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Autore: PureImmagination    06/06/2011    7 recensioni
-Ora basta!- La forchetta picchiò contro il piatto vuoto. -Quante volte ti dovrò dire che questo sono io? Non mi cambierai nemmeno facendomi riparare trenta macchine a tempo cronometrato, Trent!-
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, prima di iniziare ci terrei a specificare che è la mia prima FF, quindi vi pregherei di essere un pochino..."morbidi" nelle critiche >.<
 
Devo proprio scriverlo che le persone di questa storia non sono di mia proprietà, o è evidente che se davvero Darren e Criss fossero di mia proprietà ora io non starei qui a scrivere? u.u

Ok, buona lettura...spero ._.'

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-Ora basta!- La forchetta picchiò contro il piatto vuoto. -Quante volte ti dovrò dire che questo sono io?  Non mi cambierai nemmeno facendomi riparare trenta macchine a tempo cronometrato, Trent!- Aveva smesso di chiamarlo papà da quando era diventato più insistente e più freddo nei suoi confronti.
-Non rivolgerti così a tuo padre, Blaine.- Il moro si voltò verso la madre con un'espressione per niente sorpresa: sarebbe stata capace di buttarlo in un cassonetto se solo Trent gliel'avesse chiesto. 
-Annabel, me ne occupo io- dopo aver appoggiato la forchetta sul proprio piatto, il padre del moro sistemò i gomiti sul tavolo unendo le mani e fissando suo figlio con quello sguardo che riservava solo per lui, pieno di amarezza e delusione. -Sei ancora confuso Blaine, sto solo cercando di aiutarti a capire chi sei.- 
-NO!- Blaine si alzò di colpo dalla sedia -Tu non stai cercando di aiutarmi, tu vuoi solo che diventi il figlio che hai sempre voluto, quello che ti aiuta in officina, quello che ti racconta delle sue serate con gli amici e qualche puttana, quello che ti ricordava ciò che eri. Ma non sono così, ok? Sono gay, ho un ragazzo fantastico e non butterò mai nel cesso i miei occhiali rosa! Impara ad accettarlo! -
Trent si alzò di colpo -Non ti permetto di parlarmi in questo modo signorino- Fece per avvicinarsi a Blaine ma Annabel lo interruppe con un mugugno facendogli notare la presenza di Wilma che lo fissava cercando di capire cosa stesse accadendo. Aveva appena sei anni, non poteva capire più di tanto. Tornò a fissa il figlio e gli indicò la porta con un gesto secco del braccio. -Vattene in camera tua, riprendiamo il discorso dopo!- 
Il moro si diresse verso camera sua senza dire una parola di più. 
Nel frattempo il padre s'era messo in parte alla piccolina e le aveva accarezzato i capelli biondi presi dalla madre, era tutta sua madre, avrebbe potuto rimanere a fissarla per ore.
-Che è successo a Blaine? Perchè urlate sempre ultimamente?- La bambina fissiva il padre aspettando una risposta, voleva bene al fratello, le aveva insegnato un sacco di cose e giocava spesso con lei quando tornava da scuola. 
Trent scosse la testa e le sorrise. -Vedi piccola...tuo fratello...non so come dirlo, ma..diciamo che...una parte del suo cervello non funziona molto bene, ecco- 
-Oooh, è malato?-
-Sì, possiamo dire così, ora se vuoi scusarmi vado da lui.- Detto questo l'uomo baciò sulla fronte la figlia e si diresse verso la porta.
-Vai a dargli la medicina?- Trent voltò la testa verso la figlia sorridendole.
-Chiamiamola così.- Detto questo uscì dalla cucina e si diresse verso la camera del figlio.
Intanto la madre iniziò a sparecchiare chiedendosi se sarebbe stato meglio portare via la figlia o alzare il volume della radio al massimo e ballare con lei.
-Anche io sono malata?- La voce dolce e pulita della figlia bloccò i pensieri di Annabel che si voltò verso di lei sorridendole. A lei sorridevano tutti. 
-No, piccola- Si avvicinò a lei -Tu sei perfetta.- Le diede un bacio sulla fronte proprio come il padre poco prima e  si sedette sulla sedia che aveva sistemato per vedere meglio la figlia. -Ora parlami un pò di quel Richard di cui mi stavi parlando poco fa.- La bambina abbozzò un sorriso e iniziò a parlare a manetta su quanto fosse carino il suo compagno di classe.
 
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Arrivato in camera Blaine si buttò sul letto stringendo il cuscino. Non sopportava più suo padre, certo le cose tra loro non erano mai andate a gonfie vele, era già tanto se si salutavano la mattina, ma le cose erano degenerate quando Blaine decise di portare Kurt a casa, pensava fosse una buona idea, era sicuro che vedendolo con lui si sarebbe rassegnato e l'avrebbe accettato, invece successe il contrario. Sperava di trovare almeno l'appoggio della madre, ma era troppo occupata ad ascoltare la loro figlia prediletta. Oh, sì, lei era veramente perfetta, non aveva nessun tipo di diversità. 
I pensieri del moro furono interrotti dalla vibrazione del suo telefono. Allungò il braccio per prenderlo e si girò a pancia in su. 
-Ehi, sopravvissuto alla cena? ;D- 
-Diciamo di sì, ma non ce la faccio più a stare qui...- 
Appena il messaggio si inviò la porta si spalancò; Blaine si voltò di colpo e si alzò di scatto vedendo che era suo padre.
-Che  vuoi dirmi ancora?- 
-Niente...-Blaine rimase sorpreso, che si fosse rassegnato? -Sono solo venuto a darti la tua medicina.- Il moro ebbe un terribile presentimento che divenne ancora più forte quando il padre chiuse la porta.

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Note dell'autrice: Ok, lo so, fa cacca, tanta cacca ._.' però avevo sognato una cosa simili e mi son messa a scriverla. (Non mangierò mai più la pizza patatosa, promesso O_O)
Non sono normale, lo so, ma infondo chi lo è? ;D
  
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