Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Asteria Flame    06/06/2011    1 recensioni
Infiniti vorrei. Infiniti sogni. Infinite speranze. Tutto ciò che bramavano, ma non avevano il coraggio di esprimere a voce alta, ma visibile attraverso i loro occhi, tornò a galla, nascosto in frase piene di amore e speranza ed affidato alle stelle.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


FROM: Bling
TO: Arya
Quindi è sicuro? Siamo da sole per tutta la serata?

FROM: Arya
TO: Bling
Sisisisisisisi! Li ho convinti! Ci lasciano tutto il weekend!

FROM: Lullaby
TO: Arya
Blay mi ha detto tutto! Ziiii! Me felice! Non vedo l’ora. Vado a fare la valigia!

FROM: Arya
TO: Lullaby
Non esagerare! In fondo è solo un fine settimana!

FROM: Bling
TO: Lullaby
VALIGIA???

FROM: Lullaby
TO: Arya e Bling
Mi piace essere sempre pronta a tutto.

Eccole qui. Un gruppo di ragazze eccitate per un semplice finesettimana al mare. L’ultima volta che si sono viste era giugno, l’ultimo giorno di scuola. Ma non resistono troppo a lungo senza vedersi. Ecco perché hanno deciso di fissare una data in cui trascorrere un pezzettino delle loro lunghe vacanze insieme. L’unico giorno disponibile era il 10 di agosto. Avrebbero passato la notte delle stelle cadenti insieme.
Dopo molti tentativi, promesse e suppliche, Emma era riuscita a convincere i genitori a farsi lasciare la casa al mare per due giorni. Chiamarla casa era abbastanza dura. Era un semplice bilocale, ma per una famiglia piccola che ci passava neanche un paio di mesi l’anno andava bene. Per un gruppo di sedicenni, poi, era una reggia! E poi la casa, per quanto piccola, dava praticamente sulla spiaggia e da molte finestre si poteva ammirare il mare.

-Eccoci arrivati!-
Il padre di Emma accostò lungo il vialetto di ghiaia e si voltò a guardare le tre ragazze frementi dalla voglia di uscire da quella Punto per correre in spiaggia. Ancora poco convinto aprì lo sportello, andò verso il cofano e distribuì alle rispettive proprietarie la valigia e i borsoni che vi erano all’interno. Poi guidò le ragazze dentro casa. Le finestre erano chiuse e tutto aveva un’aria un po’ tetra. Aprì una lampadina, ma la spense quasi subito per aprire le tende e gli oscuranti delle finestre, facendo entrare un po’ di sole nell’appartamentino pulito e ordinato.
-Lascio le chiavi sul tavolo. Fate le brave. Non distruggete la casa. Non perdete le chiavi, perché è l’unica copia che vi lascio e potreste rischiare di rimanere chiuse fuori. Non fate tardi. Non parlate agli estranei. E non fate pazzie.-
Le ragazze sorrisero nel sentire quella lunga serie di raccomandazioni che ognuna aveva ricevuto già a casa prima di partire. Le sapevano ormai a memoria. Erano le tipiche frasi da genitori, di quelle che si trovano in ogni manuale: “Genitori: istruzioni per l’uso!”. Notarono anche che il padre di Emma ne aveva mancate ben due, ma evitarono di dirglielo per educazione e perché erano stanche di sentirsi dire sempre le stesse cose. Avevano sedici anni! Insomma! In America alla loro età si può già guidare e avere molte altre libertà. Ma quella non era l’America, ma l’Italia. Per guidare bisognava avere almeno diciotto anni e le adolescenti sono eterne bambine.
-Papà. Tranquillo. Puoi andare.- lo rassicurò Emma con tono deciso e conciliante.
Il messaggio era chiaro: “Fuori dai piedi!” e il padre, fortunatamente lo colse al volo. Anche lui era stato giovane e spesso si era trovato in circostanze simili. Ecco perché sorrise bonario e lasciò un piccolo bacio sulla guancia della sua bambina cresciuta tanto in fretta.
-A domenica.-
Lanciò un ultimo sguardo alla casa, chiedendosi se l’avrebbe trovata ancora così al suo ritorno, e salì in macchina. Se la sarebbero cavata da sole? Era ancora in tempo per chiamare qualcuno che le controllasse? E quante delle sue raccomandazioni avrebbero seguito? Questi erano più o meno i suoi interrogativi mentre metteva in moto lasciando il suo amato appartamento in balia di sua figlia e delle sue migliori amiche.
Ma a noi non interessano i pensieri di un padre apprensivo che vede crescere la sua bimba. La nostra storia parla di un trio di amiche. Quelle rimaste dentro casa. Quindi andiamo a vedere che succede nell’appartamento estivo della famiglia Damighi.

