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Autore: KiaeAlterEgo    27/02/2006    3 recensioni
Scusate per il titolo poco originale... Una principessa vive tranquillamente a palazzo quando la sua vita viene sconvolta dall'annuncio del suo matrimonio...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II

Prima di lasciarvi alla storia devo ringraziare Francesca Akira89, Shark Attack e Harry J. Potter per le loro recensioni, sono felicissima di aver destato la vostra curiosità e che questa storia piaccia a qualcuno!!! Leggendo questi primi capitoli qualcuno potrebbe pensare che la storia non sia fantasy, ma vi assicuro che non è così! Diciamo che per vedere magie e tutto quello che viene definito fantasy bisogna aspettare ancora qualche capitolo.

Detto questo, eccovi il secondo capitolo!

 

CAPITOLO II

In cui Jandel fa una nuova conoscenza

Nel giorno della sua festa di fidanzamento era stato organizzato un ricevimento seguito da un ballo in maschera nella sera. Quest’ultimo era stato voluto proprio dalla festeggiata. Jandel aveva trovato il ricevimento noioso, aveva dovuto salutare e omaggiare tutti gli ospiti, fingendosi felice e sempre disponibile. Al ballo, invece, si era divertita molto. Le piaceva indossare una maschera e ballare con gente irriconoscibile. Aveva scelto una maschera bianca che le copriva tutto il viso. Nella parte superiore era finemente decorata con linee d’oro e d’argento. Il vestito era meno stretto del solito e bianco e verde smeraldo. Dalla maschera spuntavano piume verdi che le coprivano la testa come un insolito cappellino. Aveva lasciato i capelli sciolti, una piccola concessione ottenuta dopo ore di suppliche. Aveva dovuto aprire le danze col suo futuro sposo, sentendosi a disagio e movendosi goffamente perché teneva le ginocchia piegate in modo da non superare in altezza il suo compagno. Ballò poi con una decina di uomini sconosciuti, e riuscì infine ad allontanarsi solo con la scusa di voler bere un po’ d’acqua. Nonostante fosse mascherata, molti l’avevano riconosciuta. La sala nella quale ballavano era ampia, con enormi finestre che davano la vista di uno stupendo cielo stellato. Sgattaiolò in un corridoio laterale e si appoggiò ad un davanzale, mentre osservava il quieto giardino e i boccioli dei fiori chiusi. Il suono di una voce la fece sobbalzare: era calda, rassicurante e suadente e la invitava a ballare. Lei si voltò. La persona che aveva parlato era un giovane alto, molto più di lei, e longilineo. Portava una maschera nera che gli copriva solo la parte superiore del volto, lasciando scoperte le labbra incurvate in uno strano sorriso. I suoi capelli erano scuri e mossi, legati con difficoltà in un codino, che lasciava qualche ciuffo ribelle libero. Indossava un’elegante veste da sera, giacca sagomata sulle spalle e pantaloni neri con camicia bianca. Jandel arrossì: non portava nessun tipo di cravatta e la camicia era sbottonata di ben due bottoni ma nonostante che nell’insieme il giovane mostrasse un aspetto piuttosto volgare, lei accettò. Lui le offrì il braccio e insieme si avviarono verso il centro della sala, mentre aspettavano l’inizio del prossimo ballo. Già alle prime note Jandel si accorse che non era un normale giovane. Era bravissimo e la guidava tra le note della melodia così bene che le pareva di sognare. Tuttavia non poté non notare il modo in cui la stringeva, molto diverso dal solito. Le venne il dubbio che lui cercasse le sue attenzioni. Molte persone presenti li osservavano incuriositi. Il Bello d’Alfan li guardava tranquillo e sicuro di sé, la maschera che gli copriva il lato destro del viso. Quando la melodia terminò con le ultime dolci note Jandel ringraziò lo sconosciuto con un inchino formale, mentre lui le prese galantemente la mano e gliela baciò. Jandel lo osservò a lungo ballare con altre ragazze, sempre attirando alcuni sguardi curiosi, ma lui, dopo qualche danza si allontanò dalla festa così lei, dicendo di essere stanca e di voler andare a letto lo seguì. Purtroppo lo perse di vista e l’unica cosa che le rimaneva da fare era andare sul serio a letto. Chiamò la servitrice e si fece preparare un bagno caldo. Nell’acqua bollente, si rilassava mentre la servitrice le massaggiava la testa lavandole i capelli. Adorava fare il bagno. Il re si lamentava: diceva spesso che in un mese lei usava l’acqua che per la famiglia sarebbe bastata per due, ma non le importava. Nessuno le avrebbe tolto il piacere di un bagno caldo, mai. Coi capelli ancora umidi, prese da un suo cassetto segreto il diario e un libro. Per aspettare che i capelli si asciugassero del tutto, iniziò a leggere. Il libro si intitolava “Alienor la donna re”, una leggenda dichiarata proibita e menzognera che narrava di come una donna coraggiosa e dotata di straordinari poteri magici riuscì a far nascere una gloriosa civiltà. Si diceva che il suo prezioso ciondolo, che si sceglieva la proprietaria autonomamente, fosse custodito nel palazzo, costantemente sorvegliato e si pensava che finché sarebbe rimasto al suo posto avrebbe portato abbondanza, ricchezza e pace al regno. Le ore passavano mentre la ragazza leggeva. Quando smise iniziò a pettinarsi i capelli, ormai asciutti. Erano morbidi e come la seta, al tatto. Jandel posò il pettine e studiò il suo riflesso nello specchio. Aveva notato un insolito movimento dietro di sé. Prese la spazzola e, canticchiando una melodia. fece finta di ricominciare a spazzolarsi i capelli. Teneva d’occhio un punto sopra la sua spalla. «Sai- disse una voce- sei una pessima attrice». Jandel trasalì e si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con l’ultima persona con cui aveva ballato. Non riusciva a capire come avesse fatto ad avvicinarsi così tanto senza che lei se ne accorgesse. I loro visi erano vicinissimi, tanto che i loro respiri si mischiavano. Poi lui si allontanò. Lei lo guardò, riprendendosi dallo spavento. Lui aveva ancora la maschera, ma aveva anche un paio di guanti e un mantello. Aveva anche sciolto i capelli, che gli raggiungevano a malapena le spalle. «Allora- esordì lui- Sei tu Ortensia, la promessa sposa?» Lei continuava a guardarlo senza dire niente. Era molto imbarazzata, indossava solo una semplice camicia da notte leggera, quasi trasparente. Non avendo risposta, lui si avvicinò nuovamente a lei. «Non rispondi? Non avrai mica paura?» Finalmente lei riuscì a parlare: «Ma come ti permetti? Entrare nella stanza di una ragazza! Che modi! Esci immediatamente!» Lui non si spostò neanche di un millimetro. «Sto cercando la settima figlia del re, Ortensia…- incrociò le braccia e si appoggiò ad una parete- o dovrei dire Jandel?» La ragazza si stupì. Come diavolo faceva a conoscere il suo soprannome? «Cosa volete?» rispose calmandosi. «Volevo solo accertarmi di una cosa…- disse lui con leggerezza- A quanto pare è vera…»

