate. Si sedette davanti ad Albus e Betsabea e urlò per farsi sentire sopra gli applausi e le esclamazioni.
-Visto, Albus? E tu che ti preoccupavi!-
Sollievo. Ciò che provò Albus in quel momento, seduto al tavolo dei Grifondoro, in mezzo ad altri studenti e ai suoi cugini, fu un semplice e immenso sollievo.
Lo smistamento era fatto. E lui era finalmente arrivato ad Hogwarts.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Roxanne Potter