Il treno rosso sferragliava veloce
lungo le campagne Inglesi
che separavano la stazione di King’s Cross dalla scuola di
Magia e Stregoneria
di Hogwarts.
Era il 1 Settembre 1998 e circa trecentocinquanta ragazzi dagli undici ai diciannove anni erano
seduti su
quei vagoni che portavano alla loro seconda casa, chiacchierando
allegramente
del più e del meno.
Solitamente i ragazzi che il primo Settembre si riunivano sul treno per
recarsi
a scuola erano sui
duecentottanta, tra gli undici ai diciotto
anni, ma quell’anno era speciale; appena tre mesi prima Harry
Potter, il famoso
Harry Potter, che in quel momento si trovava nel vagone di mezzo del
treno
assieme ai suoi amici, aveva sconfitto Lord Voldemort, anche grazie a
Mamma Weasley
e ad alcuni Serpeverde.
Già, i
Serpeverde.
Harry ancora non stentava a crederci, ma se avevano vinto era stato
anche
grazie a loro.
Proprio loro, che fino ad allora erano stati dalla parte di Tom
Marvolo(Orvoloson) Riddle.
A causa della Seconda Guerra Magica, mezza scuola era stata distrutta e
quasi
tutti gli studenti che quell’anno frequentavano il settimo
anno erano tornati
ad Hogwarts per finire definitivamente gli studi, dato che molti si
erano
ritirati o comunque le lezioni non erano state svolte in modo parziale
a causa
dell’insegnamento discriminatorio dei Mangiamorte,
così quell’anno c’erano una
settantina di studenti in più.
Poco male, il castello poteva ospitare fino a settecento persone.
In quel momento nel vagone di mezzo
del treno erano sedute
sei persone: Harry Potter, Ron Weasley, sua sorella Ginny, Hermione
Granger, Neville
Paciock e Luna Lovegood.
A tre vagoni di distanza dal loro stava invece seduto Draco Malfoy in
compagnia
dei suoi amici Blaise, Nott, Goyle, la Parkinson e
un nuovo
membro del gruppo: Timothy Houston. Timothy era anch’egli un
Serpeverde del
settimo anno, che aveva salvato la vita a Draco e Goyle, dopo averli
trovati
semisvenuti davanti alla Stanza Delle Necessità
completamente carbonizzata, che
rantolavano disperati il nome di Tiger.
Timothy era poco più alto di Malfoy, aveva la pelle
olivastra e i capelli
corvini e mossi, tenuti su con un leggero strato di gel.
I suoi occhi grandi erano di un Blu così intenso che alla
luce sembravano
Viola.
All’angolo destro della bocca, proprio vicino al sottile
labbro inferiore,
aveva un minuscolo neo, che quasi scompariva ogni volta che la sua
bocca si
piegava nel suo ghigno gentile e un po’ bastardo che soleva
mostrare quando era
di buon umore.
Quando era nervoso, invece, si mordicchiava il lato destro nel labbro
coi
grandi denti bianchi.
Quando era triste stringeva le labbra.
E così si poteva capire lo stato d’animo del
ragazzo semplicemente osservando
la piega di quel sottilissimo neo, dato che i suoi occhi sembravano
spesso
freddi e non riflettevano le sue emozioni.
Proprio come Theodore Nott, Timothy era un tipo che amava il silenzio
e, come
Draco, la lettura.
La sua materia preferita era, ovviamente, Pozioni, anche se era
più abile nelle
Arti Oscure.
Da quando aveva salvato Malfoy, era preso a far parte del suo gruppo.
Al momento il silenzio dominava nel suo vagone, nonostante fosse
gremito di
persone, così il suo sguardo era intendo a osservare le
campagne..
..che scorrevano veloci dal suo
finestrino.
