Dove sei?

Miku camminava per la lunga navata del castello, cercava qualcosa, cercava qualcuno.
I suoi passi rieceggiavano nel vuoto, i tacchi delle scarpe facevano un continuo tic tic tic sul pavimento, prima lentamente, poi sempre più veloci.
Si era messa a correre, e più correva più la navata le sembrava allungarsi a dismisura.


Dove sei?


Poggiò la mano sulla fredda colonna di marmo bianco che si erigeva accanto alla porta, respirando affannosamente.
Si piegò per un attimo in avanti, e i lunghi capelli le scivolarono giù dalla spalla, fluidamente. Delle piccole goccie di sudore le facevano brillare la fronte, mentre la prima lacrima
le rigò il viso, arrossato dalla corsa.


Dove sei?


Prese un profondo respiro e aprì la porta che aveva davanti, con timore, ed entrò.
Era tutto buio, solo la fioca luce di una candela illuminava la scena. Si sentì il terreno cedere sotto i piedi, si sentì il cuore fermarsi per sempre.
E non poteva fare nulla.


Kaito!


Davanti a se quella terribile visione. Kaito giaceva in una pozza di sangue scuro, che ancora si allargava sotto il suo sguardò.
"Kaito!" pronunciò in suo nome tra le lacrime, e tra i singhiozzi. Si mise in ginocchio accanto a lui, sporcandosi il vestito di sangue.
Gli prese la testa e l'appoggio sulle sue gambe, gli accarezzò i capelli blu e poi il viso.


Kaito!

Accanto al corpo di Kaito c'era ancora il pugnale intriso del suo sangue, il pugnale con il quale si era tolto la vita.
Miku lo prese tra le dita, e le serrò attorno all'elsa, guardando una piccola goccia di sangue correre giù lungo la lama, per poi staccarsi dalla punta e cadare sul palmo dell'altra mano.

Guardando per un ultimo attimo il viso di Kaito, Miku si portò il pugnale al petto, trafiggendosi il cuore.
L'ultima cosa che vide prima di morire, ed accasciarsi accanto al suo amato, era il suo viso illuminato dalla candela.