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Autore: Valengel    07/06/2011    18 recensioni
Il primo capitolo della storia, è la fedele trascrizione di un sogno che ho fatto mesi fa. Halloween. Un ballo in maschera aiuterà due persone ad avvicinarsi, a parlarsi, a scoprirsi. Tutto ciò porterà dei cambiamenti nelle loro vite.
Il secondo e ultimo capitolo narra i ragionamenti e le riflessioni del giorno dopo.
La storia non ha un inizio o una fine ben definiti. Si sarebbe dovuta collocare al centro di una long che non ho mai scritto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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INTRODUZIONE: La storia è ambientata dopo la fine della seconda guerra magica, precisamente nella notte di Halloween. I sopravvissuti sono tornati a scuola e così anche il “Trio dei Miracoli” al completo sta frequentando il settimo anno. Harry è fidanzato con Ginny (ci sarà un lievissimo accenno a loro) ed anche Hermione e Ron stanno insieme, anche se il loro rapporto non è tutto rose e fiori. La preside McGranitt e i vari professori, hanno promosso la collaborazione tra case, che ha permesso ai protagonisti (Draco ed Hermione, entrambi Capiscuola) di avvicinarsi e conoscersi.


SOGNI D'ORO, GRANGER


A Whatashame, amica, consigliera e beta affidabile che mi ha “costretta” a pubblicare nonostante la mia reticenza.

Grazie!


Capitolo 1: BALLO IN MASCHERA


Coordinare la preparazione della Sala Grande in vista del ballo in maschera le aveva preso più tempo del previsto, così, quando Hermione finì di vestirsi e di prepararsi, la festa era già incominciata da un'ora.

Aveva deciso di travestirsi da angelo, per rappresentare la purezza. Aveva scelto un abito candido, con le spalline larghe e una scollatura generosa -ma non volgare- che si arricciava intorno al seno, evidenziando le sue forme, per poi scendere morbido lungo la vita e i fianchi, fino alle ginocchia. Aveva applicato delle piccole ali bianche sulla schiena e, grazie alla magia, aveva tinto la sua massa di boccoli facendoli diventare da castani a biondi, nella perfetta rappresentazione di un angelo babbano.

La stessa tonalità di biondo dei capelli di Lui.

Hermione scosse la testa per scacciare certi pensieri inopportuni e si applicò una maschera di pizzo bianca che le copriva buona parte del viso per non farla riconoscere.

Non aveva detto a nessuno come si sarebbe vestita, nemmeno a Ginny. Non voleva correre il rischio che lo dicesse a Ron. Lui avrebbe dovuto trovarla da solo. Avrebbe dovuto riconoscerla. Era sicura che il suo ragazzo l'avrebbe riconosciuta anche così mascherata.

Forse.

Hermione fece il suo ingresso nella Sala Grande prendendosi qualche secondo per osservare i risultati del suo lavoro di organizzazione. Tre delle quattro lunghe tavolate che solitamente riempivano la Sala Grande erano state fatte evanescere, e l'unica superstite era stata spinta contro una parete e riempita di cibi e bevande per il buffet. Lungo la parete opposta, erano stati posizionati dei divanetti e dei piccoli tavolini circolari, mentre al centro, un enorme spazio vuoto fungeva da pista da ballo, dove molte coppie stavano danzando sulle note delle canzoni delle Sorelle Stravagarie, che stavano suonando i loro pezzi dal palchetto dove solitamente era posizionato il tavolo dei professori. Tutto intorno fluttuavano nell'aria le zucche giganti di Hagrid, intagliate in orride maschere, dentro a cui era stata posizionata una candela perpetua e ragnatele finte, come nelle feste babbane.

Hermione sorrise e si avviò verso il buffet per bere un sorso di succo di zucca, pensando che avrebbe trovato Ron intento a rimpinzarsi di cibo o seduto su qualche divanetto, ma non di certo in pista.

Si guardò intorno, cercando qualche volto noto tra tutte quelle maschere, ma era molto difficile individuarne. Riconobbe Dennis Canon, che scattava fotografie della serata con la macchina fotografica del fratello defunto, e Blaise Zabini, senza maschera e attorniato da uno stuolo di ragazzine adoranti. I suoi occhi vagarono per la sala finché non incrociarono un paio di occhi grigi come la tempesta intenti a scrutarla.

Hermione sussultò.

