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Autore: ClaireTheSnitch    05/06/2011    9 recensioni
Prima originale, una mini-long da cinque o sei capitoli al massimo.
Spero vi piaccia e spero che qualcuno abbia la forza di commentare.
Fortemente autobiografica nell'introspezione, ben poco nella trama.
Dal capitolo I - Pianoforte.
Tutto ciò che per me contava nell’altra vita è stato lasciato su una collina fangosa, più di un anno fa, e non sono mai tornata a riprendermelo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.
 

Pianoforte
 

 
Fisso il vetro e sospiro, perché ormai non c’è più nulla da fare.
Credo di aver vissuto di pillole indorate e zuccherini sin da quando ero piccola: nulla doveva contrariarmi, non potevo essere turbata nella mia integrità, e la mia visuale doveva rimanere candida quanto le mie calze di pizzo pruriginoso.
Ora, invece, tutto ciò a cui sono sfuggita si abbatte sulla mia pelle come un temporale ininterrotto, e ne ho abbastanza.
-Vuoi ordinare?- sussurra una cameriera dall’aria timida e il viso da topo.
Sbatto le palpebre un paio di volte e la fisso, con la bocca semiaperta.
-Un cappuccino, grazie.
-Molto bene.- dice. Scribacchia sul suo blocco grigiastro e indietreggia di qualche passo, i capelli di un castano smorto che le ciondolano sulle tempie.
Forse spera che ordini qualcos’altro.
Le faccio un sorriso speranzoso, mentre i miei occhi la spingono via, lontano dalla confusione che si agita oltre questo sguardo, lontano dalle scottature, lontano dagli errori.
Cinque minuti più tardi, mentre la lana del maglione pizzica sul collo e una musica dimenticata rimbomba nelle mie orecchie, arriva un cappuccino pieno di schiuma, dal profumo penetrante.
Vorrei avere dei fazzoletti, perché tra poco piangerò.
 
 
-Credi che un giorno riuscirai a suonare questo pezzo senza fermarti, Vera?
Sfioro lentamente il pianoforte, con dolcezza, ma non riprendo la battuta e mi getto tra le sue braccia. -Mai. Insegnami.
-Abbiamo fatto lezioni su lezioni. Credo che questa sia una scusa.
-Può darsi. Ma tu sei il mio maestro, non hai bisogno di scuse per correggere i miei orrori musicali.
Federico è magro da far paura, ma suona con la forza di un leone, domina il pianoforte, lo abbraccia come in questo momento fa con me.
Ieri, però, mi ha anche baciata e suppongo che ora stiamo insieme: ci conosciamo da anni, l’ho amato quando ne avevo tredici e ora si è fatto avanti.
Non ci sono problemi, mi dico, tutto è perfetto.
Non ci sono problemi.
Davvero?
Forse mi sbaglio.
Io non lo amo, ma ho timore di spezzare quel suo corpo così fragile se glielo dicessi.
Quando me ne andrò, lo capirà.
 
 
Il ricordo di Federico è doloroso, ma è così lontano che assomiglia ad un sassolino nella scarpa.
Tutto ciò che per me contava nell’altra vita è stato lasciato su una collina fangosa, più di un anno fa, e non sono mai tornata a riprendermelo.
Non penso che lo farò, perché detesto le cose vecchie.
Se le toccassi, lui sarebbe di nuovo con me, e io mi perderei nel passato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La mia prima storia originale.
Ho pensato molto prima di pubblicarla - finora mi sono interessata al fandom di Harry Potter.
Questa mini-long sarà fortemente introspettiva e proseguirà in un’alternanza di flashback sulle vicende di Vera.
Lasciatemi una recensione, vi prego, solo per sapere se devo ritirarmi dal genere :)
 
Al prossimo capitolo,
 
Claire.

   
 
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