“Harry?” Una voce chiamò il ragazzo
occhialuto che stava intensamente guardando
fuori dal finestrino, concentrato nell’osservare le mucche
che pascolavano,
senza prestare attenzione alla conversazione che stava avendo luogo tra
i suoi
amici.
Almeno finché la voce del suo migliore amico, Ron, non lo
ridestò dai suoi
pensieri.
“Cosa? “ chiese il moro Grifondoro al Rosso amico,
un po’ irritato.
Ron arrossì fino alle orecchie e tacque.
Ultimamente Harry era diventato molto suscettibile e lui non voleva
infastidirlo
in alcun modo.
Lo salvò Luna, preoccupandosi di rispondere lei al suo posto
“stavamo parlando
della guerra, Harry” enunciò la bionda ragazza
Corvonero, squadrando Harry con
i grandi occhi sognanti “anzi, stavamo parlando dei
Serpeverde”
“E con ciò?” Rispose freddo Harry.
Non gli piaceva toccare l’argomento Serpeverde, soprattutto
perché non voleva
ammettere di dover la vita a Malfoy & Company.
Ma, per combinazione della sorte, ci stava proprio rimuginando mentre
osservava
le mucche pascolare.
“Bè, a noi era venuta in mente una cosa”
continuò Luna, imperterrita, ignorando
lo sguardo arcigno del suo interlocutore “noi volevamo
provare a fare amicizia
coi Serpeverde. In fondo, dobbiamo la vita alla maggior parte di
loro..”
“Che cosa?” La interruppe Harry, furibondo.
Hermione e Neville trattennero il respiro.
“Ma vi
siete ammattiti? Come vi è saltato
in mente?!” continuò a gridare Harry, guardando in
cagnesco i suoi compagni di
vagone, che gli restituirono uno sguardo spaventato
“Io non sarò mai, ripeto, MAI amico di Malfoy,
chiaro!?” concluse Harry, con un
tono che non ammetteva repliche.
Tutti lo guardavano spaventati, a parte Luna e Ginny.
Quest’ultima lo guardava comprensiva, mentre
l’altra si limitava a fissarlo
senza in realtà vederlo, in silenzio.
Sicuramente era già tornata nel suo mondo di Ricciocorni
Schiattosi.
Harry, calmatosi, riprese a guardare fuori dal finestrino, mentre Ginny
riappoggiava
la testa sulle sue ginocchia.
Nel frattempo che osservava il verde delle campagne sfrecciare davanti
a se, Harry
ripensava a quel giorno di fine Maggio di soli tre mesi prima, quando
lui, Ron ed
Hermione avevano portato fuori Malfoy e Goyle dalla Stanza Delle
Necessità in
fiamme, a quando era morto Fred, a quando Narcissa Malfoy gli aveva
salvato la
vita dichiarandolo morto davanti a Voldemort, a quando Molly aveva
ucciso
Bellatrix Lestrange.. a quando Malfoy e un ragazzo dai capelli neri e
gli occhi
blu avevano rotto insieme a Ron l’incantesimo di
Silencio scagliato da Voldemort e gli si erano rivoltati
contro,
rischiando..
“...La nostra
vita...”
Malfoy pronunciò quelle parole, sovrappensiero,
che interruppero il
silenzio generale del vagone in cui era seduto.
“Cos’hai detto, Draco?” chiese Nott, che
lo osservava da un po’.
Difatti Draco era dall’inizio del viaggio che non profferiva
parola e si era
messo a leggere un libro, ma senza voltare le pagine, e Theo aveva
notato che
gli occhi grigio-verde dell’amico non scorrevano lungo i
fogli, ma fissavano un
punto indecifrabile del libro; segno che qualcosa turbava
l’amico.
“Sai... stavo pensando...” cominciò il
Biondo, un po’ incerto se continuare o no,
misurando attentamente le parole “chissà come
sarà quest’anno, ragazzi.
