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Autore: _piccy_    04/06/2011    2 recensioni
Due amici si ritrovano a fare i conti con un sentimento inaspettato...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MarcoDaniele

Autrice: _piccy_
Beta: me medesima, Open Office XD
Dedica: ehm...ai reali Marco e Daniele XD Sperando che non la leggano mai hihihi
Desclaimers: i personaggi sono MIEI! quindi non si toccano, se non con il mio permesso.
La storia parla di una relazione tra due uomini. Quindi siete avvisati...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Me lo comunica alla fine dell'intervallo.

La professoressa mi prende da parte e pronuncia quelle due parole.

Sarai bocciato”.

Ora, tutti penseranno che mi si sia aperta una voragine sotto i piedi, che io abbia urlato, che sia scappato in bagno a piangere (sia mai che mi faccia vedere) o che altro di strano. Dopotutto dai giovani d'oggi non sai mai che aspettarti.

E invece, spiacente di deludervi, no.

La prima cosa che mi passa per la mente, insieme ad una vocina -troppo simile a quella di mia madre- che mi dice 'te l'avevo detto', è 'non lo vedrò più'.

Poi suona la campanella e ognuno torna a posto, pensieri compresi.

Beh, dai, più o meno.

Nella mia testa continuo a rivivere la scena, quella frase che lampeggia come un neon.

Non posso aver pensato per davvero una cosa simile!

Continuo a rimuginarci su per tutte le ore successive, i professori sanno e attribuiscono il mio mutismo alla bocciatura.

Così sto seduto al mio posto, le braccia abbandonate sul banco, la testa a farci compagnia, incurante di quello che succede nella classe, incurante del suo sguardo che mi perfora la schiena.

Perché so che mi guarda, lo sento ogni dannata volta che lo fa.

Si mette lì e mi fissa, aspettando che io mi giri così da chiedermi cosa c'è che non va.

Ma non quella volta.

Non posso girarmi e dirgli, trattenendo a stento le lacrime, 'ehi sai, mi hanno detto che verrò bocciato e ho pensato a te'.

No, fa troppo finocchio.

Ed io non lo sono.

Perché non lo sono, giusto?!?


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Lo odio.

Giuro, vorrei prendergli il collo con le mani e stringere finché non implora pietà.

Sono due ore che Daniele se ne sta lì a far ciondolare la testa, ignorandomi completamente.

E questo mi da sui nervi!

All'intervallo è entrata la prof e l'ha chiamato da parte. Vista la serietà del suo viso posso ben immaginare quale fosse l'argomento.

Altro motivo per strozzarlo.

Quel ragazzo è una vera testa di cazzo! Non so quante volte mi sono seduto di fianco a lui e ho cercato di intavolare un discorso serio, su quanto rischiava se continuava a non fare nulla o quel poco che faceva, ho cercato di puntare sul fatto che avrebbe perso la classe con la quale andava avanti da 4 anni, ma lui la buttava sul ridere o mi diceva 'zitto uomo' e cambiava stanza, lasciando me imbambolato e rosso come un peperone.

Non credo si sia mai accorto dell'effetto che mi fa essere chiamato così.

Per lui non era altro che l'ennesimo soprannome, un nomignolo da usare quando eravamo solo noi due -o al massimo la sua famiglia-.

Io, quando sentivo quelle quattro lettere uscire dalle sue labbra, dovevo trattenermi dal sospirare come una dodicenne in calore e la mia mente partiva per lidi vietati ai minori di diciott'anni.

E così prendevo fuoco come nei cartoni, dove alla gente esce persino il fumo dalle orecchie avete presente?

L'unica che sospettava qualcosa era sua sorella. L'avevo capito da come ci fissava e ghignava. Quando ho chiesto spiegazioni a lui, ha alzato le spalle e ha risposto che sua sorella è 'una malata che vive in un mondo tutto suo e vede gay ovunque, anche dove non ci sono'.

