Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: LichtNacht    06/06/2011    4 recensioni
Si adagiò sul letto, divorata dalla curiosità di conoscere il nome della band musicale per cui avrebbe lavorato, dandosi della stupida per non l’averlo chiesto prima al suo capo.
Stranamente si sorprese a battere i denti dal freddo. Automaticamente si giro verso la porta finestra. Era aperta. Qualcosa non quadrava.
Si avvicinò al suo posto letto, alzò il cuscino per recuperare la sua Beretta 9mm, ma con sua sorpresa, di quest’ultima non cen’era traccia.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Piacere mondo di EFP! Mi sono sempre limitata solo a leggere le fan fic in questo sito e recensirle. Oggi ho deciso di pubblicare anche io qualcosa. Questo è il primo capitolo, spero vi incuriosisca e vi piaccia. Ho parecchie idee in testa su come continuare la storia. Per favore se è di vostro gradimento mi farebbe piacere ricevere qualche recensione, solo per capire se stò andando bene dato che è la prima volta che mi cimento in questa avventura. Grazie a tutte in anticipo. 

Capitolo 1

“Ho una settimana libera, e non ho idea di cosa fare.” Kessidy si stravaccò su una sdraio situata fuori in balcone, arrotolandosi  indosso una calda trapunta, mettendosi poi ad osservare i fuochi di artificio che brillavano nel cielo. Gli era sempre piaciuto poter immaginare di osservare i fuochi di artificio dal punto in cui essi partono. Ma nessuno ha mai festeggiato per lei, e mai nessun fuoco di artificio era stato azionato in suo onore. Non aveva quasi mai il tempo per se stessa, il suo lavoro difficilmente gli dava una tregua. Dei suoi giovani colleghi pochi ne sono rimasti ad eseguirlo. E’ estremamente impegnativo e probante sotto ogni punto di vista. Basta anche solo immaginare che non si hanno orari prestabiliti, tanto meno i festivi.
“Per il momento, non mi è stato affibbiato nessun incarico, quindi, posso considerarmi libera, finché il mio cercapersone non vibrerà.” Ed era proprio questo che alla ragazza non piaceva.
Kessidy in realtà odiava non avere alcun caso su cui lavorare. Amava il suo lavoro nonostante fosse ben consapevole che quest’ultimo negli anni sia riuscito a cancellare ogni sprazzo di socialità che risiedeva in lei. Si era totalmente disimparata a socializzare, chiacchierare, esporsi con gli altri, tanto da snobbare qualunque uomo ci provasse con lei. Sapeva di sbagliare, ma anche se avesse intrapreso una storia, non sarebbe mai riuscita a coltivarla nel tempo, il suo lavoro glielo impediva categoricamente. Non si può star ventiquattro ore su ventiquattro accanto ad una persona prestabilita e sperare di poter avere una vita privata, specialmente se nel suo campo, era una delle più richieste.
I fuochi di artificio si interruppero, così, decise di rientrare in casa, accostando quel poco che bastava la porta finestra per far entrare un po’ di brezza. Il cercapersone della ragazza prese a vibrare. Kessidy guardò il display, era Jordan. Le sue labbra si piegarono in un lieve sorriso mentre rispose.
«Ehilà Jordan, non riesci proprio a stare lontano da me eh!?»
«Cara Kessidy, sei una delle migliori e tu questo lo sai.. Mi spiace non riuscire a lasciarti mai un po’ di tempo per te stessa.» Rispose l’uomo realmente dispiaciuto.
«Jordan lo sai che rispondo volentieri alle tue chiamate. E guai a te se anche questa volta te ne esci proponendomi di rivolgerti a qualcun altro! Dimmi tutto, di cosa si tratta questa volta?»
«Beh, sai che nel nostro campo oltre ai privati sono moltele persone che vogliono un’esperta Guardia del Corpo,tipo… ehm ehm..personaggi famosi o cantanti.La maggior parte di questi per difendersi dall'assalto dei fan o pernon essere infastiditi dai giornalisti..»
«Jordaaaaaaaan daai!»Lamentò la ragazza in risposta.
«Lo so lo so che preferisci i privatisti, non devi ricordarmelo gioia. Ma sai benissimo che con grande eccezione, ti sono sempre venuto in contro affibbiandoti quel genere di casi. Ma è veramente urgente. Non ho nessuno se non dei novellini, e non posso affibbiargli uno di loro, quando, in passato, gli ho offerto la miglior guardia del corpo che avevo.»
«Okay tranquillo non fa niente dai. Non mi hai specificato il soggetto in questione, o.. i soggetti. Stai parlando di una band musicale o di qualche attore?»
«Sto parlando di una band musicale Kessy…»
«Va bene. Sai dirmi se c’è già qualcuno in sevizio con loro?»
«Che io sappia si. Calcola che questa band musicale è composta da quattro persone. Quando queste si dividono ognuno di loro viene seguito da una singola guardia del corpo. Comunque dai, basta parlare per telefono. Domani devi comunque venire nel mio studio per prendere i fascicoli sui soggetti ed il biglietto aereo che la compagnia ha già acquistato.»
«Biglietto aereo? E per dove?»