Insomma.. siamo Serpeverde, e anche se all’ultimo abbiamo
voltato le spalle al
Signore Oscuro, rischiando la nostra vita, siamo pur sempre.. marchiati..” così
dicendo, fece passare
la mano destra sul’avambraccio sinistro, accarezzandolo con
sguardo assente
“chissà come ci tratteranno tutti. Dai professori
agli studenti..”
“Io non mi preoccuperei, se fossi in te” proruppe
Zabini, incrociando le gambe
e continuando a guardare svogliatamente fuori dal finestrino
“alla fine ci
siamo messi dalla parte di Potter, no? Abbiamo rischiato la nostra vita
per
quella degli altri, no? Abbiamo fatto più del dovuto. Non
siamo mica dei Grifondoro”
pronunciò l’ultima parola con
un velo di amarezza.
Theo e Malfoy annuirono, Goyle lo fissò con espressione
idiota, Pansy fece
finta di non aver sentito, mentre continuava ad accarezzare i biondi
capelli di
Malfoy, ma Timothy notò il tono di voce del compare e ne
rimase vagamente
stupito; lui era nuovo ad Hogwarts, perché fino a quel
momento era stato
istruito a casa perché quando aveva sei anni si era
trasferito coi genitori in
Australia.
Ma ora, tornato in Inghilterra, aveva preso a frequentare Hogwarts, ma,
per
quanto ne avesse sentito parlare, era per lui un ambiente nuovo.
Sapeva della rivalità tra Grifondoro e Serpeverde, ma non
pensava che fosse
così forte.
“Perché dici così?” chiese
allora a Blaise, stupito “perché avete tutta
questa
rivalità contro i Grifondoro? Cosa vi hanno fatto?”
I suoi compagni si guardarono attoniti per un attimo, come se non
sapessero
cosa rispondere. Poi scoppiarono tutti in una fragorosa risata
“Aaah, Timmy, Timmy, Timmy” disse dolcemente Theo,
avvolgendo il braccio
attorno alle spalle di Timothy con aria confidenziale “Vedi,
non c’è un motivo
preciso. O almeno non ora. Il motivo è radicato dentro noi.
Vedi, Grifondoro e
Serpeverde sono troppo diversi per andare d’accordo”
“Per me è una cosa stupida”
continuò imperterrito Timothy, guardando gli occhi
Marroni-Verdi
di Nott. Theo era il Serpeverde con cui Timothy si trovava meglio.
Non capiva il perché, ma sentiva una grande
affinità con quel Serpeverde dalla
pelle chiara, i capelli castani e le labbra carnose.
Forse perché in realtà aveva un animo dolce, come
il suo, anche se lo nascondevano
entrambi.
“Lo so” disse comprensivo Theo, restituendogli lo
sguardo e sorridendogli “ma è
così.. non so spiegartelo. Ma I Grifondoro sono
così pieni di se che ti fanno
venire il nervoso a pelle. Capirai
meglio quando li vedrai..”
Timothy non era però molto convinto.. sapeva molte cose di
Hogwarts, di Grifondoro
, Serpeverde e delle altre Case.
Suo padre lo aveva istruito bene.
Anche la sua era un’antica discendenza di Purosangue e suo
padre non faceva
altro che ripetergli quello di cui tutti li in Inghilterra erano
convinti: i
Mezzosangue e i figli di Babbani sono feccia.
Ma sua madre no.
Anche lei la pensava quasi alla stessa maniera, ma gli aveva insegnato
a
rispettare il prossimo e a non giudicare gli altri solo per il loro
stato di
sangue.
Sua madre odiava i pregiudizi, a differenza del padre.
Ora che era tornato in Inghilterra, si era informato il più
possibile.
Sapeva tutto di Harry Potter.
Sapeva anche che era il peggio nemico di Malfoy.
Aveva visto parecchie foto sui giornali e a pelle,
come diceva Theo, non gli sembrava affatto antipatico.
Una volta a Hogwarts avrebbe tanto voluto conoscerlo..
