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Autore: Allyii    05/06/2011    5 recensioni
La guerra non è un gioco.
Lascia dietro di se morte e distruzione.
La guerra comporta orribili conseguenze per i sopravvissuti.
Ottavo anno ad Hogwarts, Harry, Draco e gli altri tornano a frequentare.
Timothy Houston, nuovo acquisto Serpeverde, darà lo sprint e le due Case rivali inizieranno a fraternizzare
A causa di una pozione Draco torna bambino e verrà affidato a Harry, che siaffezionerà a lui.
Quando Draco tornerà grande, però, i problemi si moltiplicheranno, perché la guerra lo ha marchiato per sempre: Harry dovrà aiutare Draco ad uscire dall’Anoressia Nervosa che lo sta logorando sempre di più.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Theodore Nott | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il treno rosso sferragliava veloce lungo le campagne Inglesi che separavano la stazione di King’s Cross dalla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Era il 1 Settembre 1998 e circa trecentocinquanta ragazzi dagli undici ai diciannove anni erano seduti su quei vagoni che portavano alla loro seconda casa, chiacchierando allegramente del più e del meno.
Solitamente i ragazzi che il primo Settembre si riunivano sul treno per recarsi a scuola  erano sui duecentottanta, tra gli undici ai diciotto anni, ma quell’anno era speciale; appena tre mesi prima Harry Potter, il famoso Harry Potter, che in quel momento si trovava nel vagone di mezzo del treno assieme ai suoi amici, aveva sconfitto Lord Voldemort, anche grazie a Mamma Weasley e ad alcuni Serpeverde.
Già,  i Serpeverde.
Harry ancora non stentava a crederci, ma se avevano vinto era stato anche grazie a loro.
Proprio loro, che fino ad allora erano stati dalla parte di Tom Marvolo(Orvoloson) Riddle.
A causa della Seconda Guerra Magica, mezza scuola era stata distrutta e quasi tutti gli studenti che quell’anno frequentavano il settimo anno erano tornati ad Hogwarts per finire definitivamente gli studi, dato che molti si erano ritirati o comunque le lezioni non erano state svolte in modo parziale a causa dell’insegnamento discriminatorio dei Mangiamorte, così quell’anno c’erano una settantina di studenti in più.
Poco male, il castello poteva ospitare fino a settecento persone.

In quel momento nel vagone di mezzo del treno erano sedute sei persone: Harry Potter, Ron Weasley, sua sorella Ginny, Hermione Granger, Neville Paciock e Luna Lovegood.
A tre vagoni di distanza dal loro stava invece seduto Draco Malfoy in compagnia dei suoi amici Blaise, Nott, Goyle, la Parkinson e un nuovo membro del gruppo: Timothy Houston. Timothy era anch’egli un Serpeverde del settimo anno, che aveva salvato la vita a Draco e Goyle, dopo averli trovati semisvenuti davanti alla Stanza Delle Necessità completamente carbonizzata, che rantolavano disperati il nome di Tiger.
Timothy era poco più alto di Malfoy, aveva la pelle olivastra e i capelli corvini e mossi, tenuti su con un leggero strato di gel.
I suoi occhi grandi erano di un Blu così intenso che alla luce sembravano Viola.
All’angolo destro della bocca, proprio vicino al sottile labbro inferiore, aveva un minuscolo neo, che quasi scompariva ogni volta che la sua bocca si piegava nel suo ghigno gentile e un po’ bastardo che soleva mostrare quando era di buon umore.
Quando era nervoso, invece, si mordicchiava il lato destro nel labbro coi grandi denti bianchi.
Quando era triste stringeva le labbra.
E così si poteva capire lo stato d’animo del ragazzo semplicemente osservando la piega di quel sottilissimo neo, dato che i suoi occhi sembravano spesso freddi e non riflettevano le sue emozioni.
Proprio come Theodore Nott, Timothy era un tipo che amava il silenzio e, come Draco, la lettura.
La sua materia preferita era, ovviamente, Pozioni, anche se era più abile nelle Arti Oscure.
Da quando aveva salvato Malfoy, era preso a far parte del suo gruppo.
Al momento il silenzio dominava nel suo vagone, nonostante fosse gremito di persone, così il suo sguardo era intendo a osservare le campagne..