«Germania Tesoro. Sei una delle poche a conoscere il tedesco, oltre che lo spagnolo, il francese e l’italiano. Lo sanno tutti che sei una delle migliori. Buona notte Kessidy, ci vediamo domani verso le otto nel mio studio.»
«A domani Jordan, Notte.»Chiuse la conversazione sospirando, realmente felice, ma nello stesso tempo turbata dal viaggio e dalla missione che l’attendeva. Mise il cellulare in carica, serena di non dover fare le valigie che ancora non aveva disfatto dal ritorno dell’altro ieri. Si adagiò sul letto, divorata dalla curiosità di conoscere il nome della band musicale di cui sarebbe stata la Guardia del Corpo, dandosi della stupida per non l’averlo chiesto prima al suo capo. Una cosa che lei odiava di se stessa, era la grande curiosità che non riusciva mai a placare. Distogliendo la mente da quei pensieri, chiuse gli occhi, sperando di addormentarsi il più presto possibile.
L’indomani mattina, Kessidy apri gli occhi più presto del previsto.  Sentiva freddo, molto freddo.  Assonnata, si alzò da quel letto che poco riusciva a scaldarla,armato solo di un fine lenzuolo di lino bianco, indirizzandosi poi verso la porta finestra, che da brava stupida la sera prima aveva lasciato accostata. Una volta chiusa, prese l’orologio da polso che teneva sul comodino per controllare l’ora. Erano passate da poco le sei.
“Perfetto, così ho la possibilità di prepararmi con tutta calma. Chissà che non ci esca anche una gustosa colazione al bar prima di recarmi in studio.”  Così deciso, la ragazza andò in bagno per aprire il getto caldo della doccia. Quando l’acqua arrivò alla giusta temperatura, Kessidy si denudò, entrando così nel box per godersi appieno il rilassante getto d’acqua calda scorrergli sul corpo freddo. Solo dopo una qualche minuto si rese conto che non aveva a portata di mano lo Shampoo, e tutto il restante occorrente che le serviva. Sbuffò sonoramente incolpandosi della propria sbadataggine. Quindi, prese un asciugamano e coprendosi il busto, tornò nel salotto dove aveva riposto le sue valigie. Individuata quella giusta, si chinò su di essa, frugando alla ricerca di ciò che le serviva. Stranamente si sorprese a battere i denti dal freddo. Automaticamente si giro verso la porta finestra. Era aperta. Qualcosa non quadrava.  Si ricordava perfettamente di averla chiusa appena sveglia. Assottigliò lo sguardo tanto da poter intravedere delle schegge di legno a terra. Qualcuno l’aveva forzata. Impossibile che nell’arco dei dieci minuti in cui si trovava sotto la doccia, per puro caso qualcuno era venuto a forzare la sua portafinestra. La cosa era stata pianificata, ma non aveva la minima idea da chi. Si guardo nel salotto con aria circospetta, stando attenta ad ogni minimo dettaglio che potesse catturare la sua attenzione. Ma niente. A passo lento, si avviò nella sua camera da letto, aprì lentamente la porta, per guardarsi intorno. Una volta assicuratasi che non ci fosse nessuno, si avvicinò al suo posto letto, alzò il cuscino per recuperare la sua Beretta 9mm, ma con sua sorpresa, di quest’ultima non cen’era traccia. Al suo posto trovò un foglio di carta piegato su se stesso in quattro parti. Lo aprì confusa. Era un disegno, molto probabilmente fatto da un bambino di età inferiore ai sette anni. Nell’illustrazione c’erano rappresentati una donna in divisa, con dei capelli biondi e gli occhi color azzurro. Teneva per mano una bambina, dal vestitino color rosso vivo, ed una coda di cavallo di un marrone scuro. Nel disegno sorridevano entrambe.
Confusa, fece un giro di perlustrazione della propria abitazione senza trovare altro, tantomeno nessuno. Con un vortice di mille pensieri in testa, prese i primi vestiti che gli capitarono tra le mani e si vestì. Si piazzò davanti lo specchio. La carnagione chiara risaltava i suoi occhi color azzurro mare. I suoi capelli biondi, come la donna del disegno, gocciolavano lungo le spalle andando a bagnare la canottiera azzurra che si era messa. Decise di farsi una coda, nascondendo poi i capelli male ordinati sotto un cappello blu scuro con visiera, poco gli importava se si sarebbe bagnato. Inforcò un paio di occhiali da sole, prese le chiavi della macchina, ed uscì dall’abitazione trascinando con entrambe le braccia le due pesantissime valigie. Durante il tratto portone macchina,  si domandò ancora una volta che senso potesse avere entrare in un abitazione per rubare un’arma, e lasciare al suo posto un insulso disegno. Un altro dettaglio non meno raccapricciante che Kassidy prese in considerazione era il fatto di essere molto probabilmente spiata. Altrimenti, come potevano  conoscere l’esatta collocazione della sua Berretta? Era sicura potesse trattarsi di ladri inesperti, tanto che già in mente stava pianificando con quale corpo a corpo difendere la sua abitazione. Ma niente, neanche l’ombra di un ladro. Solo un disegno. Perplessa mise in moto, intenta di parlare a Jordan dell’accaduto una volta arrivata nel suo studio.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: LichtNacht