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Autore: coshicoshi    04/06/2011    5 recensioni
Tonks ha in mente di fare qualcosa, ma la sua mira causa un paio di situazioni imbarazzanti a Grimmauld Place.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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N.d.A Una One-Shot sulla vita dell’Ordine a Grimmauld Place, incentrata però su Remus/Tonks (che tanto per cambiare adoro insieme). Spero vi risulti leggibile e vi diverta almeno un po’.
Fatemi sapere che ne pensate e anche se fa schifo scrivetelo, così mi potrò migliorare anch’io.:)
Buona lettura!
 
 
 
La porta sbatté rumorosamente contro la parete.
Erano circa le undici di notte, e se fosse stata una casa normale probabilmente il frastuono avrebbe svegliato tutti gli abitanti. Ma quella non era una casa normale, e così lo schianto ebbe il potere di risvegliare solamente il ritratto della vecchia con una cuffia in testa appeso vicino all’entrata.
L’amabile signora iniziò ad urlare a pieni polmoni, ma siccome non si trattava certo di uno spettacolo insolito, il padrone di casa non si degnò nemmeno di alzarsi per aiutare i nuovi arrivati e continuò implacabile a chiacchierare con il suo vecchio amico.
“Ti stavo giusto dicendo, Remus..” urlò Sirius, tentando di sovrastare gli strilli “che io resto convinto del fatto che la Pozione Polisucco non può essere in grado di mutareanche la voce! Andiamo, è assurdo!”  (*)
Remus alzò lo sguardo dalla bottiglia di Vino Elfico che si stava versando solo per lanciare un’occhiata scettica all’amico.
“Scusa, ma che razza di pozione da travestimento sarebbe, se la voce non cambiasse? Chiunque conosca il tizio che vuoi impersonare ti scoprirebbe subito, no?”
“Beh, basta simulare un po’!” e agitò la mano noncurante. “Va bene la magia, ma non puoi mutare contemporaneamente..”
Un urlo lacerante proveniente dal corridoio lo obbligò a interrompersi.
“Volete far tacere quella vecchia megera?” latrò Sirius. “Qui si sta discutendo di argomenti seri!”
“Perché non vieni tu a farla tacere, invece di stare lì seduto a cazzeggiare?” esclamò una voce di donna incollerita.
“Voi l’avete svegliata, voi la rimettete tranquilla.” e si accomodò meglio sulla poltrona. Remus ghignò.
“Senti, Sirius, ma vaff..”
“Ora basta, state indietro! Avada Kedavra!”
“Ma sei cretino, Sturgis? E’ un ritratto, non può morire!”
“Crucio!”
“Ecco, ora urla ancora di più!”
“Le mie povere orecchie!”
“Stupeficium!”
E finalmente calò il silenzio.
“Amelia, hai salvato i nostri timpani da morte certa.”  disse la voce profonda di Kingsley Shacklebolt.
“Ho creduto di non farcela.” esclamò Arthur Weasley entrando in salotto e lasciandosi cadere sulla poltrona accanto al fuoco. “Interrogatori fino a mezzanotte, doppi turni e riunione dell’Ordine.” esalò. “Sono distrutto.”
“La riunione è terminata da almeno due ore, Arthur.” intervenne Remus “Ma di che interrogatori stai parlando? Sospettano di voi?”
“Sospettano di tutti quanti i dipendenti del Ministero.” decretò Sturgis Podmore, facendo il suo ingresso in salotto, seguito da Kinsley, Amelia Bones e Ninfadora Tonks. “Ormai è una vera ossessione per Caramell scoprire chi collabora con Silente. Ogni sera, a turno, trattengono un certo numero di impiegati per interrogarli..”
“Ma fortunatamente per noi, stasera l’inquisitore ufficiale era la nostra cara Amelia..” intervenne Arthur  sorridendo “..e ce la siamo cavata con poco.”