..che scorrevano veloci dal suo finestrino.
“Harry?” Una voce chiamò il ragazzo occhialuto che stava intensamente guardando fuori dal finestrino, concentrato nell’osservare le mucche che pascolavano, senza prestare attenzione alla conversazione che stava avendo luogo tra i suoi amici.
Almeno finché la voce del suo migliore amico, Ron, non lo ridestò dai suoi pensieri.
“Cosa? “ chiese il moro Grifondoro al Rosso amico, un po’ irritato.
Ron arrossì fino alle orecchie e tacque.
Ultimamente Harry era diventato molto suscettibile e lui non voleva infastidirlo in alcun modo.
Lo salvò Luna, preoccupandosi di rispondere lei al suo posto “stavamo parlando della guerra, Harry” enunciò la bionda ragazza Corvonero, squadrando Harry con i grandi occhi sognanti “anzi, stavamo parlando dei Serpeverde”
“E con ciò?” Rispose freddo Harry.
Non gli piaceva toccare l’argomento Serpeverde, soprattutto perché non voleva ammettere di dover la vita a Malfoy & Company.
Ma, per combinazione della sorte, ci stava proprio rimuginando mentre osservava le mucche pascolare.
“Bè, a noi era venuta in mente una cosa” continuò Luna, imperterrita, ignorando lo sguardo arcigno del suo interlocutore “noi volevamo provare a fare amicizia coi Serpeverde. In fondo, dobbiamo la vita alla maggior parte di loro..”
“Che cosa?” La interruppe Harry, furibondo.
Hermione e Neville trattennero il respiro.
 “Ma vi siete ammattiti? Come vi è saltato in mente?!” continuò a gridare Harry, guardando in cagnesco i suoi compagni di vagone, che gli restituirono uno sguardo spaventato
“Io non sarò mai, ripeto, MAI amico di Malfoy, chiaro!?” concluse Harry, con un tono che non ammetteva repliche.
Tutti lo guardavano spaventati, a parte Luna e Ginny.
Quest’ultima lo guardava comprensiva, mentre l’altra si limitava a fissarlo senza in realtà vederlo, in silenzio.
Sicuramente era già tornata nel suo mondo di Ricciocorni Schiattosi.
Harry, calmatosi, riprese a guardare fuori dal finestrino, mentre Ginny riappoggiava la testa sulle sue ginocchia.
Nel frattempo che osservava il verde delle campagne sfrecciare davanti a se, Harry ripensava a quel giorno di fine Maggio di soli tre mesi prima, quando lui, Ron ed Hermione avevano portato fuori Malfoy e Goyle dalla Stanza Delle Necessità in fiamme, a quando era morto Fred, a quando Narcissa Malfoy gli aveva salvato la vita dichiarandolo morto davanti a Voldemort, a quando Molly aveva ucciso Bellatrix Lestrange.. a quando Malfoy e un ragazzo dai capelli neri e gli occhi blu avevano rotto insieme a Ron l’incantesimo di Silencio scagliato da Voldemort e gli si erano rivoltati contro, rischiando..

