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Autore: Akira14    04/06/2011    4 recensioni
"E mentre aspettavamo che suo padre ci venisse a prendere, tre tizi... Ci hanno picchiato a sangue." // Blaine Anderson non è stato il solo ad esser preso a botte quella sera, dopo il ballo. Questa è istantanea di chi era con lui. O meglio, di chi pur di sopravvivere al pestaggio, avrebbe voluto non esserci affatto.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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That there, that's not me (How To Disappear Completely, Radiohead)


Se chiudo gli occhi, se li stringo forte, posso fingere che nulla di tutto questo stia succedendo sul serio. Convincermi di non aver mai accettato l’invito di Blaine, pretendendo di dimostrare a tutti che del loro disprezzo non me ne frega nulla.

Posso tornare indietro addirittura fino a quel giorno, fuori dall’ufficio del preside.
Quando eravamo quasi venuti alle mani – si era trattato soltanto di spintoni, ma guai a turbare la placida tranquillità della nostra scuola – per una cheerleader che nemmeno ci calcolava.
Quando avevo colto al balzo il suo sfogo, quel ‘Pensare che a me le ragazze neanche piacciono.’ ribattendo con un ‘Nemmeno a me.’ che aveva sciolto ogni tensione, permettendoci di metterci una pietra sopra. Di far amicizia, forti della consapevolezza di aver trovato nell’altro piena comprensione e solidarietà.

Sì, posso tornare a quei fatidici attimi e fare la cosa giusta. Quella che chiunque con un po’ di buon senso avrebbe fatto.
Alzarmi di scatto, sputargli in faccia un velenoso “Vedi di starmi lontano, finocchio!” e sedermi al lato opposto del corridoio, evitando il suo sguardo fin quando non ci avrebbero chiamati. Meglio evitare che m’infetti con le sue tendenze malsane semplicemente guardandomi.
Più tardi, interrogato riguardo al nostro diverbio, negare qualsiasi mia colpa. Accusarlo di averci provato con me e, capendo che non ci sarei mai stato, di aver cominciato a tallonarmi fino a costringermi a spingerlo via in malo modo. Sottolineare che si è trattato di legittima difesa, almeno da parte mia.
Nel giro di qualche giorno, quando le voci cominceranno a girare, dare a chiunque la stessa versione dei fatti, persuadendoli ad evitare quel deviato di Anderson piuttosto che tormentarlo. Suggerendo loro che magari 'sto pervertito c'ha tendenze masochiste ed essere maltrattato gli piace, lo eccita.
Perché in fondo non sono poi mica uno stronzo: lo riconosco che anche lui si meriterebbe di essere lasciato in pace. Non a mie spese, però.

Ed eccomi qui. Al ballo con Amanda, l'oggetto della nostra contesa, che ha finito per cedere al mio innegabile fascino. Sono felice e non ho assolutamente passato la serata a chiedermi cosa farò nel caso volesse baciarmi. Ci penserò a tempo debito.
Blaine invece, con mio immenso sollievo, è restato a casa. Al sicuro.
Questi tre simpatici individui hanno cercato rissa comunque ma il padre di lei, temendo i tipici sviluppi post-prom, è arrivato giusto in tempo per portarci via.

Sì, è andata proprio così.
Non sono qui a sputar sangue su un sudicio marciapiede. Si tratta di un incubo, del mio inconscio che mi ricorda come sarebbe potuta degenerare la serata se avessi avuto la sfrontatezza di essere me stesso. O se fossi stato tanto stupido da credere davvero che due come noi possano andare a ballare con un amico, magari concedendogli perfino un lento – perché non si resiste a quegli occhioni imploranti – e tornare a casa illesi.
Ora, però, mi sveglierò. Sudato fradicio e tremante. Nel mio letto. Al sicuro.
Non sono qui, in fin dei conti. No.

Eppure lo sento lo scricchiolio delle sue costole, causato dall'ennesimo calcio al torace. Lo sento il suo rantolare in cerca di un respiro e lo scrocchiare delle mie dita, quando le fratturano con una pedata. Li sento, i miei lamenti. I loro insulti, le grasse risate mentre si domandano se riusciranno a trovarci l’anima a forza di botte.
Posso pure raggomitolarmi su me stesso e mettermi le mani sulle orecchie, ma avrei tuttavia un sapore metallico in bocca ed il naso tumefatto lì pronti ad ancorarmi alla realtà.

Sì, sono qui. Sì, sta accadendo.
Forse non sopravvivrò fino all’alba.
Dio, non voglio morire. Non voglio e sono sicuro che non lo vuole nemmeno Blaine.
Non posso parlare per lui, in quanto ad impegni concreti, ma per quanto mi riguarda... Ti prometto che mi concederai di riabbracciare la mia famiglia io... io non farò parola di questo pestaggio. Con nessuno. Accetterò che sia stata una punizione meritata e non m’indignerò quando il consiglio scolastico darà ad intendere la stessa cosa, proponendoci di non sporgere denuncia ed ingigantire la faccenda.
Lui lo farà, lo conosco. Perdonalo fin d’ora. Mi allontanerò dalla sua malevola influenza, lo abbandonerò a se stesso, augurandomi che ciò lo spinga a lasciare questo posto di merda e trasferirsi in una di quelle scuole da sogno, tipo la Dalton. I suoi, in fondo, se la possono permettere.
Salvaci. Solo questo ti chiedo.
Salvaci.

  
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