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Autore: Metthew96    04/06/2011    0 recensioni
Una storia che avevo in mente da molto tempo, ma che non ho mai avuto il tempo di scrivere.
Vi auguro buona lettura.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Waking up


Quella notte d'estate il cielo era limpido, si potevano contare le stelle.

La luna piena illuminava il buio, ed era di un bianco mai visto. Nella città di Firegon tutti dormivano normalmente.

Il silenzio era tombale, rotto di tanto in tanto da qualche auto che passava di lì.

In una villetta come le altre, dal tetto rosso e dalle mura bianche, dormiva un ragazzo. Tranquillo,beato i suoi capelli erano dorati e lisci come la seta. La sua stanza era molto disordinata, c'erano vestiti sparsi ovunque, libri sul pavimento e molti CD sparsi.

Su uno dei libri c'era scritto “Richardson Nogard 3°D classico” evidentemente era quello il suo nome e frequentando il terzo anno di liceo classico, aveva 16 anni.

Dalla finestra della sua camera entrava una forte luce, la luna era davvero splendente.

Ad un tratto quella luce cominciò ad affievolirsi, sempre più fino ad essere coperta da un ombra.

Quell'ombra si avvicinava e sembrava diretta verso la finestra, e infatti era così.

All'improvviso una pietra grande non più di un pugno sfondò la finestra e finì sotto il letto del ragazzo dormiente, che però non si accorse minimamente del fracasso.

Per il resto quella notte fu molto tranquilla.

 

 

Sorse il sole, la luce penetrò la camera di Richard. Lo accecò e lo fece alzare dal letto.

I suoi capelli, lunghi e biondi erano in disordine segno di una notte piena di sonno. I suoi occhi erano di un blu chiarissimo, tendenti al grigio.

Richard non era molto alto, era su e giù un metro e settanta.

Non si accorse minimamente del vetro rotto della finestra, scese così al piano di sotto. Andò in cucina per fare colazione, la madre era già uscita probabilmente era andata a fare la spesa.

Non mangiò molto, bevve solo una tazza di caffellatte.

Poi andò in bagno si lavò, si vestì.

Era il 9 giugno la scuola era finita da una settimana e Richard non aveva niente da fare, a parte i compiti che ovviamente come tutti i ragazzi avrebbe fatto l'ultima settimana di settembre.

Trascorreva le sue giornate sul letto leggendo e ascoltando musica. Non aveva molti amici per lo più erano compagni di classe e non ci andava molto d'accordo.

Eppure lui non voleva buttare via quell'estate, voleva fare qualcosa, ma non ne aveva mai l'occasione.

Ritornò in camera sua e finalmente si accorse del vetro della finestra rotto, non sapeva chi, non sapeva come né quando fosse accaduto. Ma per prima cosa si preoccupò di ripulire il pavimento dai frammenti di vetro, sapeva che la madre l'avrebbe ucciso altrimenti.

Poi sostituì il vetro della finestra in fretta e furia, visto che la madre sarebbe ritornata a momenti.

Ed infatti eccola intenta parcheggiare l'auto nel garage. Richard scese a darle una mano con le buste della spesa, poi ritornò in camera a finire di sistemare il vetro.

-Richard scendi è pronto in tavola!- urlò la madre

-Arrivo!- rispose lui.

La madre era una donna non molto anziana dai capelli rossi, era alta e snella e aveva gli occhi come quelli del figlio. Il suo nome da nubile era Caroline, Caroline Johnson.

Richard non aveva intenzione di far sapere alla madre del vetro rotto, così si affrettò a mangiare.

-Papà torna stasera? Non mangia con noi?- chiese

-No, ha avuto un impegno- gli rispose la madre

Poi finì di mangiare e tornò in camera a pensare se dire o no alla madre del vetro rotto.

 

Passarono dei giorni. Richard non disse nulla alla madre.

Ma qualcosa stava succedendo, la misteriosa pietra che era finita sotto il suo letto cominciava ad ingrandirsi e ad emettere luci e rumori molto singolari.

Una notte Richard notò questi rumori, si calò e scoprì questa misteriosa pietra sotto il suo letto.

Si era ingrandita, anzi era raddoppiata, una cosa davvero molto curiosa; le pietre non crescono eppure quella si. La prese in mano, era molto pesante e fredda. La posò sulla scrivania e rimase qualche minuto ad osservarlo. La sua superficie perfettamente liscia, il suo colore grigio chiaro.

“Era davvero una pietra inusuale, chissà da dove veniva e soprattutto come ci era arrivata sotto il letto?” pensava Richard. Poi tornò a dormire.

 

   
 
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