Draco Malfoy, dall'altra parte della stanza. la fissava con insistenza. Era vestito interamente di nero e ciò contrastava con la sua pelle diafana. Seriche ciocche bionde gli ricadevano ai lati del viso, incorniciandolo. Portava una piccola maschera nera, ma sarebbe stato impossibile non riconoscerlo. Quegli occhi tempestosi la tenevano incatenata a lui. Hermione non riusciva a smettere di fissarlo.

Non voleva smettere di fissarlo.

Ad un tratto, qualcuno le toccò una spalla ed Hermione sobbalzò, ringraziando mentalmente il nuovo arrivato per aver interrotto quel contatto.

Quanto tempo aveva passato ad osservare Draco Malfoy come un'ebete? Minuti? Ore? Giorni? Le sembrava fosse passata un'eternità.

Il nuovo arrivato era mascherato da vampiro. Impossibile non riconoscere i canini aguzzi e un rivolo di sangue finto, che gli colava ai lati della bocca.

- Mi concede l'onore di questo ballo signorina? -

Hermione sorrise e seguì lo sconosciuto sulla pista da ballo. Non era la voce di Ron quella che le aveva parlato ma non importava. Lei non avrebbe di certo rinunciato a divertirsi solo per starlo ad aspettare. E poi, sulla pista, forse sarebbe stata più visibile.



Draco Malfoy, dall'altro capo della sala, non riusciva a levarle gli occhi di dosso.

Quando lei aveva varcato la soglia della Sala Grande, lui stava parlando con Theodore Nott, ma aveva voltato il capo, come colto da un improvviso richiamo, e l'aveva vista. Vestita di bianco, con i lunghi boccoli che le scendevano morbidi lungo tutta la schiena, avanzava decisa verso il buffet e poi si perdeva ad osservare la sala.

Come se stesse cercando qualcuno.

Per poi fermarsi incrociando il suo sguardo.

Come se stesse cercando lui.

Era l'incarnazione dell'innocenza. Candida e pura come -ne era certo- doveva esserlo la sua anima.

La sua perfetta antitesi.

Luce e ombra.

Giorno e notte.

Erano due poli opposti, eppure Draco si sentiva irrimediabilmente attratto dalla ragazza, non solo perché era evidentemente bellissima, ma c'era qualcos’altro, qualcosa che non sapeva perfettamente individuare.

Vide un ragazzo avvicinarsi a lei, parlarle e portarla in pista. La vide volteggiare leggiadra tra le braccia di un altro e, quasi senza rendersene conto, avanzò nella sua direzione.



Il vampiro era un discreto ballerino. Non le aveva pestato i piedi e questo, secondo la sua ottica, era già un'ottima cosa. Era appena terminata la prima canzone e stava per dirgli che lo ringraziava per il ballo ma che al momento preferiva tornare al buffet, quando sentì una voce alle sue spalle chiedere:

- Permetti? -

Come non riconoscere quel tono? La richiesta di un ballo suonava più come un dolce ordine, pronunciato con fermezza ed autorità.

Hermione si voltò trovandosi accanto una figura vestita di nero, che allungava la mano verso di lei e che, nell'istante in cui i loro occhi si incontrarono, le fece un piccolo inchino, senza staccare lo sguardo.

Il vampiro, avendo riconosciuto quella figura vestita di nero, fece un passo indietro e deglutì ma Hermione non se ne accorse: aveva già allungato la mano per afferrare quella che lui le tendeva, osservandolo rapita mentre la attirava a sé, posando l'altra mano dietro la sua schiena ed incominciando a danzare.

I suoi occhi erano due mari in tempesta che la avvolgevano facendola naufragare.

Rapita, affogata. Hermione non sentiva più la musica e le voci intorno a sé. Era in un mondo a parte, dove esistevano solo loro due.

Draco era un ottimo ballerino, la guidava per la sala facendola volteggiare e stringendola dolcemente a sé, forse poco più del lecito.

Erano così vicini che Hermione pensò che lui potesse sentire il battito furioso del suo cuore. Lei riusciva a sentire il suo profumo. Odore muschiato, di uomo, di tabacco e di menta fresca. Era inebriante. Era appagante.



Draco osservava rapito l'esile figura tra le sue braccia. Aveva qualcosa di familiare, ma non riusciva a capire cosa. Sapeva solo che era bellissima.

Così candida. Così pura. Somigliava veramente ad un angelo. Lui invece era il demonio, il peccato, la perdizione. Come avrebbe potuto la sua anima nera, intaccare quella candida di quella ragazza? Con che coraggio l'avrebbe fatto? Eppure sentiva, forse egoisticamente, che il posto giusto per lei era tra le sue braccia.