E io avrei voluto urlargli che non era vero, che sua sorella aveva visto giusto, il gay c'era ed era innamorato di lui.

Ma lui avrebbe reagito male, mi sarei sentito dire che gli facevo schifo e di non farmi più vedere e il giorno dopo, a scuola, avrei avuto un altro insulto da aggiungere alla lista.

Perché lui avrebbe reagito così, lo so. Non era mica innamorato di me.

Ho ragione, no?!?


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Oggi pranziamo tutti insieme, per festeggiare il compleanno di un compagno. Perciò all'uscita cerco di ritornare normale, sorridere e scherzare come al solito mentre ci avviavamo alle macchine.

Io li seguirò con la moto, regalo dei miei diciott'anni appena compiuti. Non è niente di particolare, non fa così tanto casino da far voltare tutti quando passo, ma è pur sempre la mia bambina.

E appoggiato a lei c'è lui.

Mi blocco.

Merda.

Mi sono scordato di avergli promesso un passaggio. Dovrò fare 40 km con lui abbracciato a me -è talmente mingherlino che il vento lo porta via se non si tiene-.

Lo saluto con un 'ehi' frettoloso e gli porgo il casco, indossando il mio per poi salire in sella, senza lasciargli il tempo di dire nulla.

Marco rimane a fissarmi qualche secondo sconcertato.

Lo vedo scuotere la testa e sbuffare, indossare il casco e sedersi dietro di me, rigido, le mani arpionate al sotto sella.

Metto in moto, pronto a partire, percependo una sorta di gelo provenire da lui.

Sospiro.

Tutto un viaggio così sarebbe un suicidio.

Così allungo le mani fino a prendere le sue e le porto al mio stomaco, stringendole qualche secondo in più del dovuto.

Lui resta rigido ancora pochi attimi, come se non recepisse il messaggio, per poi rilassarsi contro di me, il suo corpo premuto contro il mio e la presa delle sue braccia più forte di prima.

Quello era il nostro modo di dirci 'è tutto a posto'.

Così finalmente parto, fingendo di non aver sentito il cuore accelerare e schizzare in gola. Dicendomi che no, il calore che sento all'altezza dello stomaco è dovuto alla fame. E no, è solo un'impressione che i pantaloni siano diventati stretti all'improvviso.

Perché io non sono finocchio e innamorato del mio migliore amico, giusto?!?


------------


Dani mi sento male! Ti prego accosta!” gli urlo nell'orecchio, mentre sento il mio stomaco rimescolarsi.

Bene, perfetto. Proprio su una strada del genere dovevo sentirmi male?

Finalmente sulla nostra destra vediamo uno spiazzo e lì ci fermiamo.

Scendo e inizio a camminare avanti e indietro, tentando di convincermi che sia tutto a posto.

Peccato che il training autogeno non faccia per me e dopo due secondi sono corso il più lontano possibile -per quanto pochi metri me lo permettano-.

Lo sento ridere mentre ritorno indietro e afferro la bottiglietta d'acqua che ha in mano, sciacquandomi la bocca e fissandolo torvo.

Lui sussurra un 'pappamolle' che però raggiunge benissimo le mie orecchie.

So che lo ha detto scherzando, è sempre così tra noi, ma non quel giorno.

Vaffanculo” rispondo seccato, la bottiglietta ormai ammaccata dalla mia morsa.

Come?” mi dice lui visibilmente sconvolto.

Ho detto V.A.F.F.A.N.C.U.L.O.” scandisco le lettere così che gli sia chiaro che oggi marca male.

Oltre alla colazione hai vomitato anche il cervello Marco?”

Ha ha ha ha com'è simpatico.

Non metterti a fare del sarcasmo con me ok? Anzi, non metterti a fare del sarcasmo e basta! Mi sono rotto! ROTTO, hai capito? Credi di risultare più simpatico se prendi per il culo la gente? Eh? Credi di essere figo? Beh, notizia del giorno, non lo sei! Ti fa sembrare solo l'ennesimo coglione da cui prima o poi tutti prenderanno le distanze. Ma certo, cosa te ne può fregare ora? Hai visto che bel risultato hai ottenuto con il tuo comportamento?!?”