“Per stavolta abbiamo avuto fortuna.” asserì Amelia. “Ma dovremo essere più prudenti d’ora in poi.. Ho sentito Dolores accennare alla possibilità di usare Veritaserum.”
“E in questo caso saremmo spacciati.” disse Kingsley
“Credo proprio che dovremmo parlarne a Silente, sapete. Magari ci potrebbe procurare degli antidoti o qualcosa del genere..” propose Sturgis.
“Credo proprio che dovremmo parlare d’altro, invece.” intervenne Tonks, che fino a quel momento se n’era stata stranamente in disparte. “Sono quasi dodici ore che il mio cervello è in modalità ‘Superspia Supersegreta’ e ora ho bisogno di pensare ad altro.”
“Ma certo, cuginetta, hai ragione.” sogghignò Sirius “Vuoi per caso essere messa a parte dell’importante discussione che hai interrotto con i tuoi movimenti leggiadri e la tua dolce vocetta?”
“Vaffanculo, Sirius.” rispose la ragazza, piccata.
 “Oh,ho.. come siamo scurrili. Riconosco in questa irritabilità i sintomi di chi ha lasciato trascorrere troppo tempo dall’ultima volta in cui ha..”
“Oh, stai zitto. Non accetto frecciatine da uno che è rinchiuso in casa da mesi e che quanto a probabilità di fare sesso è allo stesso livello di Kreacher.”
Sirius aprì la bocca per replicare, ma fu interrotto da Remus. “Vi prego, non è proprio il genere di discussione che un essere umano normale vuole ascoltare a quest’ora di sera.” disse con un tono tra lo scocciato e il divertito. Tonks gli lanciò un’occhiata irritata.
“E che conversazione vorresti ascoltare, signorino? Sentiamo.”
“Una  conversazione seduti a tavola ad esempio.”
 
 
Mezz’ora più tardi, recuperate posate, Elfo Domestico e cibo commestibile erano tutti e sette riuniti intorno al tavolo dello stretto cucinino di Grimmauld Place e chiacchieravano amabilmente tra di loro, cercando di riempirsi il più possibile lo stomaco vuoto.
“Pensavo che gli elfi domestici fossero famosi per la loro ottima cucina.” disse perplesso Sturgis, addentando una coscia di pollo. “Questo pollo sa di gomma.”
“Quelli normali lo sono.” disse Sirius cupo “Ma vi dovrete accontentare. E’ già tanto che quel dannato elfo non avveleni il cibo. O almeno non l’ha ancora fatto..”
Remus, che dopo quattro bicchieri di vino, era decisamente più allegro, stava ricordando con Amelia Bones diversi aneddoti in comune, quando notò che Arthur, seduto accanto a lui, era stranamente rosso in viso.
Remus gli lanciò un’occhiata curiosa: era sempre stato piuttosto sensibile alle emozioni di chi lo circondava e l’uomo gli sembrava decisamente imbarazzato.
Sirius, che sedeva a capotavola e doveva averlo notato, gli tirò una gomitata.
“Cosa pensi che stia facendo sotto quel tavolo, il caro Arthur?” gli bisbigliò.
“Sirius,per favore! Sei disgustoso.”
A quel punto, forse accorgendosi di essere osservato, Arthur posò sia forchetta che coltello e disse, a bassa voce “Ehm, Tonks, perdonami.. Ma ti spiacerebbe smetterla di darmi colpetti col piede? Sai, non riesco a mangiare.”
Stavolta toccò a Tonks diventare paonazza, e probabilmente l’effetto venne accentuato dal fatto che in quel caso i capelli della ragazza avevano acquisito la stessa tonalità purpurea delle guance.
“Oddio, Arthur! Non sapevo che fossi tu.. cioè, volevo dire che.. sì, beh stavo cercando la mia forchetta!”
E mentre parlava buttò per terra la propria.
Si chinò a raccoglierla e quando riemerse disse trionfante “Eccola qui! Eheh, tutto risolto! Non penserete certo che io..”
