N come Non è vero che…

…tutti sono sinceri. [Joe]

"And you don't know what you don't know!"

Era un bel bambino moro di sette anni, quello che correva per un giardino di Los Angeles in un pomeriggio assolato.

Aveva il fiato corto ma non voleva fermarsi.

Se solo avesse visto dove si era cacciato quel fannullone del fratellino!

-Nicky!- chiamò, inoltrandosi nel viale alberato della loro villetta.

Non ebbe risposta.

Corse ancora, non poteva sprecare un'occasione simile.

Aumentò la velocità, chiuso nelle nuove converse bianche che iniziavano a diventare grigie, 

sentendo il vento sui capelli scuri e gli occhiali leggermente appannati.

Poi si fermò, sorridendo.

Suo fratello giocherellava pigramente tra le foglie secche autunnali, quelle che stava raccogliendo Kev.

Joe si avvicinò a Nick e si sedette al suo fianco.

-Ti va di venire con me?Non te ne pentirai!- il piccolo alzò lo sguardo da terra, dall'alto dei suoi cinque anni.

Annuì, scuotendo i folti boccoli color del cioccolato e sorrise, con gli occhi ridenti.

Se c'era di mezzo Joe, allora l'affare si faceva interessante.

Lasciò andare una foglia rossa per nulla interessante e saltò a cavalluccio sul fratello.

-Joe! Non mi aiuti qui?- chiese Kevin, che era alle prese con il vento fastidioso.

-Non posso Keeeev, devo scappareeee!- strascicò il mezzano, con un sorriso birichino, per poi sparire.

Kevin alzò gli occhi al cielo. "Joe. Di nuovo." 

Il bambino attraversò il parco con il fratellino sulle spalle, 

per poi dirigersi a destinazione.

Rimase deluso.

Non c'era NIENTE.

NIENTE DI NIENTE.

Vuoto assoluto.

NADA.

NISBA.

NIET.

NULLA.

-Joe!Dove credi di andare con tuo fratello sulle spalle?- 

Ma il bambino aveva lasciato andare Nick, e sui suoi occhi si era impressa un'ombra lucida.

-Che succede, Joe?- sua madre lo raggiunse, senza difficoltà, e si inginocchiò al suo fianco.

Fortuna che Kevin l'aveva chiamata, viste le strambe abitudini di Joe.

Il mezzano si sedette sull'erba con un'espressione offesa.

-Non c'è niente qui!!- esclamò, mentre una lacrimuccia minacciava di scendere sulle sue guance arrossate.

Sua madre lo osservò, sorpresa.

-Questo è il parco, amore mio, c'è l'erba e ci sono gli alberi, là c'è lo stagno..che manca?-

Lui tolse gli occhiali, abbandonò le lacrime e con voce sorpresa rispose solo..

-Le poltroncine rosse, mamma!- 

Aveva usato il suo tono serio, come se fosse quasi logico.

Perché la mamma non capiva?

-Dovrebbero esserci, io portavo Nicky in Vodafone!-

Denise sorrise, che male aveva fatto per ottenere un figlio del genere non lo sapeva, però…infondo non avrebbe mai desiderato di meglio.