Lo vedo scurirsi per poi scendere dalla moto e raggiungermi.

Cazzo forse ho esagerato.

Non. Parlarmi. Mai. Più. In. Quel. Modo.” mi sibila a pochi centimetri dalla mia faccia. “Non sei mia madre. Tu non sei nessuno.”

Rimango di sasso a sentire quelle parole. Non posso credere che le abbia dette realmente. E forse non se ne è accorto neanche lui perché vedo i suoi occhi spalancarsi, come se avesse realizzato solo in quel momento. Mi allontano, incamminandomi verso la moto.

Mar..Marco..”

Non rispondo. Lo sento muoversi.

Marco ti prego fermati. Dai, per favore. Non volevo dirlo, non lo penso davvero”

Lo sento sempre più vicino.

Marco ti prego guardami, lo sai che non è vero, l'ho detto perché ero incazzato...Marco..”

Mi afferra il polso.

Uomo...”

Mi abbraccia da dietro, mi circonda completamente, mi stringe a sé con una forza che non credevo avesse ed è allora che le sento.

Sta piangendo. Sono le sue lacrime quelle che bagnano il mio collo e i suoi singhiozzi quelli che fanno tremare il mio corpo con il suo.

Sento le sue gambe cedere e a fatica riesco a rigirarmi nell'abbraccio per sostenerlo, ma non è un'impresa facile e, in men che non si dica, ci ritroviamo seduti per terra, la ghiaia e la polvere a sporcare i pantaloni, le sue mani arpionate alla mia schiena mentre farfuglia frasi senza senso sull'essere una nullità, un peso per tutti, un pezzo di merda per avermi parlato a quel modo, sul non meritare niente, neanche la mia amicizia.

Io non resisto più davanti ad uno sfogo simile e inizio a ridere.

Lo vedo bloccarsi e fissarmi male. Si stacca da me e incrocia le braccia, borbottando a mezza voce chissà cosa.

Scusami Dani, non volevo ridere, ma una simile scenata da checca isterica proprio non me l'aspettavo” gli dico alzandomi e battendo la mia mano sulla sua testa. “Su su, forza. È tutto finito. Abbiamo esagerato entrambi, avevamo bisogno di sfogarci. Ora è tutto a posto, no?” Gli porgo la mano. “Dai, alzati che se no ci danno per dispersi.” La stringe e si alza, ma non si muove. Io gli sorrido e mi giro, pronto a salire a bordo della bambina quando lo sento strattonarmi e, in pochi secondi, sono di nuovo tra le sue braccia, il suo respiro sul collo.

Grazie uomo” mi sussurra, mille brividi che percorrono il mio corpo verso una meta precisa.

E qui decido che basta, o la va o la spacca. So già che me ne pentirò, ma non ci avrebbe messo comunque molto a capirlo una volta in moto quindi trovo un'unica soluzione.

Senza preavviso mi giro e, ad occhi chiusi, sperando di 'fare centro', lo bacio.


------------


Cazzo. Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo merda. Merda merda merda merda merda cazzo!

Oddio e ora che faccio? Oddio oddio oddio oddio oddio che faccio che faccio che faccio che faccio?

Oddio che cazzo faccio?

Non posso stare qui imbambolato mentre lui mi bacia! Penserà che mi fa schifo, che non muoio anche io dalla voglia di mangiarmi quelle sue belle labbra e di profanargli la bocca con la lingua e...un attimo...COSA HO APPENA PENSATO?!?

Cazzo. Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo merda. Merda merda merda merda merda cazzo!

Ok Daniele, questo si è capito, cerca di pensare qualcosa di sensato!

.........

.....

Ehi! Ma quand'è che ha approfondito il bacio? Ma soprattutto, QUAND'È CHE IO HO INIZIATO A RICAMBIARE?

