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Autore: Doll_    05/06/2011    19 recensioni
Mio padre ancora non sapeva nulla della storia. Un punto a sfavore.
Non avevo ancora trovato la chiave di quella porta comunicante. Altro punto a sfavore.
Il ragazzo che si sarebbe finto il mio fidanzato era, oltre che un gigolò professionista, anche un tipo fastidioso, cinico e maledettamente sensuale, che odiavo con tutta me stessa. Quindi Tre a Zero per la sfortuna.
Il suo lavoro, poi, non consisteva solo nel fingersi innamorato di me -cosa già difficile in sé per sé- ma avrebbe dovuto anche insegnarmi le tecniche della passione e, quindi, in un modo o nell'altro riuscire a fare eccitare entrambi. Cosa impossibile. Quattro a Zero.
Qualcos'altro? Ah, sì! Dovevo sorbirmelo per oltre un mese..!
Cinque a Zero. Avevo nettamente perso..
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Zac e Vic'
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UN GIGOLO' IN AFFITTO – SINGHIOZZO

 

Era domenica, ed io avevo sempre odiato quel maledetto giorno della settimana.

Era sempre il sabato quello divertente, quello ricco di speranze, di divertimenti, di aspettative. Ma ancora una volta la domenica era arrivata ed era riuscita a rovinare tutto.

Io... Dovrei iniziare a fare le valige.” Ammise, infatti, lui, uscendo dal bagno vestito, mentre io ero ancora semi-nuda sdraiata sul suo letto a guardarlo con un misto di compassione ed ignoranza.

Sì, perché io ancora mi ostinavo ad ignorare che lui sarebbe dovuto partire il giorno dopo e che mi avrebbe lasciata sola, per sempre, anche dopo aver detto di amarmi.

Ieri sera ho fatto tardi perché sono passato da Annie a preparare tutto.” Continuò a spiegare, rigirando il coltello nella piaga.

L-lei... Cosa ne pensa?” Riuscii a biascicare senza scoppiare in lacrime.

Lei viene con noi.”

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Cosa?! E perché non mi hai detto nulla?” Strabuzzai gli occhi, alzandomi definitivamente in piedi.

I-io.. Ehm...” Balbettò e solo quando il suo sguardo passò in rassegna tutto il mio corpo, mi accorsi di essere completamente nuda.

Ma ero troppo arrabbiata, oltraggiata e offesa per pensare di coprirmi e farmi vedere imbarazzata da lui, lui che conosceva ogni centimetro del mio corpo ormai, e che non l'avrebbe rivisto mai più.

Avanti, parla.” Deglutii, iniziando a sentire leggermente freddo ed un lieve mal di testa. Probabilmente non avrei dovuto alzarmi tanto velocemente dal letto.

Se ti copri forse riesco a farlo.” Fece lui, posando i suoi occhi sul mio petto ben esposto.

Ti sei eccitato?!” Squittii, notando il rigonfiamento dei suoi pantaloni e diventando irrimediabilmente rossa.

Cosa ci posso fare?! Te l'ho detto che quando ti arrabbia mi... ecco, e poi il tuo abbigliamento non mi aiuta di certo.” Era imbarazzato.

Zac, dopo un mese che lo conoscevo, era imbarazzato di essersi eccitato in una situazione del genere anche se in quel momento non potei gioire a causa della mia furia predatrice.

Annie ormai era come diventata parte della mia famiglia. Mi ero affezionata a lei e non volevo che partisse.

Oh, al diavolo! Chi volevo prendere in giro? Volevo solo che almeno un pezzo di Zac restasse comunque affianco a me, in modo tale da tenermi aggiornata costantemente su di lui o semplicemente, di entrare nella casa della nonna e vedere e rivedere le foto di lui quand'era bambino, felice e sereno. Senza di me. Come lo sarebbe nuovamente stato.

Sei un pervertito, lo sai!?” Sbottai, prendendo le lenzuola e coprendomi alla bell'è meglio con quelle. “Ora parla!”