-È andato?- chiese Alisa a bassa voce. Come se il padre dell’amica potesse sentirle.
Emma, in tutta risposta, si mise un dito sulle labbra, avvicinandosi cauta alla porta d’ingresso. Nessun rumore. Ma poi eccolo! Il suono che tanto aspettavano. Il rombo di un motore che si accende e delle ruote che sfrigolano sulla ghiaia e poi nulla. Ora era andato!
-Siamo ufficialmente sole!- annunciò la padrona di casa esultante.
Un urlo di felicità esplose nella stanza. Erano finalmente sole. La vacanza poteva cominciare. Si abbracciarono, incuranti dei bagagli che venivano abbandonati dove capitava. Che importanza aveva! Esultanti iniziarono a ridere e saltare di gioia. Appena ci riuscirono si guardarono negli occhi e scattarono a prendere ognuna il proprio bagaglio per andare a cambiarsi. La più veloce risultò Aly, nonostante l’ingombrante valigiona rosa che aveva portato con se. Con agilità superò le amiche ed entro nella camera da letto chiudendosi la porta alle spalle. Quando Emma e Blaineley riuscirono ad entrare nella grande stanza, la trovarono seduta sul lettino singolo a frugare nel suo bagaglio, aperto sul pavimento. Posarono ai due lati del secondo letto, quello matrimoniale, i loro semplici borsoni e fissarono l’amica.
-Che cosa hai portato di così grande da necessitare una valigia?- chiese Bling iniziando a spogliarsi mostrando il bikini lilla con i bordini color cielo.
-Asciugacapelli, tre costumi, biancheria, due gonne, uno shorts, un paio jeans, alcune magliette, trucchi, profumo, piastra, tacchi, infradito, nulla di che. Il necessario per una vacanza.- disse in sua difesa.
-Certo! Una vacanza di una settimana!- rispose l’italoamericana ridendo.
-Io ho solo un cambio d’abiti, uno di biancheria e uno di costume.- disse la seria Emma, guardando perplessa la sua compagna di banco, che ancora levava indumenti dal bagaglio. –A cosa servono tutti quei vestiti?-
-Mi piace scegliere!- tagliò corto lei.
-Datevi una mossa! Io sono già pronta e il sole mi aspetta!- sbuffò Bling, ormai già pronta e impaziente di prendere ancora un po’ di sole.
Aly la squadrò con una smorfia. Si chiedeva il perché di tanta fretta. Bling era già molto abbronzata. La sua pelle era olivastra, quindi scura di natura, e si abbronzava molto facilmente, anche dopo pochi giorni all’aria aperta. La precedente vacanza in California non poteva che averla resa di un bellissimo colore dorato. Un colore che le invidiava non poco. Nonostante anche lei avesse passato le vacanze al mare, aveva ancora la pelle candida e solo leggermente arrossata.
Bling, incurante delle occhiate di Aly, prese la spazzola di quest’ultima e iniziò a spazzolarsi i lunghi capelli castani.
-Anche io sono pronta.- disse Emma piegando la maglietta che aveva appena levato e coprendo il costume blu notte con uno shorts di jeans scolorito e sdrucito sulle tasche del sedere.
-Ferme! Non trovo il pettine!- disse a voce alta Aly mentre frugava con ancora più foga nella valigia. –Ero certa di averlo messo qui. Ma non lo trovo!-
-Usa la spazzola!- le consigliò Bling, beccandosi uno sguardo torvo da parte di Alisa.
-Si rovinano i ricci!- la anticipò Emma porgendo un piccolo pettinino rosa. –Lo avevi lasciato sul comodino. Come ci sia finito non ne ho idea.-
-Ti adoro!- le rispose l’amica prendendo il pettine e nascondendosi in bagno. Ne uscì pochi minuti dopo con un groviglio tra le mani, molto simile ai vestiti che indossava poco prima e un pantaloncino bianco da cui si intravedeva un bikini nero che faceva sembrare la sua carnagione ancora più chiara.
-Direi che ho finito.- annunciò riempiendo la borsa da mare viola con il suo telo mare arancio, cellulare, portafogli e la crema. Le altre la imitarono e Emma prese le chiavi che usò per chiudere la porta alle loro spalle.
La giornata era delle migliori. La grande distesa d’acqua salata brillava sotto i raggi del sole, ormai alto da un po’. Le tre ragazze lasciarono la loro roba vicino a uno scoglio e, subito entrarono nell’acqua fresca. Una breve nuotata per rilassare i muscoli e si arrampicarono su un altro scoglio poco distante. Dopo quasi due mesi di lontananza avevano la necessità di aggiornarsi su tutto ciò che era successo durante le loro vacanze. Certo, le cose fondamentali se le erano dette via messaggi, ma ora potevano andare nei dettagli.
Come sempre iniziarono in ordine di età. Non che fossero chissà quanto distanti le loro date di nascita. Erano dello stesso anno. Bling era nata a fine novembre, Aly nella prima metà di dicembre e Emma, la più piccola, era nata a fine dicembre. Insomma pochi mesi, se non giorni, le separavano.
Bling aveva una lunga vacanza da raccontare. Essendo per metà americana, da parte di madre, era stata costretta a passare un mese, quello di luglio, in California dai nonni. Povera sventurata! Certo tra mare, sole e surf aveva avuto molto tempo per fare nuove conoscenze, nonostante lei passasse, sempre e comunque, il suo tempo con i fratelli e un piccolo gruppo di cugini che vivevano li. Le due amiche non l’avevano mai capita. Insomma, vai in America e non ci provi con qualche bel fusto californiano? Ma Bling aveva la suo buona scusa. Il mese di giugno lo aveva passato a Torremezzo, un paesino di mare poco distante da Cittadella, dove stavano loro al momento. Ogni anno i genitori affittavano un appartamento per pochi giorni, in modo da organizzare il viaggio per l’America e, allo stesso tempo, non far rimanere lontana dalle compagne di classe la piccola di casa. Torremezzo era il paesino dove andavano a passare le vacanze la maggior parte dei ragazzi di Cosenza. Ma alla bella biondina ne interessava solo uno: Armando.
-Army è stupendo!- raccontava con occhi sognanti. –Così dolce è carino. All’apparenza sembra il solito fighetto, ma non lo è. Ho avuto occasione di conoscerlo un po’ meglio al mare. A scuola non avevo il coraggio di andare da lui e parlarci. Ma in vacanza tutto cambia. Se fallisci puoi sempre dare la colpa al sole, no? Ma non credo ce ne sarà bisogno. Abbiamo parlato molto. E appena tornata dalla California, mi ha anche inviato un messaggio per sapere come mi erano andate le vacanze!-
Bastava sentire come ne parlava per capire quanto era cotta. In fondo le andava dietro da quasi due anni, dalla prima volta che lo vide nei corridoi della scuola. L’unica cosa che l’aveva sempre frenata era il fatto che fossero in sezioni diverse e lei non conosceva nessuno nella classe del ragazzo e che potesse dargli una scusa per entrare nell’aula per conoscerlo.
La seconda era Aly. Dopo un paio di settimane in città e un altro paio ospite da una zia a Fiumefreddo, altro paesino nelle vicinanze, a far da babysitter ai cugini, era andata in Sardegna per due settimane. Non lasciatevi ingannare dall’apparenza. Alisa potrebbe sembrare una ragazza frivola e vanitosa, di quelle così terrorizzate all’idea di scheggiarsi lo smalto da non muovere un dito, ma in realtà è molto attiva. Ama lo sport, anche se non ne è capace. E infatti la sua vacanza era piena di descrizioni di scogli rocciosi che aveva scalato senza protezioni, ragazzi che la sfidavano a biliardino e le varie amiche, conosciute al momento, con cui si era dedicata ai balli, sia di gruppo che latinoamericani. Crederle non era difficile. Bastava guardarle le gambe, con alcuni lividi ancora ben visibili e il naso, leggermente graffiato, anche se non si sapeva come e perché si fosse rovinato. I suoi racconti erano i più vari. Ogni anno cambiava luogo di villeggiatura e tornava arricchita da nuovi paesaggi, nuove attività e nuovi amici da ogni parte dell’Italia.
Il ciclo delle confidenze lo chiuse Emma. La seria del gruppo aveva in genere i racconti più brevi. Se non andava a Cittadella con la famiglia, dove non si dedicava alle amicizie, data la sua timidezza, passava le vacanze a casa con la cugina, Angela, e il ragazzo del momento. Quell’anno il mare era saltato a causa della visita di alcuni amici di famiglia. Inizialmente era risentita. Perché questi tipi dovevano rovinare proprio le sue di vacanze? Ma poi li perdonò. Come si faceva a non perdonare il viso da bambino che si ritrovò di fronte una volta che aprì la porta di casa? In realtà VisoDaBambino aveva un nome, Alessandro, e la loro età, ma aveva ancora dei lineamenti delicati e morbidi, per non parlare di quella adorabile fossetta che si creava sul mento ogni volta che rideva o sorrideva, benché accadesse di rado. Tutto ciò, però, era stato sufficiente ad attirare l’attenzione della timida e fredda ragazza, facendola sciogliere del tutto. E non capitava spesso!
-Non potete capire! Io ero arrabbiatissima! Immaginate: vacanza rovinata da una famiglia di milanesi usciti da chissà dove. Mai visti questi se non Daniele nelle foto di papà da giovane. E poi, apro la porta e mi ritrovo questo ragazzo, semplicemente stupendo, che mi guarda. Per fortuna che ho contegno o mi sarei ritrovata a fissarlo con la bocca che sfiorava il pavimento.-

