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Autore: tice    05/06/2011    0 recensioni
adoro t.r.knight.... una storia su di lui.... era il minimo
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno sparo, i tuoi occhi s’incatenano ai miei, lo sgomento ti deforma il viso.
Abbasso lo sguardo e intravedo una macchia rossa che dilaga sulla maglietta.
Un rantolo di sangue esce dalla bocca.
Rido e sputo sangue.
Mi accascio per terra e il buio mi circonda.
Mi ritrovo a osservare tutto da un’altra prospettiva, vedo i paramedici cercare di rianimarmi.
Mi riportano in vita, sorrido.
Arriviamo in ospedale e tu mi tieni la mano.
“Digli che lo amo, digli che era tutta la mia vita”, le lacrime ti solcano il viso e mentre attraverso le porte della sala operatoria, tu cominci a gridare “glielo dirai tu, mi hai capito, glielo dirai…..” le parole muoiono dietro il vetro spesso della sala.
Appena riapro gli occhi, una luce accecante mi colpisce, gli richiudo subito e comincio a sfregarli.
Ti sento ridere, riapro gli occhi e sei lì che mi fissi.
Comincio a ridere, nello stesso momento la tosse inizia a scuotermi il petto e le bende s’imbrattano di rosso.
Mi guardi impaurito e ti sposti lasciando passare i medici che cercano di fermare l’emorragia e di ristabilire i parametri vitali io intanto continuo a ridere.
“Prometti” dico digrignando i denti dal dolore “PROMETTI!” grido.
I tuoi occhi chiedono perdono e intanto accenni a un sì.
Chiudo gli occhi e sorrido, “sono pronta, sono pronta” continuo a ripeterlo cercando di convincermi.
E rieccomi qui, ha fissare il mio corpo che piano piano se ne va.
I medici vengono a parlarti e tu fissi il vuoto, nella speranza che sia tutto un sogno.
I poliziotti ti si avvicinano cercando spiegazioni.
Gli racconti cosa è successo, gli dici che è scappato, gli dici che doveva colpire te e che mi sono messa in mezzo.
E finalmente eccolo, lui in tutta la sua bellezza.
“Dov’è?” ti guarda minaccioso e si avventa su di te.
Cerco di frappormi tra di voi, non può colpirti, ma mi trapassa e ti finisce addosso.
Non ti muovi, lui continua a colpirti e tu non reagisci.
Guardo la scena imperterrita, capendo solo in quel momento che è tutto perduto, l’ho perso per sempre.
I medici vicini li dividono, ti sputa in faccia e tu ridi, ridi e lo guardi con compassione.
“Come faceva ad amarti lo sapeva solo Dio, eri tutto per lei, e tu cosa gli hai fatto???- ti asciughi il sangue dalla bocca -Gli hai voltato le spalle, cazzo ti aveva chiesto di capire, tu avresti dovuto capire che era veramente innamorata di te, ma no tu dovevi fare l’uomo no???? Dovevi fare il troglodita, non si sarebbe mai azzardata a tradirti, e poi dai… sono gay cazzo gay, e tu non te ne sei accorto” spalanchi le braccia e mi indichi attraverso il vetro.
“È morta, e sai quali sono state le sue ultime parole???? Mi ha fatto promettere di dirti che ti amava, che eri la sua vita, ha pensato a te anche in punto di morte, è morta e tu non c’eri”, mi mordo il labbro inferiore e mi avvicino a lui, lo guardo e mi avvicino, “ti amo” gli sussurro all’orecchio, poi scoppio a ridere.
Mi volto verso una strana luce e piano piano mi incammino nella sua direzione.
“Addio” sussurro al vento sperando che mi sentano, prima di sparire.

Una settimana dopo ci fu il funerale, dicono che non si era mai vista così tanta gente in quella chiesa.
Una bara bianca attraversò la navata.
Theodore attraversò le file di panche e passando davanti alla bara si inginocchiò e incominciò a piangere, e tutti lo guardavano sconcertati, cercando di capire.
Si girò e percorse a ritroso la navata.
“Mi ha insegnato ad amare, era la persona più concreta che abbia ma conosciuto, ha insegnato qualcosa a ognuno di noi, te la sei portata via e ci hai restituito un corpo senza vita!!!” Jack urlò dalla prima fila, si alzò e si avvicinò, la chiesa era muta, aspettando la mossa successiva.
“Io non l’ho portata via, siete voi che non l’avete amata abbastanza, vi ha amato con tutta se stessa, e voi l’avete lasciata andare, vi amava con tutta se stessa e avrebbe dato la sua vita per ognuno di voi!!!!”
“Ti amava nel vero senso della parola, ti adorava eri il suo eroe, e tu gli hai fatto questo!!!!!” si accanì Jack.
Un bambino di un anno entrò nella chiesa zampettando “p-p-papà?” cerco di dire mentre si avvicinò.
Theodore lo prese in braccio e velocemente uscì dalla chiesa, i volti sgomentati della gente ancora fissi nel posto in cui prima c’era il bambino.
Nessuno si mosse.
Nessuno fiatò.
Il prete si avvicinò a Jack e lo fece sedere.

Passarono i giorni, la storia del bambino fece il giro di tutte le case del paese.
Theodore entrò nel cimitero e si avvicinò alla tomba di Kally, jack era li, che la fissava.
“ti aspettavo” i minuti passarono e nessuno dei due parlava.
“È tuo?” chiese con riluttanza.
Un flebile si uscì dalle sue labbra, baciò il marmo freddo.
“Non azzardarti ad avvicinarti in qualsiasi modo a lui, potrei non rispondere di me stesso!” esclamò poi girandosi.
“È l’unica cosa che mi è rimasta di lei e tu non ti ci devi avvicinare, non rovinerai anche lui!!!!” si girò e a testa alta e con le lacrime agli occhi uscì dal cimitero.
Jack lo seguì “dicevi di essere gay, quel bambino non può essere tuo!” Theodore lo guardo, sorrise e se ne andò.
  
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