Non posso lasciarla qui, capisci? Pensavo fosse ovvio! Saremmo una.. famiglia, insieme, lì a New York...” Spiegò, deglutendo e facendo una piccola pausa prima della parola famiglia.

Una famiglia a cui io ero stata esonerata. O meglio, non ero mai entrata a far parte.

Non potevo crederci.

Non volevo crederci.

Eppure era così; Zac sarebbe partito comunque.

Se quella notte avevo avuto almeno un briciolo di speranza, soprattutto dopo aver sentito le sue dichiarazioni, in quel momento, con quella coperta addosso e con quell'uomo davanti agli occhi che diceva di voler partire lontano da me anche dopo tutto quello che avevamo passato, ogni mia illusione venne frantumata a terra come coccio inutile. Sporco.

Pensavo che dopo ieri... Tu... Io... Noi...” Balbettai, portandomi una mano fra i capelli e volgendo lo sguardo altrove, pur di non guardarlo mentre mi rivolgeva la sua più spassionata compassione.

Mentre mi rendevo ridicola ai suoi occhi che, sentivo, stavano nuovamente perlustrando ogni centimetro del mio essere.

Dentro, fuori, poi ancora più dentro...

Mi stava torturando perché rimaneva in silenzio.

Mi stava torturando perché non mi veniva incontro abbracciandomi e sussurrandomi che non mi avrebbe mai lasciata, che non sarebbe mai partito.

Ma non fece nulla di tutto ciò e dopo la notte precedente non mi disse neanche più di amarmi.

Allora, quando capii che il sentimento di Zac era stato solo un contentino del momento, solo per rendere la scopata più speciale e per distruggermi ulteriormente, alzai lo sguardo e lo puntai nel suo che, ferendomi così affondo come nessuna lama sarebbe stata in grado di fare, abbassò.

Zac abbassò lo sguardo sotto il mio.

Zac non disse nulla per giustificarsi, per spiegarsi... Semplicemente: restò in silenzio.

Capito. Divertiti, Zac. Meriti tutta la felicità di questo mondo.”

Ma non la mia.

Avevo le lacrime agli occhi e non riuscii più a sostenere quella tensione opprimente; così, a passo svelto, mi rintanai nella mia stanza, con le sue lenzuola, con il suo odore e il mio mischiati assieme, ed iniziai a piangere.

Mi raggomitolai sul letto e sperai quasi di morire all'istante per il dolore lancinante che sentivo. Per quel peso che mi sotterrava, per quel maledetto amore che non riusciva a cessare di crescere, secondo sopo secondo, rubandomi l'ultimo spiraglio di speranza per rinsavire.

Stavo morendo lentamente e questo lui non lo sapeva. Non se ne accorgeva nemmeno.

Stavo morendo perché mi sarebbe stato lontano, mentre la sera prima mi era stato talmente accanto da farmi sentire così donna e così viva che su quel letto non seppi davvero se sarei più stata in grado di sopravvivere senza di lui.

Eppure... Dio, quanto odiavo quella consapevolezza... Nonostante ogni cosa, io lo amavo. Con tutta me stessa, con tutta la mia anima, con tutto il mio corpo, con tutto il mio cuore... Io amavo Zac e, anche in quel momento quando capii che avevo giocato tutte le mie carte per cercare di farlo rimanere, sarei comunque stata disposta a tutto pur di non farlo partire.

Furono dei colpi decisamente poco leggeri alla mia porta a farmi sussultare e riprendere dallo stato di sconforto. Quei battiti che provenivano dalla stanza che avevo appena lasciato.

Vic? So che stai piangendo. Non sopporto quando fai così, quando parli e poi scappi. Ti prego, Victoria, aprimi.” La sua voce era quasi strozzata dal dispiacere che speravo ci fosse in lui.

Non chiamarmi in quel modo perché non so se risponderò di me, pensai in quell'istante quando, mossa da chissà quale forza sovrumana, mi alzai ed andai ad aprirgli.

Questa volta però ero stata troppo pigra e mi ero dimenticata di rimettermi il lenzuolo addosso, cosa che, gli occhi di Zac improvvisamente colmi di passione e qualcos'altro che non riuscii a definire, mi fecero notare subito.

