Nell’ultimo anno e mezzo i suoi 2 amici avevano passato fasi di convivenza alterne. Al ritorno per il VI anno ad Hogwarts, Harry e Ron si erano resi conto che Hermione, seppur loro non se n’erano accorti nell’ultimo mese a Grimmauld Place, aveva cominciato a lasciare indietro la bambina e a trasformarsi in una donna. Anche se non bellissima, stava diventando carina (aveva deciso di usare qualche accorgimento cosmetico babbano) e gli altri ragazzi l’avevano notato: ricevette varie proposte di appuntamento e qualche volta le accettò anche. Ron era evidentemente angosciato dalla situazione, pur non ammettendolo, ma era rincuorato dal fatto che comunque loro tre erano sempre insieme, tra compiti scolastici e extra con l’ordine della fenice…
La situazione sembrò degenerare quando Hermione trascorse le vacanze di Pasqua in Bulgaria, per andare a trovare Viktor Krum; Ron sembrava deciso a non rivolgerle più la parola, ma al ritorno lei spiegò che era andata là per far capire a Viktor che loro due potevano essere solo amici. Il resto dell’anno era stato troppo occupato dalla guerriglia contro Voldemort per pensare ad altro. Ma al ritorno ad Hogwarts per l’ultimo anno, proprio quando Harry credeva di aver capito, da alcuni fumosi discorsi dell’amico, che avrebbe preso in mano la situazione e si sarebbe dichiarato, la situazione era degenerata improvvisamente: circa un mese prima, una sera Hermione aveva ricevuto un grosso pacco nella sala comune di Grifondoro. Una volta aperto, rivelò all’interno un piccolo scrigno contenente una bellissima collana: era un monile antico, bellissimo, di foggia sudamericana, con pietre lavorate in maniera eccelsa! C’era un piccolo biglietto d’accompagnamento e Ron ed Harry approfittarono della meraviglia di Hermione e di tutte le altre ragazze di Grifondoro per leggerlo:
“Alla mia dolcissima Hermione, che saprà sempre dove trovarmi. Buon Compleanno di nuovo. Mi dispiace se il regalo si è fatto aspettare tanto, ma doveva essere qualcosa di speciale. Viktor”
Harry non aveva ancora ben afferrato la cosa che Ron si era alzato, furente, e si era rivolto ad
Hermione un tono sprezzante ed ironico:
“Beh, che dire, hai fatto male a lasciarlo perdere Hermione! Se ti eri messa con lui magari a quest’ora ti mandava tutte le perle del Pacifico come regalo di compleanno!”
Hermione, lo guardò incredula:
“Ron, hai per caso letto il biglietto? Con quale autorità?”
“Oh, scusa hai ragione- fece lui - io non posso mica permettermi…non sono mica un tuo amico: se lo fossi mi avresti detto a verità su te e Krum!”
“Cosa vai blaterando? Io ti ho detto la verità!”
“Si, come no! E infatti una collana del genere si manda ad una ragazza che ti ha respinto, vero? Fammi il piacere! Tu stai trescando con lui e non ci hai detto niente!”
“Come ti permetti!- urlò Hermione – Io non tresco un bel niente! Sei tu a non fidarti di me! Sei insopportabile Ronald Weasley!”
Ron parve molto colpito da quella definizione. Paonazzo in viso replicò, molto lentamente:
“Ah si, eh? Insopportabile? Beh…almeno io sono sincero! E non intendo più continuare ad essere abbindolato da te e dalle tue storie! Perché non te ne vai dal tuo bulgaro e ci lasci in pace?”
Hermione si morse le labbra; sembrò per un attimo che stesse per piangere, ma poi il suo sguardo diventò feroce:
“Ronald Weasley, con questo noi due abbiamo ufficialmente chiuso! Non intendo mai più rivolgerti la parola. Mi siete tutti testimoni!- urlò alla sala comune – Non ti parlerò mai più.” E detto questo raccolse il suo regalo e si avviò verso il dormitorio.
Ron la guardò andarsene furente. Poi, d’improvviso, con un calcio rovesciò il tavolo davanti a sé, sotto gli occhi di Harry, il quale aveva mantenuto un espressione ebete per tutto il litigio, come tutti gli altri compagni.
“E sia! – urlò Ron – Va’ al diavolo, Hermione Granger!” e uscì sbattendo la porta dalla sala. Harry dopo un attimo di sgomento gli corse dietro. Cercò di fermarlo più volte, ma Ron lo respinse e finirono in giardino, miracolosamente non visti da nessuno. Ron aveva i pugni serrati e cadde a terra in ginocchio. Harry intuì che stava per urlare e gli tappò la bocca con le mani.
“Sta’ zitto! Se ci beccano a quest’ora…Si può sapere cosa cavolo ti è preso?” lo accusò. Si aspettava che ricominciasse ad urlare ma invece il corpo di Ron prese via via a sussultare e quando Harry sentì la mano sulla faccia dell’amico bagnarsi, capì che Ron stava singhiozzando.
“Oh, Harry! Non ce l’ho fatta, ho perso del tutto il controllo! Non volevo, ma mi sono sentito come pervaso da una furia e non mi sono potuto trattenere! Non pensavo di certo le cose che le ho detto!”
“E allora perché accidenti le hai dette? Perché ti sei arrabbiato?”
“Ma perché…cavolo Harry, ma non hai visto la sua faccia quando ha aperto il regalo, quando ha letto il biglietto? Io non sono mai stato così male in vita mia! Io…ero geloso marcio!!!!”
Harry non credette alle sue orecchie! Ron stava ammettendo i suoi sentimenti per Hermione.
Ron si liberò della sua stretta e si alzò in ginocchio guardandolo:
“Non dirmi che non l’avevi capito?”
Harry strabuzzò gli occhi:
“Beh, si l’avevo capito, da parecchio, direi…da un paio d’anni!”
Ron arrossì:
“Io invece me ne sono reso conto da poco…anche se inconsciamente è dall’arrivo di Krum che ho i miei problemi…Ma tanto lei non mi guarderà mai!” e si riaccasciò su se stesso.
“Piantala Ron, non è vero! Almeno… io non credo che sia così…davvero!”
“No, lei mi vede solo come l’amico idiota e buffone…no, anzi, dopo stasera non potrò contare neanche su quello! Ho rovinato tutto!”
Dopo un’ora di sfogo e pianto, Harry fece rialzare Ron e tornarono indietro, sperando che alla luce del giorno le cose sarebbero migliorate.