Storie originali > Poesia
Ricorda la storia  |      
Autore: Angel_e_Devil    05/06/2011    2 recensioni
Un dolce poeta prova a spiegare cos'è il piangere a dei bambini.. breve storia che toglierà al massimo 5 minuti :D Vi chiedo il favore di leggerla e dirmi se siete d'accordo =)
Genere: Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il bambino, indispettito e adirato, strappò l'orsacchiotto di peluche da mano della bambina con le grandi trecce orate che brillavano sotto quel caldo sole d'agosto.
Nel grande giardino della loro casa, i due fratellini si facevano da un buon quarto d'ora linguacce e dispetti perché, si sà, tra fratelli è una consuetudine quotidiana.
Jhonny, così chiameremo il nostro bambinetto dispettoso, prese l'orsacchiotto per una zampa e lo sbattè forte, per quanto forte potesse essere un bambino di 8 anni, sul capo della sorellina e i suoi occhioni neri cominciarono a riempirsi di goccioloni che brillavano alla luce come le gocce di rugiada mattutina.
<< Non piangere! Le lacrime sono per i deboli! Tu sei mia sorella: non sei debole! >> disse Jhonny, un po' per orgoglio maschile e un po', nascondendoselo, perché era dispiaciuto di vedere le guance bagnate della sorella.
<< Questa frase l'ho già sentita sai, mio piccolo Jhonny.. >> e qui entra in scena in nostro David, il padre-poeta del nostri piccoli bambini litigiosi. Entrò in giardino e prese la piccola Sarah tra le braccia, facendola sedere sulla gamba, dopo essersi seduto sulla panchina di legno de giardino. Le asciugò le lacrime e diete un piccolo colpo sul capo di Jhonny, per ammonirlo del gesto; poi diede un bacio sulla fronte alla piccola e fece sedere Jhonny vicino a lui.
I bambini sapevano che il loro "papone" stava per raccontargli una delle sue fantastiche storie.
<< Questa mia amica, come dicevo, si chiamava, o chiama tutt'ora, questo non lo so perché è molto che non la vedo, Francesca. Facevamo le superiori insieme, sapete, così intelligente e sveglia, così alternativa e perspicace! Fantastica ragazza! L'unica sua pecca, tra le tante che nascondeva, era di avere la convinzione che e lacrime fossero per i deboli, che i pianti fossero per chi non sa difendersi, che nella vita bisogna lottarsi e non piangere! Come darle torto? Io vi ho sempre insegnato a lottare, come faccio a dirvi di piangere?
Bhé ragazzi, voglio solo dirvi che ci sono tipi e tipi di pianto. Una volta, questa Francesca, mi disse che non piangeva dall'età di 11 anni, allora ne avevamo appena 16.. ah! I bei tempi andati!!
Fatto sta che una volta, mi sembra verso la fine del secondo superiore, era una brutta giornata, ma lei era sempre così allegra e solare, che anche con le nuvole pareva ci fosse sempre il sole. Anche quel giorno rideva, si divertiva, scherzava con me e la nostra comitiva. 
Poi all'improvviso le arrivò un messaggio, ei guardò il cellulare e si fece d'un tratto seria e un po' triste. Fu questione di pochi minuti, lei spende il telefono e tornò a ridere e scherzare con noi. Però da quel momento, ora traspariva un velo di malinconia nei suoi occhi. Lasciai che finisse la serata, poi la presi da una parte e restammo soli io e lei.


- Allora? Che ti prende? - chiesi io un po' curioso.
- A me? Nulla! Cosa dovrebbe prendermi? - rispose lei con un sorriso felice, ma visibilmente sforzato.
- A chi vuoi darla a bere? Ti conosco dai... dimmi che è successo - chiesi io dolce per farla parlare. 

Uno dei suoi pregi-difetti più grandi era che era molto selettiva nella scelta degli amici, infatti non le piaceva per soffrire e cercava di circondarsi solo di gente che riteneva alla "sua altezza" e io mi ritengo uno dei pochi fortunati del giro. Con il suo carattere scorbutico e onesto, che lei amava definire acido, allontanava tutta la gente che non le piaceva, che la deludeva e mi ripeteva sempre che non dava seconde possibilità a nessuno. Allora cominciò a parlarmi di questo suo amico. Ma che dico amico, di più! Dalle sue parole era evidente quanto ci tenesse alla sua amicizia, quanto gli volesse bene e quanto le bruciava la delusione che aveva subito. Vedevo le sue mani intrecciarsi nervosamente e lo sguardo triste che ebbe veramente poche volte nella sua vita.