Cazzo. Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo merda. Merda merda merda merda merda cazzo!

...

Però....

Però non posso negare che non è la prima volta che ho il desiderio di baciarlo, più volte mi sono ritrovato a fissarlo inebetito e un'erezione in mezzo alle gambe.

Quante altre volte ho negato che avrei voluto passare le mani in quei fili biondi e coccolarlo e stringerlo e….

Oh merda!

Sono fottuto!


------------


Non sono sicuro di essere ancora sveglio.

Forse mi ha tirato un cazzotto e sono svenuto e quindi mi sto sognando tutto!

Non può davvero ricambiarmi dai, mica siamo in un film!

Potrei provare a tirarmi un pizzicotto! Certo, non avessi le braccia bloccate dalle sue sarebbe più facile.

Ok, l'unica cosa da fare è interrompere il bacio! Con calma magari eh, poi aprire piano gli occhi ed essere pronti a scoprire che è tutto frutto della propria mente!

.

Oh cazzo.

Oddio.

.

O mio dio quant'è carino!

.

Ok, gli urletti in stile fangirl me li posso tranquillamente evitare né?

Ok Marco, respira. Hai solo appena limonato con il tuo migliore amico che ora fissa i proprio piedi, completamente rosso -e fottutamente carino- mentre ancora ti stringe a sé.

Ok posso morire felice.

Ehm..” Cazzo non so cosa dire!

Lui alza la testa e mi fissa, imbarazzatissimo.

Lo guardo negli occhi e posso vedervi chiaramente la confusione che sta provando. Dopotutto ci sono passato anche io quando, mesi fa, ho capito di essere innamorato di lui.

Sorrido e appoggio la mia fronte alla sua.

Ciao” sussurrò e mi sento scemo perché di tutto quello che potevo dire ho scelto ciao.

Lui mi fissa per un po' e poi ridacchia piano, aumentando sempre più il volume della risata, fino a ritrovarsi con la fronte appoggiata alla mia spalla e le braccia che a circondare la pancia.

Finalmente si rilassa e lo sento sospirare, prima di guardarmi dal basso e sussurrarmi anche lui un 'ciao' che mi fa sciogliere al pari di un cubetto di ghiaccio al sole.

Poi si alza e mi da un leggero bacio a stampo, prima di muoversi veloce verso la moto e lanciarmi il casco.

Uomo se non ti sbrighi penseranno che siamo morti. O che ci siamo fermati a fare delle porcate. E non so quale delle due preferisca di più.”

Indosso il casco mentre rido, immaginandomi la scena di quando arriveremo là.

Mi allaccio forte a lui e lo sento portarsi la mia mano sinistra alle labbra, per poi depositarvici un bacio.

Ripartiamo e io non mi sono mai sentito così felice in vita mia, mentre mi stringo sempre più a lui, quasi a volerci fondere, giusto per questi ultimi chilometri che ci separano dagli altri.

Giunti a destinazione, sentiamo gli schiamazzi fin dal parcheggio.

Mi fermo un momento e respiro, cercando di nascondere tutte le emozioni provate nell'ultima mezz'ora.

Lui, però, se ne accorge e mi sbatte contro il muro di pietra, le mani serrate sul colletto della mia maglia, le mie tra i suoi capelli, una sua gamba tra le mie, le bocche fuse.

Quando ci separiamo lui continua a posare soffici bacetti sulle mie labbra, per poi allargare il colletto e succhiare una porzione di pelle appena sotto la spalla.

Un ultimo bacio a stampo e poi corre via, ridendo, richiamato da qualcuno che si è accorto del nostro arrivo.

Io lo seguo con calma, un sorriso ebete sulla faccia, il succhiotto ben in vista.

Lo guardo ridere e scherzare, girarsi per farmi l'occhiolino e inviarmi un bacio, per poi riprendere il discorso che aveva interrotto.

Sospiro.

Dio quanto lo amo.

   
 
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