- Da cosa sei vestito? -

La voce della ragazza era un sussurro roco. Leggermente camuffata, come se non volesse essere riconosciuta. Draco sorrise leggermente.

- Tenebre, ombre, peccato. Scegli tu. -

- Credo che ti si addica maggiormente il peccato. -

Draco ghignò. Quella ragazza non sapeva quanta verità ci fosse nelle sue parole.

- Avrei potuto mettere un mantello e una maschera da mangiamorte, ma credo che avrei creato troppo scompiglio. -

Draco la osservò. Si aspettava di vederla sobbalzare o impallidire o altro, invece lei allargò le labbra in un leggero sorriso.

- Non fa per te quel travestimento. -

- Forse invece mi si addice più di quanto tu creda. -

Hermione scrollò il capo.

- No, ma apprezzo l'autoironia. -

Draco ghignò e il cuore di Hermione perse un battito.

Dio, ma come fa ad essere così bello?

- Da me stesso - sussurrò Draco dopo qualche istante - Sono vestito da me stesso. -

- Mi sembra giusto. Indossi una maschera ogni giorno che, l'aggiungerne un'altra, potrebbe portarti a mostrare il vero te. -

Il cuore di Draco perse un battito.

Che ne sapeva lei della maschera che lui era costretto a portare? Nessuno se ne era mai accorto. Forse lei aveva passato ad osservarlo più tempo di quanto fosse lecito, o forse tirava semplicemente ad indovinare.

- Chi ti dice che io porti una maschera tutti i giorni? In fondo, non sai nemmeno chi sono. -

Hermione rise ironica.

- Credi davvero che ci sia una sola persona in questa sala che non sappia chi sei? Malfoy, se non avessi voluto che la gente ti riconoscesse, avresti perlomeno potuto tingerti i capelli di nero come i tuoi abiti, o indossare una maschera più coprente. -

- Non intacca la tua reputazione ballare con uno come me? -

- Chi ti dice che io abbia una reputazione da difendere, o che mi importi farlo? E poi io, a differenza tua, sono ben mascherata. -

Hermione sorrise maliziosamente e Draco pensò che, se non fossero stati impegnati nelle danze in una sala piena di gente, l'avrebbe baciata e fatta sua. Quella ragazza lo intrigava. Non riusciva a capire chi fosse, sapeva solo che era bellissima e affascinante. La sua pelle era morbida e profumava di vaniglia.

- Questo te lo concedo. Però tu sai chi sono io, non vuoi dirmi il tuo nome? -

- Neanche per idea. Se proprio vuoi saperlo, dovrai capirlo da solo, anche se credo che per te sarebbe meglio non conoscerlo. -

Hermione abbassò gli occhi, si morse il labbro imbarazzata e timorosa di essersi lasciata scappare qualcosa di troppo.

- Perché dici così? -

Hermione titubò per qualche secondo infine decise di essere sincera.

- Perché ti conosco, e conosco le tue convinzioni, e... beh, il mio sangue potrebbe essere troppo sporco per te. -

Dall'altra parte solo silenzio. Hermione teneva ancora gli occhi bassi, indecisa sul da farsi, ma Draco non sembrava volersi staccare da lei, anche se, tra piroette e volteggi, l'aveva condotta in un angolo tranquillo della pista.

- Forse non mi conosci poi così bene come credi. -

Hermione rialzò gli occhi di scatto e incatenò il suo sguardo alle sue iridi argentate. Le pareva che fossero più scure, grigie come piombo fuso.

- Non mi interessa il tuo sangue - Draco parlò lentamente, scandendo bene le parole, ma con voce ferma - Non mi sono mai interessate veramente queste cose. Io so solo che sei la ragazza più bella presente in sala e che non vorrei ballare con nessun'altra. -

Hermione avvampò e Draco pensò che quel tenue rossore, sotto il pizzo della maschera, le donasse. Al diavolo il sangue puro, aveva smesso da tempo di ripetere a pappagallo le convinzioni di suo padre. Quella ragazza gli piaceva, lo incuriosiva, lo attirava. La strinse maggiormente a sé e continuarono a ballare, occhi negli occhi. Occhi grandi color cioccolato con miriadi di pagliuzze dorate, che tenevano incatenati i suoi.

Sicuramente li ho già visti. Ma dove, dannazione?