E arrossì ancora di più quando si accorse che tutti,ma proprio tutti, intorno al tavolo la stavano fissando sconcertati.
Sirius scoppiò a ridere.
“Oh, insomma si è trattato di un equivoco!” sbottò infine “Smettetela di fissarmi così! E tu!” esclamò rivolgendosi a Sirius “Piantala di ridere!” .
E gli tirò la propria forchetta.
 
 
Qualche tempo dopo, finita la cena e ridendo ancora per l’insolito episodio, tutti gli ospiti si trasferirono in salotto per continuare la riunione improvvisata, dimentichi del fatto di dover andare a lavorare il giorno dopo.
Remus, con la testa dolorante a causa della confusione e del vino, si defilò in cucina con l’intenzione di prendere un’aspirina e non fu del tutto sorpreso  di trovarvi Tonks.
La ragazza, ignara della sua entrata, era di spalle e cercava di versare del Whiskey Incendiario in alcuni calici di cristallo con un’espressione di intensa concentrazione sul viso.
Remus la osservò divertito per qualche istante prima di decidere di parlare.
“Non avrei mai pensato che tu avessi queste preferenze per gli uomini maturi, Tonks.”
Il risultato fu quello sperato. Infatti Tonks, presa alla sprovvista, ribaltò il calice e questo s’infranse sul pavimento pochi istanti dopo.
Lei gli lanciò un’occhiataccia e lo riparò con un colpo di bacchetta.
“Cosa ti fa pensare che mi piacciano gli uomini maturi?”
Lui si finse pensieroso per  qualche istante e alla fine rispose “Beh, per esempio la scenetta di poco prima.”
Rise della sua espressione imbarazzata.
“Capisco che Arthur sia un uomo affascinante, ma sei vuoi conquistarlo dovrai usare metodi più raffinati rispetto a quelli di prima. Insomma, ha moglie e figli.. Se continui ad essere così aggressiva, lo metterai in imbarazzo..”
Tonks gli sorrise maliziosa.
“Hai proprio ragione, Remus. Credo proprio che stanotte metterò in pratica un piano più efficace.”
E con un gesto eloquente si slacciò la chiusura dei jeans, lasciando intravedere un paio di slip violacei al di sotto.
“Pensi che questo piano sia meglio?” gli domandò implacabile, gli occhi scuri che brillavano.
Remus avvertì all’improvviso decisamente più caldo e si sentì la bocca diventare arida.
Alla fine riuscì a rispondere “S-sai, mi spiace ma credo che sarebbe inutile. Di certo Arthur non si farebbe corrompere così.”
Tonks finse un’espressione dispiaciuta.
“Hai ragione di nuovo. Accidenti, allora il mio piano geniale sarebbe rovinato.”
La ragazza si batté l’indice sul mento, come a cercare di ricordare qualcosa.
“Dimmi, Remus, non è che per caso conosci tu qualche uomo maturo che si lascerebbe corrompere?”
Remus, che ormai non ce la faceva più a resistere, le afferrò i fianchi e la attirò a sé, contro il suo petto.
“Credo proprio di conoscerne un paio che fanno al caso tuo.” le sussurrò ad un orecchio.
Tonks rise e alzò la testa per posare le proprie labbra sulle sue.
Remus ricambiò e, approfondendo il bacio, cominciò a massaggiarle la schiena. Lei sospirò di piacere. 
“Quanto è passato?”
“Da cosa?” mormorò lui.
“Dalla prima volta in cui siamo stati insieme.”
“Due settimane, più o meno.” disse Remus, pensando, in cuor suo, che quelle erano state le due settimane più belle della sua vita. Lei lo abbracciò più stretto e si avvicinò al suo orecchio, come a voler dire un segreto.
“Ti devo confidare una cosa: prima in realtà, sotto al tavolo.. stavo mirando a te, non ad Arthur.”