La giornata si rivelò tanto bella, che le ragazze non vollero porvi fine tanto facilmente. Ma, appena il sole si spense nel mare, e il cielo ceruleo si tinse dei più cupi toni del blu, si videro costrette a rientrare. Solo a casa realizzarono quanta fame avessero. Avevano saltato il pranzo per godere quanto più a lungo potevano del mare e del sole. Decisero di iniziare la serata in pizzeria, quindi dovevano prepararsi.
Bling e Aly erano le più veloci a prepararsi, abituate a mettersi in tiro per uscire con i loro ragazzi o, semplicemente, per andare a fare conquiste, ma anche perché continuavano a bocciare l’abbigliamento di Emma, che giudicavano troppo serioso.
-Hai sedici anni. Non puoi vestirti come tua madre!- le ripeteva Bling. Ma lei non voleva sapere di scoprirsi un po’.
Si sa, però, che le amiche vincono sempre!
-Devi darti alla pazza gioia! Niente genitori, niente sorveglianza. Solo le tue adorabili amiche.- le ripeteva Aly, mentre Bling le faceva indossare una delle sue minigonne e un paio di ballerine di Aly. Poi si dedicarono al trucco. Il viso acqua e sapone venne coperto da un leggero strato di matita e un rossetto neutro con del gloss volumizzante. Pochi accorgimenti per trasformare i tratti duri del suo viso, rendendoli morbidi e femminili. Il tocco finale per tutte era il ciondolo che Aly aveva portato dalla Grecia l’estate precedente. Era un grande sole con una medaglietta al suo interno. Da un lato era a sfondo blu con l’iniziale dei loro soprannomi, dall’altro a sfondo rosso con dei simboli che le rispecchiavano molto il loro carattere: un sole per Aly, un cuore per Bling e una stella per Emma.