- Di certo non sei una Serpeverde. - esordì Draco, dopo qualche minuto di elucubrazioni mentali - Avevo preso in considerazione questa possibilità, ma il vecchio Salazar era piuttosto rigido sulle questioni di sangue. -

La ragazza sorrise, ma non commentò.

- Escluderei anche Tassorosso. Mi sembri abbastanza intelligente da poter essere una Corvonero. -

Hermione si lasciò sfuggire una risatina. Il cappello parlante aveva preso seriamente in considerazione la possibilità di smistarla a Corvonero per il suo cervello, ma poi aveva cambiato idea.

- Non potrei essere una Grifondoro? -

- Mi stai dicendo che sto ballando con il nemico? -

- Forse... - sussurrò Hermione con un sorriso malizioso dipinto sulle labbra - Mi lasceresti andare se te lo confermassi? -

- Forse... - Le rispose Draco di rimando, sfoderando il suo miglior ghigno made in Malfoy.

- Vorresti farmi credere, che non mi hai lasciata andare sapendo che sono una Sanguesporco, ma che lo faresti se ti dicessi che sono una Grifondoro? -

Draco scrollò le spalle in un gesto che poteva significare tutto e niente.

- Dovresti rivedere le tue priorità, sai Malfoy? -

Il ghigno di Draco si accentuò e i suoi occhi brillarono ironici.

- Te l'ho già detto, non mi importa chi o cosa sei. -

- E allora perché stai tentando di scoprirlo? -

- Sono curioso. E poi, non mi piace la disparità tra noi. Tu sai chi sono io. -

- Solo perché tu hai voluto che io lo sapessi. Che tutti lo sapessero. Tu ami essere guardato Malfoy, ami essere al centro dell'attenzione. -

Draco ghignò e i suoi occhi brillarono di malizia.

- Anche tu sei al centro dell'attenzione questa sera. -

- Perché sono con te. E' solo un riflesso. -

- No - scosse la testa Draco - O almeno non solo. Ti hanno guardata tutti quando sei entrata. Era impossibile non notarti. -

Il viso di Hermione divenne nuovamente scarlatto.

Non era propriamente un complimento.

Smettila di avvampare come una ragazzina alla prima cotta.

Malfoy non ti interessa e poi sei fidanzata.

Ah già, Ron.

Merda.

Hermione si rese conto che, da quando era arrivato Malfoy, il pensiero di Ron non l'aveva minimamente sfiorata. Si guardò intorno, cercando negli sguardi altrui, qualche viso conosciuto. Si accorse che la sala si era notevolmente svuotata rispetto al suo ingresso. Chissà quanto tempo era passato da allora.

Minuti? Ore? Giorni?

Si rese conto, di nuovo, che tra le braccia di Draco stava bene; che il tempo e lo spazio diventavano relativi, la sua mente si svuotava e si perdeva completamente. Era come stare in una bolla. Solo loro due, il mondo intorno a loro perdeva consistenza.

Non poteva lasciarsi andare in quel modo. Non con lui.

Doveva pensare a Ron, il suo ragazzo.

Quante parole sbagliate in quella frase.

Doveva pensare... come ci si può imporre di pensare a qualcuno? Lo si può fare per la maggior parte del tempo, obbligando la mente ad evocare rigide immagini prestabilite, ma non appena si abbassa il controllo, ecco che la mente riprende a vagare e a concentrarsi su tutt'altro. Su un altro.

Ron non l'aveva cercata.

O forse l'aveva cercata ma non trovata.

O forse aveva capito che era lei e, disgustato nel vederla ballare con Malfoy, se ne era andato.

Merda.

Draco percepì l'agitazione della ragazza. Un attimo prima stavano conversando e un attimo dopo lei stava lanciando occhiate nervose alla sala. Hermione si irrigidì e tentò di scostarsi da lui.

- Vuoi andare a bere qualcosa? -

- No, voglio tornare nel mio dormitorio. Sono stanca. -

In realtà, non voleva affatto andarsene, o meglio, non voleva lasciarlo, ma aveva paura che Ron l'avesse riconosciuta e si fosse arrabbiato vedendoli insieme, e preferiva andare via.

- Ti accompagno. -

Draco non ammise repliche. Le mise una mano sulla schiena e la condusse fuori dalla Sala Grande.

I tetri corridoi di pietra, illuminati dalle torce, erano silenziosi. Nell'aria solo il rumore dei loro passi.

Hermione si diresse automaticamente verso la torre dei Grifondoro e, solo quando vi giunse, si rese conto di avergli rivelato un ulteriore dettaglio di sé.