“Non l’avrei mai immaginato.” disse Remus, ridendo tra sé per le parole di quella strega così buffa che l’aveva conquistato.
Non avrebbe mai pensato che una persona come Tonks potesse interessarsi sul serio a lui e ancora stentava a credere di poterla toccare, di poterla fare sua quando voleva.
Era molto più di quanto si meritasse.
“Ah!” esclamò Tonks all’improvviso, e si staccò da lui senza preavviso, dirigendosi al bancone in legno per afferrare qualcosa.
“Ma dove vai?” le chiese Remus, dispiaciuto di non avere più il suo calore tra le braccia.
“Prendo qualcosa per festeggiare le nostre prime due settimane. Avanti, apri la bocca!”
“Non se ne parla!” esclamò lui, adocchiando il pugno chiuso della ragazza. “Prima voglio sapere che hai in mano.”
“Oh, andiamo, fidati! E’ qualcosa che scalderà l’atmosfera, te l’assicuro!”
“Stammi lontana!”
“Ehi, che state combinando voi due?”
Sirius aveva appena fatto irruzione nel cucinino con un vassoio in mano.
Tonks sobbalzò dallo spavento e si lasciò sfuggire dalle mani qualcosa di piccolo e rosso, che atterrò alle spalle di Remus con uno strano suono liquido.
Giudicando pericoloso la combinazione del suo sguardo sospettoso e dell’oggetto contundente affilato che teneva in mano Remus si affrettò a trovare una scusa che spiegasse la strana posizione in cui si trovavano, ma Tonks lo precedette.
“Scusa, cugino.” disse sorridendo. “Stavo giusto convincendo il caro professore a darmi qualche consiglio.. ehm.. su certe pratiche amorose.”
Remus giudicò ammirevole la sua faccia tosta.
“Ah, è così..” disse Sirius sornione “A quanto pare ora siete così in confidenza da discutere di certi argomenti..”
“Oh, sì.  Ormai Remus è come un padre per me.”
Lui alzò le sopracciglia nella sua direzione e notò che aveva stampato in viso un largo ghigno.
Evidentemente pensava di averlo offeso con la sua velata frecciatina sulla loro differenza d’età.
Divertito, Remus decise di contraccambiare.
“Eh, già. E’ bello sapere cosa provi per me, Tonks.” e ammiccò nella sua direzione. “Sappi che per me è lo stesso. E poi, aiutarti a risolvere le tue turbe adolescenziali mi ricorda l’anno che ho trascorso ad Hogwarts come professore.”
Il largo sorriso sul volto di Tonks scivolò via per lasciare spazio ad un’espressione offesa.
“Va bene,  vi lascio alle vostre turbe.” rise Sirius, adocchiando l’aria minacciosa della ragazza. “Di là, attendono con ansia il mio ritorno con il Whiskey.”
E, raccolti i vari calici riempiti da Tonks, uscì, ridacchiando tra sé.
“Simpatico da parte tua.” brontolò la ragazza, non appena la porta si fu richiusa dietro a Sirius.
“Non ti sarai offesa per la mia risposta? La mia era legittima difesa.”
Tonks si voltò per lanciargli un’occhiata penetrante.
“Non lo pensi sul serio, che io sia una ragazzina, vero?”
Remus strabuzzò gli occhi, sorpreso da quella domanda.
“Certo che non lo penso. Se così fosse non potrei fare di certo questo, no?”
E alzò la mano fino a sfiorare il suo seno con la punta delle dita. Con lentezza però, così da darle modo di sottrarsi se non avesse voluto.
Tonks dimostrò di volerlo eccome però, e afferrò la mano di Remus per premerla sul suo petto, dandogli modo di procurarle ancora più piacere.
“Bene, perché non lo sono. E stasera te lo dimostrerò.”
Stavano giusto per passare al dunque, quando furono interrotti per la seconda volta.
Stavolta non da Sirius però, ma da una voce piuttosto soffocata proveniente dal salotto.