-Aly, Emma mi accennava poco fa che hai preso una nuova sbandata per un cerco Giaco. Perché non ne sapevo nulla?- chiese Bling mentre con gli occhi cercava il cameriere che doveva portar loro le pizze. In realtà avevano ordinato da appena cinque minuti e il locale era anche affollato, ma la fame era tanta.
-Scusa.- rispose la diretta interessata arrossendo lievemente per l’imbarazzo.
-Puoi rimediare se me ne parli ora.- aggiunse mentre Emma iniziava a ridere.
Aly ci pensò per un paio di secondi per poi dire semplicemente –È bellissimo!-
Se fosse stata il personaggio di uno dei manga che tanto amava, i suoi occhi chiari sarebbero diventati due grandi cuori rossi. Ma le due erano ormai abituate ai sentimentalismi della ragazza. Perdeva troppo spesso e troppo facilmente la testa per il primo che capitava, per poi riempire le amiche di sospiri e discorsi da adolescente innamorata.
-È della nostra scuola, ma in un’altra sezione. E in più alle elementari era un amico di Emma.- concluse.
-E allora dov’è il problema? Te lo presenterà lei!-
Aly scosse la testa lanciando un’occhiata inceneritrice alla compagna di banco.
-Non vuole. Si vergogna.- disse glaciale.
Anche Bling si unì al disappunto di Alisa.
-Che ti costa? Fallo per un’amica!- disse con tono di supplica l’italoamericana.
Un paio di suppliche e ricatti ed Emma si arrese.
-Solo se lo vediamo prima dell’inizio della scuola. Di fermarlo per i corridoi mi vergogno, ma se lo incontriamo in giro te lo presenterò, a condizione che siamo tutte e tre insieme. Ci stai?-
La richiesta sembrava troppo in un primo momento, ma la ragazza innamorata si vide costretta ad accettare, non che avesse molta altra scelta!