Che sciocca che ero. Prima ero dolce, poi nervosa, poi mi arrabbiavo, poi piangevo e dopo neanche due minuti, lo riperdonavo. Ero un'innamorata davvero sciocca.

Eppure era stata questa solita incoerenza a raccontare la nostra storia.

Vic, mi dispiace davvero.” Riuscì solo a dire, deglutendo e cercando di mantenere gli occhi fissi nei miei, e non più giù..

Credimi: a me di più.” Ammisi, impassibile, almeno all'apparenza.

Non posso rimanere.”

O non vuoi?” Chiesi, assottigliando lo sguardo, come a studiarlo.

Sai che se fosse per me resterei.” Si avvicinò, io indietreggiai.

Allora resta.”

Lo vorrei davvero.” Altro suo passo avanti, altro mio passo indietro.

Non lasciarmi.” Mi lasciai sfuggire, quando ormai, a forza di indietreggiare, mi ritrovai incastrata fra lui e il muro.

Poggiò i suoi palmi sulla parete dietro di me, all'altezza del mio viso e in quel momento mi sentii veramente in trappola.

Non ti lascerò mai.” Sussurrò, prima di catturare le mie labbra ancor prima di una mia protesta.

Quel bacio fu passionale, devastante, disperato.

Fu il bacio di un folle che dava l'addio al suo ultimo briciolo di ragione.

Ma anche io mi sentivo pazza. Pazza ad assencondarlo, a ricambiare il bacio, a cercare la sua lingua, ad affondare le mie mani nei suoi capelli.

Fu piacevolmente violento, mentre mi sollevava da terra e faceva incrociare le mie gambe alla sua vita, così stretta a lui, così vicina alla sua erezione pulsante...

Dio, così morirò...

..mentre faceva scendere la sua mano irruenta fra le mie gambe, ad accarezzarmi l'inguine per poi toccare, torturare e molto più, la mia intimità come mai prima di quel momento aveva fatto.

Era davvero famelico, arrogante ma anche così eccitante!

Dio, così morirò...

Iniziai ad ansimare e gemere vergognosamente contro le sue labbra che, ancora più fameliche della sua mano, cercavano le mie per succhiarle, morderle e leccarle.

Quando poi fece entrare due dita in me, credetti davvero di restarci secca.

Muoveva la sua mano quasi ritmicamente, come se stesse tenendo il tempo di una qualche musica (sicuramente rock/metal), e volesse scavare sempre più a fondo.. Sempre più dentro di me. Sentivo come la pelle lacerarsi sotto il suo tocco violento, ma l'unico urlo che mi scappò fu prontamente bloccato dalla sua bocca che prese, successivamente, a mordere il mio collo come un vampiro assetato di sangue.

Dio, così morirò...

Sentivo le sue mani, la sua lingua, il suo corpo, il suo respiro..ovunque.

Su di me, dentro di me, accanto a me. Era in ogni posto e la mia mente non riuscii più a ricevere alcuna informazione quando la sua testa scese fra l'incavo dei miei seni.

Prese a mordicchiarli, a succhiarli, e Dio sa cos'altro, quando venni potentemente sulla sua mano, con un grido rotto dalla passione che ancora mi accecava.

Volevo di più.

Anche quando gli spasmi sembravano non voler cessare, volevo di più.

Anche quando mi attaccavo a lui e continuavo a baciarlo, volevo di più.

Dio, così morirò...

Allora, come se avesse letto i miei pensieri, Zac si slegò la cinta e abbassò la cerniera dei pantaloni, per poi sbottonarli e liberare la sua erezione sconcertante.

Quando abbassai gli occhi per seguire i suoi movimenti, il respiro si arrestò. Sapevo cosa sarebbe accaduto di lì a poco, ma volevo veramente che le nostre liti e tutte le nostre discussioni ternimassero così?

Non feci in tempo a saperlo, perché Zac aveva ripreso a torturarmi il collo con così tanta foga da togliermi nuovamente il respiro.