- Ora che hai la conferma che io sono una Sanguesporco e per di più Grifondoro, puoi lasciarmi andare. -

- E' questo che vuoi? - soffiò lui al suo orecchio.

Come fa ad essermi così vicino?

Quando cavolo si è mosso?

Hermione percepì il corpo caldo di lui dietro al suo. Non lo vedeva ma lo avvertiva. Milioni di piccole scariche elettriche sembravano propagarsi nell'aria circostante.

Sentiva ancora il suo respiro.

Sentiva il suo odore. Menta. Tabacco. Testosterone.

Draco Malfoy sprigionava virilità da ogni poro.

Così inebriante.

Così eccitante.

Così pericoloso.

Hermione chiuse per un attimo gli occhi, assaporando il suo odore e sospirò, poi si voltò lentamente. Non si era sbagliata, lui era vicinissimo e la fissava con quei laghi ghiacciati e profondi. Come se volesse scrutarle l'anima.

- No, ma... -

- Ma? -

Hermione sospirò nuovamente, per prendere tempo e riordinare le idee. Non poteva dirgli che avrebbe voluto portarlo dentro con sé e non lasciarlo andare mai più. Sarebbe stata una follia. Era una follia semplicemente pensare ad una possibilità simile.

- Questa sera è diverso. Domani sarà di nuovo tutto come prima. -

Draco la osservava rapito. Quegli occhi screziati d'oro... quelle labbra piene... quel delizioso profumo di vaniglia...

Un lampo gli attraversò gli occhi. Un lampo di comprensione e, prima di rendersene conto, posò una mano sulla guancia diafana della ragazza, mentre con l'altra appoggiata al suo bacino, la trasse a sé e si avventò sulle sue labbra socchiuse.



Fuoco. Un fuoco bruciante invase Hermione. Rispose al bacio senza nemmeno rendersene conto, senza domandarsi se fosse giusto o sbagliato. Sapeva solo che lo voleva con tutta sé stessa. Mai aveva desiderato così tanto un bacio. Intrecciò le mani sulle spalle di Draco, infilando le dita tra i suoi crini biondi, mentre lui le mordeva il labbro inferiore e lo lambiva con la lingua, per poi insinuarla dentro la sua bocca. Calda. Invitante. Le loro lingue danzavano furiose, mentre il bacio si faceva sempre più appassionato. I loro corpi sempre più stretti. Le loro mani che si accarezzavano, che si cercavano.



L'avrebbe presa lì, nel corridoio, dove chiunque avrebbe potuto sorprenderli. Ed era lui il primo ad essere rimasto sorpreso dalle istintive e incontrollate reazioni che aveva suscitato il semplice sfiorare le labbra di lei.

Si staccò a fatica da quelle labbra morbide e la guardò. Ansimava, lo sguardo ardeva di desiderio represso e di sorpresa. Sorpresa per le sue stesse reazioni. Sorpresa per quello che avevano appena fatto.

Draco ghignò e, senza perderla di vista un solo istante, le fece un leggero baciamano.

- Sogni d'oro Granger. -

Si voltò per raggiungere i sotterranei, lasciandola lì ad osservarlo sconvolta.





NOTE DELL'AUTRICE: Il titolo della fan-fiction riprende la frase che conclude il capitolo (beh, in questo caso non è l'ultima ma la penultima... dettagli!) e che, idealmente, concluderà il prossimo o i prossimi.

Questo capitolo è la fedele trascrizione di un sogno che ho fatto ad Ottobre 2010 (si, ho davvero sognato Draco Malfoy!). Ho aspettato parecchio a pubblicarlo perché avrei voluto inserirlo all'interno di una long-fic che stavo progettando, ma l'ispirazione scarseggiava (detesto l'idea di scrivere di Ron ed Hermione e la prima parte avrebbe inevitabilmente trattato l'argomento) perciò, ho scritto un altro capitolo (che pubblicherò a distanza di una settimana da questo) e che potrebbe essere una conclusione di questa storiella. Non escludo, però, di poterla allungare a breve.


Grazie, a chi è arrivato a leggere fino a qui.

Grazie, a chi continuerà a leggere e anche a chi abbandonerà la lettura.

Grazie, a chi impiegherà due minuti del proprio tempo per lasciarmi il proprio parere. Ogni commento o suggerimento, sarà ampiamente apprezzato e preso in considerazione dalla sottoscritta!

   
 
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