Dopo cena tornarono in spiaggia. Era quasi deserta. O forse era il buio a renderla tale. La luce lunare non rendeva tanto visibili neanche le rare dune di sabbia e ciottoli che si distribuivano alterando la superficie lineare della spiaggia. Fortuna che le luci dei lampioni lontani, risplendeva solo fiocamente senza raggiungere o rischiarare il manto nero punteggiato da splendenti diamanti. Si levarono le scarpe e, come bambine, iniziarono a rincorrersi, abbracciarsi e buttarsi nella sabbia diventata fredda. Erano felici. Erano insieme. E tanto bastava a renderle più belle che mai. Infine, stanche, si lasciarono cadere sulla sabbia morbida. Gli occhi intenti a scrutare il cielo in cerca di una magica scia a cui affidare i loro sogni, i loro desideri più segreti.
“Vorrei finalmente stare con Army.” “Vorrei vincere quel dannato patto.” “Vorrei poterlo rivedere almeno per una volta.”
Infiniti vorrei. Infiniti sogni. Infinite speranze. Tutto ciò che bramavano, ma non avevano il coraggio di esprimere a voce alta, ma visibile attraverso i loro occhi, tornò a galla, nascosto in frase piene di amore e speranza ed affidato alle stelle.


Anche un ragazzo guardava le stelle quella notte. Non era a Cittadella. Non era al mare. Era seduto sul davanzale della finestra della sua stanza. Sembrava triste. Come se cercasse qualcosa, ma non riuscisse a trovarla. Voleva il cielo. Anche lui aveva un desiderio da affidare alle stelle. Ma riusciva a vedere solo la volta nera coperta da una cappa di luce e smog.
-Tesoro, hai deciso cosa buttare?-
Una donna fece timidamente capolino nella stanza, portando con se, attraverso la porta socchiusa, una fetta di luce nella penombra che avvolgeva i muri bianchi di una camera da letto spoglia.
-Quello che vuoi portare mettilo pure qui. Ne è avanzata una e ho pensato poteva servirti.-
Il ragazzo sembrava non volerle dar retta. Continuava a guardare fuori, ignorandola. Non la voleva con lui. Voleva stare da solo. La donna sospirando lasciò lo scatolone che aveva in mano sul pavimento e si avvicinò al figlio per accarezzarlo, ma quello si scostò bruscamente.
-Non devi avercela con noi. Vedrai che ti troverai bene anche li. Avrai nuovi amici e ogni tanto torneremo a trovare i nonni e tutti gli amici che lascerai qui.-
Gli sforzi della donna erano vani. Il ragazzo continuava ad ignorarla e lei, affranta, gli voltò le spalle e lasciò la camera, chiudendo la porta. E finalmente tornò il buio.


A kilometri di distanza un’altra stanza era buia. Anche qui il suo proprietario agognava solitudine e silenzio. Voleva che il buio lo avvolgesse e gli facesse dimenticare tutta la sua pessima giornata. Voleva addormentarsi per poi scoprire di aver sognato tutto. Rigirandosi nel letto, però, le immagini dolorose di poco prima continuavano a danzargli di fronte, nonostante gli sforzi per reprimerle.

-Sei un inconcludente. Tu e i tuoi stupidi amici. Ne ho abbastanza! Cambierai sezione.-
-No. Non voglio.-
-Ti ho detto di si!-
-NO!-
SLAP! Quel rumore riecheggiò in tutta la casa che sembrava avvolta nel silenzio. L’eco durò così a lungo che il tempo pareva essersi fermato. Solo una voce glaciale lo fece ripartire.
-Qui decido io.-
Tre parole che diedero fine alla discussione.

Istintivamente il ragazzo si portò una mano sulla guancia. La sentiva dolorante e gonfia. Probabilmente si era arrossata. Continuava a stringerla. Voleva piangere, urlare. Ma il suo volto era una dura maschera impassibile.
-Vi odio per questo.-







Eccomi al mio debutto. Spero vi piaccia questo primo capitolo. A dire il vero avevo già iniziato a postare questa storia con un diverso account. E quello che ora è il Capitolo 1, prima altri non era che una Prefazione, ma che si è ampliata di molto. anche i personaggi sono leggermente cambiati dalla prima versione. Hanno volti nuovi e ben delineati, e non solo accennati appena. In questa nuova versione ci sono anche molti più personaggi secondari con i loro intrecci e i loro background ben definiti, e non appena accennati come prima. Insomma, spero vi piaccia. Sono aperta alle critiche e non vedo l'ora di leggere i commenti, buoni o cattivi che siano!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Asteria Flame