**
Gli studenti più vecchi avevano appena varcato la soglia della sala grande, che aveva intagliate nel legno queste parole:
‘Vivevano
allor quattro maghi di fama, che ancora oggi
celebri ognuno qui chiama.
Il fier Grifondoro di cupa brughiera,
e Corvonero, beltà di scogliera,
e poi Tassorosso, signor di vallata,
e ancor Serpeverde, di tana infossata.
Un solo gran sogno li accomunava,
un solo progetto quei quattro animava:
creare una scuola, stregoni educare.
E Hogwarts insieme poteron fondare..’
Timothy, vedendo quelle parole,
rimase ancora più
confuso.. la scuola era stata fondata da quattro maghi. Da quatto
amici.. non
capiva perché ora si dovessero odiare tutti l’un
l’altro.. la
scritta diceva esplicitamente che tutti
hanno le loro qualità, che sono tutti diversi, ma che alla
fine sono tutti
uniti e uguali, ognuno con le proprie qualità.
E la voglia di conoscere Harry Potter era diventata sempre
più forte, mentre si
sedeva sulla tavolata di Serpeverde vicino a Nott, di fronte a Draco e
Blaise.
Poi ci fu lo smistamento e ogni tavolo applaudiva ogni qualvolta un
ragazzino
veniva assegnato alla Casa.
Finito lo smistamento, gli studenti erano pronti ad ascoltare il
Discorso di
Benvenuto del Preside, che quell’anno avrebbe tenuto la
professoressa Minerva
McGonagall, al posto del defunto Albus Dumbledore.
“Ragazzi” con la voce magicamente amplificata,
l’anziana donna aveva attirato
l’attenzione degli studenti “Sono felice di
rivedervi qui, oggi, più numerosi
del solito. So che gli ultimi tempi sono stati molto duri, ma abbiamo
vinto,
ragazzi. E ora dobbiamo andare avanti, nonostante le pesanti perdite
subite” la
voce della preside si incrinò e la donna di interruppe un
attimo per asciugarsi
gli occhi, poi tornò a rivolgersi alla Sala Grande.
“Ma ora, ragazzi miei, il peggio è passato.
Dobbiamo impegnarci a fondo per
riparare a tutti i danni. Quest’anno gli studenti del settimo
anno saranno
circa venti, e non dieci come al solito, ma non dovrebbero esserci
problemi. Se
vi comporterete in modo adeguato, non ci saranno problemi, ne per voi,
ne per i
professori, che dovranno gestire fino a venti studenti in
più nelle loro ore.
Per cui confido in un comportamento dignitoso, da parte di tutti! E ora
vi
auguro la Buona Notte. Gli orari delle lezioni li troverete appesi alla
bacheca
delle vostre Sale Comuni domani mattina. Buon Notte a voi!”
La McGonagall concluse il discorso e la Sala Grande si
ravvivò grazie a uno
scrosciante applauso. Poi tutti si alzarono per raggiungere i loro
dormitori.
Timothy, che stava osservando attentamente il tavolo di Grifondoro,
aveva
finalmente individuato il ragazzo basso dagli occhi verdi cerchiati da
occhiali
rotondi, che stava tra un alto ragazzo dai capelli rossi e una ragazza
dai
capelli castani molto ricci.
Senza preamboli si alzò e si parò davanti al
ragazzo dalla cicatrice a forma di
saetta e gli porse la mano “Salve, Harry Potter. Io mi chiamo
Timothy Houston,
18 anni, Serpeverde” si presentò, con voce alta e
sicura. Il ragazzo lo guardò
con la bocca aperta, così come fecero tutti i presenti.
Timothy li ignorò, sperando che Harry volesse stringergli la
mano.
Alla fine, dopo un po’ di esitazione, per la gioia di Timmy,
Harry Potter alzò
il braccio e allacciò la mano alla sua, tra lo stupore
generale.