«Cosa

«Non credo che la tua testolina sia abbastanza pronta per capire…»

«Ehi…» Ma ormai lui se n’era andato. Aveva aperto la finestra ed era sceso dall’albero ad una velocità incredibile. Toccata terra, si era fermato, aveva lanciato qualcosa ed era sparito nel buio della notte. Jandel osservò a lungo il punto in cui sparì. Ma chi era quello lì? Poi si accorse dell’oggetto che aveva lanciato. Era una stella metallica a più punte e si era conficcata sull’infisso della portafinestra. Jandel ebbe difficoltà ad estrarla, quando ci riuscì notò che al centro vi era incastrato un biglietto, ripiegato in modo da diventare piccolissimo. Lo estrasse e lo aprì. Era nero, sul retro era disegnato un giglio bianco mentre davanti vi era scritta una frase con una grafia elegante che recitava: “Non sei male, ci rivedremo. Spero che sarai più disponibile” ed era firmata il Giglio Nero. Subito lei arrossì e strappò il biglietto e ne getto i frammenti al vento. Ritornò nella sua stanza infuriata, rimise a posto il libro e si coricò, pensando a tutti i possibili insulti da dirgli e respingendo il ricordo del piacevole ballo.

 

 

Piaciuto questo secondo capitolo?

Spero di sì, comunque fatemelo sapere tramite le recensioni!!! ^_^

  
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