Ma, la cosa che mi sconvolse maggiormente, fu l'altra sua mano che raggiungeva la mia testa e afferrava ferocemente i miei capelli, stringendoli e tirandoli poco prima che la sua eccitazione entrasse finalmente dentro di me ed iniziasse a spingere talmente forte e così prepotentemente che non capii più a quale dolore dovevo prestare attenzione: a quello della sua mano che stringeva i miei capelli quasi a volerli strappare, a quello delle sue spinte che sembravano volermi trapassare, o a quello della passione e eccitazione che entrambi i suoi gesti mi davano.

Stavo impazzendo.

Grida il mio nome, Victoria...” Sussurrò, roco, mentre mi possedeva con tanta irruenza.

E lo feci. Gridai più e più volte il suo nome, consapevole comunque che non ci fosse nessuno in casa.

Eravamo soli ed io stavo urlando il suo nome con tutta la voce che avevo in corpo, sussultando, gemendo e ansimando come solo una pornostar era in grado di fare.

Ora... Vieni da me... Vieni per me.” Fece poi, schiacciandomi ancora di più e affondando maggiormente in me mentre ogni singolo senso lasciava posto al godimento e al riempimento che il suo seme spargeva in me.

Dio, così morirò...

Così venimmo entrambi, forse lui prima di me, oppure io prima di lui, beh, probabilmente questo non lo avrebbe mai saputo nessuno, ma comunque venni: così potentemente che non mi riconobbi neanche più.

Brava piccola...” Mi baciò il mento, mentre cercava di rimettermi giù, per poi riallaccare i pantaloni seppur con mani tremanti.

Quella, lo capii ricordando ogni suo singolo gesto e l'intensità che ci mise nel farlo, sarebbe stata la nostra ultima volta insieme.

Ma, almeno, sarà un ottimo modo per morire.

 

Scherzi? E' stupenda!”

No, Jack, fa schifo. Davvero.”

Ma perché continui a ripeterlo? A me piace.”

Io fingo di non conoscerti se vai in giro con quella cosa addosso.”

Questa cosa, Zac, si chiama camicia!”

Una camicia sulla quale pare ci abbiano appena vomitato sopra, vorrai dire.”

All'ennesimo sbuffo di Jack fu inevitabile sia per me che per Susanna scoppiare a ridere come delle sceme.

I due fratelli stavano battibeccando da quasi mezz'ora ed era ormai ovvio a chiunque che fosse Zac il primo ad iniziare, evidentemente soddisfatto di infastidire il fratello maggiore.

Quel pomeriggio misi da parte ogni tristezza, ogni rancore.. Quel pomeriggio c'eravamo solo noi, che cercavamo di trascorrere una giornata normale come un semplice gruppo di amici.

Con Susanna avevo più o meno risolto tutto anche se mi faceva troppo strano vederla abbracciata a quel trentenne col cervello di un quindicenne; ma dovetti farci l'abitudine perché il sorriso di quella ragazza era l'unica certezza che mi bastava.

Scusi, quanto viene?” Sorrise Jack, verso la commessa che gli venne vicino, mentre io e Zac ci eravamo leggermente allontanati per guardare altri capi d'abbigliamento.

Sette euro, ma se vuole prenderne un'altra per sua figlia, due vengono dieci con lo sconto.” Squittì quell'arpia, rovinando il bel faccino di Susanna e trasformando il suo sorriso in una smorfia a dir poco eloquente.

Era furiosa.

Ehm, veramente...” Jack cercò di salvare la situazione quando la mia amica, mettendosi in punta di piedi, non lo baciò a fior di labbra davanti alla faccia sconvolta della biondina slavata del negozio, sussurrandogli una frase che purtroppo non riuscii a sentire ma che fece spalancare la bocca alla ragazza e sbarrare gli occhi a Jack, improvvisamente rosso in viso ed eccessivamente accaldato.

Ehi, Vic, che ne dici di questa magliettina?” Zac richiamò la mia attenzione, evidentemente ignaro di quello che stava accadendo a suo fratello, facendomi voltare e arricciare il naso appena vidi ciò che aveva fra le mani.

No, quella non era una magliettina, ben sì un top... No, nemmeno... Era una striscia.