“Sirius, t-tanto per curiosità.. da quanto tempo stava lì ad invecchiare questo Whiskey?”
“Boh. Dai tempi della mia cara madre, credo. Perché?”
“Sturgis, non è molto gentile criticare ogni cosa che ti viene offerta, sai?” disse la voce di Amelia.
“N-non è una critica. E’ che sento un sapore un po’ stra...”
“Sturgis, è tutto a posto?”
“Oh, Merlino! Sto andando a fuoco!” urlò inaspettatamente.
“A fuoco?”
“La mia bocca! Datemi dell’acqua!”
I due in cucina si guardarono perplessi per qualche istante, poi a Remus tornò in mente l’oggetto rosso che era scivolato a Tonks e il rumore di qualcosa che cade nell’acqua che ne era seguito.
“Tonks..” mormorò “Che accidenti avevi in mano poco fa?”
“Io?” domandò lei perplessa “Del peperoncino in capsula.”
“In capsula?”
“Sì. E’polvere di peperoncino concentrata. I miei compagni del corso Auror la usavano spesso per fare scherzi idioti. La capsula che l’avvolge infatti si scoglie al contatto di qualunque sostanza liquida, che può essere sia saliva, che..”
E poi s’interruppe, mentre una strana consapevolezza si faceva largo nella sua mente.
“Oh, merda!” esclamò alla fine, nascondendosi il volto tra le mani.
“Beh..” disse lui, tentando di restare serio “Non pensavo che intendessi in senso così letterale, quando hai parlato di scaldare l’atmosfera.”
“Merda!” ripeté Tonks scansandolo, e balzò in piedi per andare a socchiudere la porta della cucina.
 Remus intravide attraverso la squarcio un accaldato Sturgis, che cercava contemporaneamente  di ficcarsi in bocca una pagnotta di pane intera e di bere un sorso d’acqua.
L’insieme era piuttosto ripugnante.
“Oh, Morgana! L’ho avvelenato!” esclamò Tonks imporporandosi.
Remus scoppiò a ridere alla vista della preoccupazione della ragazza. Quando era imbarazzata gli sembrava sempre così indifesa, da scatenare in lui l’impulso di proteggerla.
 “Non ti preoccupare.” le mormorò posandole un braccio sulla spalla. “Il tuo segreto mi seguirà nella tomba.”
“Lo spero per te!” esclamò lei, improvvisamente minacciosa. “Se vengono a sapere cos’è successo in questa cucina, ti verrò a cercare e te ne farò pentire, garantito!”
In fondo non è che avesse poi così tanto bisogno di protezione, pensò Remus tra sé.
“E poi..” continuò lei “Si è trattato di un incidente, come prima con Arthur! Insomma, non è possibile che io ne combini una dietro l’altra, no?”
“Prima di conoscere te, credevo anch’io che le figure di merda avessero un limite massimo a serata. Poi mi sono ricreduto.”
“Oh, stai zitto, anche tu!” esclamò lei. “Dev’essere una maledizione! Sì, ora ne sono convinta. Qualcuno mi ha maledetto per farmi uno scherzo ed è per colpa sua che combino tutti questi pasticci!”
Mise le mani sui fianchi e squadrò Remus con espressione trionfante.
“Che hai da fissarmi? E’ così. Prova un po’ a contraddirmi.”
“Oh, non mettere in mezzo le maledizioni. Qui la magia non c’entra niente!”
“Ah, sì?” chiese lei scettica. “Hai una spiegazione migliore della mia, genio?”
“Sì, certo.”
“E sarebbe?”
“Sei semplicemente tu.” disse Remus sorridente. “E la tua ottima mira che ha colpito ancora.”
 
 
 
(*)discussione sulla Pozione Polisucco. Ho preso spunto dal secondo film, quando Harry e Ron si trasformano in Tiger e Goyle. Quella gran cavolata della voce che rimane uguale non l’ho mai capita! J
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

   
 
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