“...La nostra vita...”  Malfoy pronunciò quelle parole, sovrappensiero, che interruppero il silenzio generale del vagone in cui era seduto.
“Cos’hai detto, Draco?” chiese Nott, che lo osservava da un po’.
Difatti Draco era dall’inizio del viaggio che non profferiva parola e si era messo a leggere un libro, ma senza voltare le pagine, e Theo aveva notato che gli occhi grigio-verde dell’amico non scorrevano lungo i fogli, ma fissavano un punto indecifrabile del libro; segno che qualcosa turbava l’amico.
“Sai... stavo pensando...” cominciò il Biondo, un po’ incerto se continuare o no, misurando attentamente le parole “chissà come sarà quest’anno, ragazzi. Insomma.. siamo Serpeverde, e anche se all’ultimo abbiamo voltato le spalle al Signore Oscuro, rischiando la nostra vita, siamo pur sempre.. marchiati..” così dicendo, fece passare la mano destra sul’avambraccio sinistro, accarezzandolo con sguardo assente “chissà come ci tratteranno tutti. Dai professori agli studenti..”
“Io non mi preoccuperei, se fossi in te” proruppe Zabini, incrociando le gambe e continuando a guardare svogliatamente fuori dal finestrino “alla fine ci siamo messi dalla parte di Potter, no? Abbiamo rischiato la nostra vita per quella degli altri, no? Abbiamo fatto più del dovuto. Non siamo mica dei Grifondoro” pronunciò l’ultima parola con un velo di amarezza.
Theo e Malfoy annuirono, Goyle lo fissò con espressione idiota, Pansy fece finta di non aver sentito, mentre continuava ad accarezzare i biondi capelli di Malfoy, ma Timothy notò il tono di voce del compare e ne rimase vagamente stupito; lui era nuovo ad Hogwarts, perché fino a quel momento era stato istruito a casa perché quando aveva sei anni si era trasferito coi genitori in Australia.
Ma ora, tornato in Inghilterra, aveva preso a frequentare Hogwarts, ma, per quanto ne avesse sentito parlare, era per lui un ambiente nuovo.
Sapeva della rivalità tra Grifondoro e Serpeverde, ma non pensava che fosse così forte.
“Perché dici così?” chiese allora a Blaise, stupito “perché avete tutta questa rivalità contro i Grifondoro? Cosa vi hanno fatto?”
I suoi compagni si guardarono attoniti per un attimo, come se non sapessero cosa rispondere. Poi scoppiarono tutti in una fragorosa risata
“Aaah, Timmy, Timmy, Timmy” disse dolcemente Theo, avvolgendo il braccio attorno alle spalle di Timothy con aria confidenziale “Vedi, non c’è un motivo preciso. O almeno non ora. Il motivo è radicato dentro noi. Vedi, Grifondoro e Serpeverde sono troppo diversi per andare d’accordo”
“Per me è una cosa stupida” continuò imperterrito Timothy, guardando gli occhi Marroni-Verdi di Nott. Theo era il Serpeverde con cui Timothy si trovava meglio.
Non capiva il perché, ma sentiva una grande affinità con quel Serpeverde dalla pelle chiara, i capelli castani e le labbra carnose.
Forse perché in realtà aveva un animo dolce, come il suo, anche se lo nascondevano entrambi.
“Lo so” disse comprensivo Theo, restituendogli lo sguardo e sorridendogli “ma è così.. non so spiegartelo. Ma I Grifondoro sono così pieni di se che ti fanno venire il nervoso a pelle. Capirai meglio quando li vedrai..”
Timothy non era però molto convinto.. sapeva molte cose di Hogwarts, di  Grifondoro , Serpeverde e delle altre Case.
Suo padre lo aveva istruito bene.
Anche la sua era un’antica discendenza di Purosangue e suo padre non faceva altro che ripetergli quello di cui tutti li in Inghilterra erano convinti: i Mezzosangue e i figli di Babbani sono feccia.
Ma sua madre no.
Anche lei la pensava quasi alla stessa maniera, ma gli aveva insegnato a rispettare il prossimo e a non giudicare gli altri solo per il loro stato di sangue.
Sua madre odiava i pregiudizi, a differenza del padre.
Ora che era tornato in Inghilterra, si era informato il più possibile.
Sapeva tutto di Harry Potter.
Sapeva anche che era il peggio nemico di Malfoy.
Aveva visto parecchie foto sui giornali e a pelle, come diceva Theo, non gli sembrava affatto antipatico.
Una volta a Hogwarts avrebbe tanto voluto conoscerlo..