- .. è evidente che ci tieni a lui... - le dissi.
- Io ci tenevo. Gli ho raccontato talmente tante cose di me, che non avevo detto a nessuno.. -
- N
o fra, tu ci tieni, non puoi nasconderlo! - un po' bruscamente.
- Normale.... alla fine gli volevo un bene dell'anima.. in classe praticamente erano rimasti solo in 5 con i quali valeva la pena passare le giornate. O
ra -1.. e lo ritenevo il più importante.. - mi rispose rassegnata.
- Sai na cosa: ci farai pace perché hai un gran cuore e lo perdonerai! -
- L
o so... è quello il problema. Io non perdono mai nessuno; ma lui è.. lui! -
Il suo sguardo basso non cercava di nascondermi il fatto che stava per piangere, ma io le leggevo dentre e non mi servivano gli occhi come porta. Non riusciva più ad articolare parola, faceva profondi respiri, ora le sue dita si strngevano in una morsa quasi serrata. Lasciai trascorrere qualche secondo senza parlare. Il rumore delle cicale adesso era l'unico a sovrastare al suo triste e profondo respiro che sopprimeva tutte le emozioni e le lasciava soffocare nell'anima.
- Le lacrime a volte aiutano, cara.. - le dissi con una voce dolce, un po' affemminata che tanto la faceva ridere. Vidi un solde sorriso riapparire sul suo volto.
- A me no... le lacrime sono per i deboli! Io non sono debole, a me non mi interessa di quello che ha scelto. Non gli ho chiesto io di scegliere, ma lui non ha scelto me. Gli auguro tutto il bene di questo mondo, che gli vada sempre tutto ok, che abbia una vita fantastica con le persone che ha preferito, ma di questa io non ne farò più parte. - Di nuovo la voce tremava alla fine di ogni frase, e cercava di mandere dentro ogni emozione trasparisse esageratamente dal tutto. - e poi.. forse è meglio così.. per lui.. per me...-
- Non è colpa tua, tu non hai fatto nulla è stato lui ad averti abbandonato.. - cercavo di aiutarla.
- Poi, forse non avrei dovuto neanche dirti nulla... cioè... adesso probabilmente tu e lui non sarete più amici.. per colpa mia... e io non voglio che finisca anche la vostra amicizia per una cosa che ha.. fatto a me... - adesso le parole erano più basse, più smorzate, più confuse. Spesso gli ultimi suoni morivano in bocca prima ancora di uscire.
- Tu per me sei importante. Non mi importa chi sia stato a farti del male, anche il papa! Se ti ha fatto soffrire, io sicuramente non o considererò più come prima! - ora mi fissava, senza sapere che dire. Gli occhi, per la prima volta lucidi di tristezza, amarezza, rabbia, stupore, anche felicità, stavano per strabordare, troppo pieni di tutto, che in realtà valeva niente.
Si vedeva come ogni singola
 cellula del suo corpo provava a trattenere, a non cedere, a rimanere dura e austera come fin'allora era sempre stata.
- Perché è stato così..... però per me è sempre così....... importante. -

Mentre pronunciava queste ultime frasi a bassa voce e soffocate dal silenzio, finalmente di lasciò andare. Sempre composta, è chiaro, sempre ferma; il suo corpo riscoprì quell'azione così nuova, ma così profondamente radicata in lei. Le fu semplice abbandonarsi a quell'emozione, come se l'avesse sempre provata, come se lo facesse da sempre, ogni giorno della sua vita. Le cadde una singola, unica, ma piena, goccia di pianto, che dal suo occhio destro, percorse la concavità del naso, poi delle guance e della bocca, fino ad arrivare al mento. Poi si staccò, pesantemente dalla bianca pelle di lei, e franò giù al suolo con la forza di diecimila uragani e il sienzio di una foglia autunnale che si stacca dall'albero e dolcemente plana a terra. 
Mi abbracciò dolce, senza più neanche una lacrima.
- Così mi si rovina tutto il trucco! Che pezzente che sei! - ed insieme scoppiamo in una risata. >> 





Ciao a tutti :) Sono Francesca (si più o meno la protagonista della storia).. questa ff è i prodotto di una giornata stra-ricca di emozioni, quindi alle 02:23 del 05/06/11 ho deciso di scrivere... oh! Ora sono le 02:51!
Non è andata proprio così: in realtà non ho pianto, ma in tremore della voce e la conversazione ci sono state. Cosa ne pensate del pianto?? Curiosa di sapere =) Baci Baci cari lettori.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: Angel_e_Devil