Sì, una striscia di pezza che poteva coprirmi a malapena il seno.

Non credo saresti molto contento di vedermela indossare in giro.” Inarcai il sopracciglio, venendogli incontro.

E chi ti ha detto che è per te? Volevo indossarla io, veramente.” Ammise, poggiandosela sul petto come a provarsela addosso.

Quell'uomo mi avrebbe portato alla rovina.

 

Jack aveva riaccompagnato me e Zac a casa e salutati prima di sfrecciare via verso casa di Susanna la quale sembrava più giù di morale del solito, quasi quanto me.

Oppure io stavo peggio; fatto stava che a peggiorarmi ancora di più fu la presenza di qualcuno davanti alla mia porta che mi fece gelare il sangue immediatamente.

Ciao, Vic.”

Ciao, Luca.” Lo salutai, lanciando un'occhiata a Zac che sembrava volerlo fulminare seduta stante.

Potrei parlarti?” Deglutì, facendo agitare ancora di più il mio presunto fidanzato.

Certo.. Ehm, Zac ci.. Ci vediamo dopo.” Mi voltai a guardarlo per convincerlo con lo sguardo e solo dopo vari minuti, si decise a darmi ascolto e ad aprire la porta di casa per salire nella sua stanza.

Non lasciò e non smise di fulminare Luca neanche mentre lo sorpassava per entrare e lasciarci definitivamente soli.

Mi avvicinai a lui, con un sorriso imbarazzato e aspettai che iniziasse a parlare.

Ho saputo che Zac domani parte.”

Davvero pessimo come inizio.

Scommetto che è stata Cristina a dirtelo.”

Quella consapevolezza voleva proprio uccidermi.

Già. Mi dispiace. Vi vedevo molto affiatati.”

Cosa sei venuto a fare, Luca?” Chiesi, cercando di apparire dolce e gentile.

Sono venuto a dirti che.. Vic, sono stato davvero molto bene quel giorno quando siamo usciti e vorrei veramente continuare a frequentarti. So che è meschino da parte mia, soprattutto in questo periodo che stai affrontando. Ma non voglio rinunciare a te e alla tua compagnia, tu mi piaci. Mi piaci davvero tanto Victoria.” E come se non bastasse già quel colpo bell'e buono, Luca non vedendo nessuna reazione da parte mia, la interpretò come una cosa positiva tanto da avvicinarsi al mio viso e..

Oh, no...

Ma no. Proprio no. Perché le sue labbra non arrivarono alle mie.

Le sfiorarono, forse, ma una mano lo afferrò così saldamente per la maglietta da farlo sbilanciare all'indietro, in modo tale da far mettere Zac a cavalcioni su di lui mentre un suo ginocchio spingeva dolorosamente fra le gambe di Luca che cercava di reprimere la sofferenza che Zac gli stava causando.

Zac, ora basta.” Cercai di fermarlo ma la sua furia si riversò contro di lui.

Brutto bastardo, cosa volevi fare, eh? Baciarla!? Volevi baciare la mia donna!? E' una promessa, viscido verme, se provi a toccarla: sei morto.” Gli intimò, spaventandomi a tal punto da scostarlo da sopra a Luca con un gesto secco della mano e a farlo finalmente allontanare da lui.

Era stato un tempo brevissimo, ma che mi aveva spaventata e.. fatto imbestialire.

Basta, Zac! Luca, vai a casa.” Gridai, guardandolo negli occhi, mentre si alzava, si sistemava il cavallo dei jeans e, con un sorriso strano quasi.. malefico, disse: “Ah, vi saluta Cristina. Dice che siete davvero una bella coppia.. di cornuti.” Ghignò così spregevolmente che me lo fece quasi odiare.

Ora io ti ammazzo!”

Zac si era alzato velocemente e se non ci fossi stata io davanti a fermarlo, probabilmente lo avrebbe davvero fatto fuori.

Fermo, no! Lascialo andare, Zac, lascia stare!” Lo bloccai premendo le mani contro le sue spalle larghe e muscolose, ora tese per la tensione che le avviluppava.

Luca se ne andò poco dopo, ancora ridacchiando e lasciando in noi un malumore insostenibile.

Quindi non era vero che gli piacevo.” Ripensai, un'ora dopo, in camera di Zac.

Seppure fosse? Cosa poteva fregartene.” Partì come una molla, fermando le carezze che mi stava facendo sul braccio.

Eravamo sdraiati sul letto ed io ero appoggiata sul suo petto, piacevolmente in ascolto del suo cuore battere.

Beh, no, nulla.. Però ci sono rimasta male.” Borbottai, imbronciata.

E' un verme. L'ho capito la prima volta che l'ho visto.” Sputò sprezzante, lui, scuotendo la testa.

Forse è sempre stato d'accordo con Cristina.”

Forse se la fa anche.” Fece spallucce.

Il fatto è che non capisco perché.. Lei era mia amica.” Spiegai, alzandomi a sedere per fronteggiarlo.

Lascia perdere, Vic. Non ne vale la pena.”

Già.. Comunque quella sfuriata potevi risparmiartela.” Gli dissi, dirigendomi verso la finestra.

E perché mai, scusa?” Chiese, e sentii già una punta di fastidio nascere in lui.

Perché non hai alcun diritto ad essere geloso e di proclamarmi come 'tua donna', Zac.” Mi voltai a guardarlo e quello che lessi nei suoi occhi mi paralizzò al momento.

C'era stupore, disprezzo, delusione, rabbia.

Tu sei mia.” Esclamò, parandomisi di fronte.

No, io non sono di nessuno e tanto meno tua.”

Ma con quale coraggio si permetteva di dire certe cose? Lui che era il primo a scappare, a lasciarmi sola.. Per sempre.

Come poteva permettersi di dirmi una cosa simile quando dal giorno dopo, sua non sarei mai potuta essere neanche in un approssimato futuro.

Victoria, non farmi arrabbiare.” Si avvicinò a me e mi bloccò nuovamente fra lui e la finestra, con l'unica differenza che stavolta non c'era nemmeno un minimo di passione fra noi, ma solo puro ed intenso fastidio.

Altrimenti? Che fai? Mi picchi? Cambi discorso? Fuggi?

Avevo esagerato. Avevo oltrepassato ogni limite di Zac. Ma non riuscivo a fermarmi. Nonostante tutto, continuai a pugnalarlo come se questo potesse appianare la mia ferita. Come se potesse cambiare qualcosa.

Ma sì, fuggi! Tanto sei bravo in questo! Domani te ne andrai Zac e non ci sarà nessun legame fra noi! Non più!” Sibilai furente con lui e con me stessa.

Smettila.” M'intimò.

Non sopporto più questa situazione, Zac, lo capisci!? Non ce la faccio più! Mi hai fatto innamorare di te e ora.. Ora te ne vai!” Le lacrime stavano cercando di uscire ma con mia sorpresa, davanti a lui non ne versai nemmeno una goccia.

Vuoi incolparmi di questo?” Chiese retoricamente, con quel tono da saputello che mi spazientiva ogni qual volta.

Sembrava fossimo ritornati agli inizi della nostra conoscenza e, forse pensai, sarebbe stato meglio così.

Io non ti ho accusato di nulla. Sei tu ad avere la coda di paglia.” Ribattei, innervosendolo all'istante.

Smettila, Vic, te lo dico per l'ultima volta, o te ne pentirai.” Mi avvertì ma, come una sciocca, non gli diedi ascolto.

Non ho paura di te, Zac. Tu mi fai pena. Almeno io ho la decenza di prendere una decisione nella vita.”

E cioè? Quale? L'unica decisione che sei stata in grado di prendere è stata quella di ingaggiare un gigolò per soddisfare i tuoi bassi istinti. Complimenti, davvero una grande scelta di vita!” Sbraitò ad un centimetro dal mio volto.

Non ti permetto di parlarmi in questo modo!” La voce rotta e spezzata dal dolore straziante che la sua vicinanza e le sue parole mi stavano causando.

Qui si tratta di lavoro, Victoria, e non posso rinunciare ad una scelta tanto importante, lo capisci questo?!”

Non risposi. Abbassai lo sguardo sentendomi in imbarazzo.

Non ti facevo così egoista.” Sputò come il peggior veleno, guardandomi in un modo che mai gli avevo visto rivolgermi.

Era uno sguardo di puro disprezzo. Zac, stava disprezzando me.

E, sì, in quel momento mi pentii veramente.

 

Era arrivato il grande giorno ed io ero riuscita a rovinare tutto.

Avevo previsto un finale romantico o almeno buono... Invece non ci fu neanche un saluto fra di noi.

Dopo la litigata del giorno prima, passai il resto della serata chiusa in camera mentre ascoltavo i passi del mio coinquilino farsi sempre più frequenti e agitati ed il mio cuore, di conseguenza, farsi sempre più malinconico all'immagine di lui preparare la valigia, prendere le ultime cose ed andarsene via da me.

Da ogni cosa di me, portando con sé tutta me stessa.

Se se ne fosse andato, io sarei morta. Morta dentro, ovviamente.

La notte non dormii e la mattina dopo, verso le cinque e mezza, sentii la sua sveglia squillare e, dopo mezz'ora, udii la porta della mia stanza aprirsi e, immediatamente, chiusi gli occhi fingendo di dormire mentre lo sentii avvicinarsi al mio letto, fino ad abbassarsi e carezzarmi una guancia, sospirando.

Addio, Vic.” Sussurrò, baciandomi lievemente la fronte ed indugiando sulle mie labbra per poi, ahimé, lasciarci un bacio sopra come a promettermi una morte certa.

Perdonami..” Questa fu l'ultima parola che sentii uscire dalle sue labbra, ed infine: altri passi, porte chiudersi e la certezza che se ne fosse definitivamente andato.

Lasciandomi sola a versare migliaia di altre lacrime dolorose.

 

Hai delle occhiaie spaventose, tesoro.” Fu così che mi salutò mio padre, ignaro del mio logoramento interiore.

Levataccia.” Mormorai, con la testa da tutt'altra parte.

Zac?” Inarcò un sopracciglio, bevendo il suo caffè.

Non risposi, ma capì lo stesso.

Sei proprio come tua madre.” Sorrise amareggiato.

No, io non scappo dai miei problemi.”

Mi uscì di getto e fu inevitabile notare la sorpresa sul volto di mio padre.

Probabilmente si aspettava una sfuriata, un cambio d'argomento o, semplicemente, che mi alzassi e me ne andassi; ma non ero più la Victoria di prima.

Zac mi aveva cambiata, o meglio, mi aveva proprio sostituita.

Quella che stava seduta al tavolo della cucina a fare colazione con suo padre era la copia esatta di me, esteticamente, ma le mie emozioni, i miei sentimenti... Tutta la mia essenza, era partita con Zac.

Dovrebbe essere all'aeroporto in questo istante. Il volo parte fra un'ora.” Mi spiazzò, proprio come io avevo fatto con lui.

Cosa c'entra con mia madre?”

Che sei talmente testarda e orgogliosa da non volerlo raggiungere.”

Non servirebbe a nulla, papà. Lui non può rimanere.”

Sorseggiai il mio caffè-latte per non far vedere a mio padre gli occhi lucidi e i rossi alle guance.

Lui ha bisogno di certezze adesso, tesoro.”

Cosa vorresti dire? Che dovrei saltare un giorno di scuola per inseguire qualcuno che probabilmente neanche mi vorrà ascoltare?” Biascicai, preda da mille emozioni.

Perché, sì, in quel momento stavo davvero prendendo in considerazione quella folle opzione che il mio cuore gridava a gran voce.

Non un qualcuno qualunque. Ma l'uomo che ami.”

Forse fu lo sguardo, le sue parole o il modo in cui lo disse a farmi riflettere o, meglio, a non farmi riflettere proprio.

Ricordo solo di essermi alzata senza troppe cerimonie, aver preso il giacchetto ed essere scesa di corsa verso la porta aprendola e notando la macchina di mio padre già di fuori ad aspettarmi.

Dai figliola, dobbiamo raggiungere il tuo destino.”

 

Andiamo papà, CORRI!” Sbraitavo come una matta mentre il mio vecchio suonava come un pazzo a chiunque ci ostacolasse la strada e correva così veloce che sicuramente gli avrebbero tolto la patente se l'avessero beccato.

Siamo quasi arrivati. Quanto manca?”

Dieci minuti, papà.. DIECI MINUTI! Non ce la faremo, non ce la faremo...” Ed ecco che le paranoie ed il pessimismo si impossessarono nuovamente di me.

Siamo arrivati!” Gridò euforico, facendo una manovra per parcheggiare che Bruce Willis gli avrebbe invidiato.

Corro da lui!”

Con la macchina ancora in moto, aprii lo sportello e corsi talmente forte da non sentirmi neanche i polmoni, scontrandomi con chiunque e chiedendo a più di cento persone, indicazioni su dove andare.

Non ero mai stata in un aeroporto prima di allora e fui costretta a farmi mille volte la stessa strada per raggiungere finalmente la sua corsia...

Peccato che fosse totalmente vuota.

Vuota.

Era vuota.

Il mio cuore perse qualche battito.

Sentivo di poter morire.

Tutta quella fatica.. Quelle illusioni.. Per nulla.

Nulla.

Trovai una coppia di anziani lì vicino e chiesi loro in tutte le lingue che conoscessi se l'aereo per New York fosse già partito e la risposta mi gelò il sangue.

Yes, dear, four minutes ago.” Disse la signora, dandomi il colpo finale.

Ero sola.

E non riuscivo più a respirare... Che sia stata la corsa o la delusione, la disperazione e la sofferenza, non lo seppi dire, fatto stava che mi accasciai a terra, tremante e sfinita di qualsiasi energia.

Non avevo più forze.. Se non quelle di piangere e singhiozzare.

Il singhiozzo era così violento che gli spasmi del mio corpo sembravano colpi di legnate alla schiena, al petto.. Ovunque.

Era finito, finito tutto...

Ogni speranza, ogni cosa. Svanita nel nulla.

Fu solo una voce a riportarmi in vita.

E fu solo quella frase a farmi ritornare il cuore battere e l'aria nel corpo.

Stavo singhiozzando ancora quando...

Sa come si fa a farlo passare?” Domandò quella voce maschile, alle mie spalle. Mi voltai e mi ritrovai quei due occhi turchesi a fissarmi...

Z-ac!”

 

ANGOLO AUTRICE (pazza):

ecco a voi il vostro amato happy ending...

Scommetto che vi ho deluso in molte ma non vi preoccupate, il prossimo sarà l'epilogo e scriverò un'altra storia con il what if che sarebbe poi il continuo che molte di voi aspettavano.

Quindi ho cercato di accontentare tutte perché non volevo deludere nessuna, davvero.

Mi scuso immensamente per il ritardo imperdonabile, mi dispiace veramente.

Ma ho una buona notizia: ho di nuovo internet a casa quindi posso rispondere alle vostre recensioni e, magari, aggiornare più spesso!

Ora, tornando al capitolo...

E' lungo, lo so. E anche banale.

Odio la parte in cui c'è Luca, ma dovevo trovare un motivo per farli litigare e così legare la parte centrale a quella finale, volontariamente da film strappalacrime.

Quella che mi ha entusiasmato di più è stata quella del sesso selvaggio (XD), dio, mi sono gasata tantissimo nel scriverla (non in quel senso, però!).

Ho cercato di riassumere un po' di cose per non renderlo palloso e spero vivamente che vi piaccia.

Spero che alcune di voi abbiano notato un particolare nella mia scena preferita che legherà perfettamente con il sequel.

Spero anche che non troverete banale pure quello perché ci sto davvero mettendo l'anima nel scriverlo, ma accetterò comunque e di buon grado qualsiasi critica vogliate farmi!

Un saluto caloroso.

Vi voglio bene, anche se non vi conosco e apprezzo tutte coloro che hanno perso il loro tempo per leggere questa fiction un po' scarmagliata.

Alla prossima: Doll_ !!

   
 
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