**

Gli studenti più vecchi avevano appena varcato la soglia della sala grande, che aveva intagliate nel legno queste parole:

Vivevano allor quattro maghi di fama, che ancora oggi celebri ognuno qui chiama.
Il fier Grifondoro di cupa brughiera,
e Corvonero, beltà di scogliera,
e poi Tassorosso, signor di vallata,
e ancor Serpeverde, di tana infossata.
Un solo gran sogno li accomunava,
un solo progetto quei quattro animava:
creare una scuola, stregoni educare.
E Hogwarts insieme poteron fondare..’

Timothy, vedendo quelle parole, rimase ancora più confuso.. la scuola era stata fondata da quattro maghi. Da quatto amici.. non capiva perché ora si dovessero odiare tutti l’un l’altro..  la scritta diceva esplicitamente che tutti hanno le loro qualità, che sono tutti diversi, ma che alla fine sono tutti uniti e uguali, ognuno con le proprie qualità.
E la voglia di conoscere Harry Potter era diventata sempre più forte, mentre si sedeva sulla tavolata di Serpeverde vicino a Nott, di fronte a Draco e Blaise.
Poi ci fu lo smistamento e ogni tavolo applaudiva ogni qualvolta un ragazzino veniva assegnato alla Casa.
Finito lo smistamento, gli studenti erano pronti ad ascoltare il Discorso di Benvenuto del Preside, che quell’anno avrebbe tenuto la professoressa Minerva McGonagall, al posto del defunto Albus Dumbledore.
“Ragazzi” con la voce magicamente amplificata, l’anziana donna aveva attirato l’attenzione degli studenti “Sono felice di rivedervi qui, oggi, più numerosi del solito. So che gli ultimi tempi sono stati molto duri, ma abbiamo vinto, ragazzi. E ora dobbiamo andare avanti, nonostante le pesanti perdite subite” la voce della preside si incrinò e la donna di interruppe un attimo per asciugarsi gli occhi, poi tornò a rivolgersi alla Sala Grande.
“Ma ora, ragazzi miei, il peggio è passato. Dobbiamo impegnarci a fondo per riparare a tutti i danni. Quest’anno gli studenti del settimo anno saranno circa venti, e non dieci come al solito, ma non dovrebbero esserci problemi. Se vi comporterete in modo adeguato, non ci saranno problemi, ne per voi, ne per i professori, che dovranno gestire fino a venti studenti in più nelle loro ore. Per cui confido in un comportamento dignitoso, da parte di tutti! E ora vi auguro la Buona Notte. Gli orari delle lezioni li troverete appesi alla bacheca delle vostre Sale Comuni domani mattina. Buon Notte a voi!”
La McGonagall concluse il discorso e la Sala Grande si ravvivò grazie a uno scrosciante applauso. Poi tutti si alzarono per raggiungere i loro dormitori.
Timothy, che stava osservando attentamente il tavolo di Grifondoro, aveva finalmente individuato il ragazzo basso dagli occhi verdi cerchiati da occhiali rotondi, che stava tra un alto ragazzo dai capelli rossi e una ragazza dai capelli castani molto ricci.
Senza preamboli si alzò e si parò davanti al ragazzo dalla cicatrice a forma di saetta e gli porse la mano “Salve, Harry Potter. Io mi chiamo Timothy Houston, 18 anni, Serpeverde” si presentò, con voce alta e sicura. Il ragazzo lo guardò con la bocca aperta, così come fecero tutti i presenti.
Timothy li ignorò, sperando che Harry volesse stringergli la mano.
Alla fine, dopo un po’ di esitazione, per la gioia di Timmy, Harry Potter alzò il braccio e allacciò la mano alla sua, tra lo